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Francesco Tedeschi

Francesco Tedeschi

Le cronache di Wormwood 2

Bello, ricco, affascinante e intelligente. Un vero e proprio golden boy, insomma… Danny Wormwood è a capo di una grande major televisiva, è giovane e innamoratissimo della sua ragazza (anche se in passato l’ha tradita). Allora dov’è la fregatura? Semplice: Danny è nientemeno che il figlio di Satana, l’Anticristo in persona. Fortunatamente, nello scorso volume è riuscito, in compagnia del suo amico Jay (che altri non è che Gesù Cristo, ma reso ritardato da una manganellata) a esiliare per sempre Dio e il Diavolo, e a portare quindi la pace sulla Terra.

“L’ultima battaglia” lo vede protagonista di una nuova lotta biblica: Papa Jacko, suo vecchio nemico, è riuscito a tornare dall’aldilà per impradonirsi di tutto ciò che Danny possiede e imporre il suo dominio. Cosa possono fare un Anticristo redento, un Gesù con forti vuoti di memoria e un coniglio parlante e sessualmente deviato per fare fronte all’avanzata di un nemico, al tempo stesso esoterico e cibernetico, così pericoloso?

In questo secondo volume di Le cronache di Wormwood, Garth Ennis sfodera la sua vena più pulp e acida, riuscendo a far convivere blasfemia, avventura, cattivissimo gusto e un pizzico di polemica sociale incentrata sul potere mediatico, stordente, della televisione e della politica e dell’orrore che vi si nasconde dietro ai programmi trasmessi: grazie a un’infinita serie di escamotage ai confini del thrash più radicale e repellente, l’autore irlandese confezione uno story-arc in cui si rispecchia alla perfezione la frase che qualcuno, una volta, ha detto su di lui: “la differenza tra Garth Ennis e un uomo normale è che, dopo una serata in birreria tra amici in cui si dice una marea di cavolate, l’uomo normale torna a casa e va a letto. Garth Ennis torna a casa e mette quella marea di cavolate in un fumetto.” Certo, questo non è sempre vero (ricordiamo cicli di storie seri quali Storie di guerra, War is hell, Garth Ennis Battlefields e il ciclo del Punitore per Marvel Max), ma spesso uno dei più importanti punti di forza dello sceneggiatore di Preacher è proprio quello di essere perfettamente in grado di inserire componenti, di taglio cinicamente umoristico, in storie che trattano invece temi apocalittici o comunque profondamente seri – ad esempio in Preacher si passa da una scena in cui un uomo è costretto ad autosodomizzarsi, a una delle più belle dichiarazioni d’amore del fumetto americano contemporaneo.

Ne Le cronache di Wormwood, l’ironia più feroce e spietata scorre come un fiume in piena, spesso squisitamente fine a se stessa, più spesso volta a sfrondare gli allori di falsi miti (la televisione, la politica, la religione…).
Non a caso Garth Ennis è stato definito “il Quentin Tarantino del fumetto”: così come nei capolavori del grande regista, anche nei fumetti di Ennis i dialoghi sono una componente preponderante della sceneggiatura, essendo congegnati alla perfezione e taglienti come rasoi. Le cronache di Wormwood non è un capolavoro (siamo lontani da Preacher), ma senza dubbio si tratta di un fumetto estremamente divertente.

Ottima la componente artistica, affidata al “muscolare” Oscar Jimenez: i disegni iper-realistici, che in linea teorica dovrebbero stridere con l’assurda sceneggiatura, si sposano invece alla perfezione con la storia di Ennis, conferendo un grande valore aggiunto all’opera.

Unica pecca dell’edizione BD, la mancata pubblicazione dello story arc che intercorre tra il primo e questo secondo volume di Le cronache di Wormwood: alcuni avvenimenti, descritti in un breve editoriale all’inizio del volume, meriterebbero di essere letti integralmente, non tanto per seguire con facilità il plot de “L’ultima battaglia”, di per sè comprensibilissimo anche a se stante, ma piuttosto per la coerenza e la completezza che un lettore esigente desidera.

