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Mazinga Story - prologo

Entrate…

…nel mitico mondo di Mazinga & Goldrake

con…

Mazinga Story

di Andrea "Tetsuyatsurugi" Marchino

PROLOGO - “NASCITA DI UN ROBOT PRODIGIOSO”.


“MAZINGA Z È CORAZZATO IN ULTRALEGA Z E ALIMENTATO DALL’ENERGIA FOTOATOMICA, CONTIENE ARMI IRRESISTIBILI DI OGNI TIPO.
IL ROBOT È PERFETTO, NON C’È NULLA DA CORREGGERE O DA MODIFICARE”.
“CON MAZINGA Z POTRAI ESSERE COME UN DIO O COME UN DEMONE, DIPENDE DA TE.
SARAI CONOSCIUTO COME UN ESSERE SUPERIORE!”
(JUZO KABUTO, 3 DICEMBRE 1972)


Era il lontano 3 Dicembre del 1972 quando in Giappone andò in onda la prima puntata di una serie televisiva epocale destinata a diventare in seguito popolarissima anche a livello mondiale, ovvero quella di uno sconosciuto e assolutamente innovativo (ai tempi) “superobottone” chiamato Mazinga Z che aveva già iniziato ad imperversare dal Settembre dello stesso anno (come manga completo scritto e disegnato dal suo autore/creatore Go Nagai sulla rivista Shonen Jump della Shueisha) per poi approdare pochi mesi dopo in tv, decretando il successo di un personaggio che dura ancora oggi e l’avvio definitivo di quel grande genere dell’animazione nipponica definito “robotico” che per anni ha anch’esso mietuto consensi un po’ ovunque nel mondo.

Il titolo italiano della puntata (trasmessa dalla Rete 1 il 21 Gennaio del 1980 alle 17:30) fu proprio quel “Nascita di un robot prodigioso” che appare in alto e che non poteva non essere usato per aprire anche questa “Mazinga Story” che si ripropone di ripercorrere tutte le vicende di questi mitici personaggi; il fulcro, o meglio uno dei grossi pilastri di tutta la vicenda, è racchiuso proprio nelle (opportunamente sopracitate) ultime parole del creatore di Mazinga Z, il professor Juzo Kabuto, che muore (vedremo poi come e perché) proprio all’inizio della serie e lascia la sua eredità nelle mani dei nipoti affinchè la usino per difendere l’Umanità dagli attacchi dei terribili mostri del Dottor Inferno (un nome, un perché).

Prima di iniziare sono necessarie due premesse importanti:
1) I collegamenti nelle opere e tra le opere di Go Nagai (e in quelle robotiche in particolare) sono molteplici e intricati soprattutto per via del fatto che le diverse serie vantano versioni sia televisive che fumettistiche ed è ovvio che differiscano per dei particolari, anche perché spesso, per esigenze di produzione, si cambiavano fatti e situazioni con estrema disinvoltura; il problema è che talvolta la versione a fumetti aiuta a capire molto meglio la serie tv (come nel caso dei Mazinga e di Goldrake) altre volte c’entra molto meno (come per il manga dei Getter Robot con le loro prime serie televisive degli Anni ’70), mentre altre volte ancora ci sono delle contraddizioni tra le serie tv e il fumetto anche notevoli.
Insomma, un vero casino, ma il bello è proprio districarsi nella marea di citazioni e rimandi sparsi ovunque nelle opere di Nagai.
2) Siccome i collegamenti tra le serie di Mazinga/Goldrake/Getter sono comunque notevoli suddivideremo questa “Storia di Mazinga” in blocchi precisi (leggibili anche a sé) in modo da renderla più comprensibile e scorrevole; eviterò di approfondire troppo anche se ci sarà l’impressione di avere a che fare con un universo vastissimo (ed infatti è così, aggiungete versioni diverse su “media” diversi di taluni avvenimenti e se volete capire qualcosa dovrete mettervi comodi e avere un minimo di pazienza).

Per comprendere meglio la trama di Mazinga Z conviene partire quindi dalla storia delle origini del Dottor Inferno (l’acerrimo nemico del Nostro) che tanto per gradire in tv non è mai apparsa e che nei fumetti è reperibile ma solo nella versione disegnata da Gosaku Ota e rispolverando anche alcune notiziole interessanti da un dossier di Federico Colpi (apparso sull’ormai lontana Mangazine 23 della Granata Press), apprendiamo che:
_Go Nagai da l’avvio al manga di Mazinga Z a Settembre (del ’72), ma il successo della serie tv mandata in onda successivamente porterà la Shueisha ad interromperne (incredibilmente) la pubblicazione.
_La serie tv parte infatti due mesi dopo e il manga cambiando editore modifica anche il taglio delle storie che diventerà più infantile (peraltro a Nagai in quel periodo interessava più portare a termine Devilman).
_Dal primo volume di Mazinga Z sempre by Granata Press (Manga Classic 1, Marzo 1992) sappiamo inoltre che all’epoca il manga ebbe un tale successo che Nagai ne produsse innumerevoli versioni, per editori diversi e per un pubblico giovane se non giovanissimo, da solo o in tandem con altri autori, ma la versione definitiva e ufficiale del manga di Mazinga Z è quella di Go Nagai (ai testi) con Gosaku Ota (ai disegni), ritenuta dall’autore stesso la più “adulta” di tutte e in assoluto la più rappresentativa della storia di Mazinga (con diversi punti in comune con la serie tv e anche molte divergenze).

