Comic(US) Book #6: il punto dei mensili Marvel e DC... prima delle ferie!
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Puntata extralarge, in vista della pausa estiva, dove cercheremo di tirare le fila di quante più testate possibile. L’unica nuova uscita è l’antologico Justice League Unlimited Presenta, che speriamo ottenga il successo necessario a far tornare al formato comic book tante serie, ora pubblicate direttamente in volume. 
Timeslide 1
Timeslide
Torna il consueto albo annuale, attraverso il quale la Marvel anticipa le saghe che ci aspettano nell’immediato futuro. La storia, piuttosto scialba e inevitabilmente pretestuosa, è opera di Steve Foxe, autore dell’infima miniserie dedicata a Chasm, di qualche mese fa, che non riesce a infondere il minimo spessore neppure a due personaggi carismatici come Cable e Alfiere, i protagonisti della vicenda.
Purtroppo, i disegni di Ivan Fiorelli, dello stesso tenore della sceneggiatura, non contribuiscono a innalzare il livello dell’albo.
Se non siete dei completisti hardcore, potete tranquillamente farne a meno.
Voto: 5
Iron Man 5 (140)
Iron Man – La macchina dell’ordine parte due: distruggi le macchine
Inutile perdere tempo a scrivere dell’insipida avventura in solitaria di Riri Williams (tratta dall’albo one shot Ironheart: Bad Chemistry), che occupa per intero il sesto numero di questa collana, per recuperare il finale della seconda minisaga scritta da Spencer Ackerman per il titolare della serie (episodio in cui, comunque, Ironheart affianca il protagonista). Lo sceneggiatore americano continua a miscelare abilmente l’azione pura con denunce più o meno scoperte di fatti allarmanti che hanno interessato gli Stati Uniti nel recente passato (argomenti trattati anche nei suoi articoli per The Guardian). Il ritmo è buono, così come la caratterizzazione dei personaggi, sebbene, a volte, alcuni passaggi tendano un po’ troppo al vuoto impatto scenico.
Sfortunatamente, segnaliamo che dal punto di vista grafico si arriva a malapena al minimo sindacale. Se già Julius Ohta non ci era sembrato all’altezza del suo compito, il suo momentaneo sostituto Javier Pina pare ancora più inadeguato (soprattutto nel disegnare i volti dei personaggi, costantemente inespressivi).
Voto: 6,5 
Fantastici Quattro 29 (463)
Fantastici Quattro – In ogni modo, forma o aspetto
Avevamo promesso che non avremmo più parlato dei Fantastici Quattro fino all’arrivo del crossover Un mondo sotto Destino, ma proprio non ce l’abbiamo fatta. Ryan North continua imperterrito con il suo “slice of life” supereroistico, affossando definitivamente il sense of wonder che aveva caratterizzato la testata anche nei suoi momenti più bui. Nell’episodio di questo numero, ci “delizia” con una banalissima metafora sull’accettazione della propria diversità, che vede protagonista – con sconcertante prevedibilità - la figlia adottiva skrull di Ben Grimm e Alicia Masters, in cui ha persino l’impudenza di ridicolizzare un character storico come l’Uomo Talpa.
Se poi aggiungiamo pure i disegni raccapriccianti di Steven Cummings, davvero non riusciamo a comprendere come abbia fatto una serie del genere a finire tra i candidati al premio Eisner di quest’anno per la miglior collana regolare (premio, poi, fortunatamente andato a Santos Sisters della Floating World).
Voto: 4,5
L’incredibile Hulk 23 (126)
Hulk – Lupi del vecchio mondo parte 2
Come già riferito in alcune puntate di questa rubrica, un’altra serie ormai completamente fuori controllo è quella di Hulk e, dall’ultima volta che ne abbiamo scritto, le cose sono persino peggiorate. Se almeno nei primi capitoli della lunghissima saga horror, con cui Phillip Kennedy Johnson sta caratterizzando il suo ciclo, la storia della Primogenita poteva forse aver destato un parziale interesse nei lettori, gli ultimi episodi contengono solo un’accozzaglia di combattimenti sconclusionati, mostri risibili e colpi di scena senza senso.