The Sandman Vol. 2 - Desiderio

Desiderio, fratello minore di Sogno. Desiderio, la creatura più bella e desiderabile che sia mai esistita. Desiderio, l’unico malvagio degli Eterni.

Desiderio. Questo è il titolo del secondo volume della ristampa in edizione assoluta di The Sandman, l’opera a fumetti più famosa del pluripremiato autore inglese Neil Gaiman, edita da Vertigo in America tra il 1989 e il 1996, per l’occasione riveduta, corretta e integralmente ricolorata e ritradotta. Il libro raccoglie il ciclo intitolato "Le Terre del Sogno", costituito dai quattro gioielli "Calliope", "Il sogno di mille gatti", "Sogno in una notte di mezza Estate" e "Facciata", e il lungo arco narrativo "La stagione delle nebbie".

In "Calliope", breve storia disegnata da Kelley Jones, uno scrittore cinico e senza scrupoli rimasto vittima del proverbiale blocco dello scrittore, riesce a catturare e imprigionare la musa Calliope, madre di Orfeo, al fine di trovare l’ispirazione perduta stuprando ripetutamente la semidivinità greca. Ma Calliope è un vecchio amore di Morfeo, e anche se un tempo l’indifferenza del Plasmatore avrebbe sorvolato su quanto accaduto, ora Sogno ha cominciato un lungo percorso di evoluzione interiore, un percorso che conduce al cambiamento… In questa storia, Gaiman riesce ad aggiungere un’importante tessera all’elaboratissimo mosaico che rappresenta la complicata e tridimensionale psicologia del suo protagonista; riesce a farlo senza quasi farlo scendere in campo: come anche nelle altre tre storie che compongono il ciclo "Le Terre del Sogno", qui Morfeo fa poco più che una comparsata… Ma è sufficiente.

"Il Sogno di Mille Gatti" vede come protagonista un gattino coccolato dai suoi padroni: una notte, però, un suo simile lo chiama da fuori dalla finestra… Una vecchia e famosa gatta è giunta in città, e ha qualcosa da dire a tutti i membri della sua specie. Il suo pellegrinaggio è stato lungo, il dolore che porta nel cuore l’ha forgiata. Solo allora il giovane felino apprenderà la verità sui suoi amati padroni e sull’umanità in generale, perché ciò che il vecchio animale racconta gli è stato rivelato in sogno da un grande gatto nero dagli occhi rossi, acquattato sotto un arco sorvegliato da un grifone, una viverna e un unicorno… "Il sogno di mille gatti" crea un’atmosfera onirica e surreale, e riesce a delineare una fortissima personalità ai veri protagonisti della storia: è infatti impossibile non innamorarsi della vecchia gatta e non commuoversi dinanzi al suo straziante racconto. Decisi e perfetti, per la sceneggiatura, i notturni disegni di Jones.

Segue "Sogno in una notte di mezza Estate": la grande fama di questa storia breve è dovuta in buona parte al World Fantasy Award, importantissimo premio letterario che, nel 1991, vide Neil Gaiman vincitore proprio grazie a questa sceneggiatura. In "Sogno in una notte di mezza estate" un giovane e non ancora famoso William Shakespeare incontra uno strano nobiluomo dagli occhi neri che gli commissiona una commedia, mentre tenta di arrabattarsi peregrinando con la sua compagnia teatrale… Inutile dire che ciò che scaturirà da questo sodalizio sarà una delle più oniriche e fantastiche commedie del padre di tutti i drammaturghi. Questa volta la componente artistica è affidata a Charles Vess, uno tra i disegnatori più importanti dell'intera serie, il cui tratto riesce a tradurre in immagini la fortissima componente fantasy e favolistica che pervade la storia, complice anche la presenza nella sceneggiatura degli abitanti di Fairie.

