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Speciale PUNISHER: prima parte - i comics

Speciale PUNISHER: prima parte - i comics


BIBLIOGRAFIA
ESSENZIALE



LA
STORIA PERDUTA


 



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE “IL PUNITORE” (THE PUNISHER)

La vita editoriale di Frank Castle non è stata tra le più facili. A tutt’oggi resta inedita una buona parte del personaggio. Tuttavia, ci sentiamo d’invitarvi (che siate lettori curiosi o abbiate semplicemente visto il film e vogliate approfondire il lato “cartaceo” di questo anti-eroe) alla lettura di alcuni albi imprescindibili per apprezzare la vera essenza del personaggio più duro e realistico dell’Universo Marvel. Nella maggior parte dei casi, la ricerca non necessiterà di molto tempo/denaro.




L’Uomo Ragno 149 (Editoriale Corno): la prima apparizione del Punitore, sulle pagine di Amazing Spider-Man 129, di Gerry Conway e Ross Andru (ristampata su Uomo Ragno Classic 37 e recentemente riproposta, assieme ad altre apparizioni storiche del Puni, sull’ottimo Essential Punisher vol. 1 dalla Marvel Comics USA).




Il Punitore Speciale, Circolo di sangue (Star Comics, 1989): la prima miniserie che vede protagonista Frank Castle, di Steve Grant, Jo Duffy, Mike Zeck e Mike Vosburg.




Il Punitore Speciale 2, La loggia degli assassini (Star Comics, 1991): una splendida graphic novel, pubblicata nel prestigioso formato originale, firmata da Jo Duffy e Jorge Zaffino.





Il Punitore 33/36 (Star Comics, 1992):
Jim Starlin ci regala l’esaltante saga “Punti di vista”.




The Punisher: Viaggio in Sicilia – Il Punitore 38 (Star Comics, 1992):
Baron & Texeira ci mostrano le origini siciliane del Punitore con un suo
viaggio in Italia, precisamente a Palermo.





Il Punitore 40/42, 44 (Star Comics, 1993):
Chuck Dixon scrive, John Romita Jr. disegna splendidamente i primi numeri della serie americana Punisher War Zone.




Il Punitore 50 (Star Comics, 1993): La cospirazione della Camciatca, una saga completa firmata da nomi illustri quali Mike Baron, Andy Kubert e Joe Kubert. Si tratta dell’ultimo numero della serie regolare della Star Comics.






The Punisher: Psychoville – Punisher Speciale Estate (Marvel Italia, 1994):

Abnett, Lanning e McKone riportano Frank Castle nelle edicole italiane con
questo primo speciale Marvel Italia.





Le battaglie del secolo 4, Punisher e Batman (Marvel Italia, 1995):
l’epico incontro tra due personaggi dalla personalità controversa; due avventure (l’una prodotta dalla Dc, l’altra dalla Marvel) presentate, tra gli altri da Chuck Dixon e un John Romita Junior in forma smagliante. 




For Fands Only 10, The Punisher Summer Special (Marvel Italia, 1995): una chicca per fan sfegatati; racconti più o meno brevi tratti da Summer Special ed Annual.




Marvel Mega 5, The Punisher la prova del fuoco (Marvel Italia, 1996): Jim Lee debutta sui primi numeri di Punisher War Journal.




Il Punitore, Missione suicida 1/6 (Marvel Italia, 1995): il primo crossover tra le tre testate regolari del Punitore (The Punisher, The Punisher War Zone e The Punsiher War Journal); una saga originale ed imprevedibile, accompagnata dall’indispensabile – perché ottimo – Punisher Anno Uno.






The Punisher: La morte dell'universo Marvel - Marvel Hits 2 (Marvel Italia, 1998):
La prima prova di Ennis col Punitore è un devastante What If dove Caslte
viene scagliato contro tutti i supereroi dell'Universo Marvel.





The Punisher: Purgatorio – Cavalieri Marvel 1/4 (Marvel Italia, 1999):

La triste parentesi sovrannaturale del Punitore con il rilancio tra i Cavalieri
Marvel.





