Menu

 

 

 

 

Alfredo Goffredi

Alfredo Goffredi

Panini e Bonelli aumentano i prezzi

sag01Che il motivo sia la crisi o l'aumento dei materiali, il risultato è che due dei principali editori di fumetti d'Italia, Panini Comics e Sergio Bonelli Editore, si trovano all'incirca nello stesso periodo ad aumentare il prezzo ai propri albi.

L'aumento Bonelli colpisce indiscriminatamente tutte le testate con un aumento di 0.20 - 0.30 €. Il prezzo dei mensili si assesta quindi a € 2,90; 20 centesimi in più anche per Brendon, Julia e Lilith, mentre Martyn Mystére passa da 4.70 a 5.00 euro e i Romanzi a fumetti vedono un aumento di ben 50 centesimi.
Il primo albo a traghettare il lettore Bonelli nella novità sarà il numero 1 di Saguaro, cosa che pone uno spartiacque ben preciso sull'inizio dell'applicazione di questi aumenti al 26 maggio.

A differenza di quanto operato da Sergio Bonelli Editore, invece, gli aumenti di Panini riguardano per il momento i soli manga da edicola, che vedranno crescere del 7% circa (30 centesimi) il prezzo di copertina. 
Da giugno i manga da edicola targati Planet Manga passeranno da € 3.90 a € 4.20; verranno interessati da questo qumento titoli come Code: Breaker, Naruto, Bleach, Air Gear, Soul Eater, Bakuman, L'Attacco dei Giganti, Sket Dance, Ultimo e I Signori dei Mostri.
Con questo nuovo aumento (l'ultimo, lo ricordiamo, risale alll'estate del 2007) il prezzo delle prime tirature si avvicina di molto a quello delle ristampe (€ 4.50), operazione che può far pensare a un probabile futuro allineamento tra le due edizioni.

A margine di questo una considerazione è d'obbligo: sono lontani i tempi in cui disclaimer rumorosi (ma pur sempre dignitosi nel considerare l'importanza del rapporto tra editore e lettore) o annunci nelle pagine redazionali erano portatori di questo tipo di comunicazione, ora relegato alle singole specifiche di ogni albo il questione. Se da un lato è vero che internet e i cataloghi come "Anteprima" permettono al lettore di essere sempre aggiornato, dall'altro è vero che si sta perdendo la cordiale usanza ad avvertire il lettore di ogni aumento sul prezzo di copertina, laddove - senza andare troppo indietro nel tempo - ancora la fine degli anni Novanta poteva insegnare il rispetto di un rapporto cristallino tra editore e lettore.

Dei vol. 1 - In vino veritas

Per tornare all'intervista agli autori clicca qui

RECENSIONE IN ANTEPRIMA

Venus, Mars e Bacchus sono i più grandi e amati tra gli dei della Terra. Ispirano l'umanità, ne condizionano l’esistenza e ne muovono i sogni, oltre ai portafogli e ai "mi piace". Il peso che i tre Dei hanno nella vita degli umani è secondo solo a quello che essi hanno per gli altri abitanti dell'Olimpo, a cui garantiscono benessere estirpando le nuove divinità generate dai disturbi della società moderna.

Poi, di colpo, tutto questo cambia. Quali saranno le conseguenze di un drastico calo di popolarità per i tre mastini di Zeus lo scoprirete leggendo il primo volume di Dei, In vino veritas, veduta panoramica sul nuovo modo di intendere la relazione uomo-divinità.

Alex Crippa ed Emanuele Tenderini tornano ad unire le forze dopo la collaborazione su 100 Anime (che vedeva Tenderini nel ruolo di colorista) e su alcune webstrip di Braccio di culo, che peraltro è qui protagonista di un piccolo cameo, risultato dell'amore-odio (ma forse è solo disprezzo) che i due nutrono per il malcapitato.
In Dei, i due autori portano in scena un conflitto tra divinità che, se da un lato può far pensare al romanzo "American Gods" di Neil Gaiman, dall'altro sembra affondare le mani nel genere supereroico, specie in quello sfacciatamente irresponsabile ed egocentrico dell'X-Statix di Peter Milligan.
Le tre divinità, infatti, hanno connotazioni – grafiche e caratteriali – non propriamente positive, e se danno la caccia ad altri Dei minori è perché Zeus glielo impone; non è quindi il fato a muovere le loro azioni bensì, il più delle volte, una gratificazione in termini di devozione, gradimento e introiti legati al proprio merchandising.
Così Mars è un energumeno ipertrofico e non esattamente sveglio; Venus è una maggiorata altezzosa e provocante, più una tronista che una divinità; Bacchus, infine, è un rubicondo ometto festaiolo del quale, più che simpatico e saggio, si può dire che è "sympa" e furbetto. Tre personaggi da cui anche il meno assennato tra gli umani non comprerebbe un miracolo, ma che apparentemente si collocano nel gotha di uno spiritualismo ormai totalmente asservito alle mode e alla tecnica.

