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Saldapress pubblicherà Undiscovered Country di Scott Snyder, Charles Soule e Giuseppe Camuncoli

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Saldapress ha annunciato sarà lei a pubblichare in Italia la serie Image Comics Undiscovered Country scritta da Scott Snyder e Charles Soule e disegnata da Giuseppe Camuncoli.

Di seguito trovate tutti i dettagli annunciati dall'editore.

"Candidato agli Eisner Award 2020 come Miglior nuova serie, pronto a diventare un film per il cinema, hit di vendite negli USA, indicato da Robert Kirkman come possibile erede di The Walking Dead e segnalato tra i bestseller del New York Times: UNDISCOVERED COUNTRY di Scott Snyder, Charles Soule e Giuseppe Camuncoli è sicuramente il fumetto più atteso dell'anno dai lettori italiani.

SaldaPress è orgogliosa di annunciare che ha acquisito i diritti per l'Italia della serie e che inizierà la pubblicazione a novembre col primo volume, intitolato DESTINO.

Le ragioni del successo negli USA e il motivo per cui le più importanti case editrici europee e mondiali hanno cercato fin da subito di acquisire i diritti di pubblicazione di UNDISCOVERED COUNTRY sono prima di tutto legate alla fama dei suoi creatori. Scott Snyder e Charles Soule sono due dei più apprezzati sceneggiatori statunitensi contemporanei, grazie al loro lavoro su Justice League, Batman, Wytches, Daredevil e moltissimi altri titoli, mentre l'italiano Giuseppe Camuncoli, oltre al decennale lavoro su The Amazing Spider-Man e lavori indipendenti come Green Valley, è ormai da tempo consacrato tra i disegnatori più importanti del mercato europeo e statunitense.

Ma, oltre al terzetto di eccezionali autori, il cuore pulsante del successo della serie è nella storia.

“UNDISCOVERED COUNTRY porta alle estreme conseguenze una tendenza della politica e della storia americana contemporanea, e la intreccia – in modo quasi profetico, si potrebbe dire – con una pandemia globale. È esattamente quel tipo di storia all’apparenza mainstream ma in realtà dai numerosi livelli di lettura a cui amiamo dare la caccia per il nostro catalogo.” ha dichiarato il direttore di saldaPress, Andrea G. Ciccarelli. I lettori di UNDISCOVERED COUNTRY vengono trasportati in un prossimo futuro, e in una nazione isolata che un tempo era conosciuta col nome di Stati Uniti d’America: una terra che è stata avvolta nel mistero dopo essersi murata fuori dal resto del mondo senza spiegazioni trenta anni prima. Quando un  gruppo di persone scelte, in cerca di una cura per una pandemia globale, viola i confini degli Stati Uniti, tutti si trovano rapidamente a dover lottare per la propria sopravvivenza in quello strano e ora potenzialmente mortale continente perduto.

UNDISCOVERED COUNTRY promette di essere uno dei titoli di maggior successo dei prossimi mesi. L’esordio italiano in edizione saldaPress è atteso ufficialmente per novembre.

Un grande evento editoriale, molto atteso dai lettori del nostro paese.

Undiscovered-Country cover PROVV

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Space Bandits, recensione: l'ottimismo fantascientifico di Mark Millar e Matteo Scalera

