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Dark Nights: Metal, Scott Snyder introduce la materia oscura nella cosmologia DC Comics

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Nel corso di due lunghe interviste, con CBR e con Newsarama, Scott Snyder ha parlato approfonditamente di Dark Nights: Metal, l'evento centrale dell'estate DC Comics di cui è autore, accompagnato alle matite da Greg Capullo, col quale è andato così a ricostituire il "dinamico duo" della fortunata run di 51 numeri su Batman.
La sintonia e l'intesa con il disegnatore sono per Snyder il principale ingrediente di Metal, che rappresenta un po' la summa del lavoro dei due creatori in questi anni, e spera di riuscire a trasmettere ai lettori il loro entusiasmo nel realizzarlo.

L'autore sembra proprio non stare nella pelle in attesa dell'uscita dell'albo che si ripromette di modificare in maniera incisiva la cosmologia DC Comics, e rivela alcuni particolari interessanti che cercheremo di riportare nei loro passaggi fondamentali.

Cominciamo dal titolo. Il termine "Dark", presente anche nei due tie-in Dark Days e nel successivo Dark Matter, si riferisce letteralmente alla materia oscura, ossia quella parte di materia di cui l'universo è costituito per il 90% della propria massa e che però i nostri sensi non riescono a percepire, se non per i suoi effetti gravitazionali.
L'idea a Snyder è venuta guardando il documentario di astronomia e astrofisica Cosmos e scoprendo che "la stragrande maggioranza del nostro universo è costituita essenzialmente da materia oscura ed energia oscura". Da qui l'idea di applicare la stessa formazione anche all'Universo DC. Il Multiverso di Grant Morrison immerso in un oceano di materia oscura, un vaso di Pandora dalle infinite possibilità, un nuovo reame nella cosmologia DC, il Multiverso Oscuro.

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Lo spirito della storia, dice Snyder, "sarà tutto tranne che dark", ma vedremo battaglie in armatura, dinosauri, robot e inattesi team-up tra i vari personaggi DC. 
Aspettiamoci una storia bizzarra, dal tono fuori di testa, come se "Frazetta e Jack Kirby avessero avuto un bambino da una colonna sonora heavy metal" dice Snyder. "Voglio nella stessa storia un dragone, un robot gigante e voglio vedere i nostri personaggi agire in maniera straordinaria in tutto questo".

Il termine "Metal", invece, sembrerebbe decisamente riferirsi al metallo NHT di Hawkman. Infatti, nonostante Batman sia stato utilizzato un po' come front-man nelle anticipazioni dell'evento, non si tratta in realtà di un evento Batman-centrico. Certo, il Cavaliere Oscuro giocherà un ruolo importante, da play-maker, ma saranno la Justice League e tutti gli altri personaggi DC ad essere protagonisti, anche quelli scomparsi da un po' di tempo o che ultimamente erano stati messi un po' da parte, soprattutto Hawkman e il suo metallo NTH.
Hawkman è il personaggio su cui Snyder avrebbe voluto lavorare finita la run su Batman. "Ero davvero affascinato dalla malleabilità e dal mistero del metallo NTH. Ti permette di reincarnarti all'infinito, o di volare, o di guarire, ti dà super-forza e ti può permettere di ottenere i poteri mistici di Doctor Fate".

La Justice League scoprirà l'esistenza di questo oceano di materia oscura, nel quale è immerso l'intero Multiverso DC. Uno dei suoi membri accidentalmente aprirà un varco verso il Multiverso Oscuro, dal quale arriverà una spaventosa invasione.
"Voglio sorprendere le persone. Non credo che sarà quello che voi pensiate che sia." Non una versione spaventosa dell'universo DC, ma "qualcosa di molto più ampio e differente" puntualizza Snyder.

"Il metallo NHT fa parte del nostro universo? Si tratta di qualcosa che conduce energia da qualche altra parte? È la chiave per sbloccare un intero nuovo reame della cosmologia DC?". "È un elemento che mi permette di esplorare un mistero che mi riporta alle origini del DC Universe, attraverso alcune grandi storie cui ci saranno riferimenti e allo stesso tempo verso nuovi territori ancora inesplorati, interi nuovi reami del DCU che stiamo costruendo da zero ma che hanno corollari nel mondo reale".

"Si tratta di esplorazione, si tratta dei modi in cui i nostri eroi ci danno coraggio ad andare avanti nel buio ed esplorare sia la nostra stessa natura sia il mondo fisico che ci circonda. Non vedo l'ora che la gente lo veda".
"Stiamo giocando con la cosmologia messa su dai miei scrittori e disegnatori preferiti attraverso tanti eventi e tante storie DC".

