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Leonardo Cantone

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La Valiant annuncia quattro nuove serie

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La Valiant Comics chiuderà il 2018 e inaugurerà il 2019 con l'uscita di quattro nuovi titoli con il tag pubblicitario "Valiant Beyond".

A settembre verrà lanciato Faith: Dreamside #1 scritto da Jody Houser e disegnato da MJ Kim e che vedrà Faith "Zephyr" Herbert avventurarsi nel mondo dei sogni per proteggere uno dei suoi compagni di squadra;
Bloodshot Rising Spirit #1 debutterà invece a novembre con Lonnie Nadler e Zac Thompson ai testi, e Ken Lashley ai disegni e mostrerà l'origine segreta dell'eroe più implacabile della Valiant;
Vita Ayala ai testi e Raúl Allén e Patricia Martín ai disegni si occuperanno di Livewire, in uscita a dicembre, promettendo il peggior disastro che il paese abbia mai visto;
infine, a febbraio 2019 debutterà la misteriosa serie Incursion con la sceneggiatura di Andy Diggle e i disegni di Doug Braithwaite.

"Sono eccitato ed entusiasta di svelare finalmente ciò che abbiamo programmato per la prima ondata del futuro di Valiant con Valiant Beyond", ha dichiarato Joe Validge, redattore esecutivo Valiant. "Ciascuna delle nostre prossime serie è un ottimo esempio di ciò che rende la Valiant così unica tra gli editori di fumetti: il nostro amore per l'incredibile cast di personaggi complessi e radicati; un impegno a continuare a creare un universo coeso che ogni lettore possa seguire; la nostra volontà di invitare e nutrire le nuove voci del settore; un impegno costante per raccontare storie di qualità che si basino sul grande bagaglio narrativo Valiant. Siamo al lavoro per portare la Valiant sempre avanti, e questo è solo l'inizio!" ha concluso Validge.

A seguire le cover delle nuove quattro serie targate Valiant Beyond.

(Via CBR)

Rivoluzione ComiXology che espande la linea Originals con fumetti propri

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ComiXology sembra fare un grande passo in avanti con la sua linea comiXology Originals - i fumetti esclusivi per la piattaforma di distribuzione digitale - con l'annuncio di voler allargare l’offerta dei contenuti inediti e di aggiungere l'opzione print on demand per poter stampare i propri titoli.

Questa è una significativa espansione per comiXology Originals, una mossa che potrebbe avere un impatto importante sull'industria dei fumetti: verrà pubblicato materiale di proprietà originale, direttamente dal principale distributore digitale e verranno, così, proposti contenuti inediti, pur continuando a distribuire il lavoro degli altri editori. Posizione, questa, non dissimile al portale di streaming Netflix.

La notizia è stata rivelata tramite un live stream su Twitch, con la presentazione dei nuovi prodotti: Savage Game, creato da Ryan Kalil dei Carolina Panthers della NFL, scritto da Shawn Kittelsen e disegnato da Chris B. Murray; Superfreaks scritto da Elsa Charretier e Pierrick Colinet ed illustrato da Margaux Saltel; Elephantmen 2261: The Death of Shorty, l'ultimo della lunga serie di Richard Starkings, che si accompagna agli artisti Axel Medellin e Boo Cook; Ask For Mercy di Starkings e del disegnatore Abigail Jill Harding. Tutti questi titoli sono già disponibili per gli abbonati di Amazon Prime, Kindle Unlimited e comiXology Unlimited e disponibili per l'acquisto su comiXology e Kindle.

Simile al metodo binge-watching di Netflix e Amazon, comiXology ha già pubblicato la serie completa Superfreaks, disponibile, dunque, per la sua intera fruizione; Savage Game è già disponibile sia per il print on demand che digitalmente, e Elephantmen e Ask for Mercy a breve avranno l’opzione di stampa.