Cavalieri Marvel 12/17 (Marvel Italia/Panini Comics, 2000/2001):
Garth Ennis e Steve Dillon adottano Frank Castle; una maxiserie di 12 numeri (recentemente ristampata nel volume 100% Marvel Best, Bentornato Frank, Panini Comics, 2004) che rilancia il Punitore con tanto grottesco splatter e humour nero.




100% Marvel, Punisher 1/4 (Panini Comics, 2002/2004):
dopo la maxiserie, ecco la nuova serie regolare del Punitore, sotto l’etichetta Marvel Knights. Ennis, Dillon, ma anche Robertson, Mandrake la fanno da padroni (segnaliamo in particolare i numeri 1, Senza Limiti e 4, Le strade di Laredo).




100% Marvel Max, Born (Panini Comics 2004):
Ennis, coadiuvato da un ottimo Robertson, fa sul serio e scava nel passato più nero di Frank Castle, laggiù, in Vietnam. Il prequel di Punisher Year One.




Carlo “Karlit0” Del Grande





The Punisher: Born – 100%Marvel (Panini Comics, 2004)

C’è un tema su cui Garth Ennis pare aver sempre qualcosa da dire, un’attività umana, di antichissima origine, che pare affascinarlo, incuriosirlo, perseguitarlo: la guerra. Born, che ha l’onere di narrare il “prequel” della famosa strage al Central Park che, fino ad oggi, pareva aver scatenato la furia omicida di Frank Castle, è questo: guerra allo stato puro. Dimenticate il grottesco che pervade le pagine del Punisher Marvel Knights: il Capitano Frank Castle, con la sua freddezza glaciale, è in Vietnam, nell’inferno più profondo, in un luogo dove i termini speranza e vita non hanno più alcun senso. Con lui un gruppo di giovani marines, con le loro paure, il loro menefreghismo, il loro autolesionismo, la loro eroina. Ennis scava con precisione nella psiche di Castle: il suo percorso di follia e sangue inizia nel sud-est asiatico, anni prima di Central Park. La punizione ad oltranza affonda le proprie radici laggiù, tra il fango ed i commilitoni uccisi per insubordinazione. La narrazione scorre veloce tra la vegetazione del Vietnam e gli orrori quotidiani di una guerra apparentemente senza fine. Darick Robertson ci regala alcune tavole meravigliose per dettagli e profondità (trascurando altre – poche - in cui è quasi difficile riconoscere il protagonista), nonché per storytelling. In definitiva, si tratta di un ottimo inizio per la versione “Max” (più adulta) del Punisher: Ennis spara cartucce che teneva nascoste da un po’ di tempo e prepara il terreno per la nuova serie regolare (che dovremmo vedere in Italia nel 2005) che, viste queste premesse, non vediamo l’ora di leggere.

Carlo “Karlit0” Del Grande





The Punisher: Il Punitore colpisce - L’Uomo Ragno Classic 37
(Star Comics, 1993)


Nei primi anni ’70 i comics iniziavano a cambiare. Le storie diventavano più adulte e drammatiche, gli eroi avevano dei dubbi, personaggi positivi morivano e arrivavano vigilantes che ben poco avevano in comune con i più tradizionali supereroi in costume. Il più famoso di questi è il Punitore, che apparve per la prima volta in questa storia dell’Uomo Ragno. Era un periodo cupo per Spider Man: la sua ragazza Gwen Stacy era stata uccisa da Goblin (Norman Osborn), a sua volta morto combattendo contro l’Arrampicamuri; il figlio di Norman, Harry, stava diventando pazzo; zia May stava per diventare la moglie di Octopus. Ormai le atmosfere più solari dei primi anni di Amazing Spider Man erano un ricordo passato, e non è strano quindi che proprio in questa serie sia apparso l’antieroe Marvel per eccellenza, Frank Castle.
Lo Sciacallo (anch’egli alla sua prima apparizione), criminale che odia l’Uomo Ragno, convince il giustiziere a dare la caccia al suo nemico mascherato, per poi incastrare anche lui facendo credere alla polizia che ha ucciso uno dei suoi fornitori di armi. Dopo il classico scontro tra eroi, l’Uomo Ragno e il Punitore risolvono le loro divergenze e si lasciano per tornare alle loro preoccupazioni. La storia ci mostra poco il Punisher, visto che il protagonista rimane sempre l’Uomo Ragno, ma il personaggio ebbe tanto successo da apparire in altre storie di Spider Man più volte negli anni seguenti. Lo scrittore Gerry Conway riesce bene nell’intento di far vedere ai lettori due diversi tipi di lotta al crimine, e in poche pagine rende interessante il nuovo arrivato. Ross Andru, qui nel suo periodo migliore, illustra con buoni risultati il tutto, migliorando il nuovo vigilante creato dall’art director John Romita Sr. e da Gerry Conway.