Dark Nights: Metal, sarà preceduto da due storie con le quali non c'è vera soluzione di continuità. "Dark Days: The Forge e Dark Days: The Casting saranno un preludio a Dark Nights: Metal, una sorta di Metal #0. Ne è autore James Tynion, su soggetto di entrambi"  - dice Snyder, che aggiunge - "Ci saranno tre linee narrative, una focalizzata su Hawkman, una su Batman e una non voglio rivelarla. Tre storie i cui elementi di mistero condurranno a ritroso nel tempo fino alle origini del DC Universe e forniranno elementi che confluiranno in Metal e negli albi "Dark Matter", integrandoli nel DCU."

In The Forge e The Casting la storia ha elementi che affondano le radici nell'intera run di Snyder e Capullo e in quella di Tom King e un ruolo da protagonista lo avrà quella versione del Joker. "Ciò che Batman realizza è che questo mistero è qualcosa che è stato preparato per lui a sua insaputa nel corso di questi anni".
"Avevamo bisogno di un personaggio capace di dire "Sono sempre stato qui con te dall'inizio, e lascia che ti mostri qualcosa che tu non vuoi vedere. Quel personaggio è il Joker, nessun altro sarebbe stato adatto a quel ruolo. Farà un'apparizione e avrà un ruolo-chiave che credo sorprenderà veramente i lettori".
"Per la prima volta, Batman scoprirà un mistero che non vorrà risolvere oltre un certo punto, perché avrà paura di ciò che sta per scoprire".

Altro argomento trattato, i rapporti tra Metal e Rebirth. "Geoff (Johns) ha fatto un grande lavoro" - dice Snyder - "Se Rebirth recupera i personaggi storici e ristabilisce la legacy, onorando alcuni dei grandi classici DC, noi siamo una specie di "fratello cattivo" che crea cose nuove e folli."
Infatti Dark Matter proporrà nuovi personaggi e la reinvenzione di altri già esistenti, come i Challengers.
"Cerchiamo di fare cose rischiose e diverse, e lo facciamo per ringraziare i lettori, perché quando le cose vanno bene credo che sia il momento di rimettersi in gioco e rischiare". "Metal è un po' come il 'gemello strano' di Rebirth"

Ci saranno elementi di congiunzione con tutte le serie più importanti, dalla run di Tom King su Batman a quella di James Tynion su Detective Comics; dalla serie di Green Lanterns al Superman di Pete Tomasi, fino a The Button.
Ci sarà "l'essenza delle origini stesse del DC Universe e cose che sono veramente, veramente nuove".
Coordinazione con gli altri filoni narrativi in atto, collegamenti senza conflitti o contraddizioni e senza troppe interferenze. "Abbiamo lavorato duramente per consentirci vicendevolmente ampi spazi, e allo stesso tempo assicurarci di non essere isolati e che le storie fossero tutte parte di un grande piano".

Quindi conclude Snyder "Il nostro obiettivo è quello di offrirvi le migliori e più grandi storie che possiamo, senza mai farle sembrare un modo per fare cassa, o una correzione in corsa per adeguarci al momento positivo che stiamo attraversando."
Si tratta piuttosto di essere additivi, celebrativi, di realizzare una grande, nuova storia che sia audace e che cambi davvero le cose in modo da darci nuove opportunità per ulteriori nuove storie". Senza dover uccidere qualcuno, senza che un personaggio debba morire solo per aumentare l'appeal della storia.

Per Snyder i lettori "vogliono sentire che, come azienda, ci sia una pianificazione, che tu sappia cosa stai facendo e che tu abbia delineato una storia su cui procedere in maniera coordinata". "Ciò che posso promettere è che abbiamo un grande piano molto, molto serio."
"Non sarei qui a parlare di cose di cui non sono orgoglioso". "Sono molto eccitato non solo per quello che è stato Rebirth, ma per i piani a venire, per l'estate, l'autunno, l'inverno e oltre. È un buon momento.

In gallery, alcune tavole e sketch di Greg Capullo per Dark Nights: Metal, via Newsarama.

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Geoff Johns rivela Doomsday Clock, prossimo evento DC-Watchmen

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Qualche mese fa vi avevamo riportato che Geoff Johns sarebbe tornato alla scrittura su un evento Watchmen-centrico. Il DC Chief Creative Officer ha svelato ora, in un'intervista a SyFy Wire che tutto ciò avverrà a novembre 2017 quando farà il suo esordio Doomsday Clock.

