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Ant

Ant: Giorni come questi (Italy Comics, brossurato, 132 pagine a colori, € 10.00) testi e disegni di Mario Gully

La Italycomics aveva colpito nel segno, pochi mesi fa, pubblicando The Hedge Knight: un volumetto contenente una storia fantasy-medioevale molto carina, ben scritta e ben disegnata, con un’ottima confezione e a un prezzo competitivo. Anche Ant, edizione in volume della miniserie pubblicata dalla neonata Arcana Studio, presenta un prezzo molto attraente vista l’ottima qualità di carta, brossura e confezione in genere. Ma a differenza di quel gioiellino del Cavaliere Errante qui ci troviamo davanti ad un prodotto davvero mediocre. A partire dai disegni. Gully cerca di imitare il Todd Mc Farlane dei primi Spawn e ci riesce proprio male: volti semplicemente brutti, corpi storti, sfondi abbozzati, espressività ridondanti, femminilità esagerate, ombre messe a casaccio, tratteggi inutili che sporcano e basta. Le premesse narrative potrebbero essere interessanti: la piccola Hanna Washington si rifugia nel mondo immaginario dove lei è la supereroina Ant, per sfuggire alle traversie a cui la mette davanti la propria vita. Un padre galeotto, Daniel “Big Daddy” (sigh!), accusato di omicidio, una vita scolastica avversata dalle angherie dei compagni, una madre lontana fidanzata col figlio del capo di Daniel (forzatura nelle interrelazioni gratuita e necessaria per l’autore ai fini dell’intreccio). È Hanna la vera protagonista del volume, il suo alter ego fantastico vive parallelamente un’avventura che dovrebbe rispecchiare, in maniera fantastica, la ricerca di Hanna della persona che ha incastrato il padre. Ma il tutto scorre con piattezza, con didascalie pesanti, dialoghi stucchevoli, testi che a volte cadono nell’autocompiacimento dell’autore verso la propria creatura (chissà con chi si identifica Gully), personaggi banali che già dalla prima apparizione sappiamo che fine faranno (la poliziotta Inez, il figlio del capo). Nelle ultime pagine l’autore preme l’accelleratore (per difficoltà personali durante la realizzazione, a quanto pare), rovinando il doppio finale a sorpresa che avrebbe potuto non dico rivalutare l’intero fumetto ma almeno alzare il voto.
Ant insegna due lezioni:
1 - un libro non si giudica dalla copertina (anzi, dalla confezione)
2 - il rischio per le nuove case editrici che sono nate negli ultimi anni è razzolare sul fondo del barile del mercato americano, rischiando di trovare, con gran facilità, prodotti scadenti (per usare un eufemismo buonista). Ci auguriamo che la Italy, che era partita con buone premesse, non prenda altre cantonate.

Marco Rizzo
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