Menu

Chosp 1

Per tornare allo speciale, clicca qui.

Ogni scarafone è bello a mamma sua… tranne Chosp.
Già, perché il povero Chosp, novello Cenerentolo-Calimero, ha una madre che lo disprezza e si vergogna di lui al punto da tentare in ogni modo di nascondere la sua esistenza alle persone; l'affascinante Stella Star infatti essendo la first lady di Tee Ville, un'isola dove tutti gli abitanti sono belli, non può permettersi di avere come figlio l'unico bambino brutto dell'isola. Chosp, nonostante l'aspetto kawaii che lo rende accattivante agli occhi del lettore, è infatti percepito da tutti gli abitanti di Tee Ville come una creatura spaventosa e curiosa; questa stranezza agli occhi del ragazzo ha un significato ben diverso, che lo fa addirittura dubitare dell'identità dei propri veri genitori. Perché non è bello come mamma e papà? Perché possiede addirittura corna, scaglie e coda? È un mostro o un alieno? Chosp decide di partire alla ricerca delle sue origini, indagando attorno alle situazioni e agli eventi più misteriosi, con la speranza di scoprire qualcosa su di sé.

Le avventure di Chosp lo portano ad esplorare in lungo e in largo l'isola assieme all'amica Melody, in contesti decisamente bizzarri: l'elemento migliore del nuovo fumetto di Alessandro Barbucci è sicuramente l'eccentrico universo isolano che è riuscito a imbastire, una sorta di Villaggio Pinguino arricchito da una notevole varietà di ambientazioni e da personaggi strampalati. Questo consistente numero di elementi introdotti può essere un pregio per il primo numero di una serie, soprattutto quando si vuole presentare un contesto fracassone come è Tee Ville; una simile quantità di personaggi o luoghi nuovi è accettabile per il volume d'esordio, ma se diventasse la norma potrebbe diventare fastidiosa perché significherebbe trascurare il cast già introdotto in precedenza di cui molti componenti sono appena stati presentati e sfruttati per poche pagine, per i quali il lettore si aspetta un approfondimento.

Il fumetto tanto promosso come "euro-manga" in realtà si può accostare alla produzione giapponese più per la forma in cui viene proposto che per l'opera in sé: un volume tascabile (ma non troppo), una narrazione suddivisa in capitoli di circa una ventina di pagine (auspicandone la pubblicazione sulle riviste-contenitore nipponiche?) e la presenza di un’immagine-frontespizio per ogni episodio. All'interno del fumetto si possono sì ritrovare tipologie di personaggi, simboli grafici e uno stile visivo che sono evidentemente debitori di numerosi titoli e autori giapponesi, ma sapientemente mescolati con contaminazioni derivanti dalla formazione disneyana di Barbucci e dai bande dessinèe.
Come avviene nei manga anche qui il primo capitolo è interamente a colori, una vera e propria gioia per gli occhi ad opera di Nolwenn Lebreton e che è visivamente la parte più godibile dell'albo; il resto del fumetto è interamente in bianco e nero con un massiccio, forse eccessivo, utilizzo dei retini, e dopo aver visto le tavole di Chosp nello splendore dell'intera scala cromatica, è un dispiacere doversi accontentare di un proseguimento più "povero" dal punto di vista grafico. Questo meccanismo è sfruttato nel mercato dei manga in cui gli autori sfornano un nuovo episodio ogni settimana, dato che sarebbe insostenibile mantenere quella periodicità con episodi a colori; Chosp non comparirà con la medesima frequenza sugli scaffali italiani, ma ci accontenteremo del bianco e nero se sarà mantenuta la periodicità semestrale inizialmente annunciata.

L'edizione Planeta DeAgostini ha qualche piccolo difetto che ne mina la lettura, anche se siamo ben distanti dalle iniziali sbavature spagnoleggianti che hanno caratterizzato l'esordio della casa editrice in Italia: sono però presenti un paio di parole e di accenti inesistenti nella lingua italiana di chiara derivazione straniera, assieme a qualche errore d'ortografia e diverse parole suddivise per andare a capo in modo incorretto.
Si tratta di episodi spiacevoli in qualsiasi caso, ma che risultano quasi paradossali per un fumetto dalla paternità italiana che quindi si meriterebbe un trattamento dal quale non dovrebbe trasparire la traduzione da un altro idioma.
Da segnalare anche una font non particolarmente gradevole che misteriosamente cambia nel corso del volume, altra imperfezione che fa sperare in un'edizione migliore per i prossimi volumi di una novità tutta italiana fresca e divertente.

Dati del volume

  • Editore: Planeta DeAgostini
  • Autori: Testi e disegni di Alessandro Barbucci
  • Formato: brossurato, 128 pagine in b/n e a colori
  • Prezzo: € 6,95
  • Voto della redazione: 7
Torna in alto