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Alfredo Goffredi

Alfredo Goffredi

Writing for comics: Bao rettifica

  • Pubblicato in News

writing_for_comics_alan_moore_by_bookmaster11-d4gqkswTra le novità annunciate da Panini Comics a Napoli Comicon, è stato annunciato il saggio Writing for Comics di Alan Moore.

La notizia ha creato abbastanza stupore dal momento che, come vi avevamo svelato una settimana fa, la raccolta di saggi sullo scrivere fumetti scritta dal bardo di Northampton ci era stata annunciata da Bao Publishing.

Abbiamo così contattato Bao, che ci ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito, che potete leggere di seguito:
"Qualche mese fa abbiamo negoziato da Avatar Press l'acquisizione del saggio Alan Moore's Writing for Comics. Siamo giunti a un accordo economico soddisfacente per entrambe le parti e attendevamo l'arrivo del contratto. Successivamente, in seno a una trattativa per più titoli, un editore concorrente ha richiesto i diritti della stessa opera. La comunicazione della decisione di Avatar di non accordarci più la licenza, apprendiamo oggi, si è persa da qualche parte tra l'Illinois e la Lombardia. Ci dispiace di aver parlato, in dimostrabile buona fede, di un titolo che non saremo noi a pubblicare, ma siamo certi che la nuova edizione italiana sarà ottima e che quindi i lettori non saranno in alcun modo danneggiati".

Thisisnotbeatmap: la classifica

  • Pubblicato in News

markantonio-contest-filippo-curzi-dj1_1Lo staff di Verticalismi ha annunciato sul sito e sui correlai social network i risultati del contest Thisisnotbeatmap.
Ad imporsi sui partecipanti è stato Cammello, con un "verticalismo" che intreccia la musica "vista" al disegno e sfrutta lo scroll verticale per un'unica carrellata.

Chiunque fosse interessato può trovare il suo Need Break all'apposita pagina su Verticalismi. Ad accompagnare la prova di Cammello (come del resto quella di tutti gli altri partecipanti), il giudizio di Alberto Ponticelli (membro della giuria assieme a Markantonio e Gabriele Gilleri di Different Grooves): "Quando il  punk fa sesso estremo con la techno. Le vertigini qui sono totalmente immersive e benvenute; superano l’idea del concetto statico del disegno per buttarti a calci in culo dritto dritto verso la musica. Qui c’è dell’insolenza. Finalmente."

Riportiamo di seguito la classifica definitiva del contest:

1 Need Break di Cammello
2 Born Ravers di Paul Izzo e Jack Venturelli
3 tum tum di Alex Agni
4 Eli6 needs a break di Elisei
5 Break Game di Alessandro Razzini
6 Had Job! di Martain
7 Need Break di Zenk
8 Music Power di Alessio Rose
9 Senza volto. di Proxicina
10 Need Break di Zio-P
11 Need Break di Dante
12 L’Impianto T di Francesco Conte

Se sei vivo, spara!

RECENSIONE IN ANTEPRIMA

In un’America dall’aspetto ancora giovane, un uomo fa il suo ingresso in una desolata Providence con una bara tra le spalle. È un cowboy, un pistolero o forse qualcosa di più o di diverso. Con questi elementi Bruno Letizia introduce Lion Gardiner, cacciatore di vampiri protagonista del suo nuovo titolo, Se sei vivo, spara!
“Se sei vivo, spara!” non è solo il titolo di questa storia; sembra piuttosto l’unica regola da seguire per restare in vita nelle strade di un’America infestata dai vampiri. Come si può leggere in apertura, infatti, il motivo scatenante della vicenda è un patto rituale con Jumlin (lo spirito oscuro che è principio delle credenze sui "vampiri" proprie della cultura dei nativi americani) che muta in succhiasangue i sopravvissuti della tribù dei Pequot. Incarnandosi proprio nel capo di questa tribù, Jumlin guida la vendetta peqout verso l’”uomo bianco”.
Questo primo numero introduce il lettore al setting della vicenda, un Nordamerica di circa metà ottocento che, tuttavia, a giudicare dall'aspetto di Providence - poco più che una manciata di abitazioni addossate a una chiesa - dà l'impressione che qualcosa abbia impedito alla città di svilupparsi; è una sorta di scenario postapocalittico nel passato quello di Se sei vivo, Spara!, in un'America del Nord dallo sviluppo apparentemente paralizzato, al punto che l'esistenza stessa degli Stati Uniti d’America non è da dare per scontata.
L'autore offre al lettore il background necessario (il rituale, la conversione vampirica dei Pequot) e introduce il protagonista, il suo passato e parte di quelle che sembrano essere le sue motivazioni. Di Lion Gardiner tutto si può dire tranne che sia il canonico eroe da fumetto western; un antieroe, piuttosto, carico di risentimento e di vendetta che di certo non intende reprimere. È un uomo spezzato nel corpo e nello spirito, con più di un segreto che probabilmente ci verrà rivelato nel corso della narrazione.

