I colori della stella Uru, la recensione di Lamù Color Special 1
- Scritto da Giorgio Parma
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Dopo aver recentemente recuperato Maison Ikkoku in formato Perfect Edition, di cui vi abbiamo parlato qui, Star Comics riporta in grande spolvero nelle fumetterie italiane un altro capolavoro della Maestra Rumiko Takahashi, ossia Urusei Yatsura, da noi meglio conosciuto come Lamù, in due corposi ed eleganti volumi a colori da collezione. Non si tratta come facilmente intuibile dell’originaria serie manga pubblicata in Giappone dal 1978 al 1987, e già edita da noi sia da Granata Press che da Star Comics, dal 1997 al 2001, ma di una selezione di capitoli a colori apparsi originariamente sulle pagine di Weekly Shonen Sunday di Shogakukan e raccolti in due volumi dal titolo Lamù: Color Special da più di 300 pagine ciascuno, in cui sono contenuti anche succosi extra e materiale aggiuntivo che di certo non scontenterà i fan.
La nostalgia per questo titolo è fortemente radicata nel nostro Paese in quella generazione cresciuta nella prima metà degli anni ’80 in cui la messa in onda dell'anime ad appannaggio di reti televisive regionali ha creato orde di fan fedeli alla disinibita eroina eponima. La continua messa in onda su circuiti privati negli anni seguenti, fino al termine degli anni ’90 circa, ha aumentato ancora di più le schiere di fan rimasti affascinati da questo succinto personaggio e dalle sue rocambolesche quanto divertenti avventure. E basta anche solo dare una lettura a questi capitoli speciali di Urusei Yatsura per accorgersi di una peculiarità di questo lavoro, ossia l’eccezionale capacità della Takahashi di creare storie adatte a qualunque tipo di pubblico, attraversando generi diversi sempre, o quasi, mantenendo un tratto ironico caratteristico. Lo dimostrano i diversi premi ottenuti nel corso della carriera, tra cui, proprio riferendoci a Urusei Yatsura, il prestigioso Premio Shogakukan sia nella categoria shōjo, il manga dedicato ad un pubblico femminile, che in quello shōnen, dedicato ad un pubblico prettamente maschile. Una capacità di far convivere dramma e commedia, lacrime e ironia, che l’ha resa una delle autrici orientali più elogiate ed amate degli ultimi trent’anni.
Nata originariamente come personaggio secondario, il grande successo che riscosse l'eroina nei lettori portò la Takahashi a riservarle in fin dei conti un ruolo da protagonista, anche se tecnicamente sarebbe Ataru a godere di tale ruolo. Il mix di ingredienti innovativi e frizzanti incarnati da Lamù l'hanno resa sostanzialmente uno dei personaggi più amati dell'intera letteratura fumettistica e animazione giapponese: l'impatto visivo e la forza caratteriale dell'aliena nell'iconico bikini tigrato, la spensieratezza e la giocosità, la vitalità intrinseca e la sfrenata gelosia per il suo "tesoruccio", addizionati ad una grande sensibilità e malinconia di fondo che spesso accompagnano la sua figura a seguito dei repentini "tradimenti" di Ataru, la rendono irresistibile. Se a questo si aggiunge un cast di comprimari di una follia inimitabile, spesso caricaturali ma mai sterili macchiette, e la capacità di infondere una sana allegria della Maestra, si arriva ad ottenere un'opera davvero incredibile, con pochi eguali.
In Urusei Yatsura, l'autrice costruisce una struttura narrativa episodica che le permette di modificare l'evoluzione della serie a suo piacimento senza doversi sottomettere a esigenze editoriali o problematiche legate al prolungamento eccessivo di un intreccio, seguendo il feedback dei fan e orientandosi a favore dello stesso. Non è un caso infatti che personaggi inizialmente secondari come la stessa Lamù, prendano piede nell'opera diventando sempre più importanti e presenti a seguito proprio degli umori dei lettori del tempo. Ma la Takahashi non si sottomette mai al puro fan-service, anzi, si burla proprio di questo fenomeno così come si burla dell'intero cast di personaggi messo in piedi e architetta avventure sempre ironiche e folli proprio per sfruttare appieno l'enorme potenziale dei protagonisti, che incarnano in maniera semplicistica e stilizzata particolari aspetti del carattere umano e particolari cliché che solo negli anni a seguire verranno ripresi e diventeranno cifra narrativa di shounen e shojo tipicamente di stampo scolastico.
Il bello di quest'opera risiede proprio nella grande ironia disincantata e canzonatoria che raramente si prende sul serio, ma che al contempo è in grado di decostruire modelli preconfezionati e già più volte proposti - si pensi a tutti i derivati del folklore nipponico: dagli Oni ai riferimenti e giochi di parole tipici della cultura e lingua giapponese che rendono un inferno la traduzione e l'adattamento in altre lingue di questo prodotto -, o introdurne di nuovi giocandoci liberamente con grande fantasia, si pensi all'attualità del tempo - l'invasione dei canoni estetici d'oltreoceano in una società ancora molto chiusa come il Giappone degli anni '70 e primi anni '80 che stava pian piano aprendosi a forti contaminazioni.
I capitoli episodici e spesso slegati tra loro, sono tipicamente di genere slice of life, che partono dalla vita scolastica di Ataru, il personaggio principale promesso sposo di Lamù, anche se originariamente l’idea della Takahashi era realizzare una commedia fantascientifica, aspetto che sin da subito venne fortemente limitato, lasciandone solo un sentore, un breve accenno, fortificando invece il legame con la tradizione folkloristica nipponica soprannaturale. L’erotismo sempre moderato, allusivo e minimale e di altissima qualità e il suo inserimento perfetto all’interno della narrazione, atto ad amplificare la comicità in complicità con il lettore, strutturando gag e situazioni da commedia sempre molto piacevoli, ha di certo fatto la fortuna di questo prodotto, facendo divertire e perché no arrossire intere generazioni.
Dal punto di vista artistico poi, questa collezione di storie permette di comprendere l'evoluzione stilistica dell'autrice che se nelle prime storie presentava un tratto più spesso, dei neri molto marcati e un disegno poco aggraziato, col passare del tempo approda a forme morbide, distese, più raffinate ma al contempo anche più semplici. Un'evoluzione simile la si nota anche nella colorazione delle storie, che passa da essere ricca ed elaborata, molto carica nelle tinte con un risultato quasi di appesantimento della tavola, ad accenni molto più leggeri e dosati, in cui gli sfondi vengono per lo più lasciati bianchi e il colore si fa molto più locale nella pagine, dedicato unicamente a porzioni ben selezionate e ragionate delle vignette, conferendo una maggiore armonia e un senso di leggerezza più disteso.
Il volumone edito da Star Comics consta così di 17 episodi a colori, oltre ad una intervista alla Takahashi e a commentari e considerazioni dell’autrice sui diversi capitoli raccolti, che permettono di comprendere appieno il lavoro realizzato dalla mangaka nella concezione e nello sviluppo dei racconti, oltre che nell’approccio al colore adottato, anche se sarebbe stato utile un apparato redazionale critico.
La grande cura adoperata nei confronti di quest’edizione rende Lamù Color Special un must per gli appassionati ma anche per chi vuole cominciare a scoprire il fantastico universo creato dalla Takahashi. Ottima la qualità della carta che preserva il look originario (che quindi appare un po’ vintage) delle tavole interne, mentre la sovraccoperta risulta forse troppo leggera e facilmente spiegazzabile. Speriamo vivamente che l’editore riesca a riportare in Italia anche la serie manga completa, sebbene lo sforzo di recupero ed editing del materiale originale sia lungo e dispendioso, essendo inesistente attualmente un’edizione deluxe nipponica di questo capolavoro della Maestra.
Dati del volume
- Editore: Star Comics
- Autori: Testi e disegni di Rumiko Takahashi
- Genere: Commedia
- Formato: 14,5x21, B. con sovraccoperta, col, pp. 320
- Prezzo: 9€
- ISBN: 978-8822604347
- Voto della redazione: 8,5