Johns ha rivelato che questa sarà il prossimo fondamentale passo riguardo i misteri di Rebirth dopo la saga The Button che ha coinvolto Flash e Batman. La storia sarà standalone, non sarà un sequel di Watchmen. ""Non avremmo fatto una storia come questa se non ci credessimo al mille per cento. È tutto in questo albo e solo in questo albo. Non ci saranno corssover, one-shot o miniserie legata ad essa. Questa è una storia autonoma. C'è solo Doomsday Clock. Non abbiamo avuto alcun interesse a fare un crossover. Non volevamo vedere il Dr. Manhattan di fronte a Superman in Action Comics, con tutto il rispetto. Non è questo il proposito. Si tratta di qualcosa di diverso... avrà un impatto sull'intero DC Universe, su tutto ciò che verrà dopo e su ciò che è venuto prima. Toccherà l'essenza tematica e letterale della DC", ha dichiarato l'autore.

Di sicuro vedremo coinvolti il Dr. Manhattan e Superman, ma Johns non si sbilancia sugli altri personaggi che saranno coinvolti. Ne sapremo di più in futuro, di certo sappiamo che ad occuparsi di matite e colori troveremo Gary Frank e Brad Anderson.

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La Rinascita di Green Lantern: recensione di Lanterna Verde 1

Dopo l’albo introduttivo scritto dall’architetto per eccellenza di casa DC, Geoff Johns, che mette sulla scacchiera le pedine per i nuovi archi narrativi di tutte le testate, la “Rinascita” avviene anche per Lanterna Verde. Lo stesso Johns è co-autore dei testi della storia “Lanterne Verdi rinascita”, insieme a Sam Humphries che sarà al timone della serie principale da qui in poi.

Nel primo numero dell’edizione RW Lion, troviamo la sopracitata storia e il primo capitolo del nuovo corso narrativo dell’ormai collaudato Robert Venditti su Hal Jordan. Quest’ultimo fa da intro e recap sulla situazione attuale con worldbulding strutturato in stile monologo. La scelta è sensata per approcciare il nuovo lettore senza però creare flussi di coscienza troppo pesanti per i fan di lunga data. Da un lato vediamo un Jordan (dato per disperso e con se il Guanto di Krona), provato ma deciso a capire cosa è successo alle Lanterne Verdi sparite dall’universo dopo i fatti accaduti in precedenza nella serie dei new 52. Dall’altro invece la supremazia incontrastata di Sinestro. Il villain e le sue Lanterne Gialle hanno occupato il settore 0, postazione storica dell’headquarter delle Lanterne Verdi inspiegabilmente disperse. Alle matite troviamo Ethan Van Sciver che dimostra sempre un tocco tradizionalista con muscolature definite e un tratto molto solido e compatto.

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Il capitolo Rinascita invece ha ombre e luci. Johns, che sappiamo avere un debole per il poliziotto spaziale, imbastisce quello che Humphries dovrà portare avanti in maniera egregia, una storymap salda, e introducendo le due nuove Lanterne da lui stesso create: Simon Baz e Jessica Cruz. Questi due nuovi personaggi, incontrati anche nella Darkside War in Justice League, sono diametralmente opposti fra loro sia come background che caratterialmente, ma hanno in comune più di quanto sembri. Baz è cittadino americano dalle origini libanesi (come lo stesso Johns) che ha subito episodi di razzismo e accuse di terrorismo, mentre Cruz è scampata alla morte a discapito dei suoi amici da parte di alcuni criminali. Questa tragedia l’ha portata a non uscire di casa e ad avere attacchi di paranoia. Humpries tende a sottolineare questa diversità tramite un battibecco durante uno scontro contro Manhunter che si scoprirà essere un test da parte di Hal Jordan. Per risolvere la diatriba Hal fonderà i loro poteri così da poterli utilizzare solo cooperando. L’idea della cooperazione sarà un tema fondamentale ed è riassunta nel discorso finale di incitamento verso le due nuove leve, un dialogo efficace e diretto che rivelerà in seguito chi sarà il prossimo villain che comparirà in questa run.

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Le ombre a cui ci riferiamo riguardano la diversa efficacia con cui appaiono i due nuovi personaggi: i dialoghi di Baz appaiono forzati e, in generale, quest’ultimo ha poca presa sui lettori. Le scene dove è protagonista hanno quella macchinosità che sminuisce il personaggio a differenza di una Jessica Cruz introdotta in maniera più convincente. Le pagine a lei dedicate sono fluide pur avendo un’impalcatura narrativa ben assestata, risultando così molto naturali alla lettura. Un esempio è il dialogo che ha con la sorella in cui esprime le sue paure e la titubanza nell’essere la scelta da parte dell’anello della volontà.

