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Un giudizio sui primi albi All New, All Different Marvel

Con l'uscita dei primi 5 albi dell'All New, All Different Marvel Universe, abbiamo voluto valutare un po' la qualità di questo "rilancio" post Secret Wars. Abbiamo quindi letto e recensito velocemente Invincible Iron Man #1, The Amazing Spider-Man #1, Doctor Strange #1, Avengers #0 e Contest of Champions #1. Ecco quindi quello che abbiamo captato, nel bene e nel male, di questa "nuovo inizio". Se dovessimo tirare le somme di questa prima ondata di uscite, promuoveremmo di gran lunga tutte e 5, soprattutto la rivelazione Doctor Strange di Aaron e Bachalo. Qui potete farvi un'idea delle serie, dando un'occhiata alle anteprime. Ah, quasi dimenticavo, ATTENZIONE SPOILER!

Cominciamo quindi con i tre albi sicuramente più attesi, ossia quelli di Spider-Man, Iron Man e Avengers.

The Amazing Spider-Man #1

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Beh, sicuramente rimarrete stupiti da questo nuovo esordio per l'Arrampicamuri. C'è ormai poco o nulla del buon vecchio Peter Parker, l'amichevole Uomo Ragno di quartiere. Dan Slott ci presenta un protagonista dirigente delle Parker Industries, il cui campo di gioco non è più limitato alla Grande Mela ma si estende su tutto il globo. Costume 2.0, con diversi tipi di cartucce contenenti non solo ragnatele ma ogni tipo di innovazione creata della Industries, Spider-Mobile, per spostarsi in velocità e sicurezza dove dondolare con le ragnatele potrebbe non essere una grande soluzione, e altre nuove features.
Cominciando con un adrenalinico inseguimento a Shangai insieme a Bobby Morse, questo primo numero colpisce sicuramente il lettore, intrattenendolo al meglio, divertendolo ed entusiasmandolo, senza ovviamente spiegare come ci si è arrivati a questo punto della storia, ma come sappiamo, le testate hanno un delay temporale rispetto al termine di Secret Wars, quindi ci sarà tempo per colmare questo vuoto più avanti. Giuseppe Camuncoli compie una lavoro artistico davvero notevole, con grande dinamismo nelle pose  e nell'impostazione delle tavole stesse.
Nell'albo troviamo anche degli episodi introduttivi per Spider-Man 2099, Silk, Spider Woman, Web Warriors e una storia con Miles Morales, in cui facciamo la conoscenza di un nuovo villain, Regent, già visto nei tie-in di Secret Wars.
In "The Last Time" di Peter David e Will Sliney vediamo un Miguel O'Hara sull'orlo di perdere sé stesso, in una breve storiella dal tono più violento e meno scanzonato della nuova run di Spidey. In "Breaking Bad" di Robbie Thompson e Stacey Lee vediamo invece la svolta criminale di Silk, che ora ruba materiale segreto dalle Parker Industries per conto del suo boss, Black Cat; lo stile semplice e cartoonesco di Lee rende l'opera quasi un teenage drama, il che non è un male, ma di certo sembra essere lontana da atmosfere cupe, più profonde. In "What to Expect" di Dennis Hopeless e Javier Rodriguez, vediamo una Jessica Drew alle prese con la sua gravidanza, di cui non conosciamo il padre, che le dà sicuramente parecchi problemi a cui non è abituata, anche se non le impedisce di combattere il crimine con estrema facilità. Una storiella irriverente, che di certo non si prende sul serio, ma che ci mostra un lato molto umano di una Woman of Marvel tra le più apprezzate. In "Church an (Quantum) State" di Mike Costa e David Baldeon invece, seguiamo le vicende di una nuova squadra composta da Spider-Man Noir, Spider-Gwen, Peter Porker, William Braddock e Pravitr Prabhakar alle prese con una medievale versione dei Sinistri Sette, andando di universo in universo per sostituire i vari Spider-Man locali. In "The Cellar" di Dan Slott e Christos Cage, sui disegni di Paco Diaz, vediamo Miles Morales abbattere il criminale di turno con facilità, per poi lasciare tutto in mano agli agenti, che condurranno il villain, insieme a quelli sconfitti dalla Drew nel precedente capitolo, alla prigione di Riker Island, fove sembra che Regent abbia intenzione di sfruttare tutti quelli che ci finiscono dentro, catturati dai nostri eroi.

