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Mao 1, recensione: l'opera horror di Rumiko Takahashi

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Rumiko Takahashi è fra le mangaka più famose del mondo, non a caso l’autrice viene definita la regina dei manga. Da fine anni ’70 a oggi, la fumettista ha scritto opere memorabili riscontrando grandissimo successo di pubblico e critica: da Lamù - Urusei Yatsura a Maison Ikkoku (recentemente utilizzato per un video della cantautrice Norah Jones) fino a Ranma ½ - forse la sua opera più celebre - c’è stata una vera e propria escalation per la Takahashi.

In seguito, è arrivato Inuyasha che è stato in assoluto il manga più lungo dell’autrice, oltre che un altro grosso successo. Quello in cui differiva quest’ultimo, però, era la volontà della mangaka di abbandonare la commedia (seppur spesso contaminata da elementi fantastici e mitologici) per approcciarsi al genere avventuroso. Un approccio che ha pagato, ma che la Takahashi ha messo da parte per la sua opera successiva, Rinne, in cui ritornava alla commedia. Serializzato dal 2009 al 2017 in 40 volumi, quest'ultima è anche l’opera meno apprezzata da fan e critica che hanno ravvisato una certa stanchezza nelle tematiche e nelle situazioni, nonostante una gradevolezza di fondo e una qualità generale sempre oltre la sufficienza. Mao, dunque, rappresenta per la 63enne Takahashi una nuova sfida: ritrovare la sua migliore ispirazione artistica e ritornare al genere avventuroso – misto questa volta all’horror - dopo Inuyasha, magari con lo stesso successo.

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Serializzata a partire dal maggio 2019 su Weekly Shōnen Sunday della Shogakukan, la serie ha per protagonista la liceale Nanoka Kiba, una ragazza misteriosamente sopravvissuta a un incidente all’età di 7 anni in cui i genitori hanno perso la vita, e Mao un misterioso medico e onmyōji (specialista nelle arti magiche e nella divinazione) che è alla ricerca di una creatura chiamata Byōki che lo ha maledetto diversi anni prima. Quando Nanoka torna sul luogo in cui ha subito l’incidente anni prima, viene trasportata magicamente in un’altra epoca ovvero quella del Periodo Taisho del Giappone (che va da 1912 al 1926) ed è qui che incontra Mao. Frequentandosi i due si accorgono di essere molto simili e che c’è un legame fra loro e che unendo le loro forze possono far luce sul loro passato e sul loro futuro.

Come evidente, dalla lettura del primo numero i punti in comune con Inuyasha sono numerosi, tanto quanto le differenze. Come nella precedente opera, c’è il viaggio fra due epoche e lo scontro con demoni provenienti dalla tradizione folkloristica giapponese, tuttavia quello che principalmente differisce in Mao è il tono. Nonostante, infatti, Inhuyasha fosse un manga avventuroso, l’autrice non rinunciava a gag e momenti più leggeri, in Mao no e questo è dovuto anche al carattere dei due protagonisti Nanoka e Mao estremamente posati e seriosi, nonché più collaborativi, laddove Inuyasha e Kagome erano irruenti e rissosi portando a situazioni turbolente. Sicuramente su questa scelta pesa l'abbandono delle tinte fantastiche e a favore di quelle horrorifiche.

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In che modo si evolverà la trama non è dato saperlo, ma la lettura del primo numero intriga il lettore ma non lo stupisce più di tanto: è evidente come la Takahashi sia andata abbastanza sicura di sé col pilota automatico, utilizzando tematiche, cliché e situazioni non certo nuove. Solo il tempo, dunque, potrà dirci di più sulla bontà dell’opera, ma ad ogni modo i fan della mangaka apprezzeranno questo primo numero che non deluderà neanche chi è in cerca di un manga dal gusto classico e solido.

Riguardo le tavole, lo stile dell’autrice è certamente riconoscibile e non vuole proporre grosse modifiche o innovazioni superati i suoi 60 anni d'età. I due protagonisti si contraddistinguono dai suoi altri personaggi per poche caratteristiche fisiche: la cicatrice sulla faccia di Mao e un ciuffo di capelli bianchi, mentre per Nanoka è stato scelto un caschetto nero. In generale, i tratti somatici dei personaggi dell’autrice sono ben riconoscibili. La fattura generale delle tavole, così come la loro regia, resta sempre di livello. La Takahashi almeno graficamente non si smentisce e chi adora i suoi disegni non resterà deluso.

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L’edizione italiana di Mao è ovviamente pubblicata da Star Comics, editore storico delle opere della Takahashi nella nostra lingua. La serie viene proposta nel classico formato brossurato 11,5x17,5 cm all’interno della collana Express, sicuramente con carta e confezione lontane dalle edizioni più lussuose a cui il mercato di oggi ci ha abituato, ma il prezzo di 4,50€ per 192 pagine giustifica ampiamente il prodotto estremamente concorrenziale.

Dati del volume

  • Editore: Star Comics
  • Autori: Testi e disegni di Rumiko Takahashi
  • Genere: Horror
  • Formato: 11,5x17,5, B, b/n, pp. 192
  • Prezzo: 4,50€
  • ISBN: 9788822619907
  • Voto della redazione: 7
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