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Habibi

Chi ama il fumetto è abituato a emozionarsi. La Nona Arte è un canale tramite cui le emozioni fluiscono liberamente; certo, ogni forma di narrazione trabocca di opere in grado di toccare le corde più sensibili dell’animo umano ma, a parere di chi scrive, il fumetto ha quel qualcosa in più, una componente che scaturisce dalla specialissima unione di arti diverse, il disegno e la narrazione, in una sorta di sintesi che assume la valenza di crasi tra cinema, letteratura e illustrazione.
È in opere come come Habibi (letteralmente “mio amato”) che questa preziosissima e variegata componente trova la sua apoteosi. Uno degli obiettivi dell’ultima fatica di Craig Thompson è raccontare l’Islam tramite gli occhi di una ragazzina e la sua travagliata avventura; un fine tutt’altro che semplice da raggiungere, ma l’autore aveva già portato a termine una missione simile nello splendido e autobiografico Blankets, indimenticabile graphic novel che in più di una piega narrativa affronta il tema del Cristianesimo.

Senza esprimere alcun giudizio (non per timore, ma per rispetto) su quella religione che i media ci hanno insegnato a temere senza conoscerla a fondo, l’Islam appunto, Thompson racconta la storia della piccola Dodola, data in sposa a un uomo sensibilmente più anziano di lei, e di Zam, un ragazzino rimasto orfano che troverà in lei l’amore più puro e assoluto. In un universo che molto ha a che spartire con l’epica, i due percorreranno chilometri e impiegheranno anni per coronare i propri sogni e superare le difficoltà con le quali il crudele mondo che li circonda tenterà di separarli. Una trama semplice e lineare, ma che utilizza queste caratteristiche come grandi punti di forza: ciò che lascia senza fiato in Habibi è quella genuinità che già avevamo amato in Blankets, quella purezza narrativa volta a descrivere il sentimento più forte e sanguinante, qui assolutamente scevro da luoghi comuni e retorica. Le tavole di Thompson traboccano di Amore vero, quello con la “A” maiuscola, quello che ognuno di noi conosce e che risulta sempre difficile descrivere senza avvalersi di clichè. Ebbene, Thompson lo fa, e lo fa benissimo: proprio perchè il lettore abituale di fumetti è abituato a immergersi in fiumi di emozioni, non è facile ritrovarsi coinvolti e senza fiato di fronte a un’opera in questa forma. Con Habibi, l'Autore ci regala un concentrato di sentimenti, oltre che innumerevoli spunti di riflessione; chi avrà la fortuna di leggere quest’opera, che può essere a buon diritto definita un capolavoro a tutti gli effetti, non potrà non stupirsi nell’acquisire la consapevolezza di quanto non sappiamo dell’Islam, e di quanto la caccia alle streghe, implicita o esplicita che sia, sia un meccanismo terribilmente sbagliato e deleterio. D’altro canto, come Thompson non manca di evidenziare, Islam e Cristianesimo hanno molti, moltissimi punti in comune: allo stesso modo, è opportuno ricordare che la religione che nell’inconscio collettivo è erroneamente legata a doppio filo al concetto di terrorismo, non è solo Osama Bin Laden, così come il Cristianesimo non è solo Institor e Sprenger.

Sul versante della componente artistica, l'Autore raggiunge massimi livelli: il suo stile inconfondibile e profondamente espressivo rappresenta il naturale completamento di quella splendida semplicità che pervade la sceneggiatura, essenziale nella sua elaborazione e volta a condurre e coinvolgere il fortunato lettore nella travolgente e perfetta vicenda: splendide anche le tavole che mostrano le linee e le curve aggraziate della calligrafia araba, che si fonde alla narrazione.

In definitiva, Habibi è un capolavoro, e nessuna parola potrebbere essere più esaustiva per descriverlo.

Dati del volume

  • Editore: Rizzoli / Lizard
  • Autori: Testi e disegni di Craig Thompson
  • Formato: Cartonato, 672 pag. in b/n
  • Prezzo: € 35,00
  • Voto della redazione: 9
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