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Abbiamo già scritto in passato di come Mark Millar venga ormai costantemente preso di mira da buona parte della critica fumettistica, perché accusato di pensare soprattutto al proprio tornaconto, piuttosto che a realizzare storie degne di nota. Tuttavia, vale la pena ripetere che questo atteggiamento si è acuito da quando Netflix ha acquisito il Millarworld (l’etichetta che raccoglie le serie creator-owned dell’autore scozzese) e fa sì che ogni nuova opera uscita dalla sua penna venga aprioristicamente bollata come superficiale o utile solo per un futuro sfruttamento cinematografico. È vero che di fronte a lavori francamente imbarazzanti come il recente Sharkey il cacciatore di taglie la tentazione di andare dietro a quei giudizi un po’ affrettati potrebbe anche avere una sua giustificazione, ma in questo modo si rischierebbe di perdere quanto di buono Millar è ancora in grado di offrire ai suoi non pochi estimatori. Più semplicemente, è probabile che la necessità di dover rispettare le scadenze imposte dal colosso dello streaming lo porti a privilegiare alcune serie rispetto ad altre, con la conseguenza di assistere a una differenza qualitativa abbastanza netta - e difficilmente prevedibile – tra un’opera e l’altra, che, alla lunga, potrebbe anche determinare una generale disaffezione dei lettori nei suoi confronti (un problema a cui sembra essere riuscito a porre rimedio un altro autore particolarmente prolifico come Jeff Lemire, da qualche tempo più restio ad accettare troppi lavori).

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Che Millar sia ancora uno scrittore valido lo abbiamo già sottolineato in occasione dell’uscita italiana di The Magic Order, ma ci sentiamo di ribadirlo anche al termine della lettura di Space Bandits, nuovo volume di Panini Comics, uscito da poco in fumetteria, che raccoglie l’omonima miniserie pubblicata negli USA lo scorso anno, realizzata dal cartoonist scozzese in coppia con il parmense Matteo Scalera. Il titolo sembra lasciare poco spazio all’immaginazione, tuttavia nasconde che i protagonisti della storia non sono un generico gruppo di briganti del cosmo, ma piuttosto due fuorilegge di sesso femminile, trovatesi per caso a collaborare, per vendicarsi dei rispettivi partner (i membri della banda di malfattori, di cui è a capo una delle due e il truffaldino amante dell’altra), responsabili di aver fatto finire entrambe ai lavori forzati su un gigantesco crostaceo morto, diventato la prigione dei peggiori criminali dell’universo. Quel titolo non svela neppure gli omaggi continui agli anni Ottanta, recentemente riportati alla ribalta grazie al successo della serie televisiva Stranger Things, al cui fascino, evidentemente, non è immune neppure lo stesso Millar, tanto che, fin dalla prima vignetta, questa sua nuova creazione si presenta come un giocoso omaggio all’estetica di quel periodo, dove trovano spazio persino trovate un po’ stravaganti come un’astronave da crociera che si chiama Lionel Richie, o gli appariscenti abiti indossati dai personaggi, che sembrano usciti da una rivista per teenager dell’epoca. Diverse bizzarrie che, nel loro insieme, rendono piuttosto improbabile lo scenario fantascientifico in cui è ambientata l’opera e che giustificano l’uso massiccio dell’ironia, necessaria a rendere digeribili al lettore anche le invenzioni più folli dell’autore scozzese.

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Degli anni Ottanta, in realtà, Millar rispolvera anche il riuscito mix tra commedia e azione, che molto spesso caratterizzava le pellicole per il grande schermo o i telefilm del periodo, nella maggior parte dei casi popolati da eroi scanzonati che, persino nelle situazioni più drammatiche, erano in grado di stemperare la criticità del momento grazie alla loro simpatia. Tutti elementi abilmente riutilizzati dall’autore di Kick-Ass e Civil War, ma con una differenza sostanziale: in quei film e in quelle serie televisive, i protagonisti erano sempre uomini, mentre le donne erano spesso relegate al ruolo di comparsa. Qui, invece, i personaggi principali sono due aliene e sono i maschi a rimanere in posizione subalterna. In altre parole, Millar non si limita ad aggiornare al linguaggio contemporaneo quel genere tanto popolare qualche decennio fa, ma si diverte a ribaltarne anche i concetti di base, quasi a dimostrare che chi, come lui, è capace di unire una scrittura di alto livello a una fervida immaginazione, può permettersi di utilizzare i riferimenti e le citazioni solo come un gustoso extra, forse buono a cavalcare la moda del momento, ma per nulla necessario all’economia della storia in sé. Il piatto forte di Space Bandits, infatti, è costituito fondamentalmente dalle spericolate peripezie delle due antieroine, che avrebbero potuto tranquillamente svolgersi in un’altra epoca e con un’ambientazione differente, senza perdere, tuttavia, un grammo della loro originalità.

