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Speed Rece #14: le nostre letture in breve

  • Pubblicato in Focus

Dopo una beve pausa, ritorna con il primo appuntamento del 2018 Speed Rece, la rubrica in cui i redattori di Comicus raccontano in breve le loro letture settimanali. Buona lettura!

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Batman Il Cavaliere Oscuro 10 (RW Lion)
di Tom King, Lee Weeks, Hope Larson, Chris Wildgoose, Julia & Shawna Benson, Roge Antonio, Dan Jurgens e Bernand Chang
Tom King è il nuovo golden boy del fumetto americano e tutto quello che tocca diventa oro, dallo struggente The Vision realizzato per la Marvel per arrivare ai grandi successi targati DC Comics come il suo ciclo tuttora in corsa di Batman e il fresco rilancio del kirbyano Mister Miracle. Non stupisce quindi che nelle sue mani diventi una chicca imperdibile anche l’improbabile team-up tra il Cavaliere Oscuro e Elmer Fudd, vale a dire Taddeo, il cacciatore di conigli della famiglia dei Looney Tunes. Batman/Elmer Fudd è l’episodio più brillante e riuscito della stramba ma gustosa iniziativa editoriale che ha fatto incontrare le icone della DC Comics con i cartoons della Warner Bros. King scrive un sorprendente noir colmo di citazioni e metatestualità in cui Taddeo e la sua carabina vengono messi sulle tracce di Bruce Wayne da una fidanzata storica di quest’ultimo, un personaggio molto amato dai vecchi lettori di Batman che torna in scena dopo una lunga assenza. Ai disegni, un altro gradito ritorno: il veterano Lee Weeks, con le sue matite eleganti e classiche. A seguire, proseguono le avventure di Batgirl, in solitaria e in compagnia delle Birds of Prey e di Terry McGinnis, il Batman del futuro di Batman Beyond. Le tre serie si barcamenano però tra una narrazione senza particolari guizzi e un comparto artistico decisamente convenzionale, elementi che contribuiscono ad abbassare la qualità generale dell’albo, meritevole d’acquisto solo per la storia d’apertura. Uno scompenso qualitativo talmente marcato che impone una valutazione separata.
Voto Batman/Elmer Fudd: 8
Voto Batgirl, Batgirl and the Birds of Prey, Batman Beyond: 5
Luca Tomassini

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Champions 8 (Panini Comics)

di Mark Waid, Humberto Ramos, Jeff Loveness e Ramon Pérez
Da pochi anni la Marvel ha fatto proprio il concetto di “legacy”, l’eredità eroica che è sempre stata una caratteristica specifica dell’universo DC, dove spesso gli eroi passano cappa e mantello ad aiutanti più giovani. La testata simbolo di questa sterzata è Champions, che ospita le avventure del supergruppo formato dai nuovi Spider-Man, Ms. Marvel, Nova, Hulk, il giovane Ciclope proveniente dal passato e Viv Vision, la figlia dell’androide Visione. In questo numero il gruppo avrà a che fare con le insidie della celebrità, a partire dal rapporto con i social. Il veterano Mark Waid aggiorna con sicuro mestiere il Marvel Style declinandolo per i tempi moderni, tra insicurezze adolescenziali e amori che sbocciano. Humberto Ramos, scelta perfetta per la serie, illustra col suo consueto stile “american manga”. In appendice, si conclude prematuramente la serie di Nova, che ha riportato indietro dalla morte il primo, amatissimo Razzo Umano, Rich Rider, che si troverà, spaesato, a collaborare col suo successore, Sam Alexander. Spaesamento che si può leggere, da un punto di vista metatestuale, come lo smarrimento che colpisce i lettori più anziani di fronte al drastico rinnovamento del Marvel Universe degli ultimi anni. Una bella prova di Jeff Loveness ai testi e del sempre delizioso Ramon Pérez ai disegni, qui aiutato da Scott Hepburn.
Voto: 7,5
Luca Tomassini

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Morgan Lost Dark Novels 1 - La Sindrome di Biancaneve (Sergio Bonelli Editore)

di Claudio Chiaverotti e Max Bertolini
Morgan Lost è tornato, come abbiamo visto su Speed Rece 11, ripartendo dal numero 0 e con un nuovo formato. Claudio Chiaverotti ha promesso una continuity serrata e questo primo numero parte proprio con uno dei capisaldi della precedente serie, la Rockstar dei serial killer, Wallendream. La storia però ruota intorno a un nuovo serial killer che agisce nell’ombra e che non vuole la notorietà ma solo consumare la sua sfrenata voglia di uccidere. Morgan si metterà sulle tracce di questo nuovo assassino per fermare la sua escalation.
Chiaverotti intreccia magistralmente un primo numero col botto, ricco di colpi di scena, soprattutto col plot twist che ci regala uno dei migliori momenti della serie.
Ai disegni troviamo Max Bertolini che tratteggia con maestria questo albo. La silhouette androgina di Wallendream è perfetta, così come le emozioni che dipinge sui volti dei personaggi. Le strutture architettoniche di New Heliopolis risaltano grazie alla potenza della sua matita. Il nuovo formato amplifica il tutto, avendo tavole più grandi e permettendo maggiore libertà di espressione. La colorazione di Arancia Studio focalizza l’attenzione dei momenti clou con efficacia, grazie ai suoi rossi accesi.
Voto: 7,5
Emanuele Amato

