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È uscito a sorpresa oggi American Jesus 2 di Mark Millar

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È uscito oggi "a sorpresa" in America il primo albo del sequel di American Jesus di Mark Millar e Peter Gross dal titolo The New Messiah.

Millar aveva annunciato una pubblicazione per la settimana prima di Natale già lo scorso settembre, ma senza svelare il titolo. Ad anticipare ieri la "sorpresa" ci ha pensato il sito Bleeding Cool, che mostra anche un primo leak della cover.

La serie, pubblicata da Image Comics, sarà presto protagonista di una adattamento per Netflix. La trama parla di un 12enne che scopre di essere la seconda incarnazione di Gesù ed è quindi costretto a crescere in fretta e a farsi carico del destino del mondo.

Il sequel di American Jesus, una delle opere più apprezzate di Millar, era già previsto per il 2017, ma ha visto la luce solo ora.

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Anteprima di Family Tree #1, il nuovo fumetto Image di Jeff Lemire

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Esce oggi negli States Family Tree #1, il nuovo lavoro Image Comics di Jeff Lemire.

Illustrata da Phil Hester (Shipwreck, Green Arrow), la serie parla di una bambina di otto anni che inizia letteralmente a trasformarsi in un albero. La sua mamma single, il fratello in difficoltà e il nonno non proprio lucido intraprendono un'odissea bizzarra e straziante attraverso le strade della provincia americana alla ricerca disperata di un modo per curare la sua orribile trasformazione prima che sia troppo tardi. Ma diverse forze minacciano di fare a pezzi la famiglia mentre fanatici, mercenari e paparazzi si avvicinano, determinati a distruggere la ragazza - o usarla per i propri fini.

Potete leggere le prime tavole di Family Tree #1 nella gallery in basso.

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Cemetery Beach, recensione: il "Mad Max: Fury Road" di Warren Ellis e Jason Howard

Cemetery Beach piatta sito

L'intento di Cemetery Beach, ultima fatica di Warren Ellis e Jason Howard per Image Comics, in Italia per Saldapress, è chiaro sin dalle prime tavole: rendere omaggio al film Mad Max: Fury Road, rappresentando sul medium fumetto una storia completamente nuova, ma fortemente ispirata dal film di George Miller; il risultato ottenuto dai due autori, rodati dalla loro precedente collaborazione su Scatterland, invece, non risulta del tutto convincente.

Partiamo dalla trama: la storia è incentrata sulla fuga del soldato pieno di rimpianti Mike Blackburn e della rivoluzionaria e assassina Grace Moody dalla prigione in cui erano richiusi, attraverso i mille pericoli di un mondo alieno dominato dalla tirannia, fino al punto di estrazione sulla Cemetery Beach del titolo.

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La storia del mondo alieno inizia nel 1920, quando il pianeta Terra - chiamato per tutta l'opera Vecchiapatria - ne scopre l'esistenza e invia delle spedizioni di pionieri per colonizzarlo. Dagli esploratori non arrivano più notizie e, un secolo dopo, l'umanità invia un soldato - il nostro Mike - in missione di ricognizione, prima di organizzare una seconda spedizione. Il militare di Vecchiapatria viene immediatamente fatto prigioniero dagli abitanti del nuovo mondo, evolutosi intanto in una distopica dittatura governata col pugno di ferro dall'immortale comandante Barrow, tanto obeso e grottesco quanto spietato, ed immediatamente riesce a scappare, riuscendo a liberare la tosta Grace Moody, una sorta di prigioniera politica punita per avere ucciso delle guardie nella sua lotta contro il potere costituito.
Il resto è una lunga corsa mozzafiato attraverso le varie parti della colonia, in cui l'azione è padrona delle scena e, di tanto in tanto, viene rivelato qualcosa di più sui protagonisti e sulle spaventose caratteristiche del nuovo mondo e dei suoi abitanti, sino al gran finale, che un po' sorprende, ma soprattutto lascia aperta la porta a futuri sviluppi.

