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Il lato Psycho del Pop: intervista a Micol Beltramini

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Micol Beltramini, nota scrittrice e dal 2013 editor della collana Psycho Pop della casa editrice Edizioni BD, riguardo alla natura di questa particolare etichetta senza paragoni sul mercato italiano. Abbiamo chiesto informazioni riguardo alla mancanza di uscite da un anno a questa parte e sulle novità che verranno portate a Lucca Comics & Games 2015, ossia In Real Life di Cory Doctorow e Jen Wang e Velenose di Thomas Gilbert. Trovate tutto qui sotto, mentre se volete qualche informazione in più relativamente ai volumi che vengono citati in questa intervista, potete trovare qui la nostra recensione di Marbles di Ellen Forney, mentre qui quella di Sock Monkey Treasury di Tony Millionaire.
Per i milanesi poi, segnaliamo, come riportato anche più avanti, che martedì 27 ottobre alle 18, da Supergulp sul Naviglio Grande, sarà possibile incontrare Gilbert per la presentazione del suo volume.

Benvenuta su Comicus! Innanzitutto, cominciamo con una piccola introduzione: come è nato il progetto editoriale Psycho Pop?

Grazie per il benvenuto! Dunque, nel 2013 Edizioni BD mi ha chiesto di curare una collana di fumetti: sceglierli, contattare gli autori, tradurli, pubblicarli. Ti devo dire la verità, quasi non ci potevo credere: già sono cose che non ti capitano in generale, pensa nei fumetti - uno dei miei ambiti di elezione sì, ma a decisa predominanza maschile. Col tempo però ho capito che probabilmente mi hanno scelta proprio per questo: ero, e sono, una figura diversa. E, forse questa è la chiave: entusiasta. Così ho creato un grande contenitore, Psycho Pop appunto: 'psycho' tende a riferirsi ai temi (tutte le distorsioni di realtà che per me sono interessanti), 'pop' allo stile (disegni, colori, narrazione, organizzazione della tavola, e via dicendo).

Con quali criteri stabilisci se un'opera è papabile per questa etichetta? Come scegli i prodotti da pubblicare?

Una delle cose di cui sono più contenta è che mi sia stata lasciata la libertà di pescare dove volevo. Il che significa che lo scouting per Psycho Pop non si limita ai nuovi cataloghi o alle proposte degli agenti: se un fumetto non è mai stato pubblicato in Italia posso andarmelo a prendere dal passato, per esempio, o dal web. Ovviamente la scelta non dipende solo da me: deve metterci tutti d'accordo, in casa editrice. Vale a dire che su, diciamo, cento titoli valutati, alla fine la spunta uno solo. Però di una cosa puoi star certo: quell'uno sarà speciale. A livello di disegni, di storia e di cura dell'edizione. I fumetti che scelgo sono i fumetti che vorrei leggere.
Sono una lettrice estremamente selettiva.

Condizioni di Nate Powell per esempio è un volume inesistente nel resto del mercato mondiale, escluso quello italiano. Un unicum editoriale che di certo ha lasciato il segno, non solo per la bellezza delle storie contenute. Come è nata l'idea di realizzare un volume del genere? Quale è stato il processo per crearlo da zero? Lo rifaresti ancora in futuro, qualora si presentasse l'occasione con un altro autore?

Conosco Nate da prima che venisse pubblicato in Italia, avevo tutti i suoi libri in originale. Un volume enorme raccoglieva le sue prime storie brevi. Si chiamava Sounds of your name, bel titolo in inglese, ma in italiano non mi convinceva - così come una parte delle storie, troppo acerbe, probabilmente. Allora ho scritto a Nate e gli ho detto, 'Ehi, ti andrebbe di creare con me una raccolta solo per l'Italia? Vorrei scegliere le tue storie più belle, tradurle come Dio comanda, cambiare la cover e inventarmi un titolo che suoni meglio in italiano'. Nate ha accettato subito, ed è stato al mio fianco per tutta la lavorazione: abbiamo scelto insieme la cover, mi ha ridisegnato titolo e loghi, e quando il libro gli è arrivato in mano si è detto felicissimo. Se lo rifarei? Tutta la vita. Soddisfazioni così sono rare davvero.