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Sprayliz 1 – Città di notte (Editoriale Cosmo)

di Luca Enoch
Grazie all’Editoriale Cosmo, l’eroina “punk” di Luca Enoch torna nelle edicole con primo numero dell’antologica che raccoglierà l’intera serie. Liz è una writer che decora la città con murales di carattere politico, di rivolta sociale e di libertà culturale e, per questa ragione, viene perseguitata dalla polizia e dal Sindaco che fa di tutto, anche servendosi di mezzi poco legali, per fermarla. Sebbene ad una prima lettura superficiale Sprayliz possa sembrare un fumetto pensato e ideato per gli anni in cui è uscito, la serie di Enoch riesce a sopravvivere al suo tempo: il linguaggio usato dal suo autore è di grande contemporaneità, il layout ricco, le prospettive spesso vertiginose e la composizione delle vignette, rendono Sprayliz una serie capace di sfruttare appieno il mezzo espressivo del fumetto. Il lavoro di Encoh riesce, inoltre, a farsi depositario dell’universo iconico, sociale, culturale e citazionista degli anni ’90, un bagaglio capace di farsi portavoce di anni importanti per la controcultura, anni in cui avviene un distacco con la concezione precedente, in favore dell’espressione della disillusione giovanile, foriera di espressioni artistiche (tuttora contestate, sebbene, in parte “regolamentate”) come quelle dei murales.
Nel formato bonellide, l’edizione Cosmo, non snatura il lavoro di Enoch e, così facendo, avvia la collana de “I Capolavori del fumetto”, recuperando anche delle brevissime avventure di Liz e pubblicando un’interessantissima cover gallery, per ricostruire, così, l’intero corpus di Sprayliz.
Voto: 8.5
Edizione: 8
Leonardo Cantone

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Un eroe una battaglia 3 – Il sole di Austerlitz (Editoriale Cosmo)

di Giulio A. Gualtieri, Romolo Pesolillo e Matteo “Babbyan” Bellisario
L’antologica serie dedicata alle battaglie della Cosmo, al suo terzo numero, sceglie di raccontare un’epoca che, nell’immaginario fumettistico e filmico, attrae per le sue potenzialità visive e iconiche e per il suo fascino: le guerre napoleoniche. Giulio A. Gualteri e Romolo Pesolillo ai testi e Babbyan ai disegni, raccontano della battaglia decisiva che fu quella di Austerlitz attraverso gli occhi di un tirailleur, tiratore del corpo di fanteria dell’esercito napoleonico, che fa da attore e collante per ricostruire gli avvicendamenti della battaglia. Consono con la linea editoriale intrapresa dalla serie, la sceneggiatura, così come i testi, non cercano l’eroismo facile ma perseguono la ricerca di un’emotività forte, gettano il lettore sul terreno di scontro. Come la carica dei mammelucchi, decisivi per la battaglia, il racconto corre veloce tra proiettili, fucilate e cannonate, scegliendo dei testi asciutti ed incisivi e una composizione visiva di grande movimento in cui il tratto nervoso del disegnatore, conferisce grande potenza evocativa alle immagini.
Voto: 7,5
Leonardo Cantone

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Fables 39 (RW Lion)

di Bill Willingham, Steve Leialoha, Craig Hamilton e Jim Fern
Nelle prime due storie di questo numero, un'avventura nelle terre d'Hibernia: personaggi “minori” come Rosa Spina e il Gatto con gli stivali dovranno vedersela con una terribile strega, ovviamente cattivissima. I disegni nervosi della “riserva di pregio” Steve Leialoha sono godibilissimi nelle scene d'azione quanto legnosi per primi piani e dettagli, mentre Bill Willingham ai testi compie un'operazione di ordinaria amministrazione muovendosi con sicurezza ma troppo manierismo nel folklore scozzese. Il risultato complessivo è poco più di un fill-in, divertente e basta. Quindi viene presenta l'inizio della miniserie Lupi Mannari Americani (per altro stranamente non accreditata in seconda di copertina), con il tratto pulito e intrigante di Craig Hamilton a fare da complemento grafico ad una storia che racconta il passato remoto e quello recente di Luca Wolf. La conclusione sul prossimo numero.
Voto: 6
Luca Giovanelli

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Preacher 3 e 4 (RW Lion)

di Garth Ennis e Steve Dillon
Jesse Custer chiude i conti con la sua famiglia di origine. Garth Ennis ispiratissimo ci racconta una storia di crudeltà, amore e morte che scava nel passato del  predicatore texano in perfetto equlibrio fra romanzo familiare, satira sociale e gotico rurale. Il linguaggio è tagliente e nervoso, ma le riflessioni per nulla scontate su Dio e Fede sono l'esito più sorprendente. I disegni di Steve Dillon hanno una purezza commovente, ma l'espressività dei suoi personaggi, anche i “buoni”, è sempre attraversata da una sottile e allucinata tensione, come se la follia fosse lì sotto pronta a erompere. Una serie “classica” ed “enorme”, da leggere e rileggere.
Voto: 8
Luca Giovanelli

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Speed Rece #13: le nostre letture in breve

  • Pubblicato in Focus

Appuntamento numero 13 con Speed Rece, la rubrica in cui i redattori di Comicus raccontano in breve le loro letture settimanali. Buona lettura!