Bruno Letizia abbandona i territori virtuali e futuristici di H.E.R.O.I.N. per approdare al western vampirico; certo, l'idea di base rimane la medesima: la ribellione di un uomo a una società che sente ostile e la strenua lotta per demolire un sistema che non riconosce.
Se l’accostamento tra l’America e i vampiri vi far pensare subito a una ben nota serie Vertigo, sappiate che state sbagliando, poiché il riferimento usato dall’autore non è il vampiro nella sua concezione europea, bensì quello della cultura dei nativi americani, che ne popola le leggende dispensando morte inzialmente al bestiame e, in un secondo momento, agli umani. Proprio Jumlin è, infatti, lo spirito a cui queste leggende fanno riferimento, così come ai suoi figli, che ne hanno portato avanti la maledizione dopo la sua sconfitta.
Bisogna, inoltre, considerare che il New England è stata una delle zone in cui la credenza e il timore del vampirismo si diffusero maggiormente anche tra i colonizzatori, specie a causa del gran numero di morti per tubercolosi (di cui anche la moglie di Lion potrebbe essere affetta), che le menti più superstiziose collegavano a visite notturne da parte di un parente a sua volta deceduto a causa del morbo.
L’autore costruisce un’impalcatura molto solida e vi introduce un elemento del tutto caotico, il protagonista, che viene presentato alla maniera del cinema western, annunciato dalla propria voce fuori campo, accanto a un morto impalato a un albero, prima ancora di entrare nel campo visivo del lettore; le sue azioni e la sua durezza definiscono Lion Gardiner, specialmente se messe in contrapposizione con il Lion Gardiner che, nel passato, costruiva bambole e si angosciava per la malattia della moglie. Non bisogna, quindi, stupirsi delle sue battute sopra le righe e dei suoi modi fin troppo truculenti, risultato di una dolorosa esperienza per ora solo accennata, di cui quotidianamente Lion porta sulle spalle il ricordo, sotto forma di bara (si direbbe un omaggio a Sergio Corbucci e al suo "Django", che però nella bara teneva l'artiglieria).