Francesco Vanagolli





The Punisher: Punti di Vista – Il Punitore #33/36 (Star Comics, 1992) Tra il 1988 e il 1991 (anni in cui il fenomeno punitore nei comics era scoppiato grazie anche alle magiche matite di Jim Lee sulla serie Punisher War Journal) il Punitore era un personaggio ancora monodimensionale e, a parte qualche timido tentativo di Carl
Potts di renderlo un personaggio più di spessore, il nostro non riusciva a decollare come caratterizzazione. A dare uno scossone alla figura di Frank Castle ci pensarono Jim Starlin e Bernie Wrightson, già autori assieme di belle saghe alla DC Comics come Weird e Batman:The Cult. Sul Punitore i due portano delle atmosfere nuove, riuscendo (a partire proprio dalla saga Points of View) a dare finalmente al personaggio una più profonda e tridimensionale caratterizzazione psicologica.
La storia sembra iniziare con il tono "normale" delle storie del punitore: due ex-terroristi di nome Dake e Zonkers escono di prigione e ricominciano una serie di attentati che porta alla morte di molte persone. Il punitore indaga sui due malfattori per poterli eliminare. I due, mentre preparano una bomba, restano coinvolti nell’esplosione del loro appartamento. Dake è l'unico sopravissuto e scappa nelle fogne dove viene travolto da un agente chimico che lo rende virtualmente indistruttibile (la causa di questa sua nuova condizione –ironia della sorte- e' il padre, il Dr.Wainscroft, che lavora per il governo USA). Dake impazzisce, iniziando ad uccidere delle donne succhiandogli il sangue. Parallelamente a questi eventi un panzone che crede all'esistenza dei vampiri inizia a fare una strage.
Questa saga e' permeata da un certo pessimismo: qui il "cattivo" non perde. Il Punitore ancora una volta non riesce a salvare una vita: e' un Punitore stanco e amareggiato quello che Starlin mette a confronto con una terribile realtà: che a volte la sua eterna lotta al crimine può anche riaprire tremende ferite nel suo cuore.
Nella serie si ritrova anche una certa atmosfera sospesa fra sogno, realtà e orrore; il tutto reso estremamente reale da Wrightson che ci propone scene disturbanti, che colpiscono allo stomaco; con un Punitore livido, non l'anti-eroe tutto di un pezzo che eravamo abituati a conoscere, molto "rambesco" e senza mai un livido. Questo punitore soffre, ama e si arrabbia. E’ finalmente un personaggio tridimensionale. Particolarmente toccanti alcune sequenze dell'albo: una, all'inzio del secondo capitolo, dove il nostro Frank rivede la sua famiglia, vorrebbe riavvicinarsi a loro.....ma poi si ritrova nella nostra realtà, violenta e oscura, così terribilmente diversa dal candore della sua famiglia. L'altra invece, nel finale di Punti di Vista, ci propone in un contesto orrorifico (un bambino mostruosamente mutato), un attimo di dolcezza del Punitore che cerca di consolarlo.....subito stroncato da uno schizzo di sangue che scorre sul viso del nostro quando il bambino viene brutalmente ucciso
Una saga da leggere e rileggere per incontrare un Punitore diverso dal solito.