In Manga Classic 11(l’ultimo numero del Gennaio 1993) veniamo quindi a conoscenza della tormentata esistenza del Dr.Hell; nato il 6 Settembre 1902 nella zona del bacino del Reno in Germania (!) da madre prostituta e padre ignoto, veniva deriso ed evitato da tutti anche perché (come se non bastasse) era pure brutto.
A scuola riusciva però molto bene nonostante tutto (era un genio insomma), ma anche qui tutti lo prendevano in giro e quando prendeva il voto massimo ad un compito non veniva creduto; anzi, con quella faccia li “un poveraccio morto di fame” NON può prendere 10 in un compito, di sicuro aveva copiato!!!
E giù mazzate…
Diciamo che crescendo così un filino incazzato lo sarebbe chiunque; tuttavia, a dispetto di tutte le avversità, il genio è il genio e la fama di brillante studente anche se un po’ sinistro e inquietante si fa strada presso tutti.
All’Università ci arriva appunto grazie ad una borsa di studio nel 1920 ottenuta con i suoi voti brillanti, e sempre all’Università conosce nientemeno che la giapponese Yumiko Shiozawa, FONDAMENTALE nell’economia delle serie dei Mazinga!
E voi direte, ma chi cavolo è?
E’ nientemeno che la fidanzata di Juzo Kabuto, l’inventore di Mazinga Z, ovvero la madre di Kenzo Kabuto, l’inventore del Grande Mazinga e infine anche la nonna di Koji Kabuto, pilota del primo Mazinga.
Mica una qualunque!
il Dr. Inferno conosce entrambi all’epoca dei suoi studi quindi; Juzo Kabuto gli espone le sue teorie sull’energia FOTOATOMICA che Hell correggerà affinchè funzioni, decretando in pratica già in partenza la sua sconfitta prima ancora di essere preda di deliri di onnipotenza e di conquista del mondo!
La questione spinosa è che lavorando assieme a Juzo e a Yumiko (gli unici con i quali si trovava a suo agio per via delle menti brillanti che li accomunava) si innamora di quest’ultima salvo poi scoprire con orrore (e raccapriccio) che in realtà Juzo e Yumiko erano già fidanzati da tempo (da prima di partire dal Giappone per venire a studiare in Germania) e che anzi erano in procinto di sposarsi.
E diciamo che Hell non la prende mica tanto bene.
Ma come se non bastasse scopre che per aver perso tempo dietro a Yumiko ha trascurato gli studi ed ora nella graduatoria degli studenti più meritevoli lui è scivolato in basso mentre Juzo è molto più in alto.
Di che far incazzare anche un santo insomma e infatti d’un tratto tutta la vita travagliata di Hell riaffiora e lo travolge nella forma di un delirio paranoico che lo porta a credere di essere perseguitato da tutto e da tutti (e non è che avesse completamente torto) ma SOPRATTUTTO da quel (bastardo di) Juzo Kabuto che l’ha bellamente preso per in giro (per usare un eufemismo).
E Hell si vendica cercando di farlo fuori a pistolettate (!) ma purtroppo sbaglia la mira (altro grosso errore).
In virtù del suo buono stato a livello di profitto e del fatto che nessuno ci ha rimesso la pelle la cosa viene lasciata cadere (soprattutto da Juzo che non vorrebbe infierire), ma Hell oramai è preda definitivamente della pazzia, del suo delirio di onnipotenza (sviluppato per compensare le angherie di tutta una vita) e si isola sempre più.

Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale (oramai laureato da tempo), viene assoldato dai nazisti per costruire nuove armi.
Compie esperimenti sugli ebrei ad Auschwitz e ricostruisce come cyborg un ufficiale che arriva dal fronte praticamente morto (un certo Blocken!).