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Constantine 23 (RW Lion)

di Garth Ennis e Steve Dillon
John Constantine va in vacanza a New York e invece di rilassarsi inizia una personale discesa agli Inferi accompagnato da un Virgilio d'eccezione: JFK. L'esito è un'allucinata allegoria che mescola nuovi miti e Sogno americano. La storia ricorda per atmosfere quelle oniriche e malate scritte da Jamie Delano agli esordi della serie, con un Garth Ennis più misurato del solito, ma sempre crudele e sarcastico nel delineare scenari metropolitani da incubo. Steve Dillon materializza il tutto in modo preciso, ma i suoi disegni risentono del passaggio al b/n e risultano troppo scuri, penalizzando quindi la lettura in alcune pagine.
Voto: 6,5
Luca Giovanelli

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Daredevil 24 (Devil & I Cavalieri Marvel 75, Panini Comics)

di Brian Michael Bendis, David Marquez, Justin Ponsor, Ed Brisson e Mike Perkins
L’attesa è finita! Debutta in questo numero Defenders, testata che riunisce gli eroi urbani già visti all’opera nell’omonimo serial Netflix. Daredevil, Iron Fist, Luke Cage e Jessica Jones si uniscono per fronteggiare il ritorno di Willis Stryker, alias Diamondback, che minaccia l’odiato Cage ed i suoi affetti. Dopo le gestioni non esaltanti di X-Men e Guardiani della Galassia, Brian Micheal Bendis torna alle atmosfere urbane che avevano segnato l’inizio della sua carriera: un ritorno alle origini in grado di galvanizzare lo scrittore di Portland, che firma un numero d’esordio dal ritmo scoppiettante, egregiamente supportato dal sontuoso comparto grafico formato dalle matite di David Marquez e dai colori di Justin Ponsor. Il team artistico realizza un ibrido tra fumetto di supereroi e noir urbano graficamente eccelso: spettacolare la prova di un ormai maturo Marquez, consolidata stella del comicdom, bagnata dai colori a tinte porpora e fluo di Ponsor. Una partenza col botto per una serie che è già un must. In appendice, continua la scontro tra Iron Fist e l’abituale alleato Shang-Chi, controllato mentalmente dal Veggente: botte da orbi che danno all’ottimo Mike Perkins la possibilità di scatenarsi con tavole cinetiche che sembrano uscite da un action movie di Hong Kong, mentre Ed Brisson provvede ad imbastire la trama e a chiudere un eccellente numero del quindicinale dedicato agli eroi urbani della Marvel.
Voto: 8
Luca Tomassini

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Dragonero Adventures 2 – Nella tana dei Goblin (Sergio Bonelli Editore)

di Stefano Vietti, Antonella Platano e Vincenzo Riccardi
Proseguono le avventure “young” di Ian Aranill: il giovane eroe, accompagnato dalla sorella Sera e dall’orco Gmor, loro malgrado, si sono ritrovati a dover cercare degli ingranaggi di un libro magico prima che il Burattinaio se ne impossessi e, dall’Inframondo, arrivi nel loro mondo e lo metta a ferro e fuoco. Stefano Vietti racconta il tutto con la giusta e misurata leggerezza narrativa capace di posizionarsi su un doppio registro linguistico: il pubblico giovane può divertirsi con le avventure, strutturalmente spensierate, dei tre protagonisti, mentre quello più adulto può ricostruire il passato del personaggio e rintracciare la moltitudine di riferimenti alle avventure adulte di Ian. Da lato artistico, il lavoro Antonella Platano sorregge gli intenti del racconto con un disegno ricco e una messinscena movimentata che rende facilmente leggibile l’evoluzione delle scene. In calce al volume sono stati inseriti gli interessanti studi dei personaggi con dettagli e curiosità legati agli oggetti del mondo di Dragonero Adventures (ma non solo). Chiude l’albo, una breve storia, scritta dallo stesso Vietti e disegnata da Vincenzo Riccardi, dedicata ad una delle (sicuramente numerose) sessioni di allenamento di Ian con il nonno Herion, che, al di là della divertente costruzione narrativa che gioca tra allenamento e fantasia, regala ai fan di Dragonero una scena inedita e fondamentale per il personaggio e la sua evoluzione nella serie “madre”.
Voto: 7
Leonardo Cantone