Danilo Guarino






The Punisher: Zona di Guerra – Il Punitore #40/42, 44 (Star Comics, 1992/1993)
Nel 1992, sull'onda di un sempre crescente successo del Punitore, la Marvel decise di lanciare una terza serie dedicata a Frank Castle: Punisher War Zone.
Ai testi c'era il buon Chuck Dixon, che aveva già realizzato qualche numero di Punisher War Journal....ma sopratutto c'era John Romita jr, il quale con questa serie sviluppò uno stile più dark e d'effetto. Con questi due autori, il nostro amico con il teschio sfoggia tutta una serie di nuove caratteristiche :
*la sfiducia verso microchip: fino all'inizio di questa serie il rapporto fra Frank Castle e Microchip era stato perfetto, senza nessuna incrinatura fra di loro. Ma ora Frank e' piu' ossessionato che mai, e allontana da se anche l'unico amico che gli e' rimasto.
*un approccio nuovo alla lotta col crimine: se fino a quel momento Frank Castle era stato il classico "giustiziere della notte" che ammazzava i criminali, ora decide di compiere un ulteriore passo verso la dannazione, infiltrandosi in una famiglia mafiosa (i Carbone), un punto, secondo Frankie, più utile per riuscire a far fuori ancora più criminali (e anche una storia di sesso con la figlia del boss e' solo un mezzo per riuscire poi a far fuori tutta la famiglia).
*un certo gusto per la tortura: quando Frank Castle fa credere a Mickey Fondozzi di bruciarlo con la fiamma ossidrica, una tortura psicologica più che fisica; una caratteristica che il nostro non aveva mai mostrato in precedenza.
Dixon in questa saga sfoggia il suo miglior repertorio: dialoghi asciutti e una trama solida; il Punitore d'altronde, come lui stesso ha dichiarato, e' il suo personaggio preferito.
Ma aldilà del buon approccio narrativo, e' la rivoluzione grafica di JrJr a colpire.
Via il classico costume del punitore con i guanti bianchi, il costume diventa quasi completamente nero, e in piu' si aggiunge una giacca nera. Non e' più' l'eroe tutto d'un pezzo di Jim Lee: con JrJr il Puni ha una barba poco curata, non e' un belloccio; JrJr rimarca sulla psicopatia del punitore con continui primi piani sugli sguardi molto "milleriani". Durante i massacri del punitore, Romita utilizza splash page interessantissime, con un ampia visuale delle scene d'azione, riuscendo a mantenere incollata l'attenzione del lettore. Insomma un piccolo gioiellino nella storia del Punitore, che ne segna un'ulteriore svolta nella sua lunga carriera fumettistica.

Danilo Guarino






The Punisher: Psychoville – Punisher Speciale Estate (Marvel Italia, 1994)


Correva l’anno 1994. Ad oltre un anno dalla chiusura della mai troppo rimpianta “Rivista Marvel del brivido e dell’azione” (il magazine Star Comics che oltre al Punitore ospitava Nomad, DarkHawk, MoonKnight e tanto altro ancora) la neonata Marvel Italia riportò il nostro Frank Castle in edicola con lo “Speciale Estate” Psychoville. Il volume raccoglieva cinque numeri di Punisher War Zone, un intera saga scritta dal duo Dan Abnett e Andy Lanning (autori che si erano fatti le ossa alla Marvel Uk con serie come Battletide e Darkguard e che poi avremmo rivisto anche su West Coast Avengers-Force Works) e illustrati dal tratto realistico Mike McKone. Psycoville è una storia particolare, lontana dai soliti canoni e dalle solite tematiche del personaggio. E’ una storia in cui a farla da padrone non è l’azione “sparatutto” alla Rambo-Terminator ma al contrario l’introspezione psicologica, quasi l’analisi psicoanalitica, con i due autori che si divertono a scavare nella mente di Castle analizzando più profondamente il trauma della perdita della famiglia. Frank Castle qui non è il Punitore (o almeno è convinto di non esserlo) e vive tranquillo, in un villaggio normale, con un lavoro normale e con una famiglia normale. Il killer col teschio sul petto è solo un fantasma nei suoi sogni. Sogni da cui lo sveglierà il fido Microchip, che arriverà a rompere questo idillio in stile “La Fabbrica delle Mogli” di Ira Levin riportando alla realtà il vero Punisher.
Psycoville forse non è una storia indimenticabile, ma è comunque un ottima storia: ben sceneggiata (fenomenali le aperture di ogni episodio, con scene d’azione che si rivelano essere illusorie tranne che nell’ultimo capitolo), ben disegnata (tranne qualche piccola caduta di stile qua e la) ed impreziosita da tante ottime (e mai gratuite) citazioni: dall’Hitchcock di Notorius al Jhon Frankenheimer di Operazione Diabolica fino ai tanti rimandi alle teorie del complotto sull’omicidio Kennedy (in una cover Castle è raffigurato come Oswald in una celebre –e discussa- foto con in mano il fucile che ucciderà il presidente). Una storia che si lascia rileggere più che volentieri insomma, magari con un pizzico di nostalgia per i tempi in cui (ma sono già passati dieci anni) volumi del genere andavano in edicola a cinquemila lirette.