A dispetto del suo genio i nazisti perdono la Guerra (ma a detta sua se avesse avuto ancora un po’ di tempo avrebbe potuto sviluppare l’arma invincibile e ribaltare le sorti del conflitto), comunque l’Accademia Internazionale delle Scienze lo chiama (ignorando il suo passato) per svolgere ricerche archeologiche sull’isola greca di Bados (in alcune traduzioni figura come Bardos) dominata nell’antichità dal popolo dei Micenei che respingevano i nemici con giganti che sparavano fuoco dal petto; erano forse robot??.
Il Colosso di Rodi è probabile che fosse uno di essi.
Della spedizione faceva parte anche Juzo Kabuto, che Hell ovviamente non aveva mai smesso di odiare.
Durante la spedizione Hell trova una grotta con centinaia di questi giganti e riuscito a prendere il controllo di alcuni di essi stermina tutta la spedizione tranne uno che si salva.
Esatto, Juzo Kabuto (quel bastardo di).

Adesso però Hell ha bisogno di una valanga di soldi (miliardi di dollari) per ricostruire/rinforzare i robot giganti che ha trovato, costruire basi e fortezze d’attacco e formarsi un piccolo esercito di schiavi (le Maschere di Ferro) a cui trapianta un cervello elettronico per poterli comandare.
Ed ecco che gli arriva in soccorso il Conte Blocken, che con la sua rete di spie (gli Elmetti di Ferro) riesce a prendere il comando dell’organizzazione della Union Corse, un gruppo che era penetrato nell’economia europea più a fondo della mafia!

Hell può quindi iniziare a costruire la propria base a Bados dove scopre i cadaveri di due mummie, un maschio e una femmina; indovinate un po’ cosa ci fa?!
Esatto, le taglia a metà e poi ne mette assieme due pezzi spaiati e ribattezza il tutto “Barone Ashura”!
In fondo è un genio si, ma del male (diabolico Dr. Inferno!).
Contemporaneamente gli arriva la notizia che Kabuto aveva scoperto il Japanium, costruito la superlega (o ultralega) Z e fondato l’Istituto per la ricerca dell’energia Fotoatomica e capisce che potrebbe essere per lui un serio ostacolo nei suoi piani di conquista del mondo.
Decide quindi (sai che novità) di farlo fuori, ma anche qui commetterà un errore che si rivelerà in seguito fatale; Ashura riesce a far saltare la casa di Juzo Kabuto uccidendo il professore proprio nel primo ep. (sia del manga che della serie tv), ma poi compiuta la missione scappa in tutta fretta ignorando che in cantina il buon professore nascondeva un popò di robottone pronto da acchiappare al volo chiavi in mano!
Mazinga Z era lì ma loro non se ne sono accorti…

Da queste vicende (benchè narrate come ho detto successivamente) prende l’avvio sia la serie tv che il manga di Nagai/Ota e, cronologicamente parlando, risulta interessante partire proprio dall’ultimo volume del manga di Mazinga Z per capire meglio tutti i retroscena della serie; purtroppo oggi come oggi questo fumetto in Italia è difficilissimo da reperire e pure molto costoso, tuttavia se avete 15 Euro da investire agguantate al volo almeno il numero 11 di Manga Classic, essendoci anche la conclusione della serie di Mazinga Z (che in tv non è mai apparsa in Italia) e l’avvio di quella del Grande Mazinga, ne vale solo la pena.

Prima di concludere questo prologo s’impone però il racconto delle origini di Mazinga Z come originariamente concepite da Go Nagai stesso-lui-medesimo-in-persona.
La leggenda (tratta da un altro dossier apparso anni e anni fa sul numero 19 di Mangazine), narra di un Nagai su un’auto imbottigliato nel traffico, situazione che lo portò ad immaginare che dalla macchina fuoriuscissero gambe e braccia grazie alle quali poter letteralmente scavalcare le altre automobili continuando a pilotare il curioso mezzo rimanendo comodamente seduto nello stesso posto del guidatore.
La cosa curiosa è che l’anno scorso (Gennaio 2002) in uno dei Miti Mondadori dedicato alla Banda Bassotti, tra una storia di Barks e una di Cavazzano e Scarpa compare la ristampa di una recente avventura di Paperone nella quale i Bassotti tentano l’assalto al Deposito a bordo di un sofisticato mezzo; trovandosi però imbottigliati nel traffico (!), Nonno Bassotto, con sommo stupore dei suoi nipoti, attiverà un meccanismo che farà fuoriuscire gambe e braccia al veicolo (!!) grazie alle quali potranno letteralmente scavalcare le altre auto e proseguire (!!!).
Le influenze di Nagai finiscono per arrivare nei posti più impensati…inquietante non trovate?!?

Dopo questo lungo ma necessario prologo le prossime puntate di questa Mazinger Story saranno:
1) La prima parte della serie di Mazinga Z arrivata in Italia e il team-up con il Devilman televisivo.
2) La conclusione della serie di Mazinga Z e le prime apparizioni del Grande Mazinga.
3) …e se l’iniziativa avrà un riscontro positivo vedremo man mano di aggiungere gli altri tasselli mancanti a a partire da quell’altrettanto mitico e famoso “robottone” che è stato Ufo Robot Goldrake!


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