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Caput Mundi 1, recensione: la nascita dell'Universo Cosmo

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Non c’è set maggiormente identificato nel mondo dei fumetti di una città, meglio se una metropoli: New York ospita la quasi maggioranza dei supereroi Marvel, Gotham City e Metropolis, seppur inventate, sono i luoghi privilegiati dove il bene trionfa sul male nell’universo DC Comics. Di città italiane, invece, se ne vedono poche e, sicuramente, non con l’iconica portata narrativa delle sopracitate. Eppure le carte in regola ci sarebbero. Ci prova Roberto Recchioni, che si affida alle sapienti mani Di Giulio Antonio Gualtieri, con questo primo numero (di sei) di Caput Mundi, l’albo d’esordio dell’Universo Cosmo. Se la città è il luogo, spesso, identificativo di un eroe, la serialità fumettistica – quella statunitense ne ha fatto una “scienza” economico-narrativa – consente l’apertura a diversi strumenti narrativi. Quando una casa editrice detiene una folta schiera di eroi di diverse testate, un passo che sembra obbligato è quello di farli incontrare in un crossover.

Sulla copertina di Caput Mundi troneggia Pietro Battaglia, personaggio di successo nato dal sodalizio Recchioni-Leomacs, che immediatamente suggerisce al lettore che l’albo va inserito nella continuity del vampiro italiano. Mentre attendiamo il varo di altre testate, la miniserie ha il compito di far conoscere ai lettori i prossimi antieroi della Cosmo.

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Roma è popolata di mostri. Nulla di metaforico, i mostri che l’Urbe presenta al lettore sono, per ora, Vampiri (nella possente figura di Battaglia) e i Licantropi. Il trio protagonista di questo numero – il Nero, l’Inglese e il Bimbo – è composto da quelli che sembrano essere rapinatori e “mercenari” da poco, alla ricerca di soldi facili, di prostitute e di riscatto economico. Quest’ultimo, potrebbero averlo trovato: con i soldi guadagnati dall’ultimo lavoro, si unisco a un altro gruppo criminale per rapinare il furgone portavalori di un grande capo della malavita romana. La notte scelta per la rapina, non potrà che essere una notte di luna piena.

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Al timone della sceneggiatura troviamo Michele Monteleone e Dario Sicchio, che scelgono un approccio narrativo pluricodico: l’impianto della storia è quella tipica del noir, con frasi e battute ad effetto, in cui sono disseminati indizi ed elementi in attesa di essere ricostruiti con i numeri seguenti, mentre i dialoghi sono infarciti con lo slang tipicamente romano. L’effetto è un piacevole cortocircuito tra un sentore di familiarità e la riscoperta del sottobosco drammatico tipico del genere poliziesco. Roma, dunque, diventa il credibile set di un noir all’italiana orrorifico che coniuga felicemente i canoni di entrambi i generi di riferimento.

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Pietrantonio Bruno ha l’oneroso compito di aprire le danze grafiche dell’Universo Cosmo e lo fa aderendo all’atmosfera della sceneggiatura: la Città Eterna è cupa, piena di ombre, ma nei pochi scorci mantiene la sua riconoscibilità. È una città popolata di mostri e le spesse chine di Bruno ne certificano l’atmosfera horror. Le figure sono spigolose, caricaturali, e spesso occupano interamente le vignette per agguantare il lettore e porlo nella prospettiva degli antieroi protagonisti. Palese è la grande attenzione rivolta alla costruzione narrativa del layout, che permette a Bruno di creare serrate scene d’azione dalla grande forza cinematografica.

La lunga gestazione di due anni di Caput Mundi porta i suoi frutti: il primo numero, “Città dei lupi”, fa intuire un vasto mondo in divenire che promette storie nere – specialmente grazie al terreno condiviso – dalle innumerevoli potenzialità narrative.

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Orfani: Sam 6, recensione: prima della fine

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Orfani, la space opera ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, fin dall’inizio si è configurata come una saga fantascientifica che, nella sua evoluzione, continua ad arricchirsi di elementi che in base alla “stagione” vengono di volta in volta svelati. Non a caso il format scelto è quello dei blocchi narrativi televisivi, con tanto di climax finale. Orfani: Sam 6, dunque, è un mid-season, un'interruzione a metà del ciclo narrativo, e –  come il modello televisivo americano insegna – è un momento fondamentale della trama, i cui elementi avranno una ripercussione, se non addirittura saranno determinanti, per l’intera seconda parte.

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La stagione dedicata a Sam ha visto, come motore dell’azione, il machiavellico personaggio della dottoressa Juric, nonostante questi sia morta alla fine di Nuovo Mondo giustiziata dalla stessa Sam ormai “corvo” cybernetico. Il ruolo della Juric è ancora determinante: è proprio la sua assenza ad essere fondamentale per le azioni della folta schiera di personaggi presenti. Nel corso delle stagioni passate e nel corso dei precedenti cinque numeri, le carte in tavola sono cambiate molto spesso ma la solida costruzione dei protagonisti principali ha permesso a questi di rimanere coerenti senza pindarici capovolgimenti identitari e senza, allo stesso tempo, far rinunciare agli sceneggiatori – Roberto Recchioni e Michele Monteleone – la possibilità di costruire l’incastro narrativo attraverso colpi di scena che, in questo numero, vanno a raccordare con più forza la stagione con le precedenti.