La narrazione costruita da Crippa procede incalzando il lettore dall'inizio alla fine con un ritmo che non mostra il fianco al rischio di un calo di tono, complice anche il lavoro di Tenderini sulle tavole, che trasferisce nella loro costruzione il gusto per il sensazionalismo che si respira nella storia. Su una trama portante costituita da azione, intrigo e, in un certo senso, avventura on the road, si innestano situazioni comiche e momenti di pura violenza ed eccesso; quello che ne risulta è un racconto ciclico, struttura tipica del mito, a cui si aggiungono elementi caratteristici della narrativa ucronica, pulp e fantastica. Crippa non si fa problema a esagerare laddove la storia glielo concede: le nuove divinità inferiori, l’obiettivo dell’ultimo ingaggio ufficiale dei tre protagonisti, la risoluzione dell’incontro con Tanato o, ancora, l’uso di un linguaggio appena sopra le righe. Questi sono tutti elementi che si legano con l’idea che ci si può fare, leggendo questa storia, non solo delle divinità ma anche delle persone a loro devote e della società in cui queste vivono. “In cui viviamo”, verrebbe da scrivere, poiché tanti – è una precisazione inutile quanto necessaria – sono gli aspetti per cui la nostra società si guadagna una comparsata su queste pagine, tra volti già noti del piccolo e grande schermo, simboli della modernità e riferimenti tecnologici.

Dopo una serie di titoli che spaziano dal noir al gore, passando per la brutalità della vita e della lotta, Alex Crippa si cimenta in una storia dai toni più distesi e conviviali, che ne rielabora alcuni aspetti in chiave decisamente più goliardica. Chi avesse già letto alcuni dei lavori più realistici e “drammatici” dell'autore, da Come un cane a Jonah Martini, rischia di rimanere sorpreso dal lavoro svolto dallo sceneggiatore, la cui scrittura non risulta in alcun modo forzata, nonostante il registro, i toni e le stesse modalità di raccontare siano ben diversi (verrebbe da dire “diametralmente opposti”) rispetto a quelli dei lavori che lo hanno fatto conoscere in Italia e in Francia.
Di certo il lavoro di Emanuele Tenderini contribuisce a rendere Dei una festa per gli occhi, non solo per la scelta di uno stile compositivo molto ricco e dinamico, giocato su una continua alternanza di griglie e schemi, ma anche per l’uso di immagini di raccordo tra le vignette, dietro alle vignette e tra le closures; ancora, i giochi di luce, la scelta delle inquadrature (specie nella presentazione degli ambienti, con visuali a volo d’uccello) e l’uso efficace di splash page sempre dal grande impatto, lavorano a sostegno del ritmo.
A questo bisogna aggiungere l’uso di una colorazione digitale che, prima di tutto, è attenta e accattivante, quindi acquista una valenza narrativa vera e propria, costruendo un ulteriore livello di senso che traghetta l’occhio del lettore dal metafisico al fisico e al realistico non più solo narrativamente ma anche graficamente: la prima parte della storia, che vede i tre olimpici al massimo del loro potere, ha colori molto chiari e l’elevata presenza dei bianchi rende le tavole abbaglianti, offrendo al lettore i tre personaggi in tutto il loro splendore; durante il cammino dei tre sulla Terra, invece, gli effetti di luce si riducono laddove aumenta, invece, l’attenzione al dettaglio e le tinte si fanno uniformi; la parte agli Inferi, concludendo, oltre all’uso di una paletta di colori decisamente più cupa e gore, si fa decisamente atmosferica grazie all’uso di pesanti campiture nere per gli sfondi.

Negli ultimi tempi il mito sta diventando un elemento piuttosto ricorrente, e non solo nel fumetto. Al di là della cinematografia più patinata, che pure in certi casi può rientrare in questo tipo di discorso, l’impressione è che un prodotto che affronta questo tipo di tematica sia molto più figlio degli ultimi tempi rispetto a quanto non lo siano tante altre storie apparentemente più legate alla contemporaneità. Il fatto stesso che vengano pubblicati prodotti come la collana Mytico, il prossimo Odissea Nera, ma anche titoli d’oltreoceano come The Infinite Orizon (una sorta di Odissea contemporanea realizzata da Gerry Duggan e Phil Noto per Image Comics), racchiude l’esigenza di ottenere risposte e soluzioni alle sempre maggiori problematiche che la società si sta trovando a fronteggiare; risposte e soluzioni che vengono ricercate nella simbologia delle narrazioni delle origini. Dei si aggiunge alla lista (per dovere di precisione si ricorda che il primo volume è stato originariamente pubblicato in Francia da Ankama Editions due anni fa) con un approccio più dissacrante e meno aderente alla trattazione mitica, ma al contempo mantenendo l’uso della materia come reagente per analizzare la situazione attuale e mettere a nudo alcuni aspetti nevralgici della schizofrenia contemporanea.

