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Speciale Repubblica Serie Oro

I Classici di Repubblica, tra prima e seconda serie, si avviano verso l'importante traguardo dei cento volumi pubblicati. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Francesco Meo e Luca Raffaelli, curatori della collana. Completano lo speciale una Guida alla lettura di questa serie oro e una raccolta di Recensioni di alcuni dei volumi più significativi.

Non ce ne vogliano gli amici della Panini Comics, ma è stato davvero arduo estorcere loro qualche notizia sulla prosecuzione della Serie Oro dei Classici di Repubblica.
Francesco Meo ci ha dato qualche conferma rassicurante: Persepolis, l’acclamata opera dell’iraniana Marjane Satrapi, sarà presentata in forma integrale e, come è giusto che sia, in bianco e nero, mantenendosi fedele alla versione originale. Interrogato sull’edizione di Watchmen (priva delle copertine e con qualche tavola scansionata di troppo), Meo ha detto: “Le copertine non ci sono per meri motivi di foliazione. Già l’albo così è stato praticamente regalato. Aumentare di un sedicesimo è stato considerato inopportuno. Questa è l’unica ragione. D’altronde chi volesse avere tutto, potrebbe prendere le edizioni precedenti più costose e per un pubblico ristretto. E chi vuole davvero tutto deve solo attendere l’Absolute Edition. Per la qualità di stampa abbiamo usato i materiali che la DC ci ha fornito, precedenti il recente lavoro di restauro.”
Meo ci ha poi confermato che gli autori hanno piena voce sulla eventuale colorazione delle loro opere e che questa risponde ad una scelta ben precisa.
Per concludere, gli abbiamo chiesto quale sia stato il volume più venduto della Serie Oro (finora): “Il piu’ venduto? Tex… il meno venduto, non lo so. Non l’ho mai chiesto”.

Ma passiamo a Luca Raffaelli, anche lui indaffaratissimo con la cura di questa collana “che va [...] molto meglio di quanto ottimisticamente sperato all'inizio”

Quali sono stati a suo avviso gli ingredienti che più hanno determinato il successo dell'iniziativa di Repubblica e quali, al contrario, sono stati i difetti, o comunque gli elementi in qualche modo perfettibili?

La qualità dei fumetti pubblicati, l'ottimo rapporto qualità/prezzo, la serietà della confezione editoriale, la scelta dei titoli. Elementi perfettibili? Presumo tanti come in tutte le vicende umane. Ma bisogna anche vedere da quale punto di vista si giudicano. Per esempio il formato della prima serie era molto perfettibile ed è stato perfezionato nella seconda. Sulla scelta dei personaggi e delle storie, poi, si potrebbe parlare a lungo, all'infinito. Se io avessi dovuto stilare una mia personale lista non sarebbe stata la stessa che è poi stata pubblicata. Ma mi pare anche giusto così: questo è un lavoro che tra Repubblica e Panini vede tante persone e tante diverse motivazioni coinvolte. E poi devo dire che certe scelte popolari e "facili" si sono dimostrate importanti per la continuazione della collana, e dunque positive anche per le scelte più autoriali.

L'enorme successo commerciale ottenuto dai Classici di Repubblica ha riportato il fumetto nelle case di centiaia di migliaia di italiani, dimostrando l'esistenza di una vasta platea di potenziali lettori che il fumetto forse non sapeva nemmeno di avere. Una vasta platea che però, almeno per il momento, sembra limitare i suoi acquisti ai soli volumi di Repubblica. Secondo lei i nostri tradizionali editori fumettistici hanno lavorato abbastanza per cercare di sfruttare il possibile "traino" di Repubblica e, soprattutto, cosa dovrebbe fare il mondo del fumetto per tentare di fidelizzare questi lettori?

No, non hanno lavorato abbastanza. Però bisogna anche dire che non è detta l'ultima parola. E che gli effetti potranno vedersi anche tra un qualche tempo, con un po' di pazienza. Comunque devo anche raccontare questo: dopo la pubblicazione del classico di Jiro Taniguchi (uno di quelli non andati benissimo) sono voluto andare in giro ricognitivo tra le fumetterie di Roma. Bene, i libri di Taniguchi erano esauriti grazie ad acquisti successivi all'uscita del classico. Significa che quelli che l'avevano comprato e letto ne erano rimasti entusiasti ed erano andati a comprare le altre opere dell'autore giapponese. Significativo, no?


Carlo Del Grande
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