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Blood:una storia

"A volte ritornano", questo il titolo di una splendida raccolta di racconti di Stephen King. Perché peculiarità dei mostri è tornare. Sempre. Come nella fiction Jason, Freddy e compagnia bella semplicemente non possono morire; nella realtà le mode lanciate da un'opera di successo condizionano l'argomento delle produzioni nei mesi - a volte anni - a venire, spesso rispolverando qualcosa di antico come il mondo. Risultato: scaffali di librerie, sale cinematografiche e vetrine di fumetterie invasi da pallidi cloni di una sola storia (non sempre degna di essere imitata). Così i vampiri, in quanto mostri, non potevano non tornare, ma lo fanno in una forma - ahinoi - molto lontana dal buon vecchio Vlad III di Valacchia. Ed è qui che entra in gioco il merito di opere come Blood:una storia. In un'era in cui i leggendari succhiasangue sono descritti come esseri dal cuore d'oro, belli e dannati nelle loro sfumature emo, perfettamente in grado di stare al sole, non bere sangue umano e procreare, J. M. De Matteis scrive una storia scevra sia dall'ormai desueto cliché del vampiro classico (qui nessuno si trasforma in fumo, lupo o pipistrello), sia dalle bordate di romanticismo pruriginoso a cui opere come "Twilight" e "True Blood" ci hanno abituati. Ed è una gran cosa, perché riuscire a dire qualcosa di nuovo su una figura proveniente da un passato remoto di cui si è abusato così tanto nel presente non è semplice.

In un'evocativa tormenta di neve, il nostro protagonista (non) vede la luce. La sua genesi avviene nel sangue, come una sorta di cupa predestinazione. La donna che riveste il ruolo di madre è avvisata: perderà il figlio, e, in un soffio, quanto vaticinato diviene realtà. Il suo nome è Blood, "sangue" appunto, ed è un vampiro. Inizia così la sua storia, in cui non manca nulla di quel viaggio dell'eroe di cui parla Vogler nel suo omonimo saggio: abbandonato il mondo ordinario, Blood varca la soglia di una realtà sfaccettatissima e variegata, che a tratti coincide col mondo reale, ma più spesso si presenta come folle e allucinata. Un vero e proprio viaggio iniziatico in cui è preponderante il tema del sangue, che a tratti ricorda l'ingiustamente poco conosciuto "Begotten" di Elias Mehrige. In Blood:una storia i personaggi, primo fra tutti il protagonista, sono contemporaneamente loro stessi e metafore viventi, così come le ambientazioni e gli elementi che scandiscono il plot riconducono il lettore a esperienze vissute in prima persona, ovviamente trasfigurate. Non manca l'horror, anche se in una chiave assai differente da quello classico, come d'altronde ci si aspetta da un'opera che di classico non ha nulla. Fortissima la componente onirica, che a tratti richiama il Neil Gaiman più oscuro, vissuta dai personaggi come naturale ordine delle cose: Blood guarda e apprende il mondo trascendente in cui si muove con gli occhi di un bambino, e quindi, per lui, tutto corrisponde a una logica equilibrata da apprendere e metabolizzare.

Una storia, quindi, originalissima e che si avvale di numerosi punti di forza, non ultimi gli incredibili disegni di Kent Williams, autore cui è stato affidato l'arduo compito di tradurre in immagini la complessa sceneggiatura di De Matteis e che raggiunge al 100% l'obiettivo di creare atmosfere evocative e profonde, perfette per l'oscura e onirica storia del vampiro che vampiro non è.
Qual è quindi il punto debole di questo volume? I passaggi in cui De Matteis si spinge troppo oltre, in cui gioca a fare Lynch quando non ce n'è assolutamente il bisogno. Il plot tende infatti in più di un'occasione ad attorcigliarsi su se stesso in evoluzioni volutamente contorte, una sorta di manierismo compiaciuto che implica il brusco risveglio del lettore che si era immerso in quel delirio di sangue allucinato che è Blood:una storia.
E dopo, reimmergersi in quelle atmosfere non è sempre facile.

Dati del volume

  • Editore: RW/Lion
  • Autori: Testi di J. M. De Matteis; Disegni di Kent Williams
  • Formato: cartonato, 192 pagg. a colori
  • Prezzo: € 18,95
  • Voto della redazione: 7
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