Per di più, Nic Klein lascia spesso e volentieri – come in questo numero - l’incombenza dei disegni al pessimo (e siamo stati buoni!) Danny Earls. Quindi la domanda sorge spontanea: ma come fanno i vertici della Marvel a rimanere indifferenti di fronte a un simile scempio?
Voto: 4
Capitan America 16 (183)
Capitan America – Finire all’inizio
Arriva a conclusione il ciclo di J. Michael Straczynski sulla testata di Capitan America. Una gestione cominciata molto bene, in cui pareva che lo sceneggiatore americano volesse mostrarci come lo spirito patriottico, lo sprezzo del pericolo, la determinazione e il senso di giustizia di Steve Rogers fossero già presenti nel gracile ragazzo cresciuto nella Brooklyn del Proibizionismo e della Grande Depressione, prima di assumere il siero del supersoldato. Un tema affrontato anche da altri autori, ma mai esplorato fino in fondo. Poi, però, la vicenda ha preso un’inaspettata svolta mistica, con il risultato di vedere il Vendicatore a Stelle e Strisce diventare l’improbabile pedina di un conflitto metafisico tra le incarnazioni della vita e della morte. Solo uno scrittore abile come Straczynski poteva rendere stimolante una storia del genere, tuttavia, confessiamo che la saga nel suo complesso ci ha lasciati un po’ straniti. Prima di congedarsi, l’autore statunitense decide di aggiungere un tassello al suo famoso ciclo di Thor, quando Asgard si trovava nei pressi di Broxton, in Oklahoma. La cittadina era andata distrutta durante la run del Dio del Tuono scritta da Donny Cates e Straczynski torna sul luogo del delitto per tentare di risolvere in meglio quel drammatico evento. La vicenda – tutto sommato piacevole, benché abbastanza scontata - vede coinvolto, oltre a Cap e Thor, anche Spider-Man, che, però, viene caratterizzato con una personalità a dir poco irritante, troppo simile a quella della sua attuale controparte cinematografica (che su grande schermo ha una sua logica e funziona benissimo, su carta assolutamente no) e, soprattutto, lontanissima dal personaggio sfaccettato e complesso che il creatore di Babylon 5 ha portato avanti con successo per anni.
Buoni i disegni di Carlos Magno, che pur se un po’ statici, mostrano un’eleganza che è ormai quasi una chimera sugli albi della Marvel.
Voto: 6,5
Gli Avengers 23 (185)
West Coast Avengers – Il Vangelo di Ultron parte uno
Inizia su questo numero la nuova collana dei West Coast Avengers, in modo da permettere alla testata principale degli Eroi più potenti della Terra di allinearsi con il già menzionato crossover Un mondo sotto Destino. Il nome di Gerry Duggan negli ultimi anni è stato associato a cicli non proprio memorabili di personaggi importanti come Iron Man e gli X-Men, quindi, vederlo in veste di sceneggiatore di questa serie, non ci ha certo fatto fare i salti di gioia, soprattutto considerando che nel team è stato addirittura inserito un nemico spietato degli Avengers come Ultron, apparentemente deciso a redimersi. Tuttavia, la trama è meno superficiale del previsto e anche per quanto riguarda il robot assassino creato da Hank Pym, le cose potrebbero non essere come sembrano.
Ciò che, invece, abbiamo trovato veramente di basso livello sono i disegni di Danny Kim, assolutamente incapace di ritrarre Tony Stark (ma pure gli altri personaggi non se la passano molto meglio) in maniera accettabile.