Quale è stato il titolo in cui hai creduto di più, quello che più volevi pubblicare? Quale di questi titoli sei più fiera di aver portato in Italia?

Sono incredibilmente fiera di tutti, ma se proprio devo credo che sceglierò Sock Monkey. Mi era andato talmente di traverso che nessuno in Italia avesse pubblicato quelle storie così belle! Quando mi è arrivato il volume di Fantagraphics l'ho portato in redazione e nessuno riusciva a capacitarsi di quant'era bello. Ci siamo detti, dobbiamo farlo e dev'essere ALMENO altrettanto meraviglioso. Quando finalmente l'ho visto stampato mi sono commossa più di quanto mi sia mai commossa a tenere in mano per la prima volta un libro scritto da me. E di gran lunga, pure.

Dopo la pubblicazione di Sock Monkey di Tony Millionaire, avvenuta in occasione di Lucca Comics & Games 2014, non ci sono più state uscite per il catalogo Psycho Pop. Cosa è avvenuto in questo periodo di pausa? Come mai non ci sono state più uscite per un annetto circa?

Tutti noi di Edizioni BD eravamo molto impegnati su più fronti. Ci siamo detti: o impazziamo a fare le cose di fretta, o ce la prendiamo con calma e facciamo le cose per bene. Può essere un rischio non farsi vedere in libreria e fumetteria per un anno? Forse sì. Ma mi sento di dire che crediamo più nel dedicare la giusta cura ai nostri fumetti che nelle strategie commerciali di qualunque genere.

Come sono stati recepiti dal pubblico i titoli pubblicati? Quali hanno riscosso più successo? Puoi fornirci un bilancio generale di questa esperienza? A livello di apprezzamento da parte del pubblico, della critica - sempre molto positiva nei confronti di questi volumi – e di vendite?

Chi legge Psycho Pop sembra sempre entusiasta. Per diverse ragioni, tra l'altro. Prendi Marbles, per esempio, il fumetto in cui l'autrice, Ellen Forney, racconta con intelligenza, coraggio e ironia il suo disturbo bipolare. In tanti mi hanno scritto per dirmi che leggerlo li ha aiutati davvero. Magari conoscevano qualcuno che soffriva di un disturbo simile a quello della protagonista, o ne soffrivano loro stessi. Ha venduto bene, tra l'altro. E così Sock Monkey. E anche gli altri titoli se la sono cavata più che egregiamente. La critica, l'hai detto tu stesso, ne ha sempre scritto in termini molto lusinghieri. Ovviamente è una cosa che mi rende molto felice. Cerchi di lavorare meglio che puoi, è bello quando leggi che il tuo lavoro viene apprezzato.

velenose

Potresti parlarci dei titoli che porterete a Lucca Comics & Games?

Sono tre i titoli di Psycho Pop in uscita per questo autunno. A Lucca ne avremo due: In Real Life di Cory Doctorow e Jen Wang e Velenose di Thomas Gilbert. Sono opere abbastanza sensazionali, per tutta una serie di motivi. In Real Life è la storia di una ragazzina appassionata di videogiochi che si ritrova a confrontarsi con le ragioni politiche e economiche che stanno dietro ai videogiochi. La cosa che assolutamente più convince è il modo pazzesco in cui Cory è riuscito a dire quello che gli interessava dire raccontando al tempo stesso una bellissima storia di avventura, amicizia e amore: i fumetti così sono rari, e noi siamo ben fieri di supportarli e pubblicarli.
Velenose invece è la storia di due adolescenti amiche fin dall'infanzia a cui piace vivere, diciamo così, pericolosamente. Ci ha fulminati tutti: è al tempo stesso tenero e crudele, ha un ritmo fantastico e un finale perfetto. È incredibile che Thomas Gilbert non sia stato pubblicato in Italia finora: è davvero uno degli autori più talentuosi su cui mi sia capitato di mettere le mani nell'ultimo anno.
Tra l'altro sarà con noi a Lucca, e i lettori di Milano possono incontrarlo anche prima: martedì 27 ottobre alle 18, da Supergulp sul Naviglio Grande.
Il terzo titolo - in uscita a breve - non ha quasi bisogno di presentazioni: Grip di Gilbert Hernandez, uno dei due geniali creatori di Love & Rockets. Chi segue il percorso 'solista' di Gilbert sa già cosa aspettarsi: azione, romanticismo, risate, deliranti derive fantascientifiche e filosofiche condite in salsa super-sexy. Più Psycho Pop di così si muore, insomma!

