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Carlo Alberto Montori

Carlo Alberto Montori

Cinque strenne animate per il Natale di Rai 4

  • Pubblicato in News
Rai 4 fin dalla sua nascita ha offerto opere di animazione giapponese piuttosto recenti e di buona qualità agli appassionati; dopo le serie televisive, lo scorso Natale erano stati trasmessi anche i primi lungometraggi animati e durante queste festività l'emittente ha intenzione di ripetere l'iniziativa, con ben 5 titoli mai trasmessi prima.

Si comincia domani (giovedì 23) alle 22.45 con "Evangelion: You Are (Not) Alone", il primo film della saga Rebuild of Evangelion che si ripropone di rinarrare le vicende della celebre serie animata Gainax.
Il giorno di Natale alle 13.45 sarà trasmesso "Akira", probabilmente il film d'animazione giapponese più conosciuto di tutti i tempi, quindi ogni altra descrizione è superflua.
Domenica 26 dicembre alle 8.00 andrà in onda "Millenium Actress" di Satoshi Kon, e a seguire alle 10.45 "The Sky Crawlers" di Mamoru Oshii.
Giovedì 30 dicembre alle 23.00 è il turno di "Evangelion: "You Can (Not) Advance", secondo capitolo della saga Rebuild of Evangelion, pubblicato in Italia da Dynit da poco meno di 2 mesi. Un titolo altrettanto recente è "Sword of the Strangers", che sarà trasmesso il giorno dell'Epifania alle 22.45.

Buona visione!

Digicomics Disney: parla Gianfranco Cordara

  • Pubblicato in Nerd

EpicMickeyDigicomics-iPhoneIn questi giorni la Disney sta distribuendo i suoi primi fumetti per il mercato digitale, ispirati al videogioco "Epic Mickey" arrivato anche sugli scaffali italiani da qualche settimana e che vanta un graphic novel appena giunto in edicola.
Comicus ha intervistato per l'occasione durante una sua trasferta a Los Angeles Gianfranco Cordara, Managing Editor New Media per Disney Publishing Worldwide, che ci ha spiegato il progetto e rivelato alcune delle idee che stanno bollendo in pentola per i prossimi mesi.

Ciao Gianfranco innanzitutto grazie del tempo che ci hai concesso.
Per cominciare ci puoi presentare il progetto digicomics di Epic Mickey?

I digicomics di Epic Mickey sono una serie di brevi storie a fumetti che saranno proposte al pubblico in formato digitale nel corso di dicembre; il progetto prevede sei episodi, alcuni dei quali saranno scaricabili gratuitamente (si tratta dei racconti già pubblicati in versione cartacea nel fascicolo distribuito allo stand Disney a Lucca, e su Topolino 2870 NdR). Assieme alle storie a fumetti, sul Digistore saranno disponibili anche altri contenuti strettamente correlati.

Le modalità di vendita saranno in comune per gli Stati Uniti e l'Italia, oppure arriveranno ai lettori attraverso canali differenti?

La Disney sta sviluppando una vetrina appositamente per la vendita dei suoi digicomics, che potrà essere utilizzata nei diversi Paesi. Non si tratta di uno strumento realizzato solo per Epic Mickey, ma anche per numerosi altri titoli che arriveranno in futuro.

Quali altre storie sono previste per la distribuzione in formato digitale?

Non ci sono ancora altri titoli da annunciare ufficialmente, ma ci sarà grossa varietà: ci saranno vecchie storie che saranno riproposte, ma anche fumetti in anteprima o in esclusiva. Attraverso questo canale renderemo disponibili anche contenuti speciali legati alle storie, come bozzetti, schede o articoli, sulla falsariga di quanto avveniva ad esempio su PKNA o MMMM. Inoltre ci sarà possibile mostrare le diverse fasi di realizzazione della tavola, confrontando le versioni a matita, ripassata a chine, con l'aggiunta di colore ed effetti grafici, con il risultato definitivo.

I digicomics liberano dalla "gabbia" del supporto cartaceo; c'è la possibilità di vedere in futuro qualche fumetto interattivo?
Penso ad esempio alle storie comparse anni fa sul sito di W.I.T.C.H. oppure alle storie a bivi.

