Menu
Fabio Volino

Fabio Volino

Greg Capullo su Batman

  • Pubblicato in News

BR_CapulloUna notizia di sicuro interessante per i fan di Batman. Sembra che Greg Capullo, terminato il suo incarico su The Haunt per la Image Comics, diventerà uno dei disegnatori del Cavaliere Oscuro. Da tempo infatti stava cercando un incarico di alto profilo con una delle due major. Così, dopo un lungo "corteggiamento", lui e Jim Lee sono giunti ad un accordo economico e dunque presto vedremo Capullo cimentarsi con le architetture ed i palazzi di Gotham City, andando a dare man forte a David Finch.
Il disegnatore tuttavia non esclude un suo coinvolgimento in futuro con la Marvel, dal momento che uno dei suoi sogni è poter lavorare al fianco di Jeph Loeb.

In attesa di poterlo vedere in azione sulle pagine dell'uomo pipistrello, ecco le sue prime matite che ritraggono Batman e Robin, in una tavola realizzata appositamente per il venturo Boston Comic Con.

Action Comics fa 900... con polemica

  • Pubblicato in News

Attenzione: la seguente notizia potrebbe contenere spoiler!

action_comics_900I "centenari" sono sempre numeri speciali, soprattutto per il mercato statunitense, e la storica Action Comics, che ha da poco toccato quota 900 uscite, non fa certo eccezione. In questo numero di ben 100 pagine si possono trovare storie di Paul Dini, Richard Donner (il regista del primo film di "Superman"), Damon Lindelof (l'ideatore di "Lost", con una storia incentrata sugli ultimi giorni di Krypton), Geoff Johns & Gary Frank (che ritornano a parlare del legame tra Superman e la Legione dei Supereroi).

Due però sono i racconti che susciteranno clamore. Il primo, scritto dal fervente cattolico Paul Cornell, vedrà Superman confrontarsi con un avversario decisamente particolare... Dio! Sì, proprio Lui. Ma forse causerà ancora più scandalo la storia scritta dal produttore televisivo/cinematografico David Goyer, durante la quale l'Uomo d'Acciaio rimarrà coinvolto nel conflitto in Iran, il Paese governato col pugno di ferro da Mahmud Ahmadinejad: ciò causerà un incidente internazionale e porterà Superman alla scelta di rinunciare alla sua cittadinanza americana, in quanto a suo dire combattere per "verità, giustizia e American Way" non è più sufficiente.
Facile prevedere polemiche a non finire per questa decisione, con cui l'eroe americano per eccellenza (pur essendo nato su un altro pianeta) rigetta parte della sua stessa identità. Verrà bollato come comunista, come già accaduto in passato per Wonder Woman?

DMZ 9: Missing in Action

Con questo volume di DMZ (contenente i numeri dal 50 al 54), la serie Vertigo scritta da Brian Wood supera il prestigioso traguardo del cinquantesimo episodio e si avvia ad impostare una nuova direzione dopo gli sconvolgenti eventi dei precedenti episodi, in cui Matty Roth, dopo aver compiuto alcune scelte sbagliate che hanno portato alla detonazione di una bomba nella DMZ, è diventato in sostanza un paria, odiato da tutti coloro di cui aveva conquistato la fiducia.
Preda dei rimorsi, il giornalista vaga per una New York sempre più priva di controllo e teatro di una sfrenata violenza, fino ad imbattersi per caso in una jeep contenente gli scheletri di due militari morti da tempo. Prendendo le loro piastrine di riconoscimento, Matty Roth comincia un lungo viaggio verso casa, determinato a espiare le sue colpe, anche se l'incontro con alcune persone a lui note lo porterà infine a prendere una decisione forse senza ritorno.

Si respira un'atmosfera particolare in queste storie, soprattutto dal punto di vista della caratterizzazione. Matty Roth è un personaggio del tutto diverso da quello dei primi volumi, in cui si dimostrava alquanto insicuro e poco a suo agio in questo territorio di guerra a lui sconosciuto, che ora invece conosce come le sue tasche. La stessa DMZ è cambiata nel corso degli episodi, poichè Wood si è sempre preoccupato di raffigurare questa zona, la città di New York stessa, come un vero e proprio organismo vivente, che respira, soffre, si riprende e lotta. Tuttavia questo storyarc si dimostra il più debole tra tutti quelli pubblicati, poiché, a parte l'epilogo, non porta avanti più di tanto i temi trattati finora: sembra quasi di assistere a un lungo interludio, e a parte Roth nessuno degli altri protagonisti della testata fa qui capolino. Lo stesso cinquantesimo episodio è solo un collage di vari racconti slegati tra loro che lasciano il tempo che trovano, essendo tutti ambientati nel passato, in un'epoca in cui il giornalista e la DMZ stessa erano qualcosa di diverso.