Francesco Farru



The Punisher: Purgatorio – Cavalieri Marvel 1/4 (Marvel Italia, 1999) “Purgatorio” è semplicemente uno dei più grandi orrori che “mamma Marvel” abbia mai prodotto: una storia ridicola, insulsa, e che perdipiù ha seriamente rischiato di distruggere per sempre il fascino e il carisma di uno dei più importanti personaggi della casa delle idee. Di storie brutte e senza senso il caro vecchio Frank Castle ne ha vissute parecchie: negli anni del suo massimo successo, con tre serie regolari e una marea di speciali, spin-off e miniserie varie pubblicate ogni mese, le “ciofeche” certo non mancavano, ma “Purgatorio” molto probabilmente le batte tutte perché, oltre ad una storia esile e banale imbastita dal duo Christopher Golden e Tom Sniegoski, e ai disegni di un Bernie Wrightston mai in così scarsa forma, introduce degli elementi che –come dicevamo- hanno seriamente rischiato di snaturare il personaggio. Nel 1998 in USA il Punitore era morto (e fin qui niente di strano, si sa come alla Marvel le morti –anche eccellenti- siano sempre all’ordine del giorno e tutto fuorché definitive). Il punto però era che il Punitore era anche morto editorialmente: delle sue tre serie regolari e del grande successo dei primi anni ’90 non restava più niente. Si pensò quindi di rilanciare il personaggio arruolandolo nella neonata etichetta Marvel Knights, inserendolo per l’occasione in un contesto mistico-religioso che niente aveva a che spartire con la storia precedente del Punisher. Sulla scia di comics (allora) di successo come Spawn, Frank Castle viene fatto resuscitare nelle vesti di un golem (?) dai poteri sovrannaturali, e si scopre che anche in tutta la sua precedente “carriera” altro non era che un burattino al servizio di un angelo vendicatore. Inutile dire quanto questa nuova serie fu malamente accolta dai fans, e come –giustamente- fu ben presto dimenticata. La pietra tombale su “Purgatorio” l’ha poi messa Garth Ennis, in apertura della sua gestione del Punisher, liquidando golem, angeli, diavoli e compagnia bella con una sola battuta: “Sono stato fuori dal giro per un po’. Avevo altri problemi”. E’proprio il caso di dire: “Bentornato Frank”.

Francesco Farru






The Punisher: Viaggio in Sicilia – Il Punitore 38 (Star Comics, 1992)
Non tutti lo sanno, ma il vero nome di quel simpaticone col teschio sull’addome non è Frank Castle, ma Frank Castiglione. Un cognome italiano quindi, italianissimo, che rivela le radici tutte tricolori del nostro (anti)eroe. Radici siciliane per la precisione, con una Sicilia abbandonata in fretta e furia dal padre anni prima, in perfetto stile de “Il Padrino” (o di Savarese, se preferite restare in ambito fumettistico). Ma mentre Vito Corleone in America ha trovato ad attenderlo una vita da “Don” e Jhonny Savarese una carriera nella polizia di New York, Frank in USA è diventato il giustiziere vendicativo che tutti conosciamo. Questo, inevitabilmente, segna anche il suo ritorno in Sicilia: braccato dall’FBI e alla costante ricerca di gang mafiose a cui fare la “festa”, Frank raggiunge Palermo. Qui, tra i cocci delle lapidi distrutte della sua famiglia, troverà ad attenderlo la famiglia mafiosa dei Pisciotta, il criminale Saracen (ai tempi sua nemesi abituale, qui alla sua prima apparizione), il suo ultimo parente vivo, e soprattutto tutta la verità sul suo passato. Tutti questi elementi fanno di Viaggio in Sicilia una storia importante per la continuity del Punitore. Una storia impreziosita dai disegni dinamici e scattanti di un Mark Texeira in ottima forma e una storia anche ben narrata, con ottimo ritmo, da Mike Baron. Ma ciò non toglie che Viaggio in Sicilia sia una storia completamente sbagliata, dove il suo elemento cardine, l’ambientazione, è andato completamente a farsi benedire. Quella descritta da Baron, infatti, non assomiglia nemmeno lontanamente alla Sicilia: quello che dipinge è un ambiente indistinto e anonimo (quasi non si avverte lo diversità di location tra Miami e Palermo), malamente controbilanciato da qualche strizzatina d’occhio ai più triti e ritriti luoghi comuni e con una mafia irreale e anacronistica, più dedita al commercio di armi e ai rapporti con gli integralisti islamici che a pizzo, tangenti, omicidi e corruzione (e meno male che in fase di traduzione ci sono stati risparmiati gli incomprensibili riferimenti alla Spagna (!??) che Baron aveva “sapientemente” seminato qua e la).
Speriamo che il signor Castiglione non si sia convinto che quella era la vera Sicilia, e che torni presto a trovarci.