Chiude il primo ciclo raccolto nel volume "Facciata", toccante storia di cui è protagonista Element Girl, alias Urania Blackwell, uno dei molti personaggi dell’universo DC Comics caduti nel dimenticatoio. Gaiman affronta qui il tema del dolore provato da chi è costretto a vivere per sempre (“Who wants to live forever?”, cantavano giustamente i Queen), chiara metafora supereroistica del dolore che la vita stessa può causare, della solitudine vista come una terribile maledizione, e infine della morte, che a volte, può essere persino agognata. Ai disegni Colleen Doran.

"La stagione delle nebbie" è forse uno dei più riusciti e coinvolgenti cicli dell’intera opera The Sandman, già di per sè un capolavoro nella sua completezza. Tutto inizia nel giardino di Destino, il più vecchio e potente degli Eterni. Il vecchio cieco incontra le tre Parche, figure appartenenti al mito greco cui spetta il compito di filare, intrecciare e tagliare le vite degli esseri umani. Destino, stupito (è stupito perché deve esserlo, in realtà conosce passato, presente e futuro) convoca un conclave di tutti gli Eterni, poiché sa che è questo ciò che accadrà. Ed è proprio durante questa riunione famigliare che il fratello minore di Sogno, Desiderio (che con un colpo di genio Gaiman ha voluto gemello della terrificante Disperazione), per provocare il fratello, nomina una persona la cui memoria avrebbe dovuto rimanere sepolta nelle sabbie del tempo: Nada, il più grande amore che il Plasmatore abbia mai conosciuto. E’ da questa concatenazione di casualità che si scatena una vicenda unica per colpi di scena e atmosfere surreali e inimitabili, caratterizzata da un fortissimo romanticismo inteso nel senso antico del termine; un’epopea che vedrà come protagonista assoluto l’Amore, quello con la “A” maiuscola, e come comprimari angeli, creature mitiche e divinità provenienti da tutto il mondo e da tutte le epoche… E persino il Diavolo in persona, le cui decisioni sono il vero cardine della vicenda.

Gaiman intesse una trama a orologeria su più piani narrativi: come sempre accade in The Sandman, mentre Morfeo vive le proprie vicende, alla sua avventura si intrecciano infatti quelle di comuni esseri umani, e la narrazione prosegue su binari paralleli che si sfiorano solo di tanto in tanto, pur mantenendo una grande coerenza e non risultando mai dispersiva.
Nella sceneggiatura di questa lunga storia (otto albi originali di trentadue pagine ciascuno), l’Autore gioca con le religioni, l’antropologia, il mito e la Storia dando prova di possedere una cultura vastissima, senza mai però scadere nel didascalico o nel didattico: perfettamente amalgamate tra loro, le numerosissime matrici dei tanti pantheon che compongono il substrato e il background di "La stagione delle nebbie", contribuiscono ad amplificare l’incredibile potenza narrativa di The Sandman, in un ciclo inferiore forse solo a "Le Eumenidi" per carica emotiva e approfondimento psicologico. Anche i generi in cui la storia affonda le radici sono i più disparati: si passa dal fantasy onirico all’horror più radicale, dal filosofico al drammatico, dalla favola nera alla storia d’amore senza che l’insieme risulti anche solo in un’occasione stridente. L’eterogeneità di The Sandman, qui come in altri cicli narrativi, è infatti un grande punto di forza dell’intera opera.
Eterogeneità che ritroviamo anche nella componente artistica: le splendide tavole de La stagione delle nebbie sono il frutto degli sforzi dei grandi Mike Dringenberg, Kelley Jones e Matt Wagner. I tre autori presentano stili diversi, ma che non stonano né tra loro né con la sceneggiatura di Gaiman. Infine, per quanto riguarda i contenuti artistici del volume, non si può non spendere alcune parole sulle copertine di Dave McKean, da sempre collaboratore e amico di Gaiman: come sempre, le opere del grande artista britannico, crasi perfetta tra fotografia, disegno ed elaborazione digitale, sono un grande valore aggiunto, oltre che sostanzialmente parte integrante, dell'epopea del Signore dei Sogni. Le atmosfere profondamente oniriche dei capolavori di Dave McKean si sposano alla perfezione con gli scenari e le situazioni proprie di The Sandman.