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Nomen Omen: Total eclipse of heart (Panini Comics)

di Marco B. Bucci e Jacopo Camagni
Becky è una ragazza che vive a Manhattan con le sue due mamme. Affetta da acromatopsia, l'incapacità totale di percepire i colori, sembra avere una vita normale. Usa i social e scatta anche ottime foto, nonostante il suo problema, avendo un discreto successo su Instagram. Tutto normale a quanto pare. La ragazza inizia però ad avere delle visioni, subito dopo la perdita del suo migliore amico morto in un incidente. Una notte queste visioni si evolvono in qualcosa di più inquietante: un demone che le ruba il cuore. Becky comincia così a percepire la magia che circonda la nostra realtà sotto forma di colori. Il nostro mondo è al centro di una battaglia tra creature leggendarie ed esseri mitologici. Parte così Nomen Omen: total eclipse of heart, opera di Marco B. Bucci e Jacopo Camagni che richiama lavori come American Gods, cosa inevitabile quando si tratta di divinità in tempi moderni. Non che sia un male e, sicuramente, riesce ad avere una propria identità, fortunatamente anche marcata.
La sceneggiatura di Bucci è serrata già dalle prime tavole ma non eccessiva e troviamo un dinamico e magistrale uso dei dialoghi. I disegni di Camagni sono ipnotici e affascinanti. Il suo tratto morbido è perfetto per un urban fantasy di questo calibro. La scelta poi delle tavole in bianco e nero per creare maggiore immedesimazione col mondo acromatico di Becky è ben inserita nell'opera, amplificando poi le esplosioni di colori delle tavole successive. Un titolo che ha la portata per provare il salto nel mercato estero. Sicuramente migliore di molte opere Image Comics attualmente in circolo.
Voto: 8
Emanuele Amato

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Un eroe una battaglia 2 – La pioggia di Alesia (Editoriale Cosmo)

di Giovanni Masi e Valerio Nizi
La Battaglia di Alesia, e ce lo ricorda lo stesso Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico, è stata la battaglia decisiva per la vittoria di Roma sulla Gallia, capace di sopraffare le orde barbare di Vercingetorige e di confermare al mondo (e alla Storia) l’arte della guerra dell’Impero Romano. Giovanni Masi, rimanendo il più fedele possibile alle memorie di Cesare, ne ha estratto un racconto capace di evocare, con le suggestioni prive di “giudizio” da cinegiornale bellico, la durezza, il caos e la violenza di una battaglia sanguinosa. Il racconto è a due voci, quelle di Tito e Lucio, amici e amicalmente competitivi, due Centurioni che si sono battuti affianco del loro Imperatore. La sceneggiatura di Masi non si perde in frasi retoriche ad effetto, ma rimane salda nella sua volontà “documentaristica” di trattare una materia narrativa come lo scontro fisico, viscerale, “tangibile”, di una delle battaglie più importanti per la storia mondiale. A descrivere visivamente il racconto c’è l’arte di Valerio Nizi, capace di rappresentare con vivida espressione e messinscena (che strizza l’occhio ad una visione cinematografica) dal grande impatto, tanto nel tratteggiare la violenza della battaglia quanto la “quiete prima della tempesta” tra un’ondata di barbari e l’altra. Dal grande impatto narrativo è l’uso delle onomatopee: le urla, il clangore delle armi e, soprattutto, il battere veloce della cavalleria sul terreno di scontro, riescono a sedimentarsi nella mente del lettore come sottofondo, come tessuto sonoro, durante la lettura.
Voto: 7,5
Leonardo Cantone

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X-Force: Questa forza scatenata (Panini)

di Rob Liefeld, Fabian Nicieza e Todd McFarlane
Ristampa delle prime avventure del gruppo mutante di Cable & co.: qui sono raccolti gli ultimi 3 numeri di New Mutants e i primi quattro di X-Force, insieme ad un crossover con lo Spider-Man di Todd MacFarlane. Avete presente ritrovarsi fra le mani un vecchio album di glam metal anni'80- primi '90, riascoltarlo e scoprire che dietro i capelli cotonati, il makeup, i lustrini c'è solo del vecchio e sano rock'n roll? La X-Force di Rob Liefeld fa più o meno questo effetto: certi orrori “anatomici” saranno lì da venire così come il furioso business degli albori della Image, ma qui abbiamo “solo” storie ipercinetiche e roboanti di pura azione dove tizi in costume se le danno di santa ragione con il tratto di Liefeld ad amplificare e esagerare tutto. Dialoghi in cui personaggi urlano e assumono pose esasperate; i volti che sono “teorie” di rughe, segni, cicatrici; le acconciature che sfidano la forza di gravità; vestiti e uniformi che manco Vivienne Westwood. In poche pagine poi incontriamo: il Fronte di Liberazione mutante, l'Alleanza Cadre, il Club Infernale, i Morlock, lo Shield, Deadpool, Black Tom Cassidy, il Fenomeno e anche il crollo delle Torri Gemelle. Ci sono ovviamente gli uomini X: quel che resta dei Nuovi Mutanti  più l'innesto di nuovissime leve create per l'occasione. Il buon Rob, qui anche soggettista, butta fuori idee su idee e il “povero” e sottovalutato Fabian Nicieza con dialoghi serrati e rapidi (e qualche volta irrimediabilmente “tamarri”) riesce a dare ordine a questo carnevale creativo. Il risultato è, a distanza di oltre vent'anni, meno ingenuo e sgradevole di quello che ci si aspetta. Siamo lontani anni luce dai complessi mutanti di Chris Claremont, qui abbiamo giovani arrabbiati e belligeranti, la cui uscita dall'età dell'innocenza è concepita come una guerra in cui si può anche morire o uccidere. Ma mentre talune storie dell'autore canadese sono senza dubbio invecchiate male, qui invece riscopriamo un'inaspettata freschezza, una vitalità originaria attraversato da una sottile ma riconoscibile auto-ironia. Volontà di sorprendere quindi e divertimento, figli delle strategie di vendita certamente, ma anche del più tradizionale e benedetto sense of wonder. Un “classico moderno” della Marvel per i nuovi lettori, una piacevolissima riscoperta per chi già lo conosceva.
Voto: 7,5
Luca Giovanelli