Invincible Iron Man #1

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Finalmente ritorniamo al classico Tony Stark, dopo la parentesi Superior, che sebbene abbia dato origine a storie interessanti, non era l'Iron Man consueto a cui siamo sempre stati abituati. Brian Michael Bendis ci riporta un Tony forse più consapevole dei suoi errori passati, ma pur sempre caratterizzato dagli aspetti tipici fondanti il personaggio, come l'arroganza e l'incommensurabile ego. Anche se questa volta dovrà vedersela con persone che metteranno alla prova questi suoi lati, soprattutto la consapevolezza di essere un genio inarrivabile. È necessario quindi fare un passo oltre, evolvere, non solo dal punto di vista umano, ma anche da quello supereroistico. Nuova armatura quindi, che si adatta automaticamente alle circostanze, nuovo sistema operativo tutto al femminile, la stessa Fridey vista in Age of Ultron, nuove relazioni e nuove sfide... o meglio i nemici sono sempre quelli, in questo caso vediamo Madame Masque e un Doctor Doom senza maschera. Conoscendo il buon lavoro di Bendis, ci aspettiamo una bella storia, ben approfondita e accattivante, con anche diversi colpi di scena inaspettati, proprio come a termine del primo albo.
Dal punto di vista grafico, pur non essendo un grande fan del nuovo concept dell'armatura, va segnalata la grande abilità artistica di David Marquez, che gioca molto nel rappresentare gadget tecnologici e outfit spesso ricercati, facendo un ottimo lavoro con Masque, soprattutto con l'aiuto dei colori di Justin Ponsor, che donano un'atmosfera molto moderna all'opera, puntando molto su riflessi e giochi di luce.

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Avengers #0

Anche in questo caso, numero con molte più pagine del consueto, con sei storie: "Supremacy" per Squadron Supreme, "Eidetic" per Visione e Scarlet Witch, "The Night Thet Hell Froze Over" di Deadpool, "Everything Is New" per The New Avengers, "In The Beginning" per Captain Marvel & Alpha Flight e "The Opposite of Kicking" per The Ultimates. Storie affidate ad altrettanti team artistici coinvolgenti i seguenti scrittori James Robinson, Mark Waid, Gerry Duggan, Al Ewing, G. Willow Wilson e disegnatori Leonard Kirk, Paul Neary, Mahmud Asrar, Ryan Stegman, Gerardo Sandoval, Victor Ibanez e Kenneth Rocafort.

Waid ci rifila un bel confronto tra Visione e la sua vecchia fiamma Scarlet, in cui il sintezoide, ingannato dalle sue emozioni, rivede scene passate e ricordi materializzarsi dinnanzi a lui, rendendolo un pericolo per chiunque gli stia attorno, lasciandogli un'unica drastica soluzione. Una bella scenetta, la più drammatica del primo albo, splendidamente disegnata da Asrar sui purissimi e plastici colori di Frank Martin. La storia dello Squadron Supreme attraversa tutto l'albo, intrecciandosi con le altre, presentandoci quella che sarà la nuova run di Robinson e Kirk, anche se, a dir la verità, le tavole sembrano essere un po' troppo dense di testo, perfetta la presentazione del gruppo e del suo obiettivo, ma si poteva essere più concisi.
Nella storia di Deadpool invece, Duggan ci presenta un Mercenario Chiacchierone alle dirette dipendenze di Steve Rogers, per una delicata missione di recupero di Nebbie Terrigene. Finalmente, possiamo dirlo, un Deadpool un po' meno ciarliero e più sul pezzo, rispetto alle gag comiche a cui siamo abituati. Che gli venga data un po' di maturità e di responsabilità? Diciamo che sarebbe un po' snaturante per il personaggio, almeno per come ci è stato proposto per molto tempo, ma sarebbe anche un modo per sfruttare la grande potenzialità che possiede. E l'atto di fiducia che Rogers fa al termine dell'episodio, ci fa ben sperare.
Il futuro dei New Avengers invece si fa oscuro, mostratoci a spezzoni con anticipazioni caotiche, rappresentate in due affollate splash pages dell'albo, che mostrano il team diretto da Roberto Da Costa, un traditore nella squadra, kaiju a New York e un assassino da un'altra dimensione, con la malvagia figura del Reed Richards dell'universo Ultimate che macchina alle spalle di tutto e tutti.
Con Captain Marvel & Alpha Flight invece si affronta una nuova minaccia cosmica, anche se non lascia particolarmente il segno; una storia che serve appunto a introdurre questa imminente catastrofe ma che fa risaltare poco i personaggi che vi partecipano.
Infine c'è la lunga parentesi della storia degli Ultimates, con la star indiscussa America Chavez, Ms. America, l'eroina omosessuale di Terra-TRN366 che ruba completamente la scena ai colleghi, anche perchè la maggior parte delle tavole vede comparire unicamente lei. Un personaggio completamente nuovo, giovanile, anche se un po' troppo in certi momenti, facendosi un selfie mentre combatte dei mostriciattoli non meglio specificati. La costruzione delle tavole è la più artistica di tutto l'albo e i disegni di Rocafort con i colori di Dan Brown sono una gran bella accoppiata.