Chiude la lussuosa ed elegante edizione Planeta deAgostini un’ampia sezione di imprescindibili contenuti speciali inediti: le sceneggiature originali di "Sogno in una notte di mezza estate" e del quarto capitolo di "La stagione delle nebbie" e i relativi storyboard, una splendida gallery contenente le illustrazioni di alcuni dei più grandi disegnatori del mondo ispirate a The Sandman (Dave McKean, Jeff Smith, Alex Ross, Terry Moore, Brian Bolland, e molti altri), note e appunti di Neil Gaiman e dei disegnatori delle storie contenute nel volume, approfondimenti di vario genere e diversi bozzetti e interviste.

In definitiva, The absolute Sandman vol. 2 – Desiderio è un volume che non può mancare nella libreria non solo dell’appassionato del fumetto d’alti livelli, ma anche in quella di chi, più in generale, ama la grande letteratura.
Perché The Sandman è senza dubbio uno dei più grandi e importanti fumetti della Storia.

Dark Horse Presenta 1

Era da parecchio tempo che nel nostro paese non faceva capolino una nuova rivista-contenitore inerente a una casa editrice. Tutti ricordano con affetto l'evoluzione del magazine che divenne infine la gloriosa Vertigo Presenta ma, da allora, il concetto editoriale di periodico contenente più serie a fumetti, è stato quasi del tutto archiviato (escludendo le testate Marvel/Panini che però propongono storie dello stesso universo narrativo); in quei rari casi, nei quali qualcuno ha tentato di rilanciare l'idea di un magazine che contenesse storie di generi differenti tra loro, la rivista non ha avuto vita lunga (si pensi, ad esempio, a Express, il magazine lanciato anni fa da Star Comics contenente alcune opere degli autori di manga più acclamati, che venne successivamente scisso in testate monografiche per mancanza di riscontro dal pubblico).

Eppure, malgrado lo scarsissimo entusiasmo col quale il pubblico italiano ha in precedenza accolto progetti simili, Bao Publishing ci riprova: nasce così Dark Horse Presenta, una rivista-contenitore interamente dedicata alle opere uscite per la Dark Horse, storica casa editrice americana che ha regalato al mondo, tra le altre cose, Hellboy e Sin City.

Il primo volume della testata, che avrà cadenza trimestrale, propone una serie di primi episodi, e storie brevi, realmente accattivanti: si parte con Concrete, colosso del fumetto mondiale creato da Paul Chadwick e divenuto un cult. La creatura di cemento dal cuore nobile e fin troppo umano conquista ancora una volta il lettore grazie alla delicata introspezione propria del personaggio. Nella storia autoconlusiva qui presentata, lo vediamo incappare fortuitamente in una coppia all'apparenza normale, ma che scopriamo nascondere qualcosa... Il personaggio si riconferma archetipicamente positivo e rassicurante, come d'altronde è sempre stato.

Segue il primo capitolo di Marked Man, inedita serie di Howard Chaykin: l'autore, veterano del mondo dei comics, mette in scena un plot interessante e concettualmente violento. L'intreccio, arricchito da alcune sfumature hard-boiled, è basato su una doppia identità e sulla violenza intrinseca all'animo umano. Anche se non si tratta che di un prologo, questo primo episodio lascia il lettore con molte promesse e con il desiderio di leggere il seguito, complici anche gli splendidi disegni dello stesso Chaykin, realistici e volti ad accentuare la brutalità della vicenda.

