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Moby Dick

Uno degli incipit più famosi di tutta la storia della letteratura racchiude in sè la chiave di lettura e d’interpretazione dell’intero romanzo di Herman Melville, "Moby Dick". Non “sono Ismaele”, nè “il mio nome è Ismaele”, ma “chiamatemi Ismaele”.
Il mozzo protagonista non è umano, ma un’entità che sale a bordo della Pequod per testimoniare ciò che sta per succedere, ciò che è ineluttabile: l’eterna lotta tra due forze uguali e contrarie, uno scontro che proseguirà fintanto che una delle due parti cadrà e che affonda le radici in un archetipo ormai così tanto radicato nell’inconscio collettivo da risultare meravigliosamente scontato. “Ismaele” è un nome biblico, e significa “Dio ascolta”. Non è un caso che sia proprio lui l’unico a salvarsi in seguito alla distruzione della baleniera di Achab: Ismaele sopravvive in quanto testimone, in quanto voce di ciò che è accaduto (il termine “angelo” significa “annunciatore”), mentre tutti gli altri che hanno seguito il baleniere dalla gamba d’avorio vengono puniti per la loro tracotanza, per avere osato sfidare il leviatano.

Riadattare in una versione a fumetti un mastodonte della letteratura come "Moby Dick" è tutt’altro che semplice: il rischio di realizzare un’opera riduttiva e non sintetica è infatti sempre in agguato, così come lo è anche quello di non sfiorare neanche lontanamente l’intensità di cui è pervasa l’odissea di Melville. Eppure Bill Sienkievicz, coadiuvato da Dan Chichester nella selezione e nell’adattamento della componente testuale, ci riesce, e ci riesce alla perfezione. A stupire, infatti, non è solo l’altissima qualità delle splendide tavole che scandiscono la discesa agli inferi della Pequod e del suo equipaggio, di cui parleremo in seguito, ma anche il grande lavoro di sintesi del testo originale che non tralascia nessun punto saliente, garantendo al lettore un’opera compiuta e completa, che riesce tra l’altro a carpire appieno lo spirito del romanzo: l’ossessione di Achab, il terrore che Moby Dick (non un capodoglio, ma un vero e proprio demone marino) suscita nei balenieri, l’onestà e il coinvolgimento emotivo di Quiqueg, Tashtego e di tutti gli altri… Tutto rivive nelle tavole vibranti di Sienkiewicz, che sembrano trascinare il lettore verso il tragico finale, che di certo già conosce, ma che non esita a divorare con la fame di chi si trova faccia a faccia con la trama di "Moby Dick" per la prima volta.

I disegni di Sienkiewicz sono espressionismo pittorico allo stato più puro, romantici come la storia originale, violenti come la furia della Balena Bianca. Qui l’autore americano dà prova non solo di essere un grandissimo illustratore, ma anche un incredibile designer: per impostazione, dinamicità e ritmo, oltre che, ovviamente, per livello qualitativo, le tavole del suo Moby Dick non avrebbero potuto esprimere meglio la carica struggente e crepuscolare del capolavoro di Melville, facendo trasparire la potentissima vena tragica che la vicenda di Achab trasuda.

L’edizione proposta da Nicola Pesce Editore rende giustizia all’opera di Sienkiewicz, forte di un grande formato e di una carta d’altissima qualità.
Splendido, non c’è altro da dire.

Dati del volume

  • Editore: Nicola Pesce Editore
  • Autori: Storia di Herman Melville, testi di Bill Sienkiewicz e Dan Chichester, disegni di Bill Sienkiewicz.
  • Formato: Cartonato, 48 pagg. a colori
  • Prezzo: € 15,00
  • Voto della redazione: 9
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