CBR ha avuto modo di parlare con Chip Mosher di comiXology e il CEO e co-fondatore di comiXology David Steinberger in merito a questo annuncio. Quest’ultimo ha affermato che “stiamo cercando le opportunità per essere in grado di sperimentare; […] Anche mettere grandi contenuti nel nostro programma di abbonamento è incredibilmente importante. Avere queste due cose insieme ci fa desiderare di sperimentare, provare alcune cose. Se funzioneranno, aumenteremo quello che facciamo. Se non lo faranno, cambieremo tattica e riproveremo."
Mosher integra la dichiarazione parlando del loro principio guida sui contenuti: "questi progetti sono perfetti per chi non ha mai letto un fumetto prima d'ora? Savage Game, ad esempio, è un graphic novel di 60 pagine, un pezzo unico. È super-forte, e se non hai mai letto un fumetto prima, è un grande fumetto come punto di partenza. Penso che tu possa dire lo stesso per Elephantmen, per Ask For Mercy e anche per Superfreaks”.

La volontà è quella di offrire una larga varietà di contenuti e, in questo, Mosher è chiarissimo: “stiamo cercando di sperimentare diverse strategie di rilascio, sia che si tratti dei servizi di abbonamento, che di lettura libera. Vogliamo avere contenuti che abbiano un appeal di massa”. Naturalmente i titoli pubblicati sono solo una piccola parte di quelli attualmente in produzione e comiXology, al Comic-Con di San Diego, rivelerà, infatti, le altre serie e i titoli che usciranno.

La questione è, anche, di cambiamento del prodotto editoriale. Steinberger, difatti, ha affermato che ”questo gruppo iniziale di autori è formato da sperimentatori e sono entusiasti all'idea di far parte di una linea che avrà una certa visibilità in tutta la comiXology e su Kindle”. In quanto partner di Amazon, comiXology offre così, agli autori, un’alternativa di promozione. Sempre Steinberger parla, infatti, di entusiasmo: “sentendomi dire ‘Oh, posso anche avere il mio lavoro in stampa, e sembra incredibile’, e questo è un grande punto di forza in più per un creatore”.

Mosher, invece, ha avuto modo di parlare proprio del servizio print on demand: “una delle cose più interessanti che stiamo facendo è offrire un'opzione di stampa. Savage Game sarà disponibile al momento del lancio tramite la stampa attraverso il print on demand. […] Abbiamo fatto questo test di stampa, e volevo davvero avere le opinioni degli autori. Uno di questi è stato Richard Starkings […]. David e io ci siamo incontrati con Richard a San Diego, gli abbiamo mostrato i campioni - abbiamo pensato che fossero fantastici e volevamo avere, appunto, la sua opinione - ed era al settimo cielo e, così, ha subito iniziato a parlarci di Elephantmen e Ask for Mercy. Questo è il modo in cui si sono iniziate le trattative”.

Dopotutto, l’obiettivo di comiXology è chiaro nelle parole di Mosher: “cerchiamo nuove persone che leggano fumetti. Ci sono persone che leggono solo fumetti digitali. Ci sono persone che leggono solo fumetti stampati. Ci sono persone che leggono entrambi. Vogliamo essere nei formati in cui la gente vuole leggere i fumetti, quindi avere l'opzione print-on-demand per Savage Game e altri titoli che usciranno più avanti nel corso dell'anno è una grande cosa per i clienti. E anche i creatori vogliono vedere il proprio lavoro anche in formato cartaceo”.

Ma il risvolto della medaglia sembra essere che comiXology potrebbe configurarsi come un competitor per le case editrici. Steinberger sembra non vederla in tal senso: “sperimentando in modi in cui, probabilmente, gli editori non si metterebbero mai alla prova. Siamo ottimi partner degli editori. Condivideremo le informazioni sul successo o sulle perdite. […] Saremmo molto orgogliosi di poter espandere la quantità di generi, creatori, creativi, personaggi principali, che non sarebbero necessariamente destinati al mercato editoriale ma che avrebbero, così, un canale per la loro visibilità. […] Essere in grado di aprire e avere un altro canale per quegli autori che non verranno raccolti dagli editori, è un grande onore. È una grande opportunità per noi”.

Steinberger rassicura che il rapporto con i grandi editori non è cessato: “state tranquilli, abbiamo un paio di altri comiXology Originals con la Marvel in uscita. Lavoriamo ancora con gli editori e ci piace lavorare con loro”. Dopotutto, sottolinea il CEO di comiXology, il sito è spesso stato utilizzato come veicolo per la vendita del prodotto cartaceo: “tutti pensano che il digitale abbia avvantaggiato il loro business, in termini di persone che, ad esempio, entrano e acquistano diversi volumi di Saga dopo averlo letto su comiXology Unlimited”.