Neal Adams propone invece Blood, serie che si preannuncia, fin dalle prime pagine, come un pugno nello stomaco al lettore, grazie anche alla deliziosa dose di violenza che la pervade: d'altro canto, il titolo parla chiaro, e il lettore non può che aspettare il secondo capitolo di un Grand Guignol a fumetti. Qualcosa sta arrivando, qualcosa di pericoloso ed estremamente sanguinario: Blood è infatti una creatura simbiotica che proviene da un mondo lontano... E non è per niente amichevole. Le belle tavole, zeppe di dettagli e particolari, anch'esse opera di Adams, aumentano l'impatto visivo di una trama intrigante e ben congegnata.

A seguire, Finder: terzo mondo di Carla Speed McNeil, serie difficile da inquadrare all'interno di un genere: la scena si apre nella sala d'attesa di un centro per l'impiego, tutto sembra regolare, ma l'ultima tavola di questo prologo lascia intravedere sviluppi futuri del tutto fuori dagli schemi... Finder, fumetto autoprodotto a partire dal 1996 dall'autrice, è senza dubbio un titolo interessante e che non può non incuriosire, se non altro per la particolarità dello stile utilizzato nelle tavole, essenziale ma accattivante, e per la sottile ironia che ne permea la sceneggiatura.

Mr. Monster contro Oooak!, opera di Michael T. Gilbert, si serve di un umorismo demenziale per raccontare il "terrificante" scontro tra Mr. Monster e un avversario degno di lui. Questa è forse l'opera meno in linea con i temi della rivista, ma rimane comunque un divertissement godibile, volto forse a sdrammatizzare e a far riprendere fiato al lettore. Le tavole in stile retrò, eccessive come la sceneggiatura, sottolineano l'animo del concept di base della storia, volto a fare il verso ai fumetti d'altri tempi, oltre che a divertire.

Segue una vera e propria chicca: un'inedita intervista al mostro sacro del fumetto Frank Miller, che, grazie alle domande poste da Mike Richardson, parla di Serse, la sua attesissima prossima opera, ovviamente ambientata nell'universo narrativo del best-seller 300 e di cui possiamo ammirare un'anteprima nelle pagine subito successive all'intervista. Qui ritroviamo inaspettatamente lo stile milleriano quadrato e stilizzato, in un bianco e nero che non lascia spazio al chiaroscuro o alle sfumature: uno stile molto simile a quello di Sin City, più che a quello di 300, diversamente da ciò che si potrebbe supporre.

E' invece in prosa il contributo di Harlan Ellison a Dark Horse Presenta, racconto pervaso da surrealismo e ironia, magistralmente illustrato da Leo e Diane Dillon: il racconto "Che strano: un uomo minuscolo", apparso per la prima volta su Realms of Fantasy nel 2010 viene qui presentato al pubblico italiano.

Il primo capitolo, di tre, che compongono Mondo Fango, opera della leggenda vivente Richard Corben, vero e proprio veterano dell'universo horror, introduce lo spettatore in un mondo assurdo a metà tra il post-apocalittico e il fantasy, dove non mancano orde di morti viventi e incantesimi: è forse presto per esprimere un giudizio su quest'opera, in quanto le poche pagine sono chiaramente un'introduzione ai due capitoli che verranno. Ottimi i disegni di Corben tendenti al grottesco, in un bianco e nero tetro e sfumato.

Diverso per stile e per contenuti è Lo spirito del Natale - Uno strano racconto di stagione, breve e poetica storia autoconclusiva sceneggiata dall'ineffabile Mike Mignola: non bisogna farsi ingannare dall'incipit horror alla William Friedkin, perchè questa chicca natalizia nasconde un colpo di scena delicato, commuovente e in grado di farci sentire ancora bambini per un pò, senza scadere nemmeno per un istante nello stucchevole buonismo natalizio. Notevoli anche le tavole, opera di Guy Davis, il cui stile si adatta alle improvvise virate della sceneggiatura di Mignola.