Le tre macrosequenze che dividono l’albo risultano facilmente distinguibili l’una dall’altra. Nella prima, che si concentra sui Pequot e il loro rituale oscuro, l’autore opta per figure a tutta pagina su cui innesta vignette – ben distinte dall’uso di un bordo spesso – che in certi casi raccontano, in altri descrivono e la cui forma e posizione sembrano voler richiamare ai totem.
La seconda parte ha una costruzione più funzionale al ritmo della storia, che procede senza particolare fretta, indugiando su particolari o concedendosi zoomate utili all’entrata in scena del protagonista; questo fino al momento dello scontro, in cui il tempo precipita e le vignette sembrano catturare rapidi flash di uno scontro che si direbbe ancor più rapido.
Nel bel mezzo della seconda parte, là dove lo scontro dovrebbe svilupparsi e concludersi, l’autore preferisce sospendere l’azione  e raccontarci del passato di Lion Gardiner. Lo fa mutando ancora una volta il proprio tratto, costruendo un flashback in cui scompaiono gli inchiostri e sono le matite e i grigi a mostrarci il più grande dolore di Lion. Letizia sceglie uno stile abbozzato e graffiato, quasi incompleto si direbbe, per costruire la materia nei ricordi; se gli oggetti e l’ambientazione sembrano quasi impalpabili, quindi, diversamente accade per i corpi e i volti su cui si stendono diversi toni di grigio che donano alle figure un loro peso, una loro precisa presenza nello spazio e una buona carica drammatica.
Una sequenza, questa centrale, davvero ben realizzata e non solo importante per l’economia della storia, della vicenda del protagonista e per l’ispessimento psicologico di un personaggio altrimenti fin troppo stereotipato, ma assolutamente piacevole da vedere e da leggere, specie nelle battute finali e nella sua chiusa, siimbolica e toccante, forse “facile” e “comoda” ma di certo di grande impatto.
Pur riscontrando alcun imprecisioni morfologiche, il tratto di Bruno Letizia è sicuro e consolidato, a cavallo – si direbbe – tra due tradizioni (quella del fumetto popolare italiano e quella dei comic book statunitensi). Come già riscontrato al tempo di H.E.R.O.I.N, il suo punto di forza rimane l’uso dei neri e il chiaroscuro

In conclusione non si può non fare menzione della cover realizzata per l’occasione da Fabio Listrani, un’illustrazione dal grande impatto visivo e dal sapore videoludico, che non può che arricchire il valore di questo albo.

Ventidue pagine non sono  sufficienti a valutare una storia. Possono esserlo per valutare l’idea, l’inizio del suo sviluppo e la posizione di un autore nel corso del proprio sviluppo stilistico. Da quello che si vede in questo primo numero di Se sei vivo, spara! ci troviamo davanti all’inizio ben scritto di una storia basata su un’idea non certo originale ma indubbiamente solida, realizzata da un giovane autore capace che con questo nuovo progetto compie sicuramente un passo avanti. La vera sfida sta ora nel vedere come proseguirà il cammino di Lion e del suo autore.

Bao e Moore: il quarto titolo

  • Pubblicato in News

writing_for_comics_alan_moore_by_bookmaster11-d4gqkswAlcuni giorni fa sono stati annunciati tre dei quattro titoli di Alan Moore che Bao pubblicherà a partire dall’autunno.

Dopo la notizia dei tre titoli legati a La Lega degli Straordinari Gentlemen, abbiamo raggiunto i vertici di Bao Publishing per saperne di più di queste nuove; Michele Foschini (direttore editoriale) e Caterina Marietti (editore di Bao Publishing) hanno acconsentito a questa chiacchierata con noi, spiegandoci il valore che questi volumi hanno, prima di tutto, per loro e rivelandoci il titolo che chiude il poker mooriano che l’editore ha in serbo per i lettori italiani, il saggio Scrivere fumetti (Writing for comics, originariamente pubblicato in quattro puntate sulla rivista britannica “Fantasy Advertiser” e pubblicato in Italia alcuni anni or sono da ProGlo Edizioni).

La Lega degli Straordinari Gentlemen è uno degli ultimi lavori di Moore, forse tra i più cari all'autore, che ha deciso di portarlo avanti e concluderlo anche dopo l'avventura della ABC. Quale pensate che sia il punto forte di questa storia? Cosa vi ha convinti a volerla avere tra i vostri titoli?

La forza della Lega sta nel fascino dei protagonisti e nella modalità di interazione che l'autore ha studiato per farli coabitare nell'ambiente narrativo da lui scelto. Un manipolo di icone letterarie vittoriane... a chi non piacerebbe leggere le loro avventure? Quanto a perché abbiamo voluto la Lega nel catalogo BAO... be', Alan Moore. 'nuff said.

Che tipo di edizione avete in programma per i tre cicli della Lega degli Straordinari Gentlemen? Volume, edizione omnibus o entrambe?