Assolutamente sì. I fumetti di W.I.T.C.H. che tu citi avevano alcune minime animazioni, da considerare solo come un esperimento che si evolverà in una forma molto più elaborata. Il lettore si troverà di fronte a qualcosa molto vicino ai motion comics usciti negli USA per diversi titoli Marvel o, ad esempio, per Watchmen.
Per quanta riguarda invece le storie a bivi per ora non sono previste, perché abbiamo in cantiere alcune idee che possono sfruttare ancor meglio le potenzialità dei digicomics, raggiungendo una via di mezzo tra il fumetto e il videogioco.

Hai parlato di motion comics vicini al modello Marvel; può essere uno degli effetti della fusione Disney-Marvel avvenuta un anno e mezzo fa? Ora ti trovi negli USA: da addetto ai lavori e puoi tastare con mano il settore, quali conseguenze credi abbia avuto dopo tutto questo tempo?

Bè, si tratta sicuramente di una fusione che riguarda principalmente gli aspetti finanziari e i piani alti dei due colossi; ciò non toglie che si stiano già verificando i primi scambi artistici con autori e disegnatori di una società che collaborano con l'altra. Gli stessi digicomics di Epic Mickey e la graphic novel sono stati scritti da Peter David.

Animation History #4: Il Drago Riluttante

  • Pubblicato in Focus

Il pubblico cinematografico tempestava Walt Disney con lettere che chiedevano spiegazioni sul processo di realizzazione dei cartoni animati, considerati all'epoca come un prodotto misterioso dall'origine non ben precisata; con grande sorpresa nel 1941 uscì un film che rispondeva a queste curiosità attraverso una visita guidata alla sede dei Disney Studios di Burbank, complesso la cui costruzione era appena terminata e che è tuttora attivo come quartier generale per la produzione dei film d'animazione.
Dopo tre lungometraggi animati gli spettatori non potevano assolutamente aspettarsi che Disney distribuisse un film con riprese dal vivo, ma "Il drago riluttante" fonde attori reali e personaggi animati sfruttando la tecnica mista già sperimentata nei corti Alice Comedies.
Il protagonista della vicenda è l'attore comico Robert Benchley che ha avuto l'intuizione di trarre un cartone dal racconto per ragazzi "The Reluctant Dragon" e si reca agli studi Disney per proporre la sua idea; qui passa in rassegna i diversi reparti apprendendo le diverse fasi del processo di animazione tradizionale, prima di riuscire a raggiungere Walt Disney per presentargli il suo progetto, il quale però è già stato trasposto in un mediometraggio animato.
Benchley ha a che fare con addetti alla sicurezza e segretarie degli studi che continuano a sviare il suo percorso, dando vita a siparietti comici per tutta la lunghezza del film; i passaggi più interessanti della visita sono però le "lezioni" che gli addetti ai lavori impartiscono al comico, il quale stempera con una visione da uomo della strada informazioni comunque spiegate con un approccio piuttosto leggero. Un enorme dietro le quinte come questo, nonostante i toni divertenti, potrebbe non essere apprezzato al meglio dal pubblico odierno abituato a cofanetti DVD stracolmi di contenuti speciali, making of e documentari sulla realizzazione dei film; all'epoca in cui Il drago riluttante uscì nelle sale però non esisteva nulla del genere, per cui si trattò di un'occasione unica per scoprire come i disegni animati prendono vita e si muovono sullo schermo.
Ecco quindi che ci viene mostrato come si effettuano le animazioni, il doppiaggio (con un fantastico duetto cantato di Clarence Nash e Florence Gill, rispettivamente voci americane di Paperino e Chiquita) e gli effetti sonori; inoltre tutta la prima parte del film è interamente in bianco e nero fino all'ingresso nel reparto colorazioni, quando la pellicola diventa in technicolor in modo simile a quanto avviene ne "Il mago di Oz".
Simpatico il sottofondo musicale che accompagna il protagonista attraverso la sua odissea per gli studi, con una colonna sonora che arrangia le canzoni dei film Disney usciti fino a quel momento, in versione strumentale.