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Speed Rece #12: le nostre letture in breve

  • Pubblicato in Focus

Ecco a voi la dodicesima puntata di Speed Rece, la rubrica in cui i redattori di Comicus raccontano in breve le loro letture settimanali. Buona lettura!

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Caput Mundi 3 – L’Uomo Che Non C’era (Editoriale Cosmo)

di Giulio A. Gualtieri e Ludovica Ceregatti
La saga dell’Universo Cosmo arriva a metà: Nero, Eva, il vampiro Battaglia, la Mummia, tutti i personaggi si stanno posizionando sulla scacchiera e di nuovi se ne stanno aggiungendo. L’ultimo è L’Uomo Invisibile, ladro acrobata e sopraffino, capace di penetrare ogni luogo per trafugare qualsiasi cosa: non si fida di nessuno, è cauto nel muoversi nel sottobosco criminale, ma non sa che, nonostante la sua “invisibilità”, è attentamente osservato. Sarà costretto ad un colpo estremamente audace e non privo di pericoli. La sceneggiatura di Giulio A. Gualtieri si allinea con i numeri precedenti, andando ad arricchire il quadro narrativo, e lo fa lasciandosi ispirare dalle atmosfere cinematografiche dei furti spettacolari, descrivendo l’azione con l’alternanza tra scene d’azione e dialoghi da noir hard boiled. I disegni di Ludovica Ceregatti descrivono con linea sottili e pulite la Capitale e i personaggi che vi si muovono all’interno, sfruttando le potenzialità narrative delle ombre e dei neri, non mero elemento descrittivo, ma fondamentale nella trattazione dell’Uomo Invisibile.
Voto: 7,5
Leonardo Cantone

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Dylan Dog 375 - Nel mistero (Sergio Bonelli Editore)

di Tiziano Sclavi, Angelo Stano e Giovanna Niro
"Quando un uomo muore, muore l'intero universo". È in questa frase che si nasconde un po' il senso dell'albo, anticipato da un volume cartonato uscito in occasione Lucca Comics & Games un mese fa. A un anno di distanza dalla sua ultima prova, torna Tiziano Sclavi e tanto basta a far comprare l'albo a scatola chiusa. Ma, a differenza di Dopo un lungo silenzio, ci troviamo di fronte a una storia decisamente valida, ma meno intensa. Un po' perché c'è una sensazione di déjà vu ricorrente con tematiche e situazioni care a Sclavi che si ripropongono in quest'albo che ricorda tanto anche la celebre Attraverso lo Specchio. Ma tante piccoli tocchi di classe fanno apprezzare comunque la sua sceneggiatura impreziosita dall'ottima prova di Angelo Stano alle matite e dai colori di Giovanna Niro.
Voto: 7,5
Gennaro Costanzo

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Doom Patrol: Un pezzo per volta (RW Lion)

di Gerard Way e Nick Derington
Pur essendo un team storico del variegato pantheon DC, la Doom Patrol, creata nel 1964 da Arnold Drake e Bruno Premiani, non ha mai raggiunto il livello di popolarità di un gruppo di superstar come la Justice League. Un destino motivato probabilmente sia dal non poter annoverare personaggi famosi come Batman o Superman tra le proprie fila, che dalla natura del tutto particolare del team formato da persone portatrici di handicap che svariano da disabilità fisiche a psicologiche, freak disadattati ed esclusi dalla società. La serie vivacchia più tra bassi che tra alti fino al 1989, quando viene affidata ad un giovane Grant Morrison che ne coglie la natura eccentrica e ne esalta gli aspetti più bizzarri fino a farne un manifesto di surrealismo e psichedelia, abbandonando gli stereotipati schemi narrativi del fumetto di supereroi per abbracciare influenze letterarie, dadaismo, scrittura automatica, simbolismo, la magia di Alesteir Crowley e chi più ne ha più ne metta. Questo affascinante calderone psichedelico diventa un cult per molti giovani lettori dell’epoca, tra cui Gerard Way, futuro leader della rock band My Chemical Romance. Way, amico di Morrison, fa rivivere lo spirito della Doom Patrol dell’autore scozzese in questa nuova serie, in cui tornano personaggi classici come Cliff “Robotman” Steele e Larry “Negative Man” Trainor, oltre alle invenzioni morrisoniane più brillanti come Flex Mentallo, Crazy Jane e Danny La Via. Ma il volume vede soprattutto il debutto di Casey Brinke che fornisce il punto di vista del nuovo arrivato sulla stralunata vicenda che, più che raccontata, deve essere vissuta come un trip onirico. Rispetto alla versione di Morrison, questa Patrol risplende di un’aura deliziosamente pop, vuoi per l’esperienza scenografica di una rockstar come Way, vuoi per la fantasia scatenata dell’ispirato Nick Derington alle matite e dell’accesa palette cromatica di Tamra Bonvillain.
Voto: 8
Luca Tomassini

