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Roma Cartoon 2005: reportage di RRobe

I Gironi Infernali di Rinaldo Traini

Una tradizione praticamente consolidata delle fiere fumettistiche è che più sono buone, più il tempo è brutto... su Roma Cartoon, la nuova manifestazione di Rinaldo Traini, il sole ha battuto forte per tutte e tre le giornate.

Peccato perché questa volta la struttura era ottima e di prestigio (il Palazzetto dello Sport di Roma).
Peccato perché le mostre avevano un buon numero di tavole originali e la presenza di ospiti italiani e internazionali era più che discreta.
Peccato perché l’inaugurazione della mostra coincideva proprio con l’uscita di un nuovo progetto Bonelli e l’occasione sembrava perfetta per prendere due piccioni con una fava.
E allora cos’è che è andato storto?
Non saprei proprio da dove cominciare...
Prima di tutto parliamo della distribuzione degli spazi e nei percorsi espositivi.
A vedere come la mostra era organizzata viene da pensare che Traini si sia affidato a Michael J. Fox per fare la piantina della sua nuova esposizione... gli stand erano semplicemente buttati a caso e sperduti in una struttura di non semplice decodificazione.
Due corridoi ad anello erano dedicati ai negozianti, gli antiquari, la ludoteca e le fanzine... lo spazio centrale era per gli editori, ma visto che di editori e distributori ce ne erano veramente pochi (di cui solo uno di un certo peso: la Bonelli) anche questo spazio era in larga parte occupato da negozianti.
Tra il primo e il secondo livello trovava posto un piccolo livello intermedio dedicato alle mostre e alla sala conferenze... inutile dire che data la quasi totale assenza di segnaletica, l’area era praticamente introvabile (ma erano introvabili anche i bagni o le scale per passare da un livello e l’altro).
Come ciliegina sulla torta non poteva mancare il colpo di coda del grande vecchio delle mostre fumettistiche italiane: fuori dal palazzetto c’era uno spazio per gli espositori di stereo automobilistici (?!?) con alcune belle figliole in abiti discinti.
Ora non vorrei che letta questa descrizione voi possiate pensare che la fiera sia stata un totale fiasco... la fiera ha mostrato lati molto peggiori.

Per esempio il fatto che nonostante gli ospiti ci fossero, era praticamente impossibile incontrarli.

Sì, è vero, ci sono stati alcuni incontri e conferenze ma visto che nessuno le segnalava e visto pure che la sala conferenze era introvabile come l’Arca Perduta, non si può certo dire che i lettori abbiano avuto vita facile per strappare un disegnino o una firma a gente come Boucq, Altuna o Mastantuono o per ascoltare le poche conferenze a disposizione.
Non parliamo poi del fantomatico premio assegnato da una giuria ancora più fantomatica a una rosa di candidati del tutto sconosciuta (nel senso che nessuno ha avuto modo di sapere nulla a riguardo delle nomination) in una cerimonia di premiazione avvolta nelle nebbie.
Curioso.
La cosa migliore che si possa dire di questa fiera è che l’organizzarla in un palazzetto dello sport ha ricordato le vecchie e belle Lucca di una volta... ma qui finisce il parallelismo con la vecchia Lucca Comics.
In sostanza:
orrenda organizzazione degli spazi, inesistente apparato critico-culturale, proiezioni nulle, appeal commerciale pari a zero, scarsa partecipazione degli editori, impossibilità di avvicinare gli ospiti presenti, mostre discrete ma difficili da vedere.
Questa fiera sembra essere stata organizzata per non essere goduta da nessuno, come se quello che contasse davvero fossero più i finanziamenti ottenuti per organizzarla piuttosto che una buona riuscita per i frequentatori.


Ancora una volta viene gettata al vento la possibilità di fare una buona fiera di fumetti a Roma.
Peccato.


Roberto "RRobe" Recchioni

Carlo Del Grande
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