Per gli spettatori del 1940 questo film aveva un valore aggiunto, ovvero quello di anteprima di diverse opere disneyane future: gli animatori mostrano infatti a Benchey la sequenza di Casey Jr. di Dumbo ancora in bianco e nero (il film sull'elefantino sarebbe uscito quattro mesi dopo) e alcuni frammenti animati da Bambi e dal cortometraggio di Paperino Nella vecchia fattoria, mentre sui loro tavoli da lavoro fanno capolino statuine usate come modelli per la creazione dei personaggi di Lilli e il vagabondo e Peter Pan. In certi casi i personaggi all'interno del foglio di carta reagiscono addirittura alla presenza di Benchey, come Paperino che si offende alle parole dal comico o Bambi intimidito che corre a nascondersi.
Ma l'animazione è protagonista diretta non solo come oggetto del film, ma anche con tre diversi cartoni proposti all'interno di altrettanti padiglioni degli studios, per fornire un esempio concreto di quanto viene spiegato. 

Nel settore storyboard i disegnatori insistono per sapere l'opinione di Benchley su "Baby Weems", un corto al quale stanno lavorando, presentandogli i diversi disegni realizzati per raccontargli la storia (e con lui, anche agli spettatori): il piccolo Baby Weems è un neonato straordinariamente intelligente in grado di parlare fin dal suo primo giorno di vita, attirando l'attenzione dei media che lo trasformano in una celebrità, allontanandolo però dai suoi genitori. La trama mostra in modo ironico la rapidità con cui la moda e l'informazione possano modificare i propri interessi, dato che appena il bebè perde le sue peculiarità viene abbandonato a una più felice vita assieme a mamma e papà, che prima di quel momento avevano difficoltà ad entrare in contatto col figlio; sono molto divertenti le scene surreali e paradossalmente esagerate che si vedono mentre il bambino vive il suo periodo di celebrità, al punto che un po' dispiace che il corto non sia stato animato completamente. È comunque interessante e originale la forma con cui viene proposto, attraverso immagini statiche che gradualmente aggiungono sempre più elementi animati e la voce narrante che man mano lascia spazio al doppiaggio dei personaggi. 

"Come andare a cavallo" invece è un tipico cortometraggio di Pippo, stavolta alle prese con i trucchi da apprendere per domare un dispettoso equino che si diverte a mettere in imbarazzo il suo aspirante fantino. Il cartone è efficace e sfrutta al meglio la goffa fisicità dinoccolata del suo protagonista, che dà vita a una serie di divertenti gag sottolineate dalla flemma distaccata del narratore in netto contrasto con le gag slapstick sullo schermo; tecnicamente si nota una minore cura nei fondali, con un'ambientazione molto più spoglia di quanto non si vedesse per gli standard di quel periodo.
Il corto sarà poi distribuito autonomamente nel 1950.

"Il drago riluttante" è la degna conclusione del percorso che ha osservato il processo produttivo di un cartone, presentando un mediometraggio d'animazione completo sotto ogni aspetto.
Il drago azzurro del titolo, a differenza dei suoi simili, non ha un briciolo di aggressività e non sa sputare fuoco ma passa il tempo nella sua tana a comporre poesie e canzoni; un giorno nel reame vicino giunge Sir Giles, il cavaliere uccisore di draghi, pronto a sterminare la creatura leggendaria. Un ragazzino che conosce la vera natura del drago fa da mediatore, facendo nascere una bizzarra amicizia col paladino: il linguaggio forbito, i modi intellettuali e la passione per l'arte sono spunti umoristici irresistibili grazie all'atteggiamento opposto a quello che ci si aspetterebbe da nemici naturali. La caratterizzazione del terzetto di protagonisti è impeccabile e mantiene vivo l'interesse fino al rocambolesco finale che mette in scena un combattimento fittizio per la gioia dei popolani.