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Millar, però, ha dimostrato più volte la sua passione per la fantascienza o i temi fantasy in generale, e scegliere come sfondo la galassia ha garantito ai suoi testi di trovare una rappresentazione più che degna nei fascinosi disegni di Scalera. Ciò nonostante, sono soprattutto l’azione frenetica e il rapido succedersi degli eventi a esaltare l’artista emiliano, che si scatena in tavole ipercinetiche e splash-page di grande impatto, oltre a spingersi a sperimentare con successo soluzioni visive ardite e prospettive inusuali (peraltro già parzialmente intraviste nell’ottima Black Science). In più, le sue anatomie spigolose e volutamente sproporzionate, unite a un’espressività dei volti dei personaggi tendente al cartoonesco (particolarmente accentuata negli alieni non umanoidi) rafforzano i toni da commedia di tutta la vicenda. Da non sottovalutare neppure i colori saturi e invasivi di Marcelo Maiolo, che danno ancora più energia ai disegni di Scalera, anche se l’unione tra la sceneggiatura spensierata di Millar e una parte grafica volutamente tesa a evocare il luccichio del decennio edonista per antonomasia, fa spesso somigliare la storia a un gigantesco videoclip. È probabilmente questo il vero limite della serie, perché per quanto divertente sia seguire le scorribande della coppia protagonista, a volte la trama tende a essere un po’ troppo prevedibile e l’autore scozzese sembra scegliere sempre la soluzione più appetibile per i lettori. Di questo ne soffre anche la caratterizzazione delle due simpatiche criminali, soprattutto la forzuta Thena Khole, che paga questa sua inusuale peculiarità, apparendo spesso come una semplice figura di contorno (la classica spalla un po’ ingenua che sa menare le mani e poco altro). Molto meglio la geniale calcolatrice Cody Blue, decisamente più in sintonia con quella vasta galleria di personaggi brillanti e determinati, per i quali Millar ha sempre mostrato un attaccamento particolare.

Concludiamo con una curiosità: nelle pagine finali, assistiamo a una prova generale per rendere il Millarworld, o almeno una parte di esso, un universo condiviso. Che sia un’esplicita richiesta di Netflix per inseguire i successi del Marvel Cinematic Universe?

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Il fumetto Image Killadelphia: Sins of the Father diventerà una serie tv

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Deadline riporta che la serie Image Comics Killadelphia: Sins of the Father di Rodney Barnes e Jason Shawn Alexander, diventerà una serie tv tramite la Levantine Films.

Killadelphia racconta la storia di un poliziotto che torna a casa a Filadelfia dopo la morte di suo padre, solo per scoprire un mistero soprannaturale nella sua città natale.

Barnes, i cui precedenti crediti televisivi come sceneggiatore e produttore includono The Boondocks, Everybody Hates Chris, Marvel’s Runaways, Wu-Tang: An American Saga e American Gods, produrrà l'adattamento insieme a Levantine Films.

Al momento non è stata annunciata alcuna data di uscita.

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Double Shot annuncia una nuova edizione di Rocketo di Frank Espinosa

  • Pubblicato in News

Double Shot ha annunciato che pubblicherà presto una nuova edizione italiana di Rocketo di Frank Espinosa e Marie Taylor.
La serie, originariamente pubblicata dalla Speakeasy Comics, passò nel 2006 alla Image Comics per un totale di 12 albi. In Italia l'opera è stata pubblicata precedentemente dalla Italycomics.

Il primo volume della nuova edizione sarà composto da 256 pagine, con materiale inedito, e sarà presentato al Comicon di Napoli.

Di seguito le prime tavole diffuse.

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