Sempre piacevoli invece i disegni del nostrano Riccardo Burchielli, che fin dal primo episodio ha saputo rendere al meglio, nei paesaggi e nei volti del personaggi, l'atmosfera di disperazione ed angoscia della serie. Divertente, in particolare, leggere i suoi graffiti per cercare qualche scritta in italiano (ne compare almeno una in ogni episodio), tra cui un "Forza Viola!" che non può fare a meno di strappare un sorriso.

Elia Bonetti ed Alessandro Vitti: fra Marvel e Lateral

lateral_1Abbiamo avuto il piacere di incontrare i due artisti emiliani Elia Bonetti e Alessandro Vitti. È stata l'occasione per parlare delle loro esperienze americane (Secret Warriors, ma soprattutto Fear Itself, il nuovo crossover Marvel) e del Lateral Studio, l'ultimo progetto che li ha visti collaborare. In rigoroso ordine alfabetico, partiamo con Elia Bonetti.

Ciao, Elia, e benvenuto su Comicus! La prima domanda è d'obbligo: presentati ai nostri lettori.

Ciao a tutti. Sono Elia Bonetti, sono nato a Parma nel 1983 e faccio il disegnatore di fumetti. Ho iniziato facendo prima il liceo artistico nella mia città natia, poi mi sono trasferito a Firenze dove ho frequentato la Scuola del Fumetto. Subito dopo sono stato ingaggiato da Giuseppe Palumbo per entrare a far parte del suo studio e, grazie anche a lui che mi ha insegnato parecchie cose, ho subito iniziato a lavorare: prima con Diabolik, per il quale ho fatto un albo speciale, Gli Occhi Della Pantera, poi ho cominciato a lavorare nell'editoria come illustratore. Successivamente mi ha contattato Ade Capone per collaborare alla miniserie Trigger, un'esperienza sfortunata poiché ho disegnato il nr. 5 che non è mai uscito. Subito dopo mi ha contattato la Marvel.

Esatto. I lettori Marvel assoceranno sicuramente il tuo nome a quella storia tratta da Captain America: Theater of War, scritta da Paul Jenkins, che è stata anche la tua prima opera per il mercato americano. Cosa ricordi di quella esperienza?

Mi ricordo che ho dovuto realizzare quella storia di 35 pagine in un mese ed è stato abbastanza stancante, però anche bello e divertente: ho imparato parecchie cose.

Dopo quella storia, non sei rimasto con le mani in mano ed hai prodotto altre opere per il mercato francese e poi ancora in USA per la neonata casa editrice Radical Publishing. Parlacene un po'.

Sì, sto lavorando a questa miniserie della Radical, The Hollow Point, che parla di un killer che si redime e cerca poi di "vendicare" le sue vittime poiché acquisisce un potere che gli permette di vedere i morti e lo sfrutta per dare giustizia a chi ha dovuto subire abusi ed ingiustizie. Per la Francia invece ho già pubblicato un albo per la Soleil, L'Ordre Des Dragons, per la cui realizzazione ci ho messo sei mesi.

E veniamo a Fear Itself: chi ti ha contattato? Quali sono stati i passi che hanno portato al tuo ritorno alla Casa delle Idee?

Sono stato contattato prima da un assistente di C.B. Cebulski, Alimagno Bon, poi subito dopo da Rachel Pinellas, che è la mia editor, la quale mi ha chiesto se volevo fare questa serie Fear Itself: Home Front.

Esattamente su quale storia, o quali storie, di Fear Itself,  stai lavorando?

All'inizio ho realizzato quattro pagine del prologo, scritto da Christos Gage ed incentrato su Sin e sulle sue origini, mentre adesso sto lavorando su una minisaga degli Agenti dell'Atlas, i "Vendicatori degli anni '50". Tra l'altro per me che adotto uno stile realistico disegnare gorilla e robot è una bella impresa.

Per questa minisaga lo sceneggiatore è Peter Milligan. Lo conosci? Se è possibile saperlo, qual è il metodo di lavoro?

Non ho mai parlato direttamente con lui, tutto il lavoro che svolgo avviene tra me e la mia editor. Quindi è lei che mantiene i contatti con entrambi e coordina i nostri sforzi, con Milligan non ho mai scambiato neanche una mail. A me arriva dunque la sceneggiatura già pronta, che può anche subire modifiche in corso d'opera: ne ha avute spesso di modifiche

La parte grafica della mini principale è stata affidata a Stuart Immonen: cosa pensi di questo disegnatore?