Questo particolare lungometraggio uscì al cinema anche in Italia nel 1951, ma quella versione non è sopravvissuta fino ai giorni nostri; solo l'episodio animato omonimo è stato pubblicato in home video in alcune raccolte di mediometraggi. Nel 2006 l'emittente Studio Universal ha trasmesso il film sottotitolato nella nostra lingua, con il doppiaggio italiano dell'episodio animato conclusivo; si tratta della versione italiana più completa disponibile, altrimenti chi volesse recuperare questo particolare lungometraggio dovrebbe recuperare il DVD americano "Disney Treasures: Behind the Scene at the Walt Disney Studios" dato che anche in patria non è mai stato venduto come opera a parte.

Animation History #3: Fantasia

  • Pubblicato in Focus

Verso la fine degli anni '30 il personaggio di Topolino stava gradualmente passando in secondo piano, messo in ombra nei cortometraggi animati da Paperino, il quale grazie alla sua energia e alla sua indole irascibile aveva conquistato il pubblico. Walt Disney pensò a un ritorno in grande stile per il personaggio che gli aveva portato fama mondiale, attraverso uno speciale cartone intitolato L'Apprendista stregone completamente muto se non per un brano di musica classica come colonna sonora; gli autori della storia suggerirono di utilizzare Cucciolo come protagonista per via della sua mimica, ma Walt era determinato nel riportare Topolino sotto i riflettori. Il direttore d'orchestra Leopold Stokowski accettò di collaborare al progetto gratuitamente registrando la colonna sonora con 100 dei migliori musicisti di Los Angeles; gli animatori intanto realizzavano il cartone con la consapevolezza che si trattava del cortometraggio d'animazione più ambizioso mai realizzato, prestando attenzione ad ogni minimo dettaglio. Il costo stava diventando eccessivo, oltre il triplo di qualunque altro corto Disney, così Stokowskì suggerì di inserirlo all'interno di una serie di altri corti simili, che come tante Silly Simphonies dalla forte impronta musicale avrebbero composto un film a episodi.

Quando Fantasia prese forma nel 1940 fu proposto al pubblico non come un film, ma come un evento speciale per assistere al quale gli spettatori avrebbero dovuto vestirsi eleganti, come se si recassero ad un grande concerto di musica classica; prima dell'inizio della proiezione veniva distribuito un libretto che conteneva un messaggio di Disney e Stokowsky, mentre le sale cinematografiche erano allestite con una trentina di casse acustiche in grado di offrire per la prima volta l'esperienza del suono stereofonico.
Anche il film in sé al di là della struttura a episodi era piuttosto bizzarro per via della durata superiore alle due ore, una lunghezza piuttosto rara all'epoca e unica per un prodotto animato, e per la completa assenza di titoli di testa o di coda; la proiezione infatti cominciava con un sipario che si apriva mentre i musicisti prendevano posto per suonare, i quali uscivano di scena prima della chiusura del sipario nella pausa tra primo e secondo tempo.
"Fantasia" tentava evidentemente di ricreare un'esperienza il più simile possibile a quella di un concerto di musica classica accompagnato da sequenze animate; l'unico elemento estraneo è un cartello, mostrato durante l'intervallo, sul quale trovano posto il titolo del film e il copyright.
Ognuno dei sette brani musicali è preceduto da una breve sequenza nella quale si vedono le silhouette degli orchestrali, mentre una voce narrante introduce l'episodio che si sta per vedere.

"Toccata e fuga in re minore" di Johann Sebastian Bach comincia con un frammento di riprese dei musicisti durante l'esecuzione del componimento, accompagnati da giochi di luce e ombre; si tratta di un espediente per concentrare l'attenzione dello spettatore sulla musica, vera protagonista di Fantasia prima di introdurre l'accompagnamento animato. Per la prima volta gli studi Disney si cimentarono con l'animazione astratta: sulle note di Bach si susseguono nuvole, dune e scie luminose, alle quali si fondono immagini di parti di strumenti musicali come corde e archetti. Il virtuosismo visivo di questo frammento animato è forse la migliore fusione tra suono e immagine che si potrà osservare nel corso del film, libera da un qualsivoglia vincolo narrativo; il legame si rafforza sulle ultime note di Bach, quando i disegni si sovrappongono al direttore d'orchestra sottolineando il sodalizio tra musica e animazione.