Si tratterà di tre volumi cartonati con sovraccoperta. Stiamo studiando, con gli autori e l'editore americano, l'apparato a corredo, che sarà veramente interessante, a giudicare dal materiale a nostra disposizione. È presto per entrare nei dettagli, ma lo faremo appena approntato il progetto generale della collana.

In cosa differiranno le nuove edizioni rispetto a quelle che abbiamo potuto leggere e ammirare in precedenza? Avete parlato di un ricco corredo di materiali inediti... potete darci un'anticipazione del contenuto dei volumi?

Ancora no, ma sarai il primo a saperlo, promesso!

Avevate parlato di quattro titoli e ne avete annunciati tre; qual è il titolo che manca all'appello?

Si tratta del saggio Scrivere fumetti, un volume che riteniamo essenziale tanto per capire la scrittura mooriana quanto per avvicinarsi alla forma mentis dello sceneggiatore di fumetti, tramite le annotazioni del migliore di tutti.

Per quando è prevista la sua uscita?

Per la prima metà del 2013.

Sbaglio o questo è il vostro primo libro non a fumetti ma sui fumetti? Una deviazione estemporanea o l'inizio di un'apertura anche alla saggistica?

Siamo da sempre aperti alla non-fiction. Stiamo per dare alle stampe Supergods di Grant Morrisn, dopotutto!

Writing for comics, pur essendo forse il più conosciuto, non è che una parte dei saggi e degli articoli di Alan Moore sul fumetto. Che possibilità ci sono secondo voi di veder raccolta anche il resto della sua produzione saggistica?

Vedremo.

Da cosa differisce la vostra edizione rispetto alla precedente?

Dovremmo vedere la precedente, per poterti rispondere. Ancora una volta: noi facciamo libri che prescindono da un'eventuale precedente vita editoriale dei titoli. Cerchiamo di fare il prodotto migliore possibile, ogni volta, senza sentirci legati da fattori decisi da altri soggetti editoriali in passato.

Quali saranno allora le caratteristiche del volume che i lettori si troveranno in mano?

Ci sarà un corredo grafico, ai capitoli del libro, che completerà l’esposizione delle quattro lezioni in cui si divide il volume. Anche in questo caso è ancora presto per entrare nei dettagli.

Quale credete sia, a vostro parere, la lezione più importante racchiusa in questo volume?

Difficile da riassumere. Questo libro ha il respiro del fondamentale Aspetti del romanzo di E. M. Forster: è divulgativo, ma rigoroso, mostra le meccaniche, ma denuda l'anima di chi ne scrive. È un libro veramente importante per comprendere il suo autore, ma anche il medium fumetto. E il suo punto di vista non ha precedenti o eguali nella critica del fumetto.

Personalmente dopo aver letto dei quattro titoli, considerando che la ristampa di Supreme è già stata annunciata da un altro editore, pensavo che uno dei vostri titoli sarebbe stato la miniserie 1963 realizzata assieme a Stephen Bissette e Rick Veitch e pubblicata da Image. Nel vostro futuro vedete altri lavori di Moore, magari anche materiale già precedentemente edito? C'è già qualcosa in programma?

Ancora niente di programmato, ma sappiamo per certo che ci saranno altre opere firmate Alan Moore. Per ora, però, abbiamo annunciato abbastanza, non trovi?

So che è ancora presto per parlarne, ma... Jerusalem? Quando mai dovesse uscire quale sarebbe l'interesse di Bao verso il nuovo romanzo di Moore?

Per scaramanzia, mai parlare di opere la cui data di uscita è inconoscibile.

Ultimamente il nome di Moore è riemerso in ambito comic book mainstream per via delle miniserie che, da giugno, faranno da prequel a Watchmen. L'annuncio di Before Watchmen ha letteralmente spaccato in due il mondo del fumetto: qual è il vostro parere su questa operazione?

Che farà fare a qualcuno un mucchio di soldi.

Grazie di tutto. Un'ultima cosa... ci sono probabilità di trovare Alan Moore, prima o poi, a uno stand Bao?

Il signor Moore lascia rarissimamente Northampton, per cui è decisamente improbabile. Certo, se mai cambiasse idea, lo accoglieremmo come merita.

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