I disegni sono affidati anche qui a Van Sciver, affiancato questa volta da Ed Benes. I due legano bene i loro stili seppur il secondo ha un tratto più morbido ma allo stesso tempo più ruvido rispetto al primo. La differenza non si nota molto grazie ad un lavoro eccezionale fatto dal colorista Jason Wright che amalgama e rende compatte le tavole donando freschezza e profondità soprattutto a quelle vignette che racchiudono momenti topici dell’albo.
Come inizio non troviamo colpi di scena o scoperte spettacolari ma un albo introduttivo ben strutturato, che fa presagire come questo primo ciclo ha in se un potenziale illimitato. Tocca agli autori sviluppare quello che Johns ha tessuto in questa nuova rinascita editoriale.

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Universo DC - Rinascita

Attenzione: l'articolo può contenere spoiler.

“Ci hanno colpiti al cuore, Barry”.
Wally West

Nel 2011 la DC Comics fece una mossa clamorosa ed impensabile quando avviò un massiccio reboot del suo universo, l’operazione conosciuta come New 52. L’editore avvertiva la necessità di alleggerire la sua pesante continuity, contenente elementi risalenti addirittura alla Seconda Guerra Mondiale (come nel caso della Justice Society Of America), che poteva impedire un facile accesso dei nuovi lettori alle proprie testate. Il bisogno di semplificazione ha attraversato gli ultimi 30 anni di storia della DC, a partire da quel Crisis On Infinite Earths che nel 1985 distrusse le infinite terre parallele del Multiverso DC per riorganizzare il parco personaggi in un’unica terra, rendendo più facile la comprensione dei neofiti che non avrebbero saputo districarsi tra versioni dello stesso personaggio provenienti da terre differenti. Ma il fascino dell’universo DC risiede da sempre nella sua intrinseca complessità, e il Multiverso non tardò ad affacciarsi nuovamente nelle vicende di Superman, Batman e soci. L’idea di un azzeramento definitivo della continuity cominciò quindi a farsi strada nella mente della dirigenza DC, e l’occasione più ghiotta venne fornita da Flashpoint, l’evento del 2011 in cui Barry Allen, Flash, torna indietro nel tempo per impedire che sua madre venga assassinata dalla sua nemesi Eobard Thawne, l’Anti-Flash.

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L’iniziativa di Flash provoca una lacerazione nel tessuto temporale e dà vita ad una realtà alternativa, una distopia da incubo in cui il mondo è sull’orlo della terza guerra mondiale e gli eroi sono molto diversi da come li conosciamo. Una volta ottenuto l’aiuto del Batman di questa realtà, il Dr. Thomas Wayne, convinto dal Velocista Scarlatto che il suo mondo non è altro che un riflesso distorto di quello reale, Flash sconfigge Thawne e riporta la linea temporale alla normalità… o almeno così crede. La terra nella quale fa ritorno Barry Allen è comunque diversa da quella di partenza, è un mondo nel quale gli eroi sono comparsi solo cinque anni prima e il bagaglio di relazioni frutto di decenni di collaborazioni non esiste più, così come eventi fondamentali della continuity pre-Flashpoint sono stati rimossi dalla realtà. L’universo DC New 52 si presenta quindi snello e reader friendly, perfetto per l’ingresso di nuovi lettori, ma privato di tutti quegli elementi che lo avevano fatto amare a generazioni di lettori, come i legami di amicizia e stima che univano eroi passati insieme attraverso mille battaglie, rapporti sentimentali importanti cancellati dalla nuova realtà (Superman e Lois Lane, Green Arrow e Black Canary), ma soprattutto l’elemento che lo contraddistingue da sempre: la legacy, l’eredità eroica che ha visto più volte i sidekicks sostituire i propri tutor per periodi anche piuttosto lunghi, come nel caso di Wally West, sostituto di Barry Allen nei panni di Flash per oltre un ventennio di vita editoriale.

L’esordio dei New 52 è stato bagnato da un successo di vendite istantaneo, riportando la DC nelle zone alte delle classifiche di vendita dopo molto tempo e dando il via ad alcuni cicli di altissima qualità come il Batman di Scott Snyder e Greg Capullo, sebbene fin dall’inizio i fan avessero lamentato un distacco troppo netto dalla caratterizzazione originale di alcuni personaggi e la scomparsa di altri. Il fallimento dell’iniziativa DC YOU e un repentino calo delle vendite ha convinto la DC che forse le proteste dei vecchi lettori erano fondate spingendola ad un passo indietro, una parziale retromarcia dal nome DC Rebirth. E quando in casa DC si parla di “rinascite”, lo specialista è Geoff Johns,“l’architetto” dell’universo DC, scrittore demiurgo della casa editrice di Burbank promosso Presidente e Direttore Creativo. Solamente a Johns, custode della storia e dello spirito dell’universo di Superman e soci, poteva spettare il compito di lanciare la nuova iniziativa che, fin dal titolo, ha il compito di riportare l’intera linea editoriale della casa editrice su sentieri più classici, senza però rinnegare del tutto quanto prodotto negli ultimi 5 anni.

