Dopo qualche mese di attesa tornano le avventure dei Segreti Sei, uno dei parti più riusciti di Crisi Inifinita che ora, dopo alcune miniserie che ne hanno confermato l'indiscutibile qualità, ritroviamo in un volume che racchiude i primi adrenalinici sette numeri della loro testata.

In questa nuova avventura, che lo vede intraprendere una missione suicida che li porterà da San Francisco a Gotham City, il gruppo composto da Catman, Scandal, Deadshot e Ragdoll (con la nuova aggiunta Bane) affronta Junior, un criminale inquietante e misterioso desideroso di impossessarsi di una misteriosa carta.

È in questo contesto di caos e sangue, in cui tutto sembra perduto, che Gail Simone riesce a costruire sapientemente le caratterizzazioni e i rapporti umani dei protagonisti, tra i quali spicca Catman che si conferma uno dei personaggi più affascinanti.

Ma i Segreti Sei sono prima di tutto un gruppo, e così Gail Simone tesse, tra una adrenalinica battaglia e l'altra, finti tradimenti, confessioni, squarci di passato (come nel caso di Ragdoll e Junior) regalando ai lettori una saga avvincente, coadiuvata dai disegni di Nicola Scott che ben si adattanto all'atmosfera suicida che permea questo strano, ma fantastico gruppo di criminali.

Prima di lasciare la Terra per stabilirsi su Nuovo Krypton, Superman ha lasciato il proprio ruolo al suo amico Mon-El, tornato in scena di recente. Il daxamita si trova quindi a cercare il suo posto nella società umana, affiancato da altri eroi di Metropolis come Guardian e Acciaio. Intanto, sullo sfondo, proseguono le manovre del generale Lane in vista della soluzione definitiva contro i kryptoniani.

Come nel primo volume dedicato a Nightwing e Flamebird, anche qui scopriamo cosa accade sulla Terra durante l'assenza di Superman. Lo scrittore James Robinson si impegna subito a donare profondità al personaggio di Mon-El, ma al contempo non perde di vista gli sviluppi generali della vicenda, recuperando per altro le sottotrame avviate nei mesi scorsi.

Alla storia scorrevole, leggera e ben costruita, fanno da complemento i disegni ariosi di Renato Guedes. Discreta ma meno ispirata, invece, la prova di Jose Wilson Magalhaes, mentre risulta sobria ed efficace la mano di Javier Pina sull’annual, incentrato sulla storia del pianeta Daxam.

Quale miglior storia se non "Rinato" per lanciare il nuovo mensile dedicato a Capitan America? I primi episodi della miniserie scritta da Ed Brubaker mettono subito in piazza una molteplicità di elementi che allo stesso tempo riannodano i fili passati e aprono a una serie di possibilità future.

Brubaker realizza così una storia che, in continuità con il suo già ottimo ciclo, ha tutte le carte in regola per diventare un punto di cesura e un ideale nuovo inizio per il mondo di Capitan America. Alla storia ben scritta e ritmata fanno da contraltare le tavole spettacolari di un Bryan Hitch sempre in forma (qui coadiuvato dal buon Butch Guice). Una menzione particolare merita poi la doppia splash page realizzata da Alex Ross, un vero condensato di bravura.

Parrebbe dunque riuscita l'operazione della Panini (che probabilmente non è slegata dall'evento cinematografico dell'anno venturo). Il nuovo mensile, proponendo materiale di qualità, riesce una volta tanto anche a presentarsi come un efficace starting point per eventuali nuovi lettori.

Con lo speciale "Exodus" si conclude "Utopia", il crossover tra gli X-Men e i Vendicatori di Norman Osborn. Il regno oscuro dell'ex Goblin si conferma un mondo al contrario, dove la morale è annientata del tutto: e questo tanto più rispetto ai reietti per eccellenza, i mutanti, che ancora una volta dovranno evolvere per sopravvivere e rimettere tutto in gioco.

Matt Fraction costruisce una storia perfettamente inserita nel Dark Reign, e al contempo riesce a non perdere di vista uno degli elementi più caratteristici delle storie degli X-Men: il tema della convivenza tra diversi, l'essenza della collettività. E proprio in questo senso, il lieto fine contenuto nell'albo riserva comunque un risvolto amaro.

In coda, varie storie di retroscena completano la genesi dei Dark X-Men di Osborn, mentre Ciclope ed Emma Frost cercano di sciogliere alcuni nodi venuti al pettine. Queste storie, nel complesso gradevoli, confermano inoltre la buona qualità grafica che ha accompagnato tutto il crossover, pur nella sua grande varietà.