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Zeno Porno


ZENO PORNO (Kappa Edizioni, brossurato, 64 pagine, b/n, € 16,00) Testi e disegni di Paolo Bacilieri


“La verità, vi prego, sulla pornografia” è una domanda che Zeno Cosini - il protagonista de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo – difficilmente si sarebbe fatto. Il suo omonimo fumettistico, lo Zeno Porno di Paolo Bacilieri, invece la ripete ad ogni capitolo: prima di entrare in un negozio di fumetti, mentre si intrufola in un cinema a luci rosse, quando si scontra con una tettona ninfomane o quand’è costretto a sparare ad una manciata di zombie. Se lo Zeno di Svevo si sdraiava sul lettino dell’analista nella speranza di vincere i suoi vizi e i suoi tormenti interiori, quello di Bacilieri esorcizza così le sue frustrazioni. Non ha tempo ne soldi da spendere con uno psicologo (“che io sa di roba in tua testa? Tu poteva spendi soldi analista piuttosto che zoccole” gli ricorda un bambino cinese) e troppe cose più importanti da fare. Disegnatore di fumetti e agente segreto per conto della CIA, Zeno Porno è l’assoluto protagonista di avventure deliranti e surreali, dove è labile il confine tra la realtà (una realtà di “Misery, frustration, self-commiseration, ipocrisy e isolation” ben esemplificata dalle “mutande made in Israel” di pagina 1) e la dimensione onirica (“Sto sognando… cioè, no… è un incubo! Sto incubando!”).
Ma soprattutto, Zeno è il surreale alter ego del suo creatore. Per quanto l’autobiografismo c’entri poco con un’opera popolata da caccole giganti e dinosauri a spasso per il Veneto, Zeno Porno rappresenta innanzitutto un flusso incondizionato e incontrollato di inconscio. Tra elementi personali ed esilaranti voli pindarici, Balcilieri qui rimescola tutte le passioni, le speranze, le abitudini e i miti di una generazione, quella degli adolescenti e dei giovani cresciuti a cavallo degli anni Ottanta. Lo si vede chiaramente nella miriade di citazioni disseminate un po’ ovunque: da quelle più strettamente fumettistiche (Crepax, Bonvi, e chi più ne ha più ne metta) a quelle musicali (su tutte l’onnipresente Patty Pravo, amatissima dall’autore) fino a quelle artistiche (Warhol, Pollock, etc.). E lo si vede nel tratto stesso di Bacilieri.
Figlio della rivoluzione di riviste come Cannibale e Frigidaire, Bacilieri sforna tavole dove la più particolareggiata perizia si alterna con un segno a volte caricaturale e grottesco, in un vortice di esuberante potenza grafica dove non mancano echi di percorsi e riferimenti artistici e formativi.
In Bacilieri c’è il tratteggio di Crumb, la fantasia di Pazienza, le architetture di Piranesi, si intravedono reminescenze di Magnus, Corben, Tamburini e Manara. Tutto riarrangiato in una chiave personalissima che, semplicemente, lascia a bocca aperta.
Ma la grandezza di Zeno Porno non sta solo nelle mille suggestioni di una storia allucinata quanto esaltante o nella visionarietà dei disegni. Di Zeno Porno stupisce ogni singola pagina, ogni singola vignetta, ogni balloon.
Fuori (ed oltre) qualsiasi schema convenzionale della narrazione a fumetti, Bacilieri distrugge e ricostruisce la grammatica stessa del medium fumetto. A guardare le tavole di Zeno Porno viene quasi voglia di prenderle e analizzarle come aveva fatto Eco in “Apocalittici e Integrati” con quella – ormai celeberrima - dello Steve Canyon di Milton Caniff. Viene voglia di soffermarsi sui piccoli, esilaranti balloon di commento (“disegno originale di Moebius eh eh”), sulle didascalie che scivolano lungo i contorni delle vignette, sulla musica e le annotazioni che si intersecano alla narrazione senza apparente soluzione di continuità, sulle onomatopee, sul lettering cangiante, sulla sua grottesca ed elettrizzante iconografia.
Ma cercare di catalogare tutte le chiavi di questa stravagante semantica fumettistica alla fine rischierebbe di essere nient’altro che un esercizio sterile. Perché Zeno Porno non va letto, e tanto meno analizzato soffermandosi analiticamente su tutti i tanti, piccoli, folli dettagli che Bacilieri riesce ad inserire in ogni pagina. Zeno Porno, molto più semplicemente, va divorato; va ingurgitato tutto’d’un fiato, perdendosi nelle sue tavole, nella sua orgia di citazioni e nella sua inebriante anarchia narrativa e visiva.
Tra i cosiddetti “webzinari” non è una pratica in uso quella di citare i testi altrui. Non lo facciamo quasi mai, forse per il timore di apparire critici troppo accademici e paludati. Per una volta però facciamo un eccezione, perché le parole migliori per descrivere Zeno Porno le ha trovate Ettore Gabrielli, commentando così il terzo posto ottenuto nella Top Ten 2005 dello Spazio Bianco: Zeno Porno è “fumetto allo stato puro, piena gioia dell'uso e dell'abuso del mezzo per raccontare tutto e il contrario di tutto”. Amen.




Francesco Farru
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