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Suicide Island, recensione: quando la morte diventa occasione di rinascita

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Era il 2020. Il mondo affrontava la pandemia di Covid-19 e, per gli appassionati di manga, un altro colpo arrivava con la notizia della scomparsa di Kentaro Miura, autore dell'immortale Berserk. Poco dopo, il nome di Kouji Mori, fino ad allora noto a pochi, cominciava a circolare con insistenza: amico fraterno di Miura, sarebbe stato lui a proseguire l'opera lasciata incompiuta. Ma chi già conosceva Suicide Island sapeva che Mori non era un autore qualunque.

Prima del clamore mediatico legato a Berserk, Kouji Mori aveva firmato manga intensi e disturbanti, capaci di scavare nei lati più oscuri dell’animo umano. Suicide Island (titolo originale Jisatsutou), serializzato su Young Animal a partire dal 2009, è uno di questi: un'opera che parla di morte con onestà brutale, ma che in realtà mette al centro la sopravvivenza, la volontà di vivere e la ricerca di un senso. In Italia è arrivata solo nel 2015 grazie a Goen, casa editrice nota per la gestione incerta delle sue pubblicazioni, ma che in questo caso è riuscita a portare a termine l’opera, lunga 17 volumi.

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La premessa di Suicide Island è tanto semplice quanto inquietante: il governo giapponese, stanco di tentativi di suicidio che intasano il sistema sanitario e sociale, decide di isolare tutti coloro che hanno già tentato di togliersi la vita. Non un carcere, non una clinica: un’isola remota, senza leggi, dove i sopravvissuti vengono abbandonati a loro stessi. Chi prova a fuggire viene abbattuto senza pietà dalla guardia costiera.
Tra questi “esiliati” c’è Sei, uno studente delle superiori sopravvissuto a un tentato suicidio. Timido, introverso, impacciato, Sei si ritrova su quell’isola senza alcuna preparazione, insieme ad altri ragazzi e adulti in condizioni simili. Senza risorse, senza una guida, e spesso senza più uno scopo, il gruppo dovrà imparare a sopravvivere non solo alla natura, ma soprattutto a se stesso.

Il lettore rimane presto affascinato non solo dalla premessa disturbante del manga, ma soprattutto dalla lenta e toccante trasformazione di Sei. Lo vediamo alle prese con attività che possono sembrare banali, ma che in quel contesto acquisiscono un valore enorme: imparare a costruirsi un mantello per ripararsi dal freddo, pescare con mezzi rudimentali, cucinare la carne con le proprie mani. Ogni piccolo traguardo diventa un passo verso la riconquista della propria dignità, della voglia di vivere. E poi arriva Ikiru un cane randagio incontrato sull’isola, che Sei decide di adottare. Non è un nome scelto a caso: “Ikuru” in giapponese significa “sopravvivere”.

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«Quando ho dato un nome al cane, è stato come se dessi un nome alla mia voglia di vivere.» pensa Sei durante quell'avventura.
È un momento silenzioso ma potente, simbolico, in cui il protagonista inizia davvero a legarsi alla vita, anche solo per proteggere e prendersi cura di un altro essere vivente. In quel gesto, forse per la prima volta, non c'è più solo disperazione: c'è speranza.
Anche l’atto di uccidere un animale (in questo caso un cervo) assume un peso emotivo enorme, quando la sopravvivenza è l’unica priorità. In quel momento, l’istinto umano si rivela nella sua forma più pura e contraddittoria: da un lato la consapevolezza dolorosa di aver tolto una vita, dall’altro un senso profondo di gratitudine verso l’animale che ha permesso di continuare a vivere. È una scena che mette a nudo il conflitto primordiale tra necessità e compassione, tra la brutalità della natura e il rispetto per essa.

Suicide Island è un manga che non fa sconti: crudo nei disegni, diretto nei dialoghi, quasi terapeutico nella sua brutalità. Kouji Mori non cerca la spettacolarizzazione del trauma, ma lo analizza con lentezza e rispetto, mostrando come dietro al gesto estremo si nascondano spesso solitudini silenziose, frustrazioni familiari e una società che non lascia spazio alla fragilità. Ma proprio da lì nasce il cuore dell’opera: la possibilità di scegliere di vivere, nonostante tutto.
Il suo tratto, molto morbido nelle matite, ma anche contrastante, crea dei personaggi totalmente umani e ben distinti, che non vogliono prevalere ma far riaffiorare la loro umanità. Gli sfondi, teneri e brutali, ci mostrano l'ignoto e la spettacolarità della natura, e una perfetta marcatura tra i movimenti diurni e notturni, che spesso concludono il capitolo e ci portano a riflettere qualche secondo prima di passare al prossimo. Anche le espressioni facciali, la paura e la felicità, risaltano molto, con visi tondeggiandi e sempre chiari.
Un manga difficile, ma necessario.