Doctor Strange #1

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La nuova serie sullo Stregone Supremo parte nel migliore dei modi, con un numero introduttivo che riprende il passato del Dottore, lo schematizza in modo essenziale e le pone come solido trampolino di lancio per le prossime avventure. C'è un taglio netto con quel poco che abbiamo potuto leggere riguardo al personaggio negli ultimi anni: Stephen ora è rappresentato in maniera più attiva, in salsa action, e con quella totale assurdità psichedelica, quel sense of wonder senza limiti che contraddistingueva originariamente il personaggio. Un ritorno agli albori e contemporaneamente una svolta moderna, uno svecchiamento che culmina in una rinascita ben congegnata. Pur rimarcando il ruolo di Stregone Supremo, Stephen Strange ci viene presentato anche sotto un lato umano, legato alle radici del personaggio, il trauma alle mani che gli ha reso impossibile la carriera da chirurgo, che apprendiamo essere sempre presente, con un'incertezza di fondo che rende fragile il personaggio.
Il team Jason Aaron/Chris Bacalo, fortemente consolidato sulle pagine di Wolverine and the X-Men, è forse uno dei migliori accoppiamenti del All New, All Different Marvel Universe, che propone una storia sapida, scattante, fresca, che funge da starting point per nuovi lettori e nuove trame a lungo respiro (e tempeste in arrivo), oltre che tavole incredibili: perfetto Bachalo nel character design delle mostruose creature che infestano il bizzarro mondo narratoci, anche se i disegni ricordano forse un po' troppo il suo ciclo di Wolverine and the X-Men. Sostanzialmente, forse il miglior albo di questa prima ondata di nuovi #1.

Contest of Champions #1

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Ad Al Ewing e Paco Medina è stata affidata la realizzazione di una serie che prende spunto dall'omonimo videogioco mobile Marvel Contest of Champions, ambientando la storia in Battlerealm, una dimensione alternativa in cui Maestro e il Collezionista hanno dato il via ad un gioco mortale in cui eroi e villain del Marvel Universe devono sfidarsi in squadre, per il puro diletto degli organizzatori. La trama scorre rapida e ci viene proposta dal punto di vista di Outlaw, il Punisher britannico, che da parecchio tempo era scomparso dalle scene fumettistiche. Lo vediamo alle prese con la sua vita quotidiana, non più nei panni di un vigilante ma di un comune civile, nel tentativo di ricostruirsi una normale esistenza. Ma il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed ecco che quando serve riprende i panni dell'anti-eroe, per poi essere catturato e portato a Battlerealm per la Sfida. In questo primo numero a dire il vero non succede granché, rimane molto introduttivo e molto spiccio su molti aspetti, che di certo verranno ripresi più avanti. In sé non apporta grande novità, con una narrazione mediocre e tavole molto ben realizzate, soprattutto le splash page, sempre molto ariose e dinamiche. Al termine del primo albo, è presente una storia di 8 pagine dedicata alla figura di Guillottine e in particolare alla presentazione della nuova eroina che ha ereditato la spada. Rimane molto a sé stante come "digressione", e neanche particolarmente spettacolare a livello artistico, con le matite di Thomas Labourot. Diciamo che sostanzialmente l'albo è un po' deludente, un po' superficiale in alcuni punti, non riuscendo a catturare pienamente il lettore. Grandi assenti in tutto l'albo teste di serie come Iron Man, Thor, Captain America e i "soliti" vendicatori.

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