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Grouchio #11: Groucho all’inferno (Sergio Bonelli Editore)

di Daw
Dylan Dog è morto. Divorato da un zombie? Assassinato da un serial killer? Ucciso da un mostro? No. La sua morte è dovuta all’orda di una folla inferocita, in stile Black Friday, per gli sconti su set di camice rosse e Clarks. Inizia così, in maniera assurdamente fantastica, il Grouchino di Daw dal titolo Groucho all’inferno.
Goucho appresa la notizia decide di fare ciò che deve per il suo amato capo: andare all’inferno a recuperarlo. L’albo numero 11 dedicato all’immortale assistente dell’Indagatore dell’Incubo inizia facendoti ridere a crepapelle e finisce nello stesso modo. La narrazione è lineare e gira su toni umoristici ottimi. Le freddure di Groucho sono amplificate e ribattute dal suo improvvisato assistente, il coroner che ha eseguito l’autopsia a Dylan. I gironi infernali sono strutturati secondo la legge del contrappasso moderno. In uno di essi c’è anche un cameo del magister Roberto Recchioni.
Voto: 7,5
Emanuele Amato

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Le Storie 62 – Memoryville (Sergio Bonelli Editore)

di Gianmaria Contro e Max Avogadro
Illwood è un piccolo, sonnolento e soffocante paesino della provincia americana: luogo in cui si sono concentrate emotività frustate, vitalità spente e bisogno di riscatto sociale, Memoryville – il nomignolo affibbiatogli dagli abitanti – nasconde anche sconvolgenti segreti. A scoprire il primo che, come in un domino, svelerà terribili eventi che risalgono a circa trent’anni prima, sarà Harrold, scrittore frustrato, giornalista da poco, che trova il rottame di un’automobile con dentro lo scheletro di uomo: inizia, così, un indagine che porterà il cronista a svelare molto più di quanto avrebbe voluto. Gianmaria Contro adotta un linguaggio filmico, da thriller, a favore di una narrazione capace di catturare il lettore nella sua costruzione con diverse dimensioni temporali. Presente e passato sono al centro anche dell’apparato visivo di Max Avogadro che sceglie di utilizzare un disegno ricco, pieno di dettagli, marcato – specie nella trattazione del bosco, fondamentale elemento narrativo – per ritrarre il presente del racconto, mentre un’immagine più spenta, opaca come avvolta nella nebbia, si presta alla raffigurazione del passato.
Voto: 7,5
Leonardo Cantone

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The Wild Storm: Libro Primo (RW Lion)

di Warren Ellis e Jon Davis-Hunt
Tra gli studi Image dai sette soci fondatori nel 1991, la Wildstorm di Jim Lee è stata senza dubbio quello che ha fornito il contributo qualitativo più elevato alla neonata casa editrice: titoli come Wildc.a.t.s., Gen13, Deathblow e Stormwatch sono ancora nel cuore dei lettori dell’epoca. Nel 1998 Lee, fiutando la fine del momento d’oro dell’editoria indipendente, vende la Wildstorm alla DC, sottraendo al catalogo Image alcuni dei suoi personaggi di maggior successo, che verranno successivamente integrati nell’universo di Superman e soci. Ne scaturisce una convivenza forzata: troppo classici i personaggi DC, troppo rappresentativi degli anni ’90 quelli Wildstorm, che dopo il reboot New 52 vengono messi in naftalina. Finché Lee, diventato nel frattempo editor-in-chief dell’editore di Batman, chiama in soccorso dei suoi vecchi personaggi quello stesso Warren Ellis che aveva scritto alcune delle pagine più belle della Wildstorm dei tempi andati. Il risultato è una serie del titolo omonimo, The Wildstorm, che nasce col doppio scopo di festeggiare i 25 anni di attività dell’etichetta e di rilanciarla con un nuovo status quo, rifondando completamente un universo narrativo, lasciando echi, accenni e indizi di ciò che è stato in dialoghi e didascalie che potranno essere decifrati solo da lettori iniziati.
Nelle mani di Ellis la saga anni ’90 fatta di invasioni aliene, guerriere scosciate appartenenti ad ordini segreti che brandiscono katane, androidi e affascinanti agenti segreti dal piglio alla Clint Eastwood, diventa un moderno thriller spionistico con due fazioni in lotta per il controllo di una tecnologia avveniristica. Lo scrittore smonta il classico universo Wildstorm e lo reinventa con abilità, donandogli nuova vita senza tradire l’originale. Fondamentale per la riuscita dell’operazione il contributo di Jon Davis-Hunt alle matite, artista dotato di uno storytelling efficace ed essenziale che, seppur lontano anni luce dallo stile canonico dell’etichetta, è la scelta ideale per dare forma alla trama imbastita dal geniale autore inglese.
Voto: 8
Luca Tomassini