Francesco Farru



The Punisher: Bentornato Frank – 100% Marvel Best (Panini Comics, 2004)
Come rilanciare uno degli eroi meno convenzionali della Marvel, così poco "eroe" e assolutamente non "super" come Frank Castle, alias Il Punitore? Questo si chiedeva Joe Quesada salendo alla guida della divisione Marvel Knights. Con il primo tentativo si tentò di virare verso tematiche sovrannaturali: troppo lontane e inadatte ad un personaggio duro, violento, ma pur sempre umano, abituato ad ambientazioni urbane più che ad angeli e demoni. Il secondo tentativo fu invece quello giusto: puntando su una coppia di autori sulla breccia della notorietà come Garth Ennis e Steve Dillon, la dissacrante coppia dell'ancora più dissacrante Preacher, la serie del Punitore abbandona rapidamente ogni implicazione misticheggiante, ed ingrana la quinta verso una estremizzazione dei concetti base del personaggio.
Come ci si poteva aspettare dai due autori inglesi, Frank Castle diventa ancora più violento, ancora più bastardo, ancora più determinato e sempre meno identificabile con un vero concetto di giustizia. A questa impostazione vengono aggiunti degli ingredienti, immancabili per i due, e assolutamente travolgenti: la maligna ed irriverente ironia e il senso del grottesco.
Bentornato Frank mette in mostra una serie di personaggi e situazioni che sfociano spesso nel ridicolo anche nelle situazioni più crude e negli scontri più efferati, tratteggiando una serie di spalle che sono poi state riprese dal film di Heinsleigh, come i tre vicini di Castle, umanità spaventata e inadatta, e soprattutto il gigantesco e devastante Russo, una macchina da guerra assolutamente fuori di testa.
Questa prima saga di dodici numeri ad opera di Ennis e Dillon, rappresenta una lettura divertente e folle, che non si prende sul serio ma che non per questo risulta fatta con meno convinzione, che alterna momenti adrenalinici ad altri comicissimi, assumendo quasi una funzione di liberazione e catarsi.

Ettore Gabrielli






The Punisher: La morte dell'universo Marvel - Marvel Hits 2 (Marvel Italia, 1998)


Ben prima che fosse chiamato alle redini della serie regolare, troviamo Garth Ennis alle prese con un catastrofico e violento "What If" del quale il Punitore è protagonista e motore.
Cosa sarebbe successo se la famiglia di Frank Castle, invece di essere trucidata dalla malavita organizzata, fosse rimasta vittima di uno scontro tra gli X-Men, i Vendicatori, e gli Skrull? Come avrebbe reagito un uomo preda di un insano senso di vendetta? Naturalmente, diventando una macchina di morte per i supereroi. In una spirale di morti e violenza, spalleggiato da uomini ricchissimi capaci di mettergli a disposizione ogni mezzo per proseguire nella sua missione, Frank Castle inizia a condurre una mortale caccia contro i più potenti esseri della Marvel, annientandoli con fredda determinazione. Dove non è sufficiente una colpo di pistola o di fucile, Castle gioca più pesante, usando ogni sotterfugio e mezzo per annientarli tutti. Il suo compito non sarà finito nemmeno dopo aver abbattuto l'ultimo eroe in maschera, quel Devil che scopre essere un suo amico di infanzia. Ne rimane ancora uno, in attesa di una pallottola: egli stesso. I disegni di Doug Braithwaite sono ottimi nel rappresentare la violenza, i segni della lotta sul volto sempre più malridotto del Punitore, il suo sguardo sempre più stanco di chi ha un unico scopo nella vita, e niente più. E' un Ennis lontano anni luce da quello che rivitalizzerà il personaggio sotto la Marvel di Joe Quesada, privo di ogni possibile risvolto comico o grottesco; un Ennis più asciutto nella scrittura, che lascia spazio solo alla disperazione ed ad un senso di soffocamento che sembra accompagnare la lettura.

Ettore Gabrielli





The Punisher: Senza Limiti - 100% Marvel (Panini Comics, 2002)

Il primo volume della collana 100% Marvel, edizioni "prestigiose" da libreria con le quali la Panini ha iniziato a guardare con occhio diverso questo settore, è stato dedicato al Punitore, personaggio
"scomodo" da proporre in altra sede: lontano dai toni degli altri supereroi, e poco legato alle loro vicende, la soluzione migliore sembra infatti quella di volumi monografici. La storia riprende dove era stata lasciata dai due autori, Ennis e Dillon, nella prima maxi-saga Marvel Knights, con il Punitore impegnato nella sua lotta contro il crimine per ripulire la città. Tornano due personaggi di contorno, come l'eterno fallito detective Soap, protagonista di siparietti comici assurdi, e soprattutto il Russo, rimesso in sesto sotto forma di cyborg con qualche…“optional” in più (in particolare due enormi seni a cui sembra essersi rapidamente affezionato). Lo stile di Ennis potrebbe essere definito "goliardico", per l'abbondanza di scene assurdamente comiche contrapposte ad altre in cui la violenza viene comunque attutita da molto humor nero. Esemplare in questo il "team-up" improvvisato con l'Uomo Ragno, ridocolizzato ed utilizzato semplicemente come pungingball per il Russo. Ma il Punitore di Ennis non è solo questo, nasconde anche un'anima più nera, nasconde la disillusione verso la società e la giustizia. "Il mondo in cui vivi, quello pieno di parole come civiltà e riabilitazione e giusti processi e legge e ordine... è una menzogna. Funziona solo fino a un certo punto. Dopodiché ci sono io." E nell'ultima storia, cambiando completamente registro, Ennis ci stupisce con una storia gelida, malinconica e disincantata, dove non c'è spazio per nessun sorriso e nessuna illusione.

Ettore Gabrielli




The Punisher & Batman – Le Battaglie del Secolo 4 (Marvel Italia, 1995)

Dopo i tentativi degli anni ’70 e 80, passarono anni prima che Marvel e DC unissero nuovamente le forze per offrire al pubblico un incontro/scontro tra due popolari eroi delle loro scuderie. I team up tra casa editrici differenti tornarono di moda nel 1994, anno in cui si incontrarono Batman e il Punitore. Si trattava di una storia in due parti, una pubblicata da ogni casa editrice: Batman/Punisher: “Lago di fuoco” (DC) e Punisher/Batman: “Cavalieri mortali” (Marvel).
Nel primo speciale, Frank Castle arriva a Gotham in cerca della sua nemesi, Mosaico. Lo sfregiato criminale si è alleato con il Joker per infiammare le acque di Gotham grazie ad un combustibile speciale. Il giustiziere Marvel sarà aiutato da Jean Paul Valley, il sostituto di Bruce Wayne. La storia infatti si svolge nel periodo in cui il Batman originale aveva lasciato il costume a Jean Paul dopo la sconfitta subita per mano di Bane. Nonostante la difficile collaborazione tra i due vigilantes, il duo criminale viene sconfitto, e il Punitore torna a New York. La storia è stata scritta da Dennis O’Neil, noto scrittore e supervisore dell’uomo pipistrello, e disegnata dall’allora quasi esordiente Barry Kitson, ancora lontano dai suoi livelli attuali.
Il secondo one shot uscì pochi mesi dopo il primo, e stavolta a fianco di Frank c’era il vero Batman. Ancora una volta Joker e Mosaico provocano problemi a Gotham, e solo l’alleanza tra Castle e Wayne riuscirà a fermarli. E’ interessante confrontare il modus operandi dei due giustizieri: il Punitore non ha problemi ad uccidere i suoi nemici, e sarebbe disposto ad ammazzare anche il Joker. Batman è sì duro con i delinquenti, ma non potrebbe mai tollerare l’omicidio.
Stavolta tocca a Chuck Dixon e a John Romita Jr. offrirci l’alleanza tra i due personaggi: il primo, come sempre, scrive una buona storia d’azione; il secondo invece è un po’ sottotono rispetto ai suoi standard ma ci dà comunque una buona interpretazione di Punisher e Batman.

