Menu

Due figlie e altri animali feroci

Marco, il bambino protagonista di una serie d'animazione giapponese di fine anni '70, intraprendeva per un lungo viaggio "Dagli Appennini alle Ande" sulle tracce della madre; Leo Ortolani e la moglie Caterina l'anno scorso hanno intrapreso lo stesso tragitto non alla ricerca di una madre, bensì di due figlie. Due figlie e altri animali feroci -Diario di un'adozione internazionale, infatti, racconta il viaggio di due novelli genitori adottivi migrati temporaneamente in Colombia per cominciare la propria vita assieme alle due sorelline Johanna e Lucy Maria.

L'odissea vissuta dai coniugi Ortolani comincia, ben prima dell'imbarco all'areoporto in direzione America del Sud, con un lungo e tortuoso iter burocratico che ogni genitore adottivo deve affrontare, qui raffigurato con ironia e leggerezza, attraverso le quali, però, traspare la rabbia e la frustrazione che derivano dall'affrontare la difficile strada dell'adozione. Quando il racconto si sposta in Colombia si può percepire, tra le righe, una descrizione delle difficoltà e della povertà che un turista italiano può trovare recandosi in quelle zone,ovviamente tale descrizione è sempre caratterizzata dalla visione umoristica tipica dell'autore di Rat-Man.
Queste difficoltà sono nulla rispetto al primo impatto con i due piccoli uragani colombiani che la voce narrante del libro dovrà domare, una volta conquistato il tanto difficile ruolo di genitore adottivo: l'incapacità di esprimersi in uno spagnolo che prenda le distanze dal veneto, pannolini da cambiare, iperattività, atteggiamenti imbarazzanti, un legame tra genitori adottivi e figlie che deve ancora trovare il giusto equilibrio...
In certi passaggi si ha l'impressione di essere in compagnia di uno di quei papà che continua a mostrarti le foto dei figli e ti racconta delle cacche come se fossero eventi estremamente avvincenti... e infatti Leo è diventato proprio un esponente di quella categoria, ma ne è consapevole e affronta la sua nuova natura con autoironia.

Questo esordio di Ortolani come scrittore non è la prima occasione che i fan hanno di leggere un suo testo fuori dai balloon e dalle didascalie: in questi anni l'autore ha realizzato editoriali, rubriche della posta e un blog, nei quali ha dimostrato di avere uno stile di scrittura nel quale riesce a utilizzare un umorismo simile a quello dei suoi fumetti. Per un libro vero, però, ci si aspetta una cura maggiore e una struttura più elaborata nella pianificazione della storia, ma purtroppo questo non avviene; il motivo di questa semplicità è da ricercare nella modalità in cui sono nati questi scritti, ovvero e-mail inviate dalla Colombia per aggiornare gli amici italiani sull'andamento dei primi giorni da genitori adottivi. Il racconto prosegue sotto forma epistolare, in cui gli aneddoti si susseguono spesso senza un vero e proprio collegamento ma come flusso di idee nella volontà di fare un resoconto più esaustivo possibile di quell'esperienza.

Ad arricchire il volume ci sono 24 vignette disegnate dallo stesso Leo Ortolani, nelle quali riesce a sintetizzare una situazione rivista in chiave comica, in modo molto più efficace di quanto faccia con una pagina di testo. Nonostante non sia la sua forma di narrazione più congeniale, questa incursione del fumettista nel mercato della narrativa è comunque piacevole, soprattutto considerando che si tratta di una vicenda autobiografica e che buona parte degli scritti sono stati scritti, senza troppe pretese, via e-mail. Due figlie e altri animali feroci rimane, quindi, una piacevole lettura per i fan dell'autore, ma può essere anche un'occasione per scoprire il talento comico di Ortolani da parte dei lettori che non si avvicinano al mondo del fumetto.

Dati del volume

  • Editore: Sperling e Kufler
  • Autori: Testi e disegni di Leo Ortolani
  • Formato: Brossurato, 188 pagine in b/n
  • Prezzo: € 16,50
  • Voto della redazione: 6
Torna in alto