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I maestri del mistero. Il ritratto di Dorian Gray, recensione: il capolavoro di Oscar Wilde a fumetti

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Gli adattamenti non sono mai facili, soprattutto se si tratta di opere immortali e capolavori di genere. La sfida è impegnativa ma non impossibile se conosci il mezzo del tuo lavoro, lo spirito della storia da adattare e ci aggiungi un pizzico di intraprendenza e coraggio. Edizioni Star Comics già precedentemente è stata promotrice dell’adattamento di opere letterarie nella collana I Maestri dell’Avventura e I Maestri dell’Orrore, sotto la supervisione di Roberto Recchioni. Ora, nella nuova collana intitolata I Maestri del Mistero, troviamo 4 opere che hanno fatto la storia della letteratura: Il giro di vite di Henry James, Il mastino dei Baskerville di Sir Arthur Conan Doyle, I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe e infine Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Quest’ultimo, ovvero il capolavoro dello scrittore irlandese, è affidato a Giovanni Masi ai testi e Marianna Ignazzi ai disegni.

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Per chi non la conoscesse, la trama è la seguente: il romanzo narra le vicende di un giovane ragazzo inglese, Dorian Gray a cui un pittore di nome Basil fa uno splendido ritratto. Dorian, sedotto dai discorsi filosofici sull’importanza della giovinezza di un ricco dandy inglese, tale Lord Wotton, arriva a desiderare di poter rimanere sempre giovane anche a costo di perdere la sua anima. Il mefistofelico patto va in porto e il quadro inizia ad invecchiare al posto di Dorian, ormai senza anima. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo quindi intatta la freschezza e la perfezione del suo viso e del suo corpo.

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La solida e ben scandita narrazione di Masi evidenzia gli esatti snodi importanti del romanzo e presenta scene ben congegnate. I dialoghi sono fitti, col giusto tono e la giusta dialettica dell’epoca, ma forse eccessivamente fitti. Molte vignette sono surclassate da dialoghi che lasciano poco spazio all’immagine. Non è facile catturare e sintetizzare l’opera di Wilde, questo è certo. Tagliando eccessivamente si sarebbe caduti nella trappola di salti concettuali che avrebbero fatto perdere il senso della vicenda. La verità quindi si trova nel mezzo. Le parti fondamentali dell’opera son dunque rispettate, le altre un po’ meno. Gli eccessi di Dorian nella lussuria più sfrenata vengono riassunti in un paio di doppie splash-page, riducendone l’impatto descrittivo e le reazioni di scalpore della gente alle cosiddette “bassezze morali” per i piaceri della carne. Il passaggio della caduta morale di Dorian viene eccessivamente compressa. Scelta comunque accettabilissima avendo il focus sulle dinamiche della perdita dell’anima e conseguente scelta di porre fine alla dannazione.

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Il tratto di Marianna Ignazzi è delicato e preciso. La caratterizzazione stilistica di Dorian rispecchia perfettamente i canoni estetici espressi da Wilde. Il Gray della disegnatrice ha eleganza, bellezza, purezza e fascino. Anche i comprimari hanno la giusta resa visiva, come il sofisticato charme di lord Henry Wotton che risulta tagliente ed essenziale. La doppia splash dell’incontro tra Basil e Dorian ha in sé una dinamicità impressionante: tutto avviene nella stessa stanza ma in momenti diversi, senza nessuna griglia a suddividere il tempo, riuscendo in una narrazione scandita comunque in maniera lineare e strutturalmente forte.

Il volume ha un’introduzione alla figura di Oscar Wilde fatta dallo stesso Recchioni e da Kevin Scauri e, a fine volume, un apparato critico supplementare all’opera a cura di Michele Monteleone, che impreziosiscono l’edizione. Il cartonato soft-touch ormai è una scelta sempre gradita e non di poco conto.

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Recchioni al lavoro su Dylan Dog 400 con Cavenago per la fine della trilogia di Mater Morbi

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Roberto Recchioni ha annunciato su Facebook che è al lavoro sul numero 400 di Dylan Dog il cui titolo provvisorio è "Mater Triumphans". La storia, disegnata da Gigi Cavenago, porterà alla conclusione la trilogia di "Mater Morbi", oltre che "le fila del discorso aperto da Spazio Profondo e dal ciclo della Meteora". Al suo termine, spiega Recchioni, "tutto l'universo di Dylan ripartirà".

L'autore ha anche rivelato che sta completando la serie dei Samurai sempre per la Sergio Bonelli Editore. Di seguito il messaggio completato postato su Facebook.

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La fine della ragione, recensione: la distopia di Roberto Recchioni contro l'oscurantismo

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Una volta terminata la lettura de La fine  della ragione, il nuovo lavoro di Roberto Recchioni - qui in veste di autore unico - per l’esordio di Feltrinelli Comics, l’idea che emergeva era quella di una critica fin troppo diretta alla attuale società. Perché l’opera, che porta all’estrema conseguenza alcune sacrosante riflessioni, non ha nessun tipo di filtro ed esprime la sua critica senza compromessi, senza metafora alcuna, in una maniera quasi didascalica, come se si trattasse di un articolo di giornale. Mentre ci riflettevo, per puro caso mi è capitato di leggere su Facebook una news riguardante la Nasa e, di conseguenza, alcuni commenti all’articolo di gente che invitava gli altri a “svegliarsi” e a non crede a quello che veniva raccontato. E così, una sfilza di persone, fra complottasti e terrapiattisti, mettevano in dubbio alcuni aspetti e alcune conquiste scientifiche reali, contrapponendo le loro opinioni ai fatti e accusando, in pratica, la Nasa di mistificazione. Questo mi ha permesso di vedere La fine della ragione in un’altra prospettiva e a capire l’intento di Recchioni: il tempo delle metafore è finito.

