Si spengono i riflettori sulla undicesima edizione di ARF! Festival, vivace kermesse romana dedicata alla Nona Arte che in pochi anni si è imposta come una delle fiere più apprezzate del settore. Il motivo, facilmente intuibile e confermato da molti addetti ai lavori, è semplice: in un momento storico in cui le convention cercano i grandi numeri, gonfiandoli con elementi accessori che poco hanno a che fare il fumetto, ARF è per scelta propria e missione autoassegnatasi una celebrazione del fumetto in quanto tale, nudo e puro, libero da orpelli che possono certamente fare colore ma che alla lunga snaturano le fiere di settore. La scelta, qualitativamente vincente, di non dover essere schiavi dei numeri, consegna ai visitatori una fiera a dimensione d’uomo e piacevole da visitare. Complici le belle giornate che solitamente graziano Roma in questo periodo dell’anno, la visita ad ARF! Festival è, per i romani e non solo, un irrinunciabile e gioioso momento di spensieratezza che inizia nel momento in cui si attraversano le strade caratteristiche del quartiere che lo ospita, uno dei più autentici di Roma: Testaccio. “Core de Roma”, rione popolare amatissimo dai cittadini con la sue tipiche palazzine corredate dagli altrettanti tipici cortili, pensati tanto tempo fa in nome di una concezione virtuosa dell’edilizia, destinata più alla comunità che al profitto.

Una splendida passeggiata nel cuore pulsante di Roma (che già assegna ad ARF già una marcia in più rispetto all’altra fiera cittadina, Romics), che conduce lo spettatore fino all’ex Mattatoio e alla “Città dell’Altra Economia”, due spazi recuperati da amministrazioni che hanno avuto sempre un occhio di riguardo nei confronti della cultura e che sono stati restituiti ai cittadini come preziosi spazi espositivi e di divertimento.
Il Festival ha replicato sostanzialmente la formula vincente degli anni precedenti, costituita da conferenze e lectio magistralis di assoluto prestigio ospitate nella Sala Talk (con la supervisione di Mauro Uzzeo), incontri con gli autori nello spazio dedicato “Best Nine” e una nutrita presenza di artisti nell’apposito e ormai celeberrimo Arfist Alley, che si avvale come sempre della direzione di un artista affermato a livello internazionale come David Messina. La novità principale riguarda proprio l’Arfist Alley che ha abbandonato la precedente collocazione, ora dedicata all’editoria “indie”, per posizionarsi in un contesto più adeguato ad accogliere il gran numero di visitatori accorsi per ricevere firme, sketch e commission dai propri artisti preferiti. Tra questi, star della matita come la superospite Becky Cloonan, giunta a Roma per presentare il suo Somna, opera realizzata in tandem con Tula Lotay vincitrice dell’Eisner Award (in Italia per Star comics), Ivan Brandon, Alessandro Cappuccio, Sara Pichelli, Jacopo Camagni, Michele Bandini, Emilio Laiso, Federico Mele, Federico Sabbatini, Eleonora CarliIni, Elisabetta D’Amico, Carola Borelli e tanti altri.
La presenza più preziosa di tutte, ci permettiamo di dirlo, è stata quella di una vera e propria leggenda del fumetto britannico, l’autore che con il suo seminale Luther Arkwright (di cui Tunué ha pubblicato l'attesissimo finale) ha anticipato e influenzato il movimento della British Invasion: Bryan Talbot, protagonista di un affollato firmacopie e di una lectio magistralis di altissimo livello, moderata con competenza da Gianluca De Angelis. Abbiamo avuto l’occasione di scambiare poche parole preziose con il maestro Talbot, un gentiluomo d’altri tempi. Altri incontri a cui abbiamo avuto la fortuna di presenziare sono stati quelli con la già citata Becky Cloonan, gentile e disponibilissima con i fan, e con Gigi Cavenago, artista eccelso noto al grande pubblico per il lavoro svolto con successo su Dylan Dog, che da qualche anno si sta dedicando all’animazione con risultati straordinari, basta pensare alle sequenze dei film animati dello Spider-Verse a cui ha contribuito o alla recentissima hit di Netflix Love, Death and Rockets.

Un ruolo importante nell’offerta di ARFestival l’hanno giocato anche quest’anno, come d’abitudine, le belle mostre allestite per l’occasione: di ottimo livello quelle dedicate ad un nome storico del fumetto italiano come Davide Toffolo, all’artista messicano Tony Sandoval, e al sorprendente Jon McNaught. Le tavole di quest’ultimo, tratte da Hors Scène (edito da Dargaud) ci hanno particolarmente colpito per la loro apparente semplicità, che nasconde invece una forte carica emotiva accentuata da un uso molto particolare del colore.
Uno “spotlight” particolare è stato dedicato anche al fumetto indipendente, con le belle mostre dedicate rispettivamente a SantaMatita e a Nicoz Balboa.
In chiusura vogliamo rivolgere un apprezzamento e un ringraziamento a tutto lo staff di ARF! Festival, partendo dai responsabili per arrivare ai tanti addetti impiegati, infaticabili, cortesi e accoglienti. Ci vediamo il prossimo anno!
In basso trovate una ricca gallery realizzata durante l'evento.