Per Steinberger, il nuovo servizio di comiXology “è solo un'altra strada per più autori e più talenti, e un’opportunità per attirare più lettori verso i fumetti, il che alla fine andrà a beneficio dell'intero sistema”.

Ma non sono mancate le prime critiche. Eric Reynolds, editore associato di Fantagraphics – che pubblica sul sito comiXology dal 2012 – in una serie di tweet (via Newsarama), parla di una volontà "nel rafforzare il suo [di comiXology] mercato digitale e di stampa", lapidando, così, gli interventi di Mosher e Steinberger.

Tra fantasy e fantascienza, tra cavalieri medievali e cavalieri jedi: intervista a Giuseppe "Cammo" Camuncoli

Per leggere la recensione di Green Valley, clicca qui.

Giuseppe “Cammo” Camuncoli, è una superstar del fumetto mondiale. Disegnatore per la Marvel e per la DC Comics, ha tratteggiato i personaggi più famosi ed iconici delle due case editrici: tra i tanti, Batman, Joker, John Constantine, Spiderman, Wolverine e Daredevil.
Abbiamo avuto modo di parlare del lavoro realizzato con la Skybound di Robert Kirkman, Green Valley, e di cosa vuol dire disegnare una delle icone pop più famose: Darth Vader.

Per la Skybound, hai realizzato la miniserie di Green Valley (Saldapress, 2018), scritta da Max Landis. Com’è stato lavorare su questa storia, come sei entrato nel progetto?
Sono stato approcciato da Skybound con l’idea di una semplice collaborazione. Non mi era stato proposto Green Valley, mi avevano proposto subito un paio di serie molto interessanti a livello di concept ma, essendo in quel periodo a lavoro su Spider-Man, non me la sentivo di raddoppiare il carico di lavoro. Una volta che avevano capito che non sarei riuscito a fare una serie regolare – dato che in Skybound il team creativo deve essere sempre lo stesso – Sean Mackiewicz, editor di tutte le serie, mi parlò di Green Valley, una miniserie. Nel momento in cui abbiamo capito che le scadenze mi permettevano di mantenere questo carico di un centinaio di pagine all’anno, siamo partiti con largo anticipo e abbiamo cominciato a lavorare.
Quello che mi ha conquistato fin da subito è stato lavorare con Max Landis, perché avevo visto Chronicle e mi era piaciuto parecchio. Il suo nome era garanzia di una storia fuori dagli schemi, molto potente e questo lo pensavo prima ancora di leggere la sceneggiatura. Mentre leggevo la sceneggiatura, poi, già immagino a come l’avrei realizzata e, una volta arrivato al finale, ho deciso che avrei lavorato alla miniserie. Ha giocato un ruolo molto importante il fatto che, a livello professionale, non avevo mai lavorato ad un fantasy. Da giovane ho sempre avuto passione per il fantasy, per i giochi di ruolo, quando giocavamo realizzavo i disegni dei personaggi, ho studiato le illustrazioni dei manuali e poi si è aggiunta la voglia di volermi mettere alla prova rispetto anche ad un genere che non avevo mai affrontato.
Lavorare con loro [Skybound], poi, è eccezionale perché ti mettono nella condizione di lavorare al meglio.

Hai detto di amare il lavoro da sceneggiatore cinematografico di Max Landis, ma com’è stato lavorare con lui come autore di fumetti? E come avete gestito il vostro lavoro?
Green Valley nasce come sceneggiatura cinematografica. L’editor mi spedì la sceneggiatura così come concepita da Max per il film mai realizzato. L’editor ha diviso la storia in numeri e ha fatto una ripartizione di scene, facilmente trasposte in tavole e, all’interno della sequenza che iniziava e terminava nella pagina, mi ha lasciato libero di decidere numero di vignette, inquadrature, rispettando la sceneggiatura originale.
Per ogni numero avevo un paio di pagine “jolly” che mi permettevano di fare splashpage, o di organizzare la tavola con più libertà. Mi hanno detto “sappiamo come racconti, sappiamo com’è il tuo storytelling, quindi sentiti libero”. E questo è stato bello creativamente.
Max è stato contento fin dai primi scambi di email. È stato bello lavorare con lui perché era davvero entusiasta, vedeva cose che nemmeno si immaginava prendere vita. Era uno dei progetti a cui teneva di più, forse uno dei primi, e aveva perso le speranze di vederlo trasposto in qualche media. E vederlo trasformarsi in fumetto è stata una grande soddisfazione. Quando l’ho conosciuto, a New York, per la presentazione della minisierie, appena mi ha visto, mi ha abbracciato. Il suo entusiasmo era veramente genuino.