Prosegue la fuga nel deserto di Perseo e Andromeda, stavolta accompagnati dal clone di Ringo. Sam, difatti, è ancora in standby e il trio la sta portando dalla Dottoressa Marta Hack, l’unica con le competenze per riparare i danni della cyborg. Contestualmente, non si ferma l’inseguimento dei diversi gruppi che vogliono catturare i due bambini. Il pericolo maggiore si conferma essere il duo composto dal Governatore Garland e dal Generale Petrov, pronti a far resuscitare la nemesi per eccellenza della serie: la Juric.

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In Orfani: Sam 6 trova compiuta espressione la ricerca pluristilistica e plurinarrativa che ha caratterizzato l’intera narrazione fino ad ora: Fabrizio Des Dorides, Simone Di Meo, Andrea Accardi e Luca Casalanguida sono gli attori dello stile pluricodico del numero. L’atmosfera stile western si carica del gusto orrorifico con sterzate verso l’onirico, in un gioco stilistico e narrativo che agguanta il lettore: interessante e citazionista è l’intromissione surreale, in bianco e nero, di contaminazione nipponica alla Go Nagai, nel momento dell’esasperazione del personaggio di Sam. Numerosi sono le splash page che raccolgono l’azione dalla spregiudicata composizione che, spesso, rimedia l’estetica videoludica: continua, così, il felice sposalizio tra il linguaggio fumettistico tipicamente statunitense e il format bonelliano.

Orfani si conferma essere una serie che assume al proprio interno numerosi generi, operando un continuo passaggio tra canoni narrativi. Il mid-season di Sam ha il compito di sancire con forza tale volontà drammaturgica portando la trama verso un risoluzione che tarda ad arrivare, alimentando, così, le attese e le aspettative per l’agognato finale.

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Esce oggi Caput Mundi, serie che dà vita all'Universo Cosmo

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Vi abbiamo già parlato di Caput Mundi, la serie che dà vità all'universo a fumetti Cosmo. Il primo numero della testata è in vendita da oggi, vi riportiamo qui di seguito il comunicato ufficiale diffuso dall'editore:

"Caput mundi - i mostri di roma: arriva in edicola la serie a fumetti che racconta la guerra di potere dell’urbe

Editoriale Cosmo, la casa editrice che ha portato in edicola e in libreria fumetti come Altai & Jonson e Flash Gordon, annuncia l’arrivo di Caput Mundi - I mostri di Roma, serie nata da un’idea di Roberto Recchioni (curatore editoriale di Dylan Dog) che racconta la sanguinosa lotta per il potere in corso all'Ombra del Colosseo. Il primo numero, intitolato La città di lupi, sarà in edicola dal 21 settembre.

Caput Mundi - I mostri di Roma segna la nascita dell’Universo Cosmo, una dimensione immaginaria dove si svolgeranno le vicende e dove potranno incontrarsi i vari personaggi pubblicati dall’editore. Tra questi, Pietro Battaglia, vampiro siciliano, assassino e nemico di tutti, che attraversa e manipola i momenti più oscuri della storia italiana, creato da Roberto Recchioni e dal disegnatore Leomacs.

La serie sarà realizzata dal seguente team creativo: Giulio Antonio Gualtieri (curatore editoriale), Marco Mastrazzo (copertine), Michele Monteleone, Dario Sicchio, Giovanni Masi, Giulio Antonio Gualtieri e Roberto Cirincione (sceneggiatura), Pietrantonio Bruno, Francesca Ciregia, Antonio Mlinaric, Ludovica Ceregatti, Stefano Manieri, Fabiana Mascolo, Alessio Moroni (disegni), con il contributo ai layout di Elisa Di Virgilio.

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CAPUT MUNDI - I MOSTRI DI ROMA N. 1

CITTÀ DI LUPI
Soggetto: Monteleone/Recchioni/Sicchio
Revisione Testi: Roberto Recchioni
Sceneggiatura: Monteleone/Sicchio
Disegni: Pietrantonio Bruno
Cover: Marco Mastrazzo

Roma è una città di lupi famelici, pronti a tutto per sbranare nuove prede. Da Ostia al Pigneto, l'Urbe eterna preferisce il buio alla luce, abbandonandosi ad una lunga notte: il territorio di caccia ideale per chi ha denti aguzzi ed artigli pronti all'uso. A giocare con l'oscurità, però, si finisce per incontrare predatori ancora più spietati, come Pietro Battaglia.

Formato: 16x21cm, pagine: 144, b/n, prezzo: € 5,00"

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Orfani: Sam si prenderà una pausa dopo il numero 6

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La sesta stagione e conclusiva stagione di Orfani, intitolata Sam, si prenderà una pausa di tre mesi dopo l'uscita del numero 6. A parlarne è Roberto Rechioni, ideatore della serie insieme a Emiliano Mammucari, che dichiara che questa pausa da "midseason", che potrebbe essere ripresa da altre serie Bonelli in futuro, è una decisione presa in corsa per i ridotti tempi di produzione.

"Non riuscivamo più a stare dietro ai tempi si produzione visto che Orfani doveva essere, inizialmente, una serie di due stagione ed è diventata di quattro più due brevi. Ci siamo detti "facciamo come fanno le serie televisive e prendiamoci una pausa di mezza stagione". Oltretutto era una cosa che volevamo sperimentare anche in funzione di progetti futuri, per accorciare i tempi di produzione e mandare più rapidamente una serie in edicola, e questa ci è sembrata l'occasione adatta per provare minimizzando i rischi, visto che, come programmato da anni, la sesta è l'ultima stagione e possiamo rischiare cose diverse."

Di seguito, il post completo di Recchioni:

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