"Lo schiaccianoci" di Pyotr Ilyich Tchaikovsky accantona ogni possibile riferimento alla vicenda del balletto originale preferendole una serie di scene naturalistiche indipendenti, nelle quali viene mostrato il passaggio delle stagioni in diversi ambienti. I protagonisti si esibiscono in coreografie dai ritmi e dai toni nettamente differenti tra loro: fatine che all'alba si svegliano ricoprendo di brina le piante, funghi con tratti da orientali che ballano goffamente, petali di fiore che roteano con leggiadria sul pelo dell'acqua, pesci che nuotano in modo sensuale con movenze da danza araba, cardi con un aspetto da russi che ballano in modo forsennato e infine le fatine che provocano l'arrivo dell'autunno e dell'inverno. Un pezzo fresco ed eterogeneo, nel quale risalta l'abilità degli animatori di infondere a elementi inanimati movenze antropomorfe e anche psicologie accennate, come avviene per i funghi o per i fiori col colbacco."L'apprendista stregone" di Paul Dukas è il primo corto all'interno di Fantasia con una vera e propria storia: Topolino è alle prese con il cappello magico dello stregone Yen Sid (nome speculare a quello del suo creatore) in grado di fornirgli poteri magici di cui però abuserà, dando vita ad un esercito di scope animate che provocheranno un allagamento. La precisione tecnica con cui sono stati realizzati alcuni dettagli, come l'acqua o le ombre deformate sulle superfici sulle quali si proiettano; un'attenzione simile fu riservata anche al personaggio di Topolino, rinnovato completamente nel design per dotarlo di una maggiore espressività che gli consentisse di recitare tutta la gamma di emozioni richieste dalla vicenda. Fino a quel momento infatti Topolino era caratterizzato dagli occhi "a punto" con i quali era stato ideato, ma da qui sfoggia occhi bianchi dotati di pupilla; in realtà, anche se il nuovo look fu ideato per questa occasione, il pubblico dell'epoca lo aveva già conosciuto attraverso quattro cortometraggi realizzati dopo L'apprendista stregone, il quale però dovette attendere la conclusione degli altri episodi che compongono questo lungometraggio prima di arrivare sul grande schermo.

A corto concluso sullo schermo avviene una virtuale stretta di mano tra Topolino e Stokowsky, incarnazione dell'incontro tra musica e animazione che sta alla base di Fantasia.

"La Sagra della Primavera" di Igor Stravinsky passa in rassegna i primi anni del pianeta Terra, dal Big Bang alla nascita dei primi organismi monocellulari, per poi mostrare i dinosauri durante il loro regno fino all'estinzione. È un corto cupo, ma impressionante per la resa realistica delle creature preistoriche senza precedenti; tecnicamente si fanno notare anche gli effetti speciali con i quali sono stati realizzati i vulcani, la lava e i terremoti che contribuiscono al processo di formazione della crosta terrestre. Forse qui la musica interagisce nel modo meno ottimale con le immagini, in certe scene creando un effetto di dissonanza con quanto si vede sullo schermo.
Alla realizzazione di questo frammento collaborò lo stesso Stravinsky, il quale però rinnegò il suo operato quando all'uscita del film gli intellettuali criticarono aspramente l'opera di Disney.

"La Pastorale" di Ludwig Van Beethoven è un quadro della vita sul Monte Olimpo, dove coesistono molte creature appartenentialla mitologia greca; il fascino del corto è racchiuso nella varietà di personaggi e nella suggestiva atmosfera, impreziosita dall'utilizzo di una ricca scala cromatica che caratterizza le sequenze. Il cast offre una proposta di eventi decisamente varia: pegasi che effettuano i primi tentativi di volo e putti che cercano di combinare appuntamenti tra centauri sono alcuni momenti caratteristici della tranquillità sull'Olimpo, bruscamente stravolta quando Zeus decide di attaccare coi suoi fulmini Bacco, in preda ai fumi dell'alcool. Alcune azioni effettivamente risultano eccessive mentre altre sequenze sono fin troppo lente, dovendo pagare lo scotto di una melodia di sottofondo che non si adatta alla perfezione alle singole scene: il corto mitologico doveva infatti essere accompagnato inizialmente dalle note di "Cydalise", brano però cambiato in corsa dopo aver riscontrato difficoltà nel costruire una storia attorno ad essa.