Sempre ambientata sulla neve, ma caratterizzata da un registro assai diverso, è l'eterea e delicatissima Snow Angel, nuova serie di David Chelsea, che tanto ricorda alcune atmosfere dello splendido Blankets di Craig Thompson: la metamorfosi di una bambina che, muovendo braccia e gambe stando sdraiata nella neve, si trasforma in un angelo, conduce il lettore in un mondo favolistico. Le tavole, essenziali e quasi infantili, sottolineano la semplicità della trama e la dolcezza del mondo onirico e soffice in cui è ambientata.

Chiudono il primo numero di Dark Horse Presenta, due demenziali tavole comico-ironiche del giovane Patrick Alexander.

Disponibile in tre edizioni, come da consuetudine per le più importanti uscite Bao, standard con cover di Frank Miller; variant con cover di Paul Chadwick e ultra-variant: cover di Paul Pope, Dark Horse Presenta è una vera e propria scatola di cioccolatini: le storie contenute, anche se profondamente diverse tra loro, hanno come comun denominatore la qualità.

The Walking Dead 10

Mentre la seconda stagione di "The Walking Dead" spopola in televisione, prosegue l’epopea a fumetti da cui è tratta. Nello scorso volume abbiamo assistito alla dolorosa allucinazione di cui Rick è stato vittima: un feroce scherzo, della sua stanca mente, lo aveva illuso di essere riuscito a mettersi in contatto telefonicamente con una donna, che abbiamo in seguito scoperto essere sua moglie, la defunta Lori.

In questo decimo volume della zombi-saga più riuscita della storia del fumetto americano, scopriamo che la rivelazione del grande inganno allucinatorio non ha fatto desistere Rick dal parlare al telefono: sa che si tratta di una cornetta senza filo, sa che Lori è morta trascinando con sè la figlia neonata, sa che la voce che sente non esiste. Ma lo fa lo stesso.

È perfettamente esemplificato, in questa sequenza, uno dei maggiori punti di forza di The walking dead: la violenza alla quale lo sceneggiatore Robert Kirkman sottopone i suoi personaggi è cruda, brutale, sanguinante e improvvisa, esattamente come nella vita vera. Ed è per questa ragione che, all’inizio di questo decimo TP, troviamo Rick e Carl privi persino di quelle esigue ma vitali certezze che la loro piccola comunità precedente gli garantiva: padre e figlio sono sperduti in mezzo ad esseri umani che possono fare ancora più paura dei famelici camminatori che li braccano…

Il ciclo narrativo intitolato "Ciò che diventiamo" segna definitivamente il distacco tra una fase della storia e l’altra, e già getta le basi per sviluppi che, si suppone, stravolgeranno ancora una volta la realtà del gruppo di persone che costituiscono i nuovi rapporti umani dei protagonisti. Rapporti umani che potrebbero evolversi in ostilità da un momento all’altro, o che potrebbero spezzarsi all’improvviso: Kirkman distrugge e ricostruisce il suo universo narrativo senza preavviso, e ci ha abituati a bruschissimi colpi di scena, a volte positivi, molto più spesso catastrofici.
Ancora una volta, la sceneggiatura di The Walking Dead ci mette di fronte alla fragilità del filo a cui è appesa l’esistenza, a una cruda, quanto attuale, verità sintetizzabile in un antichissimo detto latino: “homo homini lupus”, che si tratti di uomini morti… o ancora vivi. A volte la bestialità che ci mostra "Ciò che diventiamo", penetra anche in chi, prima di essere messo di fronte alla scelta tra vivere e morire, lupo non era mai stato. Come Rick Grimes.

Come al solito, gli espressivi e pulsanti disegni di Charlie Adlard rendono giustizia alla storia, conducendo il lettore in un’atmosfera tridimensionalmente coinvolgente e attanagliante, complice anche l’ormai endemico ed evocativo bianco e nero, più unico che raro in un fumetto americano contemporaneo di questo genere.
Arricchisce la bella edizione della SaldaPress la prefazione di Gianluca Morozzi, abilissimo scrittore italiano e grande appassionato di The Walking Dead.

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