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Y - L’Ultimo Uomo, Volume 1 e 2, recensione: cambia il mondo, ma non l’umanità

y ultimo uomo

La fantascienza è un genere straordinario, capace di intercettare paure, sentimenti, conflitti sociopolitici, tensioni culturali di un'epoca e restituirli in una forma narrativa capace di metaforizzarli e renderli moniti o spunti di riflessione sul proprio tempo.
Y – L’Ultimo Uomo di Brian K. Vaughan e Pia Guerra non fa eccezione. Sicuramente complice il suo adattamento seriale in live action - interrotto dopo la prima stagione - Panini Comics riporta in formato brossurato la storia di Yorick Brown e la sua scimmietta cappuccino Ampersand.

Improvvisamente, su tutto il pianeta Terra, qualunque mammifero con cromosoma Y muore, senza alcun preavviso. Ed è proprio a questo “gendercidio” che Yorick, giovane squattrinato illusionista, sopravvive. Questo lo rende, chiaramente, la persona più ricercata e importante del mondo. Per disparati motivi: per poterlo studiare e cercare una cura, come oggetto di appetiti sessuali, oppure come ultima minaccia da abbattere. Ma oltre ad essere l’ultimo uomo sul pianeta, Yorick è anche l’ultimo dei “romantici”: avvenuta l’ecatombe mondiale, il suo unico obiettivo è quello di andare dalla propria fidanzata rimasta bloccata in Australia.

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La serie ideata da Vaughan e Guerra, in ormai vent’anni dalla sua prima pubblicazione (2002) per l'ex etichetta Vertigo della DC Comics - ora Black Label -, rimane estremamente attuale nel suo sviluppo narrativo. Specialmente considerando che, una pandemia diversa ma ugualmente drammatica come quella del racconto, i lettori di oggi l’hanno davvero vissuta. Perché il punto di forza non è certo l’assunto distopico-fantascientifico, quanto – come ha fatto - in particolar modo all’inizio dell'avventura - Robert Kirkman con The Walking Dead – la reazione dei personaggi agli eventi. Persone normali gettate improvvisamente in un mondo anormale, in cui le regole assodate, improvvisamente, vengono sostituite da altre, fino ad ora sconosciute.

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L’affresco che Vaughan mette in campo nel mondo distrutto è del più vario: fanatismi, codardie e tradimenti, violenza e sopraffazione come strumento dei vili, stupidità e anti-scientificità usata come bandiera di un progressismo cieco. Ma, fortunatamente, l’autore lascia scorrere nel racconto – realisticamente – anche quell’umanità positiva, altruista, capace di sacrifico e coraggio. L'autore, però, non lo fa tipizzando i personaggi con un tratto distintivo, ma li struttura in maniera stratificata e complessa, facendoli reagire agli eventi in maniera, spesso, inaspettata. Dopotutto si può essere coraggiosi ma egoisti allo stesso tempo.

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I disegni di Pia Guerra si prestano nella loro essenzialità grafica a far affiorare tanto la personalità degli attori coinvolti nella storia, quanto gli ambienti di desolata civiltà perduta che il racconto fantascientifico necessita. Il mondo post-apocalittico di Y – L’ultimo uomo prende vita con poche, dosate e misurate linee che riescono a descrivere le scene senza sovrapporsi alla narrazione e men che meno senza predominare sulle scene. Dopotutto, il racconto di Vaughan è fantascientifico ma non quello per cui l’assunto stesso del genere fa da padrone. È un racconto sull’umanità vittima di se stessa e degli assunti sociali auto-imposti. Un’umanità incapace di adattarsi ai tempi e ai contesti che cambiamo. Un’umanità che, in fin dei conti, non riesce mai ad abbandonare la propria, primordiale, ferinità.
O quasi.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Brian K. Vaughan, disegni di Pia Guerra
  • Genere: Post-apocalittico
  • Formato: 17X26cm, 136pp, B., col.
  • Prezzo: 14€ cad.
  • ISBN: 978-8828730897
  • Voto della redazione: 8
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