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Parlando della caratterizzazione del mondo fantasy-medievaleggiante di Green Valley: avevi un immaginario specifico, ben delineato, a cui hai fatto riferimento?
È un misto di tante cose. Tecnicamente questo non è proprio un “fantasy”: è un mondo medievale, che potrebbe anche essere il nostro, in cui entra un elemento che non è coerente con l’epoca.
Però l’immagine è quella: il guerriero. Fondamentalmente mi sono lasciato ispirare da illustratori fantasy come Larry Elmore. Altre cose sono nate dall’improvvisazione: i personaggi non erano descritti dal punto di vista strettamente fisico e mi hanno lasciato carta bianca. Io mi lascio ispirare da quello che, in quel momento penso sia più adatto per raccontare la storia. L’importante è che lo sceneggiatore sia convinto di quello che sto realizzando e voglio che sia coinvolto in ogni passaggio. E in questo Max si è rivelato eccezionale.

Sei a lavoro su una serie che ha per protagonista una delle più famose icone pop del mondo: Darth Vader. Che vuol dire lavorare ad una serie come Darth Vader? E Misurarsi con un personaggio così importante?
Innanzitutto venivo da un ciclo di sei anni di Spider-Man insieme a Dan Slott. Terminato questo non volevo tornare subito a supereroi “puri” e quando mi hanno proposto Darth Vader... [ride]. Ho sempre amato i personaggi oscuri, cattivi, tormentati. Nella serie, poi, c’è anche Palpatine che, forse, è ancora più cattivo. Nella parte di storia che stiamo raccontando, Vader sta combattendo con quella parte “buona” che ancora gli è rimasta per annullarla completamente, mentre Palpatine, tale fase, l’ha già passata.
Sono un fan della serie, dei film, avevo letto i fumetti targati Dark Horse, l’universo espanso (ora Legends), meno le serie televisive, ma per questione di tempo. I fumetti hanno il grande pregio di raccontare pezzi di vita dei personaggi, episodi che possono essere narrati in altri media.
Dopo la straordinaria serie di Kieron Gillen e Salvador Larroca è stata messa in cantiere un’altra serie che si ambienta prima: parte proprio da quando Anakin viene trasformato in Vader a fine di Episodio III.
Charle Soule è bravissimo, in generale è uno degli scrittori più in forma attualmente ma è anche perfetto per l’universo di Star Wars perché riesce a mettere delle chicche in ogni numero, sia a livello di macro storia che a livello di piccoli cameo che sono organici alla saga. Con Soul la Lucas e la Marvel hanno trovato un pezzo della storia di Vader da raccontare: la regola è di non andare troppo oltre – come accade con la serie principale – per non aggiungere troppo al canone. Tutto quello che noi facciamo diventa canone ed è bellissimo: ad esempio, mi arrivano design o concept di un videogioco che stanno sviluppando ed io lo devo inserire; oppure gli elementi che abbiamo creato diventano ad appannaggio di tutti. Un domani potranno diventare personaggi della serie tv, dei film, action figures. Rendersi conto di creare personaggi che fanno parte di questo affresco così epico, ha un sapore speciale. Ad esempio, abbiamo raccontato di come Vader ottenga la spada laser: una cosa mai raccontata. Capire come i Sith acquisiscano la loro spada, cioè con un atto di violenza, strappandola ad uno Jedi, è stata una cosa molto dirompente da introdurre nell’universo di Star Wars. Tutta farina del sacco di Charle Soule, ma essere complice di questa piccola, grande, rivelazione è stato emozionante. Anche costruire le immagini, poter disegnare personaggi minori ma riconoscibili. Ad esempio nelle grandi scene di massa, da disegnatore, vorresti inserire delle figure, ti viene naturale, ma devi stare attento a problemi di continuity e verificare se è possibile, in quel momento, che il personaggio possa essere li. La collaborazione sia con Marvel che con la Lucasfilm dimostra che la macchina funziona perfettamente.