in real life

Hai già in mente altre opere che andranno ad ampliare in futuro il catalogo? Ci saranno uscite più frequenti?

I possibili titoli sono tantissimi, ma per ora non abbiamo preso decisioni definitive. Posso solo garantirti che continueremo esattamente come stiamo facendo ora, con la stessa cura e attenzione e slancio.

Infine, puoi svelarci un sogno nel cassetto? Un'opera o un titolo inedito che ti ha affascinato al punto da volerlo pubblicare a tutti i costi in Italia?

Una cosa che mi farebbe impazzire sarebbe pubblicare sketchbook sulla falsariga di quelli di Drawn&Quarterly, hai presente? I due Acme Novelty Datebook di Chris Ware, per esempio. Ma credo che rimarrà un sogno ancora a lungo...

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Marbles

Quando si termina la lettura di Marbles, una sensazione rimane principalmente impressa nel lettore. Lo shock.
Non la tristezza, la compassione, l’ironia o l’angoscia che derivano dalla lettura rimarranno impresse come lo shock di aver letto qualcosa di veramente unico, letteralmente stordente per quanto strano e fuori dagli schemi.

Per la storia, un (graphic) memoir sul disturbo bipolare dell’autrice, la bravissima Ellen Forney, che decide di mettersi completamente a nudo, spesso anche graficamente, per spiegare il decorso del suo disturbo: dalla diagnosi avvenuta nel 1998 poco meno che trentenne e nel pieno della sua carriera da fumettista, alla lunga, stressante, affannosa terapia per lenire e guarire i sintomi opprimenti e debilitanti della psicosi maniaco-depressiva.
E per i disegni, diversissimi tra loro, frizzanti, vivi, urtanti, sconvolgenti e meravigliosamente comunicativi.

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Le ansie, le paure, i tormenti, le angosce della scrittrice ci vengono mostrati e raccontati senza filtri, senza timori, in una rievocazione dettagliata del lungo travaglio. Non ci troviamo di fronte ad un’opera ordinaria. Questo è poco ma sicuro.
Il disturbo di Ellen è messo in prima linea, sulla graticola, narrato al vetriolo, senza mezzi termini né censure; l’intera vita dell’artista è raccontata in modo tale da permettere al lettore di comprendere almeno in parte l’oppressione e la sofferenza patite quando la nostra mente comincia a deviare dall'ordinario, dal normale.

Ma il tema principale di quest’opera è un altro. Non è un semplice trattato sul disturbo bipolare, sui rimedi, le cure, i farmaci, i termini e le tecniche ad esso connessi – parte peraltro presente e ampiamente discussa. Il libro trova il suo baricentro da un’altra parte; il vero punto focale non è la dimensione clinica della psicosi ma è una questione fondamentale per Ellen in quanto artista: la vera arte è derivante unicamente dal dolore, dal turbamento, dalla follia? L’estro, l’ispirazione, la grandezza di un artista è qualcosa di strettamente connesso allo stato della sua sanità mentale?