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Speed Rece #11: le nostre letture in breve

  • Pubblicato in Focus

Puntuale, arriva l'11° appuntamento con Speed Rece, la rubrica in cui i redattori di Comicus raccontano in breve le loro letture settimanali. Buona lettura.

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Amazing Spider-Man 37 & 38 (L’Uomo Ragno 686 & 687 - Panini Comics)

di Dan Slott, Stuart Immonen, Gerry Conway, Ryan Stegman, Dennis Hopeless, Veronica Fish
Signore e Signori, allacciate le cinture di sicurezza e benvenuti allo Stuart immonen Show! Da questo mese il veterano di Superman, Nextwave, New Avengers e Star Wars prende in consegna le matite di Amazing Spider-Man, regalando alla collana madre dell’Uomo Ragno il consueto e sontuoso comparto grafico tipico dell’artista. Una sequenza mozzafiato di tavole all’insegna di azione e dinamismo, l’ideale per il blockbuster ragnesco ideato da Dan Slott, alla cui resa partecipano anche gli abituali collaboratori di Immonen, l’inchiostratore Wade Von Grawbadger e il colorista Marte Gracia. Il risultato finale è una festa per le pupille del lettore. L’arrivo dell’artista sembra conferire un rinnovato slancio ai testi di Slott, ormai in vista del traguardo del decimo anno consecutivo sulla testata, che inaugura un nuovo storyarc incentrato sulla caccia del Ragno alla sua nemesi di sempre, Norman Osborn, aiutato dallo Shield e dal suo agente migliore, la Mimo – Bobbi Morse vista anche nella serie tv dedicata all’agenzia di spionaggio più famosa dei fumetti. E tra i due potrebbe nascere qualcosa di più profondo della semplice collaborazione professionale. In appendice, debutta Amazing Spider-Man: Renew Your Vows, nuova serie ambientata in una realtà alternativa dove Peter e Mary Jane sono ancora sposati e hanno una figlia, Annie, dotata anch’essa di poteri ragneschi che non mancherà di usare per aiutare il padre nella crociata contro il crimine. Testi del veterano Gerry Conway, disegni della star nascente Ryan Stegman, partito come emulo di Todd McFarlane e approdato ad un piacevole stile personale. Ultima storia con party di addio annesso per Spider-Woman, con una parata di ospiti d’onore arrivati per salutare la neo mamma Jessica Drew: Dennis Hopeless scrive, Veronica Fish disegna con sensibilità indie.
Voto: 7,5
Luca Tomassini

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American Flagg! (Editoriale Cosmo)

di Howard Chaykin
Howard Chaykin fa parte di un gruppo di creativi, insieme a Frank Miller, John Byrne e Walter Simonson, che nei primi anni ’80 lasciò un segno indelebile nella storia del fumetto a stelle e strisce. Come i colleghi sopracitati, Chaykin inizia il suo percorso professionale prima alla DC, con l’adattamento dei romanzy fantasy di Fritz Leiber dedicati a Fafhrd e il Gray Mouser e poi in Marvel, dove presta le matite alla prima storica collana di Star Wars. Ma è con un’opera interamente concepita da lui, American Flagg!, che Chaykin realizza un capolavoro dell’allora nascente editoria indipendente e non solo. La serie è ambientata in un distopico 2031 in cui il governo americano ha abbandonato la Terra per trasferirsi su Marte, lasciando quel che resta degli Stati Uniti in mano ad una corporazione commerciale dalle dimensioni gargantuesche, il Plexus. È in questo scenario che si muove il protagonista Reuben Flagg, ex star televisiva in declino che viene riciclato come Ranger della Polizia, anch’essa al servizio della tentacolare compagnia. Chaykin mischia brillantemente fantascienza, atmosfere hard - boiled e satira politica e sociale, con uno stile tagliente e sferzante che ha fatto scuola. Con una lucidità che oggi lascia a bocca aperta, l’autore vaticina il crollo dell’Unione Sovietica e l’esplosione del bubbone medio orientale, anticipando la visione di un mondo dove la tecnologia e i media sono la longa manus di un potere che se ne serve per controllare gli individui, e dove gli interessi commerciali e finanziari hanno avuto la meglio sulla politica. Stupiscono ancora oggi la soluzioni grafiche ideate dall’autore, tra cui il celebre uso delle onomatopee che diventano elemento compositivo della tavola, i loghi e le icone che sembrano anticipare gli odierni sistemi di messaggistica. Riletta a distanza di 27 anni, quando venne presentata in Italia per la prima volta della Comic Art di Rinaldo Trani sulla mitica All American Comics, American Flagg! non ha perso nulla della sua carica sarcastica e irriverente, e della sua acuta visione anticipatrice del futuro.
Voto: 8,5
Luca Tomassini