Beh, è un disegnatore bravissimo, tra i miei preferiti: a chi non piace Immonen? Devo dire che mi piaceva di più quando disegnava in modo più realistico, ad esempio su Superman o Shock Rockets. Comunque rimane un artista fenomenale.

Questa è una domanda particolare, ma che credo possa interessare un po' tutti: come mai la Marvel fa ampio uso di disegnatori italiani, mentre questo aspetto in DC Comics, l'altra major, è praticamente assente? È solo un caso? Trovi che sia un bene questa "Italian Invasion"?

L'"invasione" è sicuramente un bene, ci permette di farci conoscere come artisti a livello mondiale. Secondo me il fatto che ci siano più italiani alla Marvel piuttosto che alla DC dipende da questo: la Marvel ha investito molto in una campagna di talent scout qui in Italia, mentre al contrario in DC è già più difficile trovare editor che vadano a cercare talenti altrove. Invece in Vertigo, che è una sezione distaccata, questa ricerca c'è ed infatti artisti italiani come Giuseppe Camuncoli e Riccardo Burchielli lavorano per questa etichetta.

Altra domanda che non manca mai: hai qualche sogno nel cassetto, artisticamente parlando?

Mi piacerebbe molto disegnare una storia di Devil o del Punitore

Una ultima domanda sul Lateral Studio, fondato con Alessandro Vitti. Dicci un po' il tuo punto di vista su cosa vi proponete di fare.

Io ed Alessandro abbiamo deciso di unirci insieme, visto che abbiamo molte idee in comune, e di fondare questo studio che è in primo luogo un modo per sviluppare i nostri progetti personali, progetti che magari una casa editrice non potrebbe mai pubblicare, dunque ce li pubblichiamo da soli. Siamo anche una sorta di agenzia, in cerca di giovani talenti per poter lavorare con loro: proprio come negli studios americani, dove si fa di tutto, nel senso che non è più il disegnatore che fa matite e chine ma è lo studio intero che fa matite, chine, colorazione, ecc… poi diamo il prodotto finito alla casa editrice. Questo è il nostro intento. Presto farò un tour per alcune fumetterie per promuovere il Lateral Studio: mi piace stare in mezzo alla gente, anche se sono piuttosto timido.

Passiamo dunque la parola ad Alessandro Vitti. Ciao, Alessandro, e benvenuto su Comicus. Presentati ai nostri lettori.

Ciao a tutti,prima di tutto... vi ringrazio per l'intervista!
Quello che posso dire di me è che il sottoscritto qui presente, adagiato come un polipo sullo scoglio, è nato qualche anno fa a Taranto.
Ho iniziato a coltivare questa passione da autodidatta e col tempo e con tutto l'impegno che la passione mi ha spinto ad avere, mi sono ritrovato ad iniziare a lavorare in questo settore. Ho iniziato come illustratore presso lo studio di Palumbo, che saluto e abbraccio con affetto, ed ora, dopo la Francia e il ritorno in patria con la Bonelli, con la quale collaboro ancora, mi ritrovo anche a vivere questa esperienza oltreoceano con la Marvel.
Nel frattempo condivido il mio mondo, il mio tempo e le mie esperienze lavorative con gli studenti, a cui sono molto affezionato, della Scuola di Comics di Reggio Emilia, in cui insegno.
Il resto... canticchiando alla Battisti... lo scopriremo solo vivendo...

Ultimamente abbiamo visto il tuo nome comparire spesso su alcune serie Marvel, in primo luogo Secret Warriors. Parlaci di questa esperienza "americana" e di come ti sei interrelazionato con lo sceneggiatore Jonathan Hickman.

Secret Warriors mi ha tenuto particolarmente impegnato, infatti in seguito al mio primo story-arc ne sono diventato il disegnatore regolare e con grande entusiasmo ho proseguito su questa testata affezionandomi anche ai personaggi... infatti ora che sto disegnando le ultime pagine, un po' mi dispiace... ma vedremo...
Il piacere provato nel lavorare su questa serie è scaturito anche dall'armonia creata con Hickman. È capitato raramente che ci sia stato bisogno di rivedere le visualizzazioni delle inquadrature: l'intento comune di dare un taglio cinematografico alle sequenze ci ha permesso di capirci al volo durante la lavorazione. Mi sono divertito tantissimo. E lui è un genio... ha tutta la mia ammirazione.

Parliamo di questo progetto del Lateral Studio. Spiegaci la sua "genesi": chi ha avuto l'idea, come si è evoluta, ecc...