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Lo starting point è costituito da Universo DC: Rinascita, albo che funge da apripista all’evento. Johns dispone sulla scacchiera i protagonisti e le storyline delle varie serie e comincia subito col botto, riportando in scena il Wally West originale, l’amatissimo Kid Flash divenuto poi Flash che non era mai stato riportato in scena durante gli anni del New 52. Johns fa di Wally West il simbolo di tutto quello che era stato perduto col reboot del 2011, emblema del retaggio eroico a cui si accennava prima e collante tra le varie famiglie di eroi, grazie alla militanza nei Teen Titans. Scopriamo che, col collassare della linea temporale classica, Wally era stato risucchiato nella forza della velocità scomparendo: come un fantasma, appare ai suoi vecchi alleati sperando che si ricordino di lui ancorandolo così alla nuova realtà, ma i suoi tentativi non ottengono il successo sperato. Solo Barry Allen, Flash, si ricorderà del suo pupillo, ormai rassegnatosi a scomparire per sempre e lo trascinerà fuori dalla forza della velocità, salvandolo. Wally spiega a Barry che qualcuno di molto potente ha operato dietro le quinte fin da Flashpoint, rimodellando la realtà in modo che eroi esperti tornassero ad essere principianti e eliminando legami e retaggi tra di loro, indebolendoli così tutti. Nel frattempo, nella sua caverna, Batman raccoglie un oggetto che luccica al buio, facendo una scoperta clamorosa: è la spilla del Comico, il simbolo iconico di Watchmen, l’opera di Alan Moore e Dave Gibbons che, sebbene appartenga al catalogo della DC, non era mai stata associata all’universo classico di Batman e soci. La scoperta di Batman, unita alla citazione di un celebre passo dell’opera di Moore e Gibbons a chiusura di albo, attribuirebbe al Dottor Manhattan la responsabilità del rimodellamento della realtà e del New 52, scagionando così un buon numero di creativi che non avevano saputo dare seguito alle premesse iniziali del reboot.

Old is new again, così si potrebbe riassumere Universo DC: Rinascita: trattatello su come si scrive un fumetto di supereroi ed ennesima prova da maestro per Geoff Johns, il vero custode della fiamma dell’universo DC. Dopo gli anni di spaesamento dovuti alla non perfetta riuscita di New 52 bastano poche righe dello script di Johns per avvolgere il lettore con la sensazione di una coperta calda, la certezza di essere tornati a casa. L’autore approfitta delle peregrinazioni di Kid Flash per fornire al lettore una panoramica dell’Universo DC e lanciare trame che poi verranno approfondite nelle singole serie, per sussurrare nell’orecchio del lettore misteri intriganti che dovranno trovare soluzione, per suggerire il ritorno di eroi perduti come la Justice Society Of America e la Legione dei SuperEroi. Il grande motivo di interesse dell’albo è senz’altro il coinvolgimento dei personaggi di Watchmen e del Dottor Manhattan in particolare nelle trame di Rinascita e per quanto sarebbe interessante conoscere l’opinione di Alan Moore in merito, è indubbio che narrativamente si tratta di un colpo di scena da manuale, di quelli che fanno balzare sulla sedia. La scelta offre inoltre a Johns la possibilità di portare tutto l’evento Rinascita nel territorio del metatestuale, con gli eroi DC a simboleggiare la luce e gli anti-eroi di Watchmen un’oscurità da combattere.

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A far compagnia a Johns in un albo dalla qualità stellare troviamo alcuni collaboratori storici dello scrittore, artiglieria pesante messagli a disposizione dalla casa editrice: l’aristocratica eleganza e la cura del dettaglio della matita di Gary Frank si alterna con la potenza visivamente spettacolare del tratto di Ethan Van Sciver e con lo storytelling classico, ma notevolmente efficace, di Ivan Reis e Phil Jimenez, quattro fuoriclasse della matita che si sfidano pagina dopo pagina in un tripudio grafico di altissimo livello che contribuisce a fare di Universo DC: Rinascita il primo, vero must-have a fumetti di questo 2017.

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