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L’isola di Suicide Island non è solo un luogo fisico, ma un potente simbolo: rappresenta uno spazio sospeso tra la morte e la vita, una sorta di purgatorio dove non esistono più regole sociali, ma solo scelte personali. Non si può tornare indietro, ma nemmeno si è del tutto perduti. In questo limbo forzato, ogni personaggio si trova a confrontarsi con il proprio istinto di morte e con quel desiderio, spesso inconsapevole, di continuare a vivere. È in questo conflitto interiore che l’opera trova la sua forza: non giudica chi ha ceduto alla disperazione, ma mostra come, anche nel buio più profondo, possa accendersi una scintilla di significato. Sopravvivere, in Suicide Island, non è mai un atto automatico: è una scelta dolorosa, quotidiana, che richiede coraggio, consapevolezza e, a volte, solo la forza di fare un altro passo.

In chiusura segnaliamo che è stato infine annunciata che la nuova opera di Kouji Mori, che in Giappone conta già 13 volumi dal titolo Sousei no Taiga, uscirà da noi a giugno per Magic Press. Per chi volesse leggere altro dell'autore segnaliamo anche Destroy and Revolution, edito da Panini Comics/Planet Manga.
La domanda che ci rimane da fare è: ora chi ristamperà di nuovo Suicide Island? Arriverà anche il suo prequel, Muhoto?

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Napoli Comicon 2016: la conferenza Goen

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Riceviamo e pubblichiamo:

"GOEN SUMMER WAVE 

RW-Goen è immensamente orgogliosa di annunciare l’avvio di un progetto speciale che si concretizzerà durante l’estate del 2016.

È con grande piacere che annunciamo l’arrivo nel nostro portafoglio editoriale di alcuni dei titoli più importanti e amati dal pubblico internazionale, nuovamente disponibili per i lettori italiani grazie alla rinnovata collaborazione con l’editore giapponese Kodansha.

A partire dalla prossima estate, RW-Goen diventerà il nuovo editore italiano di serie già molto conosciute e amate dal pubblico come MOYASHIMON di Masayuki Ishikawa, SAINT YOUNG MEN di Hikaru Nakamura, THE DEVILS LOST SOUL di Kaori Yuki, HISTORIE di Hitoshi Iwaaki e il sensazionale BILLY BAT del maestro Naoki Urasawa con Takashi Nagasaki.

Ad arricchire il nostro catalogo, inoltre, arriveranno nel corso dei prossimi mesi anche i numeri inediti e conclusivi di: ADAMAS di Ryoji Minagawa; A TOWN WHERE YOU LIVE di Kouji Seo; CAGE OF EDEN di Yoshinobu Yamada; SAY I LOVE YOU di Kanae Hazuki; X-BLADE CROSS di Tatsuhiko Ida; TOKYO ALICE di Toriko Chiya; CELESTIAL CLOTHES di Eterouji Shiono!

Tutte le serie riprenderanno a partire dai volumetti ancora inediti nel nostro paese fino alla naturale conclusione, in un’edizione coerente come packaging con i numeri precedentemente pubblicati per rispettare la collezione e l’investimento economico effettuato finora dai lettori.

Si tratta per noi di un evento straordinario, che premia l’impegno e l’entusiasmo di Goen nella sua opera di valorizzazione e di recupero di titoli fondamentali del panorama fumettistico nipponico per il pubblico italiano.

Sul catalogo MEGA e sui principali cataloghi del settore saranno annunciati, già a partire dal prossimo mese, le modalità di pubblicazione dei titoli.

Restate in attesa: il meglio deve ancora venire!"

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Goen: La terra di Tanabata di Hitoshi Iwaaki, anteprima esclusiva

  • Pubblicato in News

Dall’autore di culto Hitoshi Iwaaki, che tutti stiamo apprezzando per la riedizione dell’appassionante horror sci-fi Kiseiju, tornato in auge grazie al recente e pluripremiato anime, arriva in Italia questo originalissimo manga. La terra di Tanabata è una miniserie in 4 numeri molto particolare che narra di alcuni umani con l’abilità di “negare una sfera di realtà”, cioè sono in grado di annullare una regione sferica dello spazio con tutto ciò che essa contiene, rimuovendola semplicemente dall’esistenza. Le vicende partono dal passato per spostarsi nel presente, sconvolgendo la vita del giovane protagonista Nanmaru.

Nella gallery in basso vi proponiamo un'anteprima esclusiva del primo numero pubblicato da Goen.

Specifiche
Titolo: MEGA COLLECTION 15 – LA TERRA DI TANABATA 01
Linea: Goen
Collana: Mega Collection 15
Serie: La terra di tanabata 01
Autore: Hitoshi Iwaaki
ISBN: 978 88 67120 72 7
14x21, B+sc, b/n e col., 208 pp
Pubblico: Young Adult Fantasy
Genere: Seinen

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