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Charlie Hebdo, numero speciale a due anni dalla strage

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Il 7 gennaio 2015 ci fu il terribile attentato alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo che portò alla morte di 12 persone. Il giornale, che prosegue la sua corsa editoriale, ricorda l'evento con un numero speciale di cui vi mostriamo la foto qui di seguito.

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"2017, finalmente la fine del tunnel" riporta la cover". Secondo il direttore Riss "Nel 2017 bisognerà essere più aggressivi. Il 2015 è stato l’anno della sopravvivenza, il 2016 quello della stabilizzazione". Lo scorso anno la rivista ha venduto circa la metà che nel 2015, con una media di 50.000 copie a settimana e 60.000 abbonati, per questo per Riss bisogna essere più aggressivi. La redazione, ora lavora in un bunker tenuto segreto con un sistema di sicurezza con vetri blindati e guardie armate che si stima costare un milione circa l'anno.

Il tutto mentre la città di Parigi rende omaggio alle vittime degli attentati del 2015, incluse anche la strage nel supermercato HyperCacher a Porte de Vincennes.

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Charlie Hebdo: numero anniversario e documentario su Netflix

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Il 7 gennaio 2015 è avvenuta a Parigi la strage alla sede di Charlie Hebdo, un anno esatto dopo uscirà un numero speciale dedicato all'anniversario del tragico evento. Per l'occasione la tiratura del giornale sarà di un milione di copie, molte delle quali già prenotate.
Ecco la copertina realizzata dal direttore Riss con la scritta "Un anno dopo l’assassino è ancora in fuga":

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Riss ha firmato anche l'editoriale in cui si legge “Come continuare a fare il giornale? A darci la forza è stato tutto ciò che avevamo costruito in 23 anni. Non saranno due stronzetti incappucciati a mandare all’aria il lavoro di tutta la nostra vita. Non saranno loro a far crepare Charlie. È Charlie che li vedrà crepare" (via Internazionale).

Nel numero sarà presente anche una selezione di vignette degli autori uccisi: Cabu, Wolinski, Charb, Tignous e Honoré.

Segnaliamo, inoltre, che sempre il 7 gennaio su Netflix verrà diffuso un documentario intitolato Je suis Charlie prodotto da Pyramide International e diretto da Daniel e Emmanuel Leconte.

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La copertina di Charlie Hebdo dopo gli attentati di Parigi

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La paura in Francia è iniziata lo scorso 7 gennaio, quando dei terroristi hanno fatto irruzione nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo compiendo una strage. Da allora, la rivista è stata sotto i riflettori del pubblico e dei media, diventando un simbolo, nonostante le numerose polemiche che ha continuato a suscitare. Ora, dopo i recenti attentati di Parigi, Charlie Hebdo torna in edicola e, naturalmente, la copertina non poteva non parlare del drammatico attacco terroristico.

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"Loro hanno le armi, si fottano, noi abbiamo lo champagne", recita il testo che accompagna il disegno realizzato da Coco. "Senza rendersene conto i parigini del 2015 sono diventanti un po' i londinesi del 1940, determinati a non cedere, né alla paura né alla rassegnazione. E' questa l'unica risposta che possiamo dare ai terroristi. Rendere vano il terrore che cercano di creare", si legge nell'editoriale di Riss. (Via Repubblica.it)

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Luz lascia Charlie Hebdo "è diventata una delle mie ossessioni"

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Proprio oggi vi abbiamo riportato la notizia che la Bao pubblicherà in Italia Catarsi, l'opera di Luz che parla della strage di Charlie Hebdo. Il disegnatore, celebre per le sue vignette su Maometto, e autore della cover post-strage, è scampato alla morte perché si era fermato in pasticceria a comprare dolci per i colleghi per il suo compleanno. Diventato un simbolo della rivista, Luz però non ha retto la pressione e, 5 mesi dopo i fatti di Parigi, ha annunciato che lascerà la testata.

Come dichiarato a Libération (via Corriere): "Non sarò più Charlie Hebdo ma sarò per sempre Charlie. È una scelta molto difficile, ci è voluto del tempo. Ma riprendere il controllo di me stesso, ricostruirmi, è diventata una delle mie ossessioni. Per me è ormai diventato difficile lavorare sull’attualità. È tanto tempo che rifletto sulla mia partenza, dopo gli attentati abbiamo dovuto ricominciare presto, fare il numero verde. Poi, c’è stata la volontà collettiva di andare veloci. Anche se io avevo bisogno di tempo, ho seguito per solidarietà, per non lasciare gli altri da soli. Solo che a un certo punto, è stato un carico troppo pesante da portare. Non siamo in tanti a disegnare, mi sono trovato a fare tre copertine su quattro. La chiusura di ogni edizione era una tortura perché gli altri non ci sono più. Passare notti insonni e convocare i morti, chiedersi cosa avrebbero fatto Charb, Cabu, Honoré e Tignous è massacrante".

Intanto, prosegue la polemica sui 4,3 milioni di euro che il giornale ha ricevuto dalle donazioni, denaro rinunciato totalmente a favore delle vittime e dei loro cari. La somma verrà versata alla “Cassa depositi e prestiti” e la loro ripartizione verrà affidata a una commissione designata su richiesta del giornale dal ministro della Giustizia francese.

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