Voto: 6
L’immortale Thor 20 (310)
Thor – Storie di Asgard
Storia di passaggio, in cui il Dio del Tuono non compare praticamente mai, in attesa della saga che porterà alla già annunciata morte del protagonista, dove i personaggi principali sono vari comprimari della collana - a partire da Magni, il figlio di un Thor malvagio di un’altra dimensione e dell’Incantatrice, che è stato recentemente aggiunto al cast – i quali ci conducono in un breve viaggio alla scoperta di Asgard e dei suoi luoghi meno conosciuti. Al Ewing sembra aver trovato la quadra della serie, ma appare comunque non completamente a suo agio con l’epica dei miti norreni, preferendo coinvolgere Thor in vicende più “terrene”, come vittima degli intrighi del redivivo Dario Agger.
Impossibile dare un giudizio della parte grafica, perché l’episodio è stato realizzato da ben diciannove artisti diversi, i cui tratti differiscono sensibilmente l’uno dall’altro
Voto: 6
Amazing Spider-Man 71 (871)
Gli spettacolari Spider-Men – Strano amore capitolo 5: il culto degli eroi e capitolo 6: salvarsi la vita
Per fortuna presto arriveranno Joe Kelly e la coppia Pepe Larraz/John Romita Jr., perché l’insulsaggine delle storie di Spider-Man cominciava davvero a stancarci. Del pessimo ciclo di Zeb Wells abbiamo già detto, ma finora avevamo volutamente evitato di parlare di questa orrenda maxiserie, che vede riuniti i due Spider-Men di Terra 616. Va bene che il target dichiarato è il pubblico young adult, però, evidentemente, ai piani alti della Marvel pensano che agli adolescenti americani interessino solo storielline superficiali, popolate da personaggi ridicoli, che sembrano usciti da un teen drama di serie Z. Greg Weisman farà veramente fatica a convincerci di essere uno scrittore di valore dopo questo obbrobrio.
Voto: 3
Il nuovissimo Venom 4 (98)
Venom – Chi è il nuovo ospite? Parte 4
Se su Thor Al Ewing pare aver parzialmente recuperato la bussola, su Venom, invece, dà l’impressione di averla persa definitivamente. Infantilismi a tutto spiano (quindi non poteva mancare il coinvolgimento di M.O.D.O.K., ormai diventato il villain più ridicolo della Marvel), protagonisti ridotti a caricature, espedienti narrativi forzatissimi per giustificare l’inutile attesa per rivelare il nuovo ospite del simbionte… dobbiamo proseguire oltre?
Non possiamo dire di meglio dei disegni di Carlos Gómez, i quali, tolte poche vignette che, effettivamente, offrono un livello di dinamismo accettabile, sono perlopiù piatti e inespressivi. Per fortuna, almeno le copertine di Adam Kubert non scendono mai di qualità.
Voto: 4,5
Daredevil 19 (164)
Daredevil – Riti di introduzione parte 17
Sarebbe bene che la Marvel cominciasse a fare una seria riflessione su Saladin Ahmed. Non discutiamo le sue capacità di scrittore, ma è evidente che quando viene messo a lavorare su personaggi con cui non è in sintonia, si preoccupa solo di caratterizzarli secondo i più comuni stereotipi associabili ad essi, senza essere in grado di catturarne l’essenza. La serie di Daredevil è emblematica sotto questo aspetto. Dopo un colpo di scena iniziale, oggettivamente efficace, che ha visto Matt Murdock risorgere nelle vesti di un sacerdote, successivamente alla sua morte all’Inferno per salvare l’amico Foggy Nelson, al termine del ciclo di Chip Zdarsky, la trama ha perso velocemente di appeal, prendendo direzioni narrative scontate e banali, fino ad arrivare alla svolta mistica (la quale, a quanto pare, sembra essere diventata il rifugio di ogni sceneggiatore in grave carenza di idee) degli ultimi episodi, che sta allontanando ancora di più la collana dalle sue atmosfere abituali. Per fortuna, almeno Aaron Kuder, pur senza raggiungere picchi artistici eclatanti, si sottrae a questa fiera della mediocrità. Ma se servisse una prova ulteriore dell’assenza di una reale supervisione redazionale, basti citare le copertine di John Romita Jr., le quali, spesso, non hanno alcuna attinenza con quello che succede all’interno dell’albo
