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99 giorni

Los Angeles, oggi. Qualcuno si aggira per la città: la sua sete di sangue e di violenza sembrano essere inestinguibili, la sua arma è un machete, e la  scia di cadaveri che si lascia alle spalle scatena una vera e propria guerra civile tra le gang legate alla malavita dei bassifondi di LA. Sulle tracce di questa bestia feroce, l’agente Antoine Boshoso Boyd, un uomo all’apparenza tutto d’un pezzo, ma la cui grande fragilità risiede in un passato acquattato dietro ogni angolo, travestito da incubi e stati allucinatori; una presenza in attesa di un momento di debolezza di Boyd per saltargli alla giugulare e distruggerlo definitivamente. Perchè Antoine ha vissuto la terrificante guerra tra gli Hutu e i Tutsi, e ancora oggi, a distanza di anni, il ricordo del genocidio lo tormenta. Boyd ha visto l’inferno e ciò che un machete può fare a un corpo umano. È per questa ragione che il Macellaio col Machete (questo è il nome che la stampa ha affibbiato al killer) diventa al tempo stesso un’ossessione e un’ideale possibilità di redenzione, o forse solo un modo per esorcizzare il più pauroso dei dèmoni: il passato…
Gli avvenimenti del Rwanda si riaffacciano, quindi, sul presente, i novantanove giorni del titolo rischiano di diventare molti di più, e a Boshoso non rimane che attaccare prima di essere sconfitto.

Come nella migliore tradizione noir, 99 Giorni racconta di un personaggio la cui storia si intreccia a doppio filo con ciò che accade intorno a lui, una sorta di vaso di Pandora che viene irrimediabilmente scoperchiato da un’ignara causa scatenante. Matteo Casali (noto tra le altre cose per la trasposizione a fumetti del romanzo La neve se ne frega di Luciano Ligabue, i grandi contributi dati alla Marvel e alla DC, e per il seguito de Gli scorpioni del deserto di Hugo Pratt) intesse una sceneggiatura a orologeria incalzante e nerissima, un crescendo di ritmo e violenza che non può non sfociare in un vero e proprio bagno di sangue ascendente.

I personaggi di 99 Giorni sono scolpiti e descritti in maniera accurata e sapiente, e l’atmosfera, che il graphic novel crea, trascina il lettore in una dimensione oscura in cui non mancano sfumature esplicitamente brutali. Molte sono le opere di Casali caratterizzate da una grande vena nera (si pensi, ad esempio, agli splendidi Quebrada e Bonerest), ma se in precedenza il tipo di violenza utilizzato dallo sceneggiatore emiliano era più tendente al pulp e all’esagerazione, componenti che si sposavano alla perfezione a quei titoli, questa volta l’autore mette in scena un dramma intriso di una violenza vera, palpitante e paurosamente realistica.

La componente artistica, opera di Kristian Donaldson, disegnatore americano nominato all’Eisner Award, rende giustizia all’ottima sceneggiatura: le tavole rappresentano il naturale completamento di una storia avvincente, e i chiaroscuri aumentano il grado di coinvolgimento da parte del lettore  in un tunnel degli orrori sempre più stretto e claustrofobico.
In definitiva, 99 Giorni è un graphic novel consigliatissimo non solo a chi ama al noir, ma anche a chi è appassionato di narrazione ad alti livelli; ed è, a oggi, forse il graphic novel migliore proposto dalla linea Panini Noir.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Matteo Casali, disegni di Kristian Donaldson
  • Formato: Cartonato, 192 pagine in b/n
  • Prezzo: € 14,90
  • Voto della redazione: 8
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