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Entrare di diritto nel canone di Star Wars, creare nuove figure, nuovi elementi, magari nuove potenziali icone di quell’universo, quanta pressione ha generato?
Beh, la pressione si sente sempre. Anche se sono stato vaccinato con Marvel e DC Comics. Ma questo accade sempre quando inizi un lavoro nuovo, per quanto tu possa essere navigatissimo come professionista, c’è sempre un po’ di incertezza. Anche quando ho iniziato Spider-Man, pur avendo fatto tanta Marvel e DC, capivo di essere ad una altro livello: Spider-Man, insieme a Batman, è tra i personaggi più amati.
Quello che mi conforta sempre in questo lavoro è sapere che la storia è buona, e già quello facilita molto il lavoro perché lo scrittore ti mette in condizione di lavorare al meglio, di creare scene epiche, scene che verranno ricordate. Se la sceneggiatura è buona, almeno il 60% del lavoro è fatto. Ovviamente, anche sapere da parte dell’editor Marvel e Lucasfilm che le cose vanno bene, è altro carburante per fare ancora meglio il numero successivo. Si tratta della partenza, poi si genera un meccanismo virtuoso che ti permette di lavorare bene.
Una grande soddisfazione, sempre da un’idea di Charles Soule, è stato creare un fucile che è alimentato con le spade laser, usate come “cartucce”. Il meccanismo prende avvio dal cristallo kyber che c’è dentro e lancia raggi di energia. Disegnare quell’oggetto e far capire come funziona, è stato bellissimo. Appena arriva la sceneggiatura, vado subito a vedere cosa ci sarà di interessante da poter disegnare.

Da fan, non ti dispiace spoilerarti le cose?
Si, ma fa parte del gioco. Da un alto è anche bello essere uno dei “pochi” che lo sa, e quando riesci a mantenere il colpo di scena, è una soddisfazione ancora maggiore: non solo lo sapevi, ma sei riuscito a tenerlo fino alla fine. Dispiace, ma appena letto, parte l’entusiasmo da ragazzino e ti vien voglia di disegnare.
Ad esempio, questa serie ci ha permesso di mostrare un Vader più acrobatico. Pur essendo stato “scafandrato”, rispetto al Vader dei film, più statico, più potente nella padronanza della forza, deve ancora prendere confidenza con l’armatura. Questo permette di mostrare delle scene diverse a quelle in cui sei abituato, quasi alla stregua di ciò che si è visto in Rogue One, ed è stato interessante poterlo fare.

Green Valley, recensione: il fantasy secondo Landis e Camuncoli

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Per leggere l'intervista a Giuseppe Camuncoli, clicca qui.

Max Landis, figlio d’arte, sceneggiatore poliedrico e prolifico tra cinema, televisione e fumetti, ha conquistato il cuore del lettori con racconti ricchi di ironia, che non disdegnano l’horror e l’action, e che si costruiscono sul meltin'pot di suggestioni diverse e provenienti da contesti narrativi differenti. Green Valley, targato Skybound e pubblicato in Italia dalla Saldapress, non è da meno.

Accompagnato dalle straordinarie matite di Giuseppe Camuncoli, la storia racconta l’ultima impresa dei Cavalieri di Kelodia, chiamati – dopo un periodo di allontanamento volontario a causa di una tragedia – a soccorrere il piccolo villaggio di Green Valley, vessato da un mago dai fini misteriosi. Ma in un mondo dove la magia è solo leggenda, come si può giustificare la presenza di uno stregone?

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Landis imbastisce l’intera narrazione su un doppio registro narrativo. Da un lato, lo sceneggiatore, rispetta tutte le componenti del fantasy “medievaleggiante”: cavalieri coraggiosi, stilisticamente e caratteristicamente delineati con grande chiarezza, barbari sanguinari, castelli e villaggi dalla dichiarata natura filmico-romanzesca. Dall’altro, allinea la propria narrazione verso un altro genere, affine eppur apparentemente lontano, rispettandone comunque icanoni: la fantascienza.

La forza del racconto, risiede proprio nello scarto tra generi, situazioni, immagini che, solitamente, non sono abbinabili ma che qui diventano matrice stilistica e narrativa dal grande divertimento.
Il disegno di "Cammo" – esaltato e magnificato dalle chine di Cliff Rathburn e dai colori di Jean-Francois Beaulieu – conserva tutto lo spirito “cinematografico” del racconto: campo e controcampