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Giovanni Russo: Lucca Comics 2006

Intervista a cura di Carlo Del Grande, Andrea Gadaldi e Fabio Maglione.

Sulle pagine di Comicus.it parliamo con Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics. Ciao Giovanni, finita la fiera è tempo di bilanci.
Una Lucca, quella di quest'anno, che sembra non aver scontentato nessuno: affluenza massiccia, negozianti lucchesi felici, visitatori non più abbandonati nella landa della zona-fiera in periferia, espositori soddisfatti. Possibile che sia andata così bene?


Che dire? Non posso che prendere atto con soddisfazione di quello che stanno dicendo un po’ tutti. Se poi mi chiedi se ci siano stati problemi, cose che non hanno funzionato a dovere, necessità di miglioramenti da apportare in futuro, ti rispondo: a bizzeffe. Nessuno qui ha la presunzione di aver organizzato la manifestazione perfetta.

Il tempo meteorologico ha giocato un ruolo fondamentale: probabilmente se avesse piovuto saremmo qui a parlare del disastro di fango e della difficoltà degli spostamenti tra le varie aree della fiera. Per l'anno prossimo pensate di cautelarvi in qualche modo? Per dirne una: Napoli Comicon ha spostato la propria manifestazione in un periodo in cui il bel tempo è pressoché certo.

È vero, il tempo ci ha aiutato. Ma è ovvio che la pioggia è una variabile che abbiamo ben presente e che teniamo nel debito conto. In linea di massima, non penso che in caso di pioggia la location in centro storico sia di per sé più problematica rispetto alla vecchia area fiera. Anzi, la città è in grado di accogliere il pubblico in modo molto più efficiente rispetto al passato, quando l’unico riparo era costituito dai nostri padiglioni. È quello che accadde nel 2003, l’ultima edizione a coinvolgere il Palazzetto dello Sport, che mostrò fin troppo chiaramente i limiti della vecchia disposizione, ormai incapace di accogliere un pubblico che negli ultimi anni era cresciuto esponenzialmente, e che ci spinse a cambiare ed a spostarci interamente sotto le più ampie tensostrutture che abbiamo usato nelle due edizioni precedenti a questa. Il cambiamento di quest’anno è stato assai più radicale, ma la filosofia che lo ha guidato è la stessa.

È chiaro comunque che quello di cui stiamo parlando non è tanto un problema meteorologico, ma strutturale: il punto è che la manifestazione è ormai di dimensioni enormi, e Lucca, che è una piccola città, non ha strutture dedicate in grado di ospitarla, e deve ricorrere a padiglioni che, ovunque locati, sono per definizione provvisori, precari. Il crinale stretto su cui ci muoviamo è lavorare da una parte per rendere la manifestazione sempre più grande e più ricca, e affrontare dall’altra i problemi causati dalle maggiori dimensioni e affluenza. È mia opinione che per il fumetto sia vitale avere una grande manifestazione nazionale, in grado di fungere da punto di riferimento per gli operatori e di catalizzare l’attenzione dei media, ed è questa la direzione su cui ci siamo mossi con decisione negli ultimi anni. Rispetto a soli pochi anni fa abbiamo compiuto dei passi da gigante, e siamo orgogliosi dei risultati raggiunti. I problemi logistici derivanti da questa impostazione sono però intuibili, ed hanno dettato tutti i cambiamenti avvenuti edizione dopo edizione. È chiaro che, finché si svolgerà in strutture provvisorie, la pioggia sarà sempre una variabile negativa nell’economia della manifestazione, una fonte di disagi e problemi. L’obiettivo è quello di ridurre questi disagi al minimo, preservando le funzionalità basilari, soprattutto dal punto di vista della vivibilità e della sicurezza. Da questo punto di vista quasi mi dispiace che almeno un giorno non abbia piovuto, sarebbe stata un’utile esperienza per il futuro. Una cosa comunque è certa: una Lucca completamente priva da difetti è un’utopia, e siamo noi che la organizziamo i primi ad esserne consapevoli. Personalmente sono però ottimista, e penso che i vantaggi della dislocazione cittadina superino di gran lunga gli svantaggi. È confortante anche l’esempio di Angouleme, che spesso si svolge in condizioni meteorologiche persino più disagiate delle nostre.

La questione della data è un argomento spinoso: è vero che fine ottobre è una data meteorologicamente a rischio, ma è anche vero che è collocata strategicamente a ridosso dell’inverno e delle festività natalizie, il periodo in cui tutti gli editori giocano le loro carte più importanti. Una manifestazione in autunno porta con sé qualche problema in più, ma anche molti più vantaggi per il settore, specie in un mercato che non vive su grandi numeri come quello italiano. Lo abbiamo ben imparato qui a Lucca, quando facevamo due edizioni l’anno: oltre a danneggiare l’immagine complessiva della manifestazione, che veniva psicologicamente declassata da grande evento ad un più banale “mercatino del fumetto” su base periodica, l’edizione primaverile è sempre stata quella in tono minore, a fronte di costi di allestimento quasi analoghi.

Questione bracciali. Che senso ha avuto farli indossare se poi ogni volta era necessario mostrare comunque il biglietto? A quel punto niente bracciale e mostrare sempre il biglietto non sarebbe stato meglio?