Francesco Vanagolli







LA
STORIA PERDUTA DEL PUNITORE





Un trafficante di droga, Walter Maddox, ha rubato una potente arma costruita dallo SHIELD, grazie a dei contatti col governo. Sulle sue tracce si mette Nick Fury, che vuole catturare il criminale, recuperare l’arma e, tramite lui, giungere agli altri capi della rete di trafficanti.
Anche Frank Castle, il Punitore, è a caccia di Maddox, che si scopre essere un suo vecchio compagno d’armi in Vietnam, e vuole farlo fuori. Castle e Fury incroceranno le loro strade fino a raggiungere la Cambogia, sede del quartier generale dell’organizzazione: i Blackhearts. Pur avendo la stessa meta, i loro metodi e i loro scopi sono diversi, e per catturare il criminale dovranno formare la più insolita e instabile delle alleanze.

E’ inutile scartabellare i vostri fumetti, riaprire vecchie scatole polverose e fare grossi sforzi di memoria: Punisher & Nick Fury: Rules of The Game, è una storia rimasta inedita, in Italia come in USA. E il rimpianto diventa ancora più grosso se pensiamo che gli autori di questa graphic novel sarebbero dovuti essere Gregory Wright (oggi apprezzato colorista e a quel tempo scrittore di alcune delle migliori serie d’azione come Deathlock) e un Jim Lee forse all’apice della sua fama e in uno dei momenti migliori della sua carriera. La storia sarebbe dovuta uscire infatti tra la pubblicazione dell’ultimo numero di Uncanny X-Men disegnato da Lee e il primo della nuova serie X-Men (il cui primo numero vendette la clamorosa cifra di 8 milioni di copie).
L’editor Don Daley voleva approfittare di questa parentesi per riportare l’artista al lavoro sul personaggio che lo aveva lanciato con i 19 numeri di Punisher War Journal, su un volume cartonato di 64 pagine denso di azione e ambientazioni esotiche che avrebbe dovuto vedere la luce nell’agosto del 1991. Ma i vari impegni di Lee lo tennero lontano dal progetto. L’autore riuscì a realizzare una trama, insieme a Brandon Choi (futuro co-scrittore di Gen 13 e WildC.A.T.S.), poi rivista da Wright, e le bozze di tutte e 64 le pagine, nonché addirittura alcune tavole complete e delle immagini promozionali. Nessuno voleva fare pressioni sull’artista, concedendogli il tempo di svolgere il lavoro al massimo delle sue qualità. Poi dovette mettersi al lavoro su X-Men, varie copertine e altri progetti come guest star, per poi essere improvvisamente catapultato nell’avventura della fondazione della Image Comics. Rules of the Game finì in uno di quei cassetti degli editor Marvel sigillati dalla polvere.
Oggi, a 13 anni di distanza da quella che sarebbe dovuta essere la data di uscita del fumetto, pare improbabile che Jim possa tornare alla Marvel e riprendere il progetto, vista la sua posizione di capo di un’etichetta della concorrente DC. Inoltre, lo scrittore Wright esige che a ultimarlo sia l’artista originariamente designato, rifiutando la proposta di alcuni editor di affiancargli altri disegnatori. Ma forse non è il caso di perdere la speranza: la storia ci ha insegnato che i movimenti degli autori sono imprevedibili, basti pensare a Chris Claremont e Alan Moore, due apprezzatissimi autori che nonostante i loro proclami di anni fa, sono tornati a lavorare, rispettivamente, con Marvel e DC Comics.

Marco Rizzo

Marco Rizzo

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