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Con dei richiami così netti al film di Miller, e visto il grande successo della pellicola, diventa quasi obbligatorio fare paragoni: diciamo subito che, anche tenuto conto dei mezzi espressivi completamente diversi, il fumetto di Warren Ellis appare un po' sottotono e, sebbene abbia un ritmo molto elevato e sia nel complesso divertente, non ha sul lettore quell'impatto disturbante che un'opera su un mondo apocalittico dovrebbe avere. Il motivo è semplice: l'azione ruba tutta la scena alla parte fantascientifica che, assieme all'approfondimento psicologico dei personaggi, viene trattata solo in modo marginale. La storia tragica dei protagonisti, per esempio, non viene mai mostrata ma solo raccontata; i vari gironi della colonia, pur entrando in scena in maniera originale, scorrono via con troppa fretta per incutere timore; lo stesso si può dire, infine, per i cattivi, nonostante il loro aspetto volutamente disturbante.
Forse lo scrittore inglese non voleva mettere troppa carne al fuoco, forse voleva puntare tutto sul divertimento ipercinetico, tuttavia rimane l'impressione che nel racconto ci sia un potenziale rimasto inespresso.

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Il disegnatore Jason Howards conosce Ellis molto bene - i due stanno lavorando anche a Trees-  e dà vita alle sue idee con un tratto stilizzato e asciutto, che si concentra sulle scene di azioni e sui dettagli splatter; la mancanza di dialoghi in molte delle sequenze della rocambolesca fuga e la sceneggiatura concitata, lascia sulle sue spalle il difficile compito di non dare un attimo di respiro al lettore e lui lo assolve con dedizione e un pizzico di compiacimento. Mette in secondo piano, però, la resa dell'ambientazione post apocalittica, delle scenografie decandenti e della tecnologia bellica della controterra ed è un po' un peccato. La resa finale è comunque molto interessante grazie anche alla colorazione, che predilige i toni sfumati del grigio, del porpora e del rosso e dona alla storia un carattere abbastanza inquietante.

Cemetery Beach soddisfa molto chi ama l'azione sfrenata, un po' meno chi ama la fantascienza e non raggiunge le vette dal film che voleva omaggiare. Ma non bisogna disperare: Ellis è un ottimo autore e sarà interessantissimo vedere se (e come) deciderà di sviluppare, per esempio, la cosmologia della colonia partendo dai semi gettati finora, primo fra tutti l'ecosistema del nuovo pianeta, ricco di elementi energetici ma povero di cibo, oppure lo stile di vita che le popolazioni dei vari cerchi hanno dovuto sviluppare per sopravvivere in questo ambiente diverso e misterioso.

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Le cover di Spawn #301 firmate da Alex Ross, Francesco Mattina e altri artisti

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Proprio ieri 4 settembre ha esordito ufficialmente nelle fumetterie statunitensi il trecentesimo numero di Spawn, un importante albo che è passato alla storia per aver raggiunto il primato di Cerebus di Dave Sim come la serie a fumetti indipendente più longeva a essere mai stata realizzata. Questo encomiabile record editoriale sarà definitivamente infranto dalla Image Comics il prossimo 2 ottobre, giorno in cui sarà distribuito negli Stati Uniti Spawn #301, che sarà scritto e disegnato dall’ideatore dell’alter ego di Al Simmons, Todd McFarlane, il qualeverrà affiancato anche da talentuosi artisti quali Greg Capullo, Jerome Opeña, Jason Shawn Alexander e Clayton Crain.

Negli scorsi giorni, sono state diffuse in rete tutte le variant con cui Spawn #301 approderà oltreoceano: come potete vedere a seguire, esse portano la firma del leggendario Alex Ross (Marvels), di Jason Shawn Alexander (The Escapists), del nostro connazionale Francesco Mattina (Spider-Man 2099) e di Jerome Opeña (Avengers: Rage of Ultron).

La cover principale, invece, è stata disegnata dallo stesso McFarlane, che ha colto l’occasione per omaggiare la sua iconica copertina di Amazing Spider-Man #301 datata giugno 1988.

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