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Il dilemma principale dell’autrice è la paura di perdere la sua ispirazione, la sua identità artistica, la sua capacità di generare arte curando il suo disturbo con psicofarmaci. Le “montagne russe emozionali”, come lei stessa definisce il continuo altalenarsi di stati maniacali a stati depressivi, rappresentati magnificamente tramite disegni di una semplicità ed efficacia sbalorditiva, le conferiscono un quid in più come artista oppure anche da sani di mente si riesce a produrre qualcosa di buono?
Il genio artistico spesso e volentieri ha avuto origine da turbamenti psicotici e tormenti interiori: Vincent Van Gogh, Georgia O'Keeffe, Edvard Munch, Virginia Woolf solo per citarne alcuni (nel libro c’è una vera e proprio lista di nomi).
Sicuramente nascono delle opere molto particolari dagli artisti tormentati (non da tutti); lo stesso abuso di droghe e alcool ha reso uniche e particolarmente espressive certe produzioni - Baudelaire vi dice niente?. Ma da qui a convenire che solo dalle tenebre interiori possa emergere la vera arte il passo è lungo, troppo lungo.

Questo quesito che attanaglia la scrittrice e il lettore troverà tutto sommato risposta, almeno per il caso di Ellen, al termine del graphic novel. Non si prefigge di essere un assoluto, né tanto meno un vademecum per tutti gli artisti che soffrono di disturbi mentali. È valido per il suo caso, dopo un attento vaglio dei pro e dei contro dell’assunzione degli psicofarmaci in modo consono a garantirle il benessere fisico e mentale, ma non vale necessariamente per altri. La sua soluzione è unica, non condivisibile, non “copiabile” dagli altri. Ciò che è sfruttabile, ciò che può essere d’aiuto è il metodo con cui si arriva alla soluzione; la compagnia e la vicinanza che se ne traggono possono dare sollievo.

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Passando al comparto grafico c’è da rimanere sbalorditi. Il libro è un collage di diversi stili, di diverse tecniche, più un vistoso e confuso ammasso di elementi disparati che trovano armonia coesistendo sulla stessa pagina. E qui l’abilità forgiata negli anni di illustratrice e fumettista di Ellen Forney emerge in tutto il suo splendore e in tutta la sua varietà.
Scordatevi la classica scansione in vignette; la pagina è libera, vergine, campo fertile per lo svilupparsi della totale anarchia. Passiamo da pagine figlie dell’horror vacui ipermaniacale ad accecanti distese di bianco intaccate al minimo. Da disegni cartoon-like a schizzi fotocopiati da un blocco ad anelli, da incubi partoriti nell’estremo dolore, veri e propri prodotti angoscianti e asfissianti della depressione, ai disegni pacati, tranquilli e armoniosi degli ultimi capitoli. L'immagine che chiude il racconto poi, è estremamente semplice eppure riesce a trasmettere un senso di calma interiore, di sollievo. La parte più dura si è conclusa, siamo a valle del percorso. Ve la proponiamo qui sotto.

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L’atroce viaggio che Ellen ha affrontato e che ha ripercorso con il cuore in mano rendendoci partecipi insieme a lei delle sue esperienze, delle sue vicissitudini, dei suoi alti e dei suoi bassi, colpisce nel profondo, si arpiona nel lettore, àncora di innegabile magnificenza, che ci insegna a fare tesoro delle nostre esperienze, anche le più tragiche e dolorose, perché il passato non deve essere riscritto e filtrato dalla condizione presente ma accettato e preservato come tale.

Marbles è quindi un’opera eccezionale, fuori dall’ordinario, che si stacca dalle piagnucolose, pompate, false e spremute all’eccesso agiografie autobiografie atte solo a far soldi che campeggiano ovunque nelle librerie di tutto il mondo.
Un bellissimo fumetto autobiografico che vi farà passare in un turbinio di sensazioni ed emozioni diverse, provando sentimenti sinceri e profondi, ma soprattutto vi scioccherà. In positivo ovviamente.
Edizione molto ben curata e dettagliata. Prezzo onestissimo per il numero di pagine, 256, e la qualità del prodotto.

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