"La danza delle ore" di Amilcare Ponchielli è di certo il più divertente episodio di Fantasia e uno di quelli che rimangono più impressi nella memoria: gli struzzi rappresentano il mattino, gli ippopotami il giorno, gli elefanti la sera e gli alligatori la notte, in una coreografia nella quale sono contrapposte la grazia che ci si aspetterebbe da un balletto ai bizzarri corpi degli animali protagonisti del corto. I disegni non sono ai livelli di virtuosismo visti nei precedenti episodi, ma la loro semplicità riesce a dare vita con efficacia ad un'idea vincente già in partenza: non può non suscitare risate la visione di struzzi con scarpette da ballerina e ippopotami in tutù che danzano con leggiadria a ritmo di musica, fino al vorticoso finale in cui assieme agli elefanti sono costretti ad una rocambolesca fuga dagli affamati predatori.

L'ultimo episodio di Fantasia affianca "Una notte sul Monte Calvo" di Modest Mussorgski all'"Ave Maria di Franz Schubert, due brani che non potrebbero essere più differenti l'uno dall'altro: l'originale abbinamento è però funzionale alla rappresentazione del sacro e del profano che viene portata sullo schermo, un netto contrasto tra le forze del Male e le forze del Bene. Il demone Chernobog, il personaggio più imponente e inquietante mai comparso in un film Disney, evoca scheletri, arpie, spettri e mostri per dar vita all'inferno in terra; l'agonia festante delle creature dell'oltretomba viene però interrotta dai rintocchi di una campana, segnale che costringe i diavoli alla ritirata mentre ha inizio una processione di fedeli attraverso una foresta che con i suoi alberi, i riflessi nell'acqua e l'architettura di un ponte ricorda non poco l'estetica di una cattedrale gotica. La fede in grado di scacciare il maligno è la chiosa dell'opera che, con un sorprendente lirismo, cerca di congedare lo spettatore lasciandogli un messaggio di speranza.

L'ottimismo di Disney e tutti gli sforzi fatti per portare a compimento Fantasia non furono ripagati: il film fu un insuccesso e la critica accusò il film di un eccessivo formalismo. Il giudizio non è del tutto incomprensibile se si pensa che la versione proiettata nelle sale cinematografiche nel 1940 durava quasi mezz'ora in più rispetto al film che è sopravvissuto fino ai giorni nostri: gli intermezzi con le riprese dell'orchestra erano più lunghi e il narratore, di cui è stata conservata solo la voce fuori campo, era visibile sullo schermo mentre introduceva ampiamente ogni episodio descrivendo in modo fin troppo didascalico cosa gli spettatori avrebbero visto da lì a poco. Questi prologhi erano parte integrante dell'idea iniziale di Walt Disney di ricreare l'atmosfera di un concerto dal vivo, ma rallentavano drasticamente il ritmo del film; gli studi RKO qualche anno dopo riproposero Fantasia nelle sale tagliando gli interventi del presentatore e trasformando in mono la colonna sonora, così che il film potesse essere proiettato anche nei numerosi cinema all'epoca ancora sprovvisti di un impianto stereo. Da allora il film è stato riproposto più volte sul grande schermo e in home video, non riuscendo però a raggiungere mai l'apprezzamento delle masse: gli intellettuali lo ritengono troppo leggero mentre il pubblico generalista lo percepisce come qualcosa di troppo ricercato, così l'avanguardismo di Fantasia è stato riconosciuto sì come il capolavoro di Disney per l'impresa artistica affrontata, senza però incontrare mai un successo popolare; si salvano però alcuni degli episodi più leggeri del lungometraggio, come L'apprendista stregone e La danza delle ore, che sono entrati nell'immaginario comune come icone che rappresentano l'intero film.

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