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FFF 2011: Karigurashi no Arrietty

Arrietty_no_Arrietty_poster3-596x840È in corso a Bologna la tredicesima edizione del Future Film Festival, in una rinnovata collocazione temporale (aprile invece del consueto gennaio) e con una durata ridotta a soli 4 giorni dai 6 giorni ai quali il pubblico si era ormai abituato. È una manifestazione di dimensioni più modeste della norma, sulla scia delle avvisaglie percepite nell'edizione 2010: laddove un tempo il festival offriva quattro sale con una programmazione parallela ricca ed eterogenea, quest'anno ci sono solamente due sale, di cui una sola offre proiezioni dalla forte attrattiva, mentre l'altra è adibita a rassegne di cortometraggi e conferenze salutate purtroppo da una platea piuttosto sparuta.
In questa situazione, l'evento più interessante per gli appassionati di animazione è stata la proiezione di ieri in anteprima nazionale dell'ultimo film dello Studio Ghibli Karigurashi No Arrietty, proprio nel giorno in cui Lucky Red ne ha annunciato la futura distribuzione italiana, pur non rivelando ancora una data.

La storia è basata su una serie di romanzi di Mary Norton (autrice anche dei due libri che hanno ispirato Pomi d'Ottone e Manici di Scopa), pubblicata in Italia come "Saga degli Sgraffignoli" e già ispiratrice di una commedia per ragazzi con John Goodman. Hayao Miyazaki inseguiva dall'inizio della sua carriera il sogno di realizzare un lungometraggio d'animazione tratto da quest'opera, ma a causa dei suoi numerosi progetti non ha mai potuto dedicarvisi; dopo tanto tempo Miyazaki è però riuscito ad ultimare la sceneggiatura di questo film, ma essendo impegnato su altri fronti ha dovuto lasciare la direzione a Hiromasa Yonebayashi, qui alla sua prima esperienza da regista dopo aver già contribuito come animatore a film Ghibli quali La Città Incantata, Il Castello Errante di Howl e Ponyo sulla Scogliera.
La protagonista è Arrietty Clock, una giovane appartenente alla specie dei Raccoglitori (questo il nome con cui i sottotitoli del festival traducevano l'originale "borrowers") che vive assieme ai genitori sotto il pavimento di una casa di campagna. I Raccoglitori sono creature dalle sembianze umane ma alte solo pochi centimetri, che vivono facendo affidamento su alcuni oggetti prelevati agli umani come zollette di zucchero, spille da balia, fazzoletti; Arrietty ha compiuto 14 anni e ora può andare in missione notturna assieme al padre per cercare di ottenere le sue prime piccole conquiste. Le cose però si complicano quando nella casa arriva come ospite Sho, il giovane nipote della proprietaria, che intravede Arrietty scoprendo l'esistenza di quel piccolo popolo di cui aveva sentito parlare in alcuni racconti.
La scoperta scatena l'agitazione nei genitori di Arrietty, convinti che gli esseri umani siano un pericolo per la loro razza ormai prossima all'estinzione; la minuscola quattordicenne invece è incuriosita dagli umani e in particolare da Sho, nutrendo qualche dubbio sulla loro effettiva pericolosità...

Quello che incanta di Karigurashi no Arrietty fin dai primi minuti è l'efficacia con cui è descritto il microcosmo in cui vivono i Raccoglitori: lo spettatore ha la sensazione di muoversi assieme ai protagonisti tra gli steli d'erba, camminare tra le tegole, arrampicarsi su un mobile alto come una montagna. È una sensazione meravigliosa, trasmessa dalle inquadrature e dagli spostamenti di camera, ma soprattutto da un'inusuale traccia audio: i dialoghi sono ridotti all'essenziale, valorizzando i silenzi e tutti i piccoli rumori che accentuati danno l'impressione di essere realmente delle dimensioni di un insetto. A sottolineare le scene c'è poi una colonna sonora che prende le distanze da quelli che sono gli standard orchestrali dello Studio Ghibli: la compositrice francese Cécile Corbel gioca con sonorità pop-celtiche che creano un tappeto musicale perfetto per l'ambiente bucolico in cui si sposta Arrietty.
Il punto di forza della pellicola sono le sequenze di avventura "nel mondo dei giganti", la cui composizione ha un qualcosa di magico al punto che un po' dispiace quando la storia prosegue su binari più narrativi quando i Raccoglitori sono scoperti dagli umani; la seconda parte del film procede su toni più divertenti e con una maggiore emotività, in un percorso che cambia più volte direzione nel cammino verso il toccante finale.
Personaggi ben caratterizzati, un contesto originale e affascinante, una storia semplice ma emozionante: anche questa volta lo Studio Ghibli è riuscito a fare centro, con una storia in grado di incantare senza differenza il pubblico infantile e il pubblico adulto. Ma la scoperta più interessante è quella di un regista esordiente che fin dalla sua opera prima dimostra una buona personalità, comunque compatibile con lo stile dello Studio Ghibli. Si comincia a preparare il terreno per creare una squadra di registi in grado di raccogliere l'eredità di Hayao Miyazaki, e sembra proprio che possiamo stare tranquilli per quanto riguarda la continuità dello studio di Totoro.

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