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Astonishing X-Men: Xenogenesis

Dalla fine degli anni ’80 la Marvel ha lanciato più volte delle linee editoriali alternative all’universo “classico”, delle rivisitazioni dei personaggi più o meno noti che hanno incontrato successi di pubblico quanto mai diversi: si va dall’universo 2099, un futuro distopico in cui agivano i discendenti degli eroi attuali risoltosi poi in una chiusura dopo pochi anni di pubblicazione, al più recente e fortunato Ultimate Universe, un adattamento in chiave moderna di figure di primo piano come Spider-Man o i Vendicatori.

In occasione del suo ormai imminente cinquantenario, la Casa delle Idee ha inaugurato una nuova testata per rendere omaggio ai suoi personaggi di maggior seguito: la linea Astonishing, un titolo che riprende quell’Astonishing X-Men, serie record di vendite per più di un decennio. Per capire quale sia lo scopo di quest’ultimo adattamento basta citare l’eloquente sottotitolo “I supereroi più famosi, gli artisti più grandi”; si tratta, infatti, di miniserie svincolate dalla continuity ufficiale, di volta in volta incentrate su personaggi differenti, scritte e disegnate dagli autori più noti e apprezzati del panorama odierno.

Ovviamente i primi protagonisti non potevano che essere i mutanti di Xavier: in questa Xenogenesis di tre numeri vedremo la squadra di Ciclope e Wolverine diretta verso un immaginario Stato africano dove si verificano con sempre maggior frequenza casi di nascite mutanti. In un Paese che per ammissione di Logan “è come il cuore della sfiga”, la precaria situazione politica e una mentalità ancora legata a vecchi riti tribali suonano quasi come una condanna a morte per dei neonati con superpoteri. Toccherà agli uomini X svelare il mistero dietro a questo improvviso focolaio di mutazione e, al contempo, proteggere i bambini da un capo di Stato, tale Dr. Crocodile, non proprio di mentalità aperta verso i “diversi”.

La trama di Warren Ellis, uno degli sceneggiatori più creativi e irriverenti di sempre, continua la tradizionale scia di “politicamente scorretto”, tanto cara all’autore: temi quali la povertà e la difficile condizione di molte nazioni del continente nero, a cui l’autore lancia una forte critica nella già citata invettiva di Wolverine, si intrecciano alla “classica”, ma purtroppo sempre attuale, questione dei rapporti con la diversità e il razzismo tipica delle storie mutanti. Ellis riesce, grazie a una sceneggiatura scritta in maniera ottima, a coinvolgere in pieno il lettore, con dialoghi secchi e “sopra le righe” e scene spesso mute, ma di fortissimo impatto.

Ad alzare ancora di più il livello dell’opera ci pensano gli eccezionali disegni di Kaare Andrews, già visto all’opera su diverse testate X: il suo tratto personalissimo esalta le figure di ogni personaggio, caratterizzandole al massimo, e riesce a cogliere l’essenza dei vari protagonisti come di rado si era visto in un fumetto; così avremo una Bestia dalla fisionomia brutalmente ferina, ma da cui allo stesso tempo traspaiono calma e intelligenza, o un’Emma Frost più che mai sensuale ed accattivante. Interpretando in modo superbo le intenzioni di Ellis, Andrews crea intere sequenze che, pur senza dialoghi, riescono ad esprimere emozioni e concetti intensi, arrivando a delle splash page che lasciano senza fiato.

In sostanza, una miniserie il cui titolo è quanto di più azzeccato si potesse trovare e un degno omaggio a cinquant’anni di pubblicazioni che hanno fatto la storia dei comics. Un acquisto quasi obbligato per ogni amante delle testate Marvel, ma anche un metodo eccellente per un novizio di avvicinarsi a un universo la cui continuity spesso può spaventare. Insomma, un esordio “stupefacente” per questa nuova linea della Casa delle Idee.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Warren Ellis; disegni di Kaare Andrews
  • Formato: brossurato, 42 pagine a colori
  • Prezzo: € 3,00
  • Voto della redazione: 8
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