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Caterina De' Medici (Historica Biografie - Mondadori Comics)

di Mathieu Gabella, Renaud Villard, Paolo Martinello, Andrea Meloni
La “leggenda nera” di Caterina De'Medici, di ovvi natali italiani ma Regina madre di Francia per oltre sessant'anni, uno dei periodi più bui della storia transalpina, quello delle guerre di religione nell'Europa post-Riforma. Sposa giovanissima e un destino segnato da un sistema delicatissimo di alleanze politiche, che questa complessa figura di donna sfida con determinazione e rigore, ritagliandosi un ruolo che la Storia non aveva previsto per lei. Un percorso fatto di dolore, di complicati giochi di corte e di responsabilità gravissime. Nel punto di vista degli autori c'è una parziale riabilitazione, data da uno sguardo pietoso e misurato, più efficace nei momenti intimi in cui gli eventi storici vengono filtrati dai primi piani e dai gesti della protagonista: le tavole mute della strage di San Bartolomeo (dove i Cattolici massacrarono gli Ugonotti), o i dialoghi “familiari” coi figli ne sono l'esempio migliore. Il resto invece è mestiere, non troppo originale, che eccede nelle spiegazioni e nelle didascalie, accompagnato da disegni molto discontinui: Paolo Martinello sembra infatti più a suo agio coi campi medio-lunghi e i quadri d'insieme in cui può dare prova del suo amore per i dettagli e la ricostruzione storica, mentre le figure umane, quasi tutti monarchi o nobili, rimandano la fastidiosa impressione di un tratto frettoloso, talvolta legnoso, troppo poco preciso.
Voto: 6
Luca Giovanelli

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Color Tex 12: Sparate sul pianista e altre storie (Sergio Bonelli Editore)

di A.A.V.V.
Il Color Tex autunnale è caratterizzato, come consuetudine, da storie brevi (in questo caso 5). Ogni avventura ha 32 pagine, cosa che cambia radicalmente il ritmo alle storie del ranger generalmente sviluppate in un numero di tavole di gran lunga superiore. Interessante questo albo anche per gli autori coinvolti, fra esordi, ritorni e conferme. Sparate sul pianista, riporta in scena Pasquale Ruju e Pasquale Frisenda, duo noto agli appassionati del ranger, con una solida avventura splendidamente disegnata. Convincenti gli esordi di Giorgio Giusfredi e Andrea Cavaletto ai testi, coadiuvati da altrettanto ottimi Marco Soldi e Alessandro Poli, nelle storie Io ucciderò Tex Willer e Giustizia!. L'editor del personaggio, Mauro Boselli, ci porta nel passato di Tex, al tempo delle sue prime missioni come Ranger con Abilene, Kansas. Un'altra ottima prova per lo sceneggiatore, mentre i disegni di Enrico Bertozzi non paiono sempre all'altezza specie nei volti dei personaggi. Dal tramonto all’alba, infine, vede il ritorno ai testi di uno degli sceneggiatori storici di Tex: Claudio Nizzi. Quest'ultimo, insieme a un ottimo Roberto Zaghi, firma la storia più singolare dell'albo e, a nostro avviso, la migliore del lotto. La colorazione di tutte le storie è affidata ad Oscar Celestini che fa un lavoro eccellente, adattandosi bene allo stile di ogni disegnatore.
Il nuovo Color Tex non deluderà gli appassionati con una selezione di storie valide e ben assortite per tematiche e autori.
Voto: 7,5
Gennaro Costanzo

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Morgan Lost Dark Novels 0 – Origini (Sergio Bonelli Editore)

di Claudio Chiaverotti e Val Romeo
Riparte letteralmente da zero la testata Bonelli ucronica dedicata al cacciatore di taglie daltonico Morgan Lost: la "nuova" serie acquisirà una continuity più serrata e, difatti, con questo numero scopriamo cosa è accaduto nei mesi successivi al "battesimo" dell’eroe. Morgan è stato catturato, con la fidanzata, da due membri del culto di Set: la donna è stata barbaramente uccisa e lui ha sul volto il tatuaggio impostogli come iniziazione al sacrificio. Il "dopo" è drammatico, doloroso, e Morgan non solo vuole scendere a patti con l’accaduto ma vendicarsi e cominciare una nuova vita votata alla caccia dei criminali. Cambia il formato, più leggero e che permette un layout meno rigido, ma non cambia l’approccio narrativo di Claudio Chiaverotti, sempre teso verso i drammi e le contraddizioni interiori di Lost. Val Romeo ritorna sulle tavole del Cacciatore di Taglie con la medesima eleganza delineando con grande attenzione per i dettagli le scene e, in particolar modo, le espressioni dei personaggi.
Voto: 7,5
Leonardo Cantone

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