Il Lateral Studio è un laboratorio di idee... è la fusione di diverse figure artistiche che provengono da diversi settori, come illustrazione, pittura, fotografia, grafica e anche letteratura... e poi ci siamo noi con il fumetto.
Lo Studio si è evoluto insieme alle nostre esigenze espressive.
Sentivamo il bisogno di realizzare qualcosa di nostro, dando soprattutto la precedenza alle sperimentazioni stilistiche e al desiderio di creare delle collaborazioni con i nostri amici in massima libertà.
Infatti, il procedimento è questo: mettiamo prima le nostre idee sul tavolo e poi, considerando comunque le nostre possibilità, cerchiamo di coinvolgere le figure professionali che possono intervenire per cercare di sviluppare al meglio quel progetto.
Crediamo molto nella forza del gruppo e nella consapevolezza, poiché da soli non possiamo realmente fare tutto.
Infatti lo Studio è nato proprio in questo modo: da una telefonata. Avvenuta l'estate scorsa da parte di una mia amica pittrice, Nicla Quintani, che esprimendo questa sua esigenza mi ha fatto pensare di contattare gli altri... è iniziata così la catena di Sant'Antonio... ahahahahahahah... 

Quanto siete stati ispirati dagli studi statunitensi? In cosa volete seguirli ed in cosa volete differenziarvi da essi?

Sinceramente, anche se molto lontani dalle loro possibilità, pensiamo più a FABRICA di Oliviero Toscani che agli studi americani... eheheheheheheheheh... sicuramente vedrete anche realizzati dei fumetti, ma stiamo pensando contemporaneamente anche ad altro.
Infatti faremo pubblicazioni di diverso tipo, perché le figure coinvolte sono diverse, come diversi sono i loro stili. Ho detto pubblicheremo, perché l'intento è proprio quello di produrre tutto autonomamente. A tale scopo abbiamo anche creato l'etichetta Lateral Publish, ovvero studiamo, creiamo, produciamo e pubblichiamo.
Infatti non vogliamo essere realmente una casa editrice, motivo per cui non siamo una publishing o una press, vogliamo semplicemente essere i primi e gli ultimi a definire il ciclo di realizzazione delle nostre idee.
Riteniamo importante, quindi, anche la fase della produzione grafica e tipografica che saranno gli elementi basilari che permetteranno alle nostre idee di prendere forma e ci faranno esclamare: < Si... PUÒ... FAREEEEEEEEEEEEE!!!> ahahahahahahahahah

Quali sono i progetti del Lateral Studio? Può essere d'aiuto anche ai giovani artisti?

Siccome nel gruppo ci siamo io ed Elia, vedrete realizzati anche dei nostri fumetti, in collaborazione con alcuni sceneggiatori e anche scrittori. Ma ci saranno anche produzioni di diversa forma di cui adesso non posso parlarti, ci stiamo divertendo troppo ad immaginarli e a sperimentare. Abbiamo questo luogo di ritrovo che sta diventando difficile da gestire... ahahahahahahah, sembra lo studio di Francis Bacon... ahahahahahahahah!!!
Non voglio dare false speranze a chi ha voglia di intraprendere la strada del fumetto: non sono qui per offrire posti di lavoro o realizzare volumi in 48 ore... ahahahahahahahahahah... ma voglio semplicemente dire che l'intento è quello di creare delle collaborazioni artistiche e creative e se dovesse capitare la sintonia perfetta anche con delle figure emergenti, ben venga.
Siamo liberi di farlo, perché diverse sono le caratteriste e diverse sono le suggestioni e riteniamo che, in questo senso, non debba esistere la possibilità di classificare una figura artistica sotto la categoria emergente o professionale.

Descrivici l'amicizia che ti lega all'altro fondatore dello studio, Elia Bonetti: come è nata e come è cresciuta

Ho conosciuto Elia qualche anno fa grazie a Giuseppe Palumbo, quando entrambi eravamo suoi collaboratori. Abbiamo scoperto di essere delle grosse teste di c@@@@@ e questo è bastato per comprendere che, oltre a divertirci alle fiere, si poteva iniziare ad essere più seri e iniziare a concretizzare tutto ciò che stilisticamente ci poteva accomunare.

Artisticamente parlando... al momento è tutto un divenire di situazioni che difficilmente riesco immaginare a quale percorso mi porterà. Una cosa è certa... VOGLIO FARE IL POMPIERE!!!! (e qui deve partire la sigla di Grisù assolutamente... eheheheheheh... un abbraccio a tutti i lettori di Comicus e alla redazione... grazie ancora... ci vediamo in giro e a Lucca con i nuovi progetti!!!)

Per chi volesse saperne di più sul Lateral Studio, può visitare il loro sito Internet (http://www.lateral-studio.com/), seppur ancora in fase di costruzione, oppure andare sulla relativa Pagina Facebook. Ringraziamo Elia Bonetti e Alessandro Vitti per il tempo concessoci e la loro disponibilità e simpatia.

Sottoscrivi questo feed RSS