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È innegabile come l’avvento dei social network abbia avuto alcuni risvolti negativi fra cui quello di livellare in alcuni casi il grado di cultura generale verso il basso, come se il tasto “commenta” fosse un obbligo e non un invito a dialogare con gli altri, a dire la nostra su ogni cosa, anche su quelle di cui non sappiamo nulla. Il guaio è che questo ha creato una legittimazione dovuta anche da chi sfrutta e incoraggia con posizioni popolustiche questo modo di fare portando all’assioma “uno vale uno”. Per questo, si pretende di parlare di scienza e medicina come esperti del settore, seppur non ne abbiamo nessuna competenza, e a tutelare la nostra posizione difendendola come libera opinione. La conseguenza è quella di negare verità scientifiche, storiche o culturali, con movimenti popolari che attecchiscono sempre di più grazie anche a politici che, per di cavalcare lo scontento, l'indignazione, aizzano la "gggente" contro il sistema, di conseguenza contro la cultura, portando a un ribaltamento di verità pericoloso.

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Recchioni narra, dunque, le vicende di un distopico futuro possibile, in cui i movimenti populistici riescono a respingere il sapere, a confinare la scienza letteralmente in profondità, sottoterra, dove un nucleo di studiosi è ancora in cerca della verità. Nel passato ci si immaginava un futuro in cui la scienza e il sapere avrebbero dominato, invece l’attuale situazione sembra far presagire a un nuovo oscurantismo, a un nuovo Medioevo. In questo scenario, una madre sfida il mondo intero, o meglio la volontà popolare, per salvare sua figlia e chiedere aiuto ai medici.

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Come sottolineavamo in apertura, l’esposizione della vicenda pecca in alcuni frangenti di didascalismo, specie dove le pagine sono occupate interamente da scritte fatte a penna, come se si trattasse di un quaderno. Anche l’intreccio risulta abbastanza lineare e alcuni aspetti, come la sopraccitata presenza di tavole scritte a mano e diverse splash-page sembrano, più che una scelta stilistica, suggerire una certa velocità di lavorazione. Tuttavia, proprio la sua schiettezza, mescolata a una narrazione veloce, fanno si che l’intento dell’autore venga centrato appieno.
Lo stile artistico di Recchioni, si rifà molto a quello autoriale anni ’70 e ’80 che mescola in una interessante miscela elementi di Andrea Pazienza a quelli di Go Nagai, con un gusto e un risultato del tutto personale che ricorre spesso a tecniche e colorazioni totalmente differenti a seconda dell'esigenza.
Il risultato finale è un libro feroce e imperfetto che, come un assolo rock, sa essere potente e graffiante, toccando le giuste corde emotive.

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Feltrinelli Comics: anteprima de La fine della ragione di Roberto Recchioni

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Uscirà l'8 febbraio in libreria La fine della ragione, la nuova opera scritta e disegnata da Roberto Recchioni per Feltrinelli Comics che verrà presentata lo stesso giorno a Milano. Di seguito trovate tutti i dettagli del volume insieme a un'anteprima visibile nella gallery in basso.

"S’intitola La fine della ragione la nuova graphic novel scritta e disegnata da Roberto Recchioni (autore e curatore editoriale di Dylan Dog) che arriva in libreria dall’8 febbraio con Feltrinelli Comics e racconta la storia di un mondo dove hanno vinto “loro”, in cui la scienza e la cultura sono state abiurate in favore della sapienza popolare e delle buone cure di una volta, e in cui una donna, madre disperata di una bambina malata, verrà trattata come un’eretica nella sua ricerca di quegli stregoni mistificatori noti come “dottori”. L’autore presenterà il volume giovedì 8 febbraio, alle 18:30, a laFeltrinelli Libri e Musica di Milano, piazza Duomo, in compagnia di Matteo Strukul

Un viaggio in un mondo in cui nei cieli non volano più aerei, perché le scie chimiche ci avvelenano, dove gli insegnanti sono nemici del popolo, perché tramandano le nozioni sbagliate, dove gli organi di informazione non esistono più, perché mentono, dove le frontiere sono chiuse, perché quelli che vengono da fuori sono tutti criminali e non c’è alcun motivo per abbandonare la propria casa. Un nuovo Medioevo culturale e sociale.

“Un vecchio proverbio ebraico dice che Dio non può essere da tutte le parti… e che è per questo che ha creato le madri” - si legge ne La fine della ragione - e solo una madre come la protagonista di questa storia, con la sua forza, può provare a far fronte a un’epoca in cui sempre di più ci si affida al parere della massa e non alla conoscenza esperta, a un mondo in cui i rimedi naturali si sostituiscono anche a quelli scientifici e dove il destino è la risposta a molte domande. Ma una madre il destino non basta, una madre è pronta ad andare contro tutto e tutti pur di salvare sua figlia...


Scheda
Formato: 16x24 cm, pagine: 112, a colori, prezzo: 16 €

L’AUTORE
Roberto Recchioni

Roberto Recchioni è sceneggiatore e soggettista per il fumetto e il cinema, illustratore, critico, personalità web. Ha scritto storie per personaggi come Tex, Diabolik e Topolino. Ha creato John Doe, insieme a Lorenzo Bartoli, e la serie multimediale Orfani, con Emiliano Mammucari. È curatore di “Dylan Dog”, per la Sergio Bonelli Editore. La sua graphicnovelMater Morbi è stata pubblicata in tutto il mondo, vincendo numerosi premi, e da Monolith è stato tratto un film. In ambito cinematografico si è occupato della realizzazione dei fumetti legati a Lo chiamavano Jeeg Robot e Smetto quando voglio. Masterclass. Recchioni è inoltre l’autore di YA, serie di romanzi fantasy."

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