Sweet Tooth a fine corsa

SWTO_Cv36"Quando tre anni fa iniziai a lavorare a Sweet Tooth - dice Jeff Lemire sul blog di Vertigo - pensavo che sarei stato fortunato se la serie avesse raggiunto il decimo numero. Non avrei mai immaginato di poter raccontare quaranta numeri di epica ramificata che si è rivelata".

Quaranta numeri, dice Lemire, poiché il quarantesimo sarà il numero conclusivo della serie Vertigo che ha consacrato un autore prima di allora conosciuto nel circuito indipendente per il suo (miliare) Essex County.

L'autore, che recentemente ha lavorato ad alcune titoli dei New 52 come Animal Man e Frankenstein agent of S.H.A.D.E. (su cui sostituito da Matt Kindt a partire dal numero 9), e presto sulle pagine di Justice League Dark, ci ha tenuto a precisare che la serie non è stata cancellata e che chiuderla al numero 40 è stata una sua decisione. "L'inizio e la fine di questa storia erano pressoché scritte nella pietra, era la parte centrale ad essre fluida, e che è cresciuta man mano che proseguivo".

"Il meglio deve ancora venire" aggiunge infine Lemire, introducendo l'arco narrativo finale The Walking Kingdom, pronto a partire il prossimo agosto sul numero 36 e che si concluderà a dicembre.

Con Sweet Tooth Vertigo perde una delle sue serie più celebri (che in Italia vedremo distribuita da Lion proprio a partire da questo mese), la cui assenza si va ad accrescere il vuoto lasciato nel catalogo dalla chiusura di Northlanders, Scalped e della miniserie Spaceman, e dalla cancellazione di iZombie; un vuoto, certo,già formalmente riempito dai nuovi titoli del revamp editoriale, ma che, tuttavia, resterà tale finché titoli come Fairest, Saucer Country, Dominique Laveau: Voodoo Child The New Deadwardians non dimostreranno il loro valore nel lungo periodo.

Saguaro sta arrivando

sag01Per i tanti, abituali lettori delle testate Bonelli e non, incuriositi dall'annuncio di Saguaro l'attesa sta per terminare: il 26 maggio Saguaro farà il suo ingresso ufficiale nel panorama fumettistico italiano.

Dopo oltre sessant'anni dalla nascita di Tex, Sergio Bonelli Editore ritorna con una serie ambientata nel West, o sarebbe meglio dire nell'Ovest degli Stati Uniti d'America, che con le avventure del ranger non ha solo il setting in comune, bensì alcuni elementi ricorrenti che, in qualche modo, potranno far riflettere sull'effetto della colonizzazione del Nuovo Mondo e sullo stravolgimento che questo ha portato nel sistema di valori dei nativi (e non solo). L'azione si svolge, infatti, nel 1972, anno in cui Thorn Kitcheyan, detto Saguaro, fa ritorno dagli orrori del Vietnam alla riserva Navajo in cui è nato. Il protagonista, ideato dalla mente di Bruno Enna e dalla matita di Alessandro Poli, è un nativo americano che, dopo aver servito il proprio paese in Vietnam, ritorna alla riserva Navajo in cui è nato, rivestendo il nuovo ruolo di agente federale della riserva.

Thorn Kitcheyan è la summa di alcuni tra i personaggi di bandiera della casa editrice, un personaggio "'forte', in grado di muoversi in un mondo riconoscibile", ma al contempo "non è del tutto 'roccioso' e non può sempre definirsi un vincente".
Sono queste le caratteristiche che lo rendono un personaggio dalla tipica fattura bonelliana, e che rappresenteranno le sue carte per destreggiarsi tra gli attriti sociali, politici, economici e criminali tra la comunità bianca e quella Navajo, un ruolo non certo leggero e non sempre facile da gestire, che lo porterà a dover spesso fronteggiare la propria stessa gente.

Una nuova serie di avventura si affaccia all'immaginario a fumetti targato Bonelli grazie alle matite di uno staff di disegnatori che, al momento, comprende Fabio Valdambrini, Luigi Siniscalchi, Marco Foderà, Italo Mattone, Elisabetta Barletta, Paolo Armitano, Davide Furnò, Fabrizio Busticchi, Luana Paesani, Alessandro Pastrovicchio e Ivan Vitolo. Le copertine saranno affidate al talento di Davide Furnò.

Nel primo numero (per i disegni di Fabio Valdambrini), Ritorno a Window Rock (di cui trovate due tavole di anteprima nella nostra gallery), si assisterà al ritorno di Saguaro alla riserva, subito invischiato in un caso di omicidio che gli costerà fin da subito un difficile rapporto con la polizia tribale.
Il 26 giugno, poi, sarà la volta del secondo numero, pronto a gettare nuove ombre sulla riserva Navajo.

Sottoscrivi questo feed RSS