È una questione che andrà un po’ tarata, in effetti. Il punto comunque è trovare un compromesso fra tutte le varie esigenze in gioco. Per semplificare al massimo un problema che è assai più complesso, diciamo che dal punto di vista SIAE l’ingresso ai padiglioni dovrebbe essere regolato mostrando il biglietto regolarmente emesso. È ovvio però che questo pone dei problemi non indifferenti, visto che con un singolo biglietto potrebbero entrare, a turno, un numero illimitato di persone. Il braccialetto di per sé è molto più sicuro, ma dal punto di vista della normativa è un po’ più problematico. Alla fine il compromesso è stato quello del doppio controllo, fermo restando che, in caso di code all’ingresso dei padiglioni dovute alla potenziale macchinosità della procedura (eventualità che non si è poi verificata) saremmo passati al solo controllo del braccialetto.

Anche per quanto concerne il versante Cosplay e Music & Comics pare sia andato tutto liscio, senza particolari intoppi, con la città di Lucca felicemente invasa da una miriade di appassionati in costume, con un programma musicale particolarmente ricco e vivace e con il grande successo del concerto de I cavalieri del Re, che ha riempito in ogni ordine di posto piazzetta e strade limitrofe adibite all'evento.
La suddivisione degli spazi all’interno della città ha funzionato anche in questo caso.
Cosa dobbiamo aspettarci per gli anni a venire per questi aspetti della fiera?


Questi aspetti di entertainment, comunque sempre rigorosamente a tema, sono stati spesso fraintesi, ma in realtà sono assolutamente fondamentali per una manifestazione che si dà degli obbiettivi di visibilità di un certo tipo. Lo stesso vale per Lucca Games. È un punto che sottolineo spesso, e ci tengo a farlo anche stavolta: a chi si lamenta della presenza dei Games, del Cosplay o di elementi musicali in fiera rispondo che se Lucca Comics & Games ha raggiunto le dimensioni attuali è perché solo insieme questi elementi hanno potuto fare massa critica e creare un tutto che è superiore alla somma delle parti. E una grande manifestazione “popolare”, capace di fare grandi numeri e di generare un volume di affari che solo Lucca Comics & Games è in grado di garantire, è nell’interesse di entrambi i settori, e in particolare di quei piccoli editori che hanno spesso le proposte più difficili e che hanno bisogno di maggior visibilità. Nell’ottica della sinergia fra i due settori, approfitto per sfatare il mito che i Comics sarebbero “trainati” dai Games: non è così, e non è mai stato così, visto che se il fumetto è comunque un mercato di nicchia, quello del gioco rappresenta una nicchia ancora più piccola.

Un bilancio di questa ultima Lucca: quali saranno gli errori che cercherete di evitare per il prossimo Festival e cosa invece rimarrà invariato?

Come dicevo prima, di aree di intervento ce ne sono parecchie, nei più svariati settori. Tralasciando per un attimo la logistica, dal punto di vista più propriamente funzionale l’anno prossimo si farà senz’altro qualche aggiustamento al meccanismo dei Gran Guinigi, sempre nel solco della direzione intrapresa (quella delle submission), che penso sia quella giusta. C’è qualche altra novità che mi piacerebbe introdurre, ma è ancora prematuro parlarne visto che molto dipenderà dalle risorse a disposizione. Quello che resterà invariato è il focus sui servizi, che rappresentano la vera missione di una manifestazione di settore quale Lucca Comics & Games vuole essere: di cosa ha bisogno il settore? Come manifestazione, quale servizi posso e devo offrire? I risultati si stanno cominciando a vedere: il Project Contest ha prodotto il suo primo albo, ed è un prodotto di grande qualità; il programma di incontri con gli editor ha riscosso un grande successo, con più di 500 richieste in 5 giorni; la presenza di qualificati operatori stranieri come Diana Schutz ha costituito un'importante occasione di confronto e di affari, per lei come per gli addetti ai lavori italiani (non entro nei dettagli, ovviamente) coi quali ha stretto accordi assai interessanti; le presentazioni editoriali e gli incontri sono quasi raddoppiati rispetto allo scorso anno, e lo Showcase continua a dimostrarsi un ottimo sistema sia per valorizzare gli autori che per promuovere specifiche novità editoriali; l’Area Pro ha visto aumentare le sue funzioni ed è andata assumendo anche un non secondario ruolo di rappresentanza, come testimoniano sia la partnership con Astorina, per quel che riguarda gli arredi, che il sontuoso buffet col quale Star Comics ha celebrato i suoi venti anni di vita editoriale; le collaborazioni con gli editori si sono moltiplicate, in un'ottica che li vede sempre più nel ruolo di partner che non in quello di semplici espositori.

Sappiamo che anche il direttore di Angouleme era presente a questa Lucca. Qualche iniziativa tra i due Festival bolle in pentola?

È mia opinione che i principali festival europei debbano collaborare, e guardare al loro settore da un punto di vista continentale e non più solo nazionale. Basti pensare a quanti autori italiani lavorano all’estero, o a quanti editori hanno ormai superato le loro barriere nazionali: si pensi solo a Panini, o alla spagnola Planeta DeAgostini, che non a caso era presente a Lucca con tutto il suo stato maggiore. Su specifiche iniziative che possano bollire in pentola, al momento mi trincero dietro il più classico dei no comment. :-)

Grazie Giovanni e complimenti per l'organizzazione di questa edizione di Lucca Comics & Games. Alla prossima!



Carlo Del Grande
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