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Dei vol. 1 - In vino veritas

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RECENSIONE IN ANTEPRIMA

Venus, Mars e Bacchus sono i più grandi e amati tra gli dei della Terra. Ispirano l'umanità, ne condizionano l’esistenza e ne muovono i sogni, oltre ai portafogli e ai "mi piace". Il peso che i tre Dei hanno nella vita degli umani è secondo solo a quello che essi hanno per gli altri abitanti dell'Olimpo, a cui garantiscono benessere estirpando le nuove divinità generate dai disturbi della società moderna.

Poi, di colpo, tutto questo cambia. Quali saranno le conseguenze di un drastico calo di popolarità per i tre mastini di Zeus lo scoprirete leggendo il primo volume di Dei, In vino veritas, veduta panoramica sul nuovo modo di intendere la relazione uomo-divinità.

Alex Crippa ed Emanuele Tenderini tornano ad unire le forze dopo la collaborazione su 100 Anime (che vedeva Tenderini nel ruolo di colorista) e su alcune webstrip di Braccio di culo, che peraltro è qui protagonista di un piccolo cameo, risultato dell'amore-odio (ma forse è solo disprezzo) che i due nutrono per il malcapitato.
In Dei, i due autori portano in scena un conflitto tra divinità che, se da un lato può far pensare al romanzo "American Gods" di Neil Gaiman, dall'altro sembra affondare le mani nel genere supereroico, specie in quello sfacciatamente irresponsabile ed egocentrico dell'X-Statix di Peter Milligan.
Le tre divinità, infatti, hanno connotazioni – grafiche e caratteriali – non propriamente positive, e se danno la caccia ad altri Dei minori è perché Zeus glielo impone; non è quindi il fato a muovere le loro azioni bensì, il più delle volte, una gratificazione in termini di devozione, gradimento e introiti legati al proprio merchandising.
Così Mars è un energumeno ipertrofico e non esattamente sveglio; Venus è una maggiorata altezzosa e provocante, più una tronista che una divinità; Bacchus, infine, è un rubicondo ometto festaiolo del quale, più che simpatico e saggio, si può dire che è "sympa" e furbetto. Tre personaggi da cui anche il meno assennato tra gli umani non comprerebbe un miracolo, ma che apparentemente si collocano nel gotha di uno spiritualismo ormai totalmente asservito alle mode e alla tecnica.

La narrazione costruita da Crippa procede incalzando il lettore dall'inizio alla fine con un ritmo che non mostra il fianco al rischio di un calo di tono, complice anche il lavoro di Tenderini sulle tavole, che trasferisce nella loro costruzione il gusto per il sensazionalismo che si respira nella storia. Su una trama portante costituita da azione, intrigo e, in un certo senso, avventura on the road, si innestano situazioni comiche e momenti di pura violenza ed eccesso; quello che ne risulta è un racconto ciclico, struttura tipica del mito, a cui si aggiungono elementi caratteristici della narrativa ucronica, pulp e fantastica. Crippa non si fa problema a esagerare laddove la storia glielo concede: le nuove divinità inferiori, l’obiettivo dell’ultimo ingaggio ufficiale dei tre protagonisti, la risoluzione dell’incontro con Tanato o, ancora, l’uso di un linguaggio appena sopra le righe. Questi sono tutti elementi che si legano con l’idea che ci si può fare, leggendo questa storia, non solo delle divinità ma anche delle persone a loro devote e della società in cui queste vivono. “In cui viviamo”, verrebbe da scrivere, poiché tanti – è una precisazione inutile quanto necessaria – sono gli aspetti per cui la nostra società si guadagna una comparsata su queste pagine, tra volti già noti del piccolo e grande schermo, simboli della modernità e riferimenti tecnologici.

Dopo una serie di titoli che spaziano dal noir al gore, passando per la brutalità della vita e della lotta, Alex Crippa si cimenta in una storia dai toni più distesi e conviviali, che ne rielabora alcuni aspetti in chiave decisamente più goliardica. Chi avesse già letto alcuni dei lavori più realistici e “drammatici” dell'autore, da Come un cane a Jonah Martini, rischia di rimanere sorpreso dal lavoro svolto dallo sceneggiatore, la cui scrittura non risulta in alcun modo forzata, nonostante il registro, i toni e le stesse modalità di raccontare siano ben diversi (verrebbe da dire “diametralmente opposti”) rispetto a quelli dei lavori che lo hanno fatto conoscere in Italia e in Francia.
Di certo il lavoro di Emanuele Tenderini contribuisce a rendere Dei una festa per gli occhi, non solo per la scelta di uno stile compositivo molto ricco e dinamico, giocato su una continua alternanza di griglie e schemi, ma anche per l’uso di immagini di raccordo tra le vignette, dietro alle vignette e tra le closures; ancora, i giochi di luce, la scelta delle inquadrature (specie nella presentazione degli ambienti, con visuali a volo d’uccello) e l’uso efficace di splash page sempre dal grande impatto, lavorano a sostegno del ritmo.
A questo bisogna aggiungere l’uso di una colorazione digitale che, prima di tutto, è attenta e accattivante, quindi acquista una valenza narrativa vera e propria, costruendo un ulteriore livello di senso che traghetta l’occhio del lettore dal metafisico al fisico e al realistico non più solo narrativamente ma anche graficamente: la prima parte della storia, che vede i tre olimpici al massimo del loro potere, ha colori molto chiari e l’elevata presenza dei bianchi rende le tavole abbaglianti, offrendo al lettore i tre personaggi in tutto il loro splendore; durante il cammino dei tre sulla Terra, invece, gli effetti di luce si riducono laddove aumenta, invece, l’attenzione al dettaglio e le tinte si fanno uniformi; la parte agli Inferi, concludendo, oltre all’uso di una paletta di colori decisamente più cupa e gore, si fa decisamente atmosferica grazie all’uso di pesanti campiture nere per gli sfondi.

Negli ultimi tempi il mito sta diventando un elemento piuttosto ricorrente, e non solo nel fumetto. Al di là della cinematografia più patinata, che pure in certi casi può rientrare in questo tipo di discorso, l’impressione è che un prodotto che affronta questo tipo di tematica sia molto più figlio degli ultimi tempi rispetto a quanto non lo siano tante altre storie apparentemente più legate alla contemporaneità. Il fatto stesso che vengano pubblicati prodotti come la collana Mytico, il prossimo Odissea Nera, ma anche titoli d’oltreoceano come The Infinite Orizon (una sorta di Odissea contemporanea realizzata da Gerry Duggan e Phil Noto per Image Comics), racchiude l’esigenza di ottenere risposte e soluzioni alle sempre maggiori problematiche che la società si sta trovando a fronteggiare; risposte e soluzioni che vengono ricercate nella simbologia delle narrazioni delle origini. Dei si aggiunge alla lista (per dovere di precisione si ricorda che il primo volume è stato originariamente pubblicato in Francia da Ankama Editions due anni fa) con un approccio più dissacrante e meno aderente alla trattazione mitica, ma al contempo mantenendo l’uso della materia come reagente per analizzare la situazione attuale e mettere a nudo alcuni aspetti nevralgici della schizofrenia contemporanea.

Dati del volume

  • Editore: Bao Publishing
  • Autori: Testi di Alex Crippa, disegni di Emanuele Tenderini
  • Formato: Cartonato, 128 pagg. a colori
  • Prezzo: € 16,00
  • Voto della redazione: 9
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