Voto: 5
Wolverine 7 (462)
Wolverine – Storia antica
Ancora peggio è il trattamento che Ahmed sta riservando a Wolverine. Dopo aver trasformato il Mutante Artigliato in una balia del nuovo Wendigo (la cui maledizione pare ormai più una farsa che una tragedia), ha fatto in modo che venisse preso di mira da un’assurdità come l’adamantino (una sorta di metallo vivente che ce l’ha con ogni essere umano che possiede parti del corpo in adamantio), per poi far ricomparire Romulus, un villain che la Marvel sembrava aver convenientemente messo da parte, vista l’autentica idiozia che si era inventato Jeph Loeb per le sue origini (un umanoide che, come Wolverine e altri, discenderebbe da un lupo ancestrale, anziché dalle scimmie), in una trama sempre più scadente che, per giunta, in maniera opportunistica, è stata collocata prima degli eventi che hanno interessato i diversi gruppi mutanti negli ultimi mesi, in modo da non dover intrecciare la storyline della testata personale di Logan con crossover vari. Inoltre, se nei primi episodi avevamo parzialmente preso le difese di Martín Cóccolo, ora dobbiamo ammettere che il disegnatore uruguagio non si sta dimostrando all’altezza di un personaggio importante come Wolverine.
Voto: 4,5
Laura Kinney: Wolverine – Compagno d’armi parte 1
Per fortuna esiste un altro character che si chiama Wolverine nell’universo Marvel classico, anche se la serie a lei dedicata, non può certo definirsi un capolavoro. Anzi, Erica Schultz, per conferire alle trame un po’ di freschezza narrativa, nel tentativo di catturare l’interesse dei lettori più giovani, tende a usare troppi luoghi comuni e a far interagire i personaggi in maniera piuttosto prevedibile, arrivando addirittura a snaturarli parzialmente. È successo con Daredevil/Elektra nei numeri precedenti e si ripete con Rivoluzione (il nuovo alter ego in costume di Bucky Barnes) in questo. Tutto sommato, però, la vicenda raccontata scorre abbastanza piacevolmente.
I disegni di Giada Belviso, invece, sono molto altalenanti, rivelando la poca dimestichezza dell’autrice per il genere supereroistico.
Voto: 6 
Gli incredibili X-Men 9 (427)
X-Men – Lavoro e libertà
Jed MacKay chiude con un finale pieno di ritmo e di combattimenti roboanti (supportato adeguatamente dalle tavole esplosive di Netho Diaz, migliorato notevolmente rispetto ai primi numeri e, ormai, vero titolare dei disegni della serie, dato che Ryan Stegman è sempre meno presente nei credit) la minisaga che ha coinvolto anche Alpha Flight. Lo sceneggiatore americano sembra essere definitivamente entrato in sintonia con i personaggi e la sua scrittura appare più compiuta in confronto a quella messa in mostra sulla testata degli Avengers.
Voto: 7
Gli incredibili X-Men – X-Manhunt parte 1: echi di follia
Inizia qui il primo, vero, crossover delle serie mutanti nel post Krakoa (benché non proprio tutte siano state incluse) dopo l’antipasto di Assalto a Graymalkin di qualche numero fa, da cui X-Manhunt, sostanzialmente, deriva. L’ottima Gail Simone non pare patire più di tanto la messa in stand-by delle trame introdotte finora (che, comunque, un piccolo spazio per proseguire lo trovano lo stesso) per dedicarsi alla nuova storia, anche perché, di fatto, gli eventi che conducono alla fuga di Charles Xavier sono perfettamente incastrati nella narrazione.
Tuttavia, visti i toni con cui la vicenda viene portata avanti, i disegni di Javier Garrón ci sono sembrati un po’ troppo cartooneschi
Voto: 7
X-Men – X-Manhunt parte 4: dei e mostri
Avvincente quarto capitolo di X-Manhunt, con un MacKay, e soprattutto un Netho Diaz, in gran spolvero. Trama di pura azione, gratificata dall’energico storytelling dell’artista brasiliano.
Voto: 7
Eccezionali X-Men 7 (Immortal X-Men 36)
Eccezionali X-Men – Rivelazioni
Stranamente sfiorata solo di striscio dagli avvenimenti di X-Manhunt, la serie erede di New Mutants prosegue con i suoi tormenti giovanili e la difficoltà di accettazione della propria diversità da parte di alcuni membri. Episodio un po’ sottotono, dove la solitamente brava Eve L. Ewing – tolto il colpo di scena finale, inopinatamente suggerito dalla copertina - fa andare avanti la vicenda più per inerzia, che con sviluppi realmente interessanti.
Non aiutano i disegni, francamente modesti, di Carmen Carnero, che sembravano promettere meglio nei primi numeri.
Voto: 6
NYX – X-Manhunt parte 2: Charles
Di tutt’altro spessore, invece, NYX. Jackson Lanzing e Collin Kelly, validamente affiancati da un Francesco Mortarino che pare essere riuscito a mitigare le influenze manga del suo tratto, realizzano uno dei capitoli migliori di X-Manhunt. Oltretutto, perfettamente inserito nella loro trama principale, relativa alle macchinazioni di un Mojo più inquietante che mai. Peccato che la serie chiuderà con il prossimo numero.
Voto: 7
Tempesta – X-Manhunt parte 3: Thundercloud
Esordio della testata personale di Tempesta sulle pagine di Eccezionali X-Men (dopo la pubblicazione in volume dei primi numeri), dato il suo coinvolgimento diretto in X-Manhunt. La Dea dei Venti è ora il potentissimo avatar di Eternità e il bravo sceneggiatore nigeriano Murewa Ayodele ne approfitta per renderla protagonista di combattimenti altamente scenografici, supportato in maniera esemplare dall’ottimo Luciano Vecchio, molto abile anche nei passaggi più intimisti.
Voto: 7
X-Force 9 (60)
X-Factor – X-Manhunt parte 5: i Summers dei giorni passati
Probabilmente il capitolo più debole di X-Manhunt. Vuoi per i testi di Mark Russell, che cerca di mantenere quel misto di drammaticità e ironia, con cui ha contrassegnato la nuova serie di X-Factor, ma che mal si adatta agli eventi narrati qui. Vuoi, anche, per i disegni di Bob Quinn, che soffrono lo stesso problema, specialmente quando occorre conferire maggiore “energia” alle tavole.
Voto: 6
X-Force – X-Manhunt parte 6: il valore di Shapley
Per X-Force, invece, vale il discorso opposto. Il crossover permette alla serie di uscire dalla routine in cui era precipitata negli ultimi episodi, rendendo le vicende del gruppo decisamente più interessanti e completando la trasformazione del personaggio di Sage nel vero cardine del team.
Discreti i disegni di Marcus To.
Voto: 6,5
X-Manhunt Omega
X-Manhunt finale: I sogni finiscono
La “caccia” a Charles Xavier termina in questo corposo one shot, scritto a quattro mani da Gail Simone e da Murewa Ayodele (di cui di entrambi abbiamo già decantato le lodi) che ci regalano uno struggente addio (si fa per dire, visto che il personaggio a breve riapparirà sulla maxiserie Imperial) all’ex leader degli X-Men. Peccato per le insensate esclamazioni stile robottoni giapponesi (dei quali le scene di battaglia vogliono essere un chiaro omaggio) che, fortunatamente, non penalizzano più di tanto lo svolgersi della trama.
Un discreto finale per il crossover, in un momento in cui i grandi eventi di Marvel e DC sono spesso banali e inconcludenti.
I disegni, che, spiace dirlo, non vanno oltre l’ordinario, sono opera di ben tre autori, Gleb Melnikov, Federica Mancin e Enid Balám.
Voto: 6,5
Ultimate Spider-Man 17
Spider-Man - Diciassette
Dopo qualche episodio introspettivo e maggiormente incentrato a definire i tratti essenziali dei vari personaggi, per Jonathan Hickman è arrivato il momento di fare sul serio. Un processo, in realtà, cominciato già nei numeri scorsi con diversi colpi di scena inaspettati, tra cui l’identità di Mysterio, assolutamente imprevedibile. Lo scrittore americano alza decisamente il ritmo senza, però, rinunciare a far germogliare nuove sottotrame ancora difficili da decifrare. In questo episodio, oltretutto, Peter Parker fa praticamente da comparsa, ma gli altri protagonisti sono stati così ben caratterizzati nei capitoli precedenti e resi così importanti per la vicenda, che la cosa passa quasi inosservata.
David Messina, come già in altri numeri, sostituisce Marco Checchetto alle matite (anche se sarebbe meglio dire alla tavoletta grafica) e se la cava più che dignitosamente.
Voto: 7,5
Ultimates 12
Ultimates - Dodici
Tempo di rivelazioni (e di qualche colpo di scena ben assestato) anche per gli Ultimates. Deniz Camp si conferma molto più a suo agio quando l’azione rimane sullo sfondo, pur dovendo destreggiarsi con parecchi personaggi, ai quali deve essere necessariamente concesso un minimo di spazio. Operazione difficile, visto che la sceneggiatura, pure in questo numero, tende inevitabilmente a focalizzarsi sui character con cui l’autore ha mostrato di essere più in sintonia, vale a dire Destino e Iron Lad. Oltretutto, alcuni passaggi vengono appesantiti da teorie scientifiche un po’ astruse che, però, sorprendentemente non tolgono vitalità alla vicenda né, di conseguenza, a un progressivo calo di interesse da parte del lettore.
Per quanto riguarda Juan Frigeri, invece, ribadiamo l’impressione che il suo tratto stia gradualmente migliorando, benché anche lui, come Camp, renda al meglio in assenza di scene particolarmente movimentate.
Voto: 7
Ultimate Wolverine 5
Wolverine - Cinque
Approfittando della presenza del bravo Alex Lins ai disegni (capace di trasmettere un po’ di calore umano nei rapporti tra i personaggi, a dispetto dell’efferatezza delle scene di combattimento), Chris Condon comincia gradualmente a ritirare il velo disperante con cui aveva ammantato la vicenda finora, presentandoci pure un “ultimate” Sabretooth caratterizzato in maniera davvero inattesa. A guadagnarci è senz’altro la qualità del racconto, che pareva incamminarsi verso una direzione fin troppo prevedibile.
Voto: 7 
Batman 116
Batman – Città morente, parti tre e quattro
Pur sapendo che sulla testata del Cavaliere Oscuro arriverà a breve il seguito di Hush e poi un fuoriclasse come Matt Fraction ai testi, quasi ci dispiace che stia per finire il ciclo di Chip Zdarsky, perché questa sua ultima saga è sicuramente la migliore della sua gestione. Colpi di scena a ripetizione, ritmo che si adegua alla perfezione ai vari passaggi della vicenda, intrighi, ambiguità e una “zona grigia” piuttosto ampia in cui si muovono i personaggi, che cattura come meglio non si potrebbe il clima hardboiled di tante storie di Batman. E se Jorge Jimenez si prende una pausa (regalandoci, comunque, due splendide copertine), a non farlo rimpiangere arrivano il mazzucchelliano Jorge Fornés e un Tony Daniel in gran forma.
Voto: 7,5
Superman 23
Superwoman – Origini segrete
Lungo one shot attraverso il quale Joshua Williamson chiarisce come Lois Lane sia entrata in possesso di poteri paragonabili a quelli di Superman, con cui ci è stata mostrata al termine di Absolute Power. Tale rivelazione, tuttavia, si presenta da subito come una sorta di alibi narrativo, per scavare nell’intimità della protagonista e fare emergere i dilemmi e le emozioni generati da una simile trasformazione. I testi, però, sono un po’ troppo leggeri e solo nell’epilogo riescono a procurare qualche sussulto.
I disegni sono opera di tre autori diversi (Edwin Galmon, Laura Braga e Nikola Čižmešija), nessuno dei quali lascia veramente il segno.
Voto: 6
Superman – Super appuntamento
Ancora più marginale la storia tratta dalla collana regolare di Superman, utile soltanto a preannunciare le trame future (queste sì molto intriganti). È superfluo dire, invece, che le tavole di Dan Mora sono sempre un bel vedere.
Voto: 6
Wonder Woman 17
Wonder Woman – Furia parte due
Tom King ha mostrato già diverse volte di essere un autore capace di alleggerire le sue trame con intermezzi più frivoli, questo episodio, tuttavia, è sembrato un semplice esercizio di stile. Certo, gli omaggi al Tenente Colombo sono sfiziosi e simpatici, però vedere il Sovrano ridotto a macchietta e agire come un fesso, ci è parso del tutto fuori luogo.
Daniel Sampere si prende una pausa, ma a sostituirlo arriva il bravissimo Bruno Redondo, il quale, visto il tono della vicenda, non lo fa mai rimpiangere.
Voto: 6
Jimmy Olsen – La storia segreta del Sovrano
Dello stesso tenore, se non peggio, dato l’intento volutamente parodistico, la storiellina alla fine dell’albo. Un’operazione simile a quella fatta con i Supersons nei numeri precedenti, le cui “gesta”, però, erano sicuramente più divertenti.
Voto: 5,5
Justice League Unlimited 3
Justice League Unlimited (senza titolo)
Mark Waid ingrana la quinta e – pur con qualche incertezza legata all’utilizzo di troppi personaggi – riesce a costruire una trama convincente, che mescola abilmente magia e fantascienza. Le carte da scoprire sono ancora parecchie, ma questo non gli impedisce di avviare nuove sottotrame, che si aggiungono a quelle già introdotte nel primo episodio.
Se poi, a tutto questo, aggiungiamo anche gli spettacolari e dettagliatissimi disegni di Dan Mora, capite bene che rinunciare a questa serie diventa quasi un atto masochistico.
Voto: 7,5
Justice League Unlimited presenta 1
The Question: all along the Watchtower – La morte alla mia porta
Interessante miniserie spin-off di Justice League Unlimited, che fonde in maniera brillante supereroismo e noir. Alex Segura si focalizza intelligentemente sulla psicologia dei personaggi, spezzettando la trama per confondere il lettore e alimentare il mistero.
Peccato per i disegni assolutamente anonimi di Cian Tormey.
Voto: 7
Esploratori dell’Ignoto – La vita segreta di Ace Morgan
Tornano anche gli Esploratori dell’Ignoto e Christopher Cantwell li coinvolge subito in una saga in cui, attraverso l’analisi delle conseguenze seguite alla scomparsa di Darkseid, ha nuovamente la possibilità di utilizzare la sua scrittura raffinata per mettere in luce i vari aspetti legati al concetto di divinità e la corruzione che ne può derivare.
Purtroppo, però, i grossolani disegni di Sean Izaakse sono del tutto inadeguati a una narrazione di questo tipo.
Voto: 6,5
Justice League: the Atom Project – Capitolo uno: collisione atomica
Ryan Parrott e John Ridley scelgono un approccio insolito per la vicenda, cercando un amalgama tra avventura e introspezione. Il risultato è buono, benché il modo in cui viene tratteggiato Capitan Atom sia così anomalo, da aver reso il personaggio quasi irriconoscibile.
Disegni molto classici di Mike Perkins, forse persino desueti, ma nettamente superiori rispetto allo stile impersonale che pare contraddistinguere gran parte delle nuove leve.
Voto: 7
Absolute Batman 3
Batman – Lo zoo, parte tre di cinque
Dopo un primo numero, in cui la trama imbastita da Scott Snyder aveva un po’ risentito della necessità di presentare scenario e personaggi, la vicenda diventa realmente appassionante e la caratterizzazione dei protagonisti – ma anche di parecchi comprimari - appare decisamente più compiuta e interessante. Inoltre, tra le varie novità introdotte, un’idea particolarmente riuscita (con sviluppi futuri del tutto imprevedibili) è l’ambiguo rapporto che lega Bruce Wayne a quelli che nell’universo DC classico sono tutti suoi avversari. Per il resto, Snyder conferma di immaginare il Batman “assoluto” come un combattente impulsivo e inarrestabile, ancora poco incline alla riflessione e al pragmatismo e Nick Dragotta lo asseconda con uno storytelling potente e dinamico.
Voto: 7,5
Absolute Superman 3
Superman – L’ultima polvere di Krypton parte tre: il ragazzo delle praterie viola
Tranne l’ultima pagina, utile ad alimentare il mistero attorno ai coniugi Kent, questo episodio è interamente dedicato a mostrarci, in un lungo flashback, il rapido avvicinarsi della fine di Krypton. Jason Aaron, come prevedibile, oltre a perfezionare la caratterizzazione di Kal-El (la quale ci dà modo di comprendere che nelle sequenze ambientate nel presente sulla Terra, in cui è un “adulto”, la sua età lo rende più vicino a Superboy che a Superman) e dei suoi genitori naturali, ne approfitta per manifestare esplicitamente la sua denuncia contro l’arroganza del potere, che pur di mantenere una posizione dominante, nega evidenze scientifiche inconfutabili, ben sapendo che, a farne le spese, saranno i normali cittadini, non chi ha i mezzi per garantirsi la salvezza in prossimità del disastro. Da questo punto di vista, la scrittura non si perde in ingenuità o in eccessi retorici, ma arriva direttamente al cuore della questione con forza e lucidità.
Sempre efficaci i disegni di Rafa Sandoval, aiutato anche dagli ottimi colori di Ulises Arreola.
Voto: 7
Absolute Wonder Woman 3
Wonder Woman – L’ultima amazzone parte 3 di 5
Fresca vincitrice di un meritatissimo premio Eisner come nuova serie regolare, Absolute Wonder Woman si conferma la testata migliore di questo oscuro universo alternativo di casa DC. Nella visione di Kelly Thompson Diana è una guerriera risoluta e indomabile, oltreché pronta a ogni sacrificio (uno in particolare vi colpirà come un maglio nello stomaco), al cui coraggio infinito dà forma un Hayden Sherman più evocativo che mai. Le sue tavole, contrassegnate da una gabbia in continua mutazione, contribuiscono in maniera affascinante a determinare la vigoria della trama.
Da non sottovalutare, infine, i colori di Jordi Bellaire, che con i suoi rossi intensi e i suoi verdi fosforescenti rende ancora più opprimente la cupa cappa grigia che avvolge perennemente il racconto.
Voto: 8 
Conan il barbaro 10 (28)
Conan – La battaglia della Pietra Nera parte III: viaggio nelle tenebre e parte IV: il futuro non è ancora scritto
Per quanto abbiamo trovato questo insolito crossover tra varie creazioni di Robert E. Howard (oltre a Conan compaiono Solomon Kane, El Borak e altri character nati dalla penna dello scrittore texano) piuttosto ammaliante, confessiamo di preferire le storie di Jim Zub dove il Cimmero è l’unico protagonista. Difatti, la necessità di concedere un minimo di spazio a tutti i personaggi tende a rendere la trama un po’ confusa e appesantita da troppe didascalie chiarificatrici. A ogni modo, stiamo parlando di una scrittura che si mantiene a un livello nettamente superiore rispetto alla media di DC e, soprattutto, Marvel.
Molto buone le tavole di Jonas Scharf, in particolare quelle in cui mette in mostra il suo spiccato gusto per il macabro.
Voto: 7

