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Cars 2: recensione

cars2_poster_2Il primo Cars aveva per protagonista Saetta McQueen, una macchina da corsa, ma a sorpresa il film mostrava solamente un paio di gare automobilistiche: tutta la parte centrale della storia era ambientata a Radiator Springs, una cittadina rurale dopo Saetta McQueen impara ad apprezzare la vita rurale lontana dai motori rombanti e i fan in delirio.
Laddove il primo film poteva quindi essere considerato un'ode ai ritmi più tranquilli (messaggio che si rifletteva anche sulla struttura narrativa) questo sequel recupera la velocità propria del genere automobilistico, seguendo Saetta McQueen in un campionato mondiale che si snoda lungo tracciati attraverso diverse nazioni del mondo. Questa ambientazione "globale", suggerita a John Lasseter dal tour promozionale del primo Cars, è un toccasana in grado di fugare il rischio della monotonia presente nel primo film che si svolgeva unicamente tra circuiti automobilistici e deserti rocciosi. Qui però si rischia quasi l'eccesso opposto, di fronte a location schizofreniche che si susseguono a un ritmo forsennato, con alcune città dalle grandi potenzialità che si intravedono appena e personaggi legati a una particolare nazione lasciati indietro lungo la strada prima di averli approfonditi a dovere; è un difetto in parte legato alla storia on the road, ma che poteva essere ridotto optando per un cast meno numeroso.

Il vero motore della storia però non è il World Gran Prix, ma una spy story che fa di Carl Attrezzi il vero protagonista: coinvolto per un equivoco in una missione come agente segreto, Cricchetto dovrà seguire il Gran Premio per impedire un piano che vuole boicottare la corsa, mettendo a rischio anche la vita di Saetta McQueen. Il cambio di genere è salutare per Cars 2, dando un'importanza alla gara che va oltre alla competizione stessa, riuscendo anche a trasformare in personaggio principale la spalla comica; gli autori sembrano rendere onore a Cricchetto rendendolo un eroe come lui stesso si era descritto nei contesti più vari all'interno dei CarsToon, ciclo di corti che gli autori decidono di riecheggiare in maniera abbastanza esplicita nel finale.
Pur rimanendo a un livello di facile comprensione anche per i bambini la trama spionistica è ben pensata, con alcune scene d'azione avvincenti e qualche sorpresa. Se la spensieratezza pervade tutta la pellicola, fa piacere l'inserimento di un messaggio ecologista a favore dei combustibili alternativi in grado di rispettare l'ambiente, con uno spaccato della società odierna e delle organizzazioni per le quali le problematiche naturaliste passano in secondo piano.

Tecnicamente, come nel primo film, i personaggi sono realizzati sulla base di modelli molto semplici che sfigurano di fronte a tutte le creazioni più complesse viste negli altri film Pixar; se però è sufficiente aggiungere due occhioni a un parabrezza per dare vita a una vettura, è interessante vedere come questo stratagemma sia utilizzato per un numero incredibile di vetture, comprese anche alcune imbarcazioni e velivoli. La regia, tra una sequenza d'azione e l'altra in cui la camera virtuale si muove in modo forsennato saltando da un punto all'altro della scena, si abbandona spesso ad inquadrature abbastanza banali soffermandosi frontalmente su due personaggi che parlano per un periodo prolungato di tempo. Riesce invece a sottolineare ogni momento con i giusti accenti la colonna soora di Micheal Giacchino, sempre a suo agio nei climax e nelle situazioni di particolare enfasi.

Cars 2 di certo non è l'opera migliore della filmografia Pixar, ma riesce comunque a raccontare una storia migliore della precedente avventura nel mondo delle automobili. Non può competere con altre pellicole Pixar più sperimentali o più profonde, ma tra tanti film che sono riusciti a commuovere le platee di tutto il mondo ogni tanto può trovare spazio anche un'opera più leggera in grado di entusiasmare soprattutto gli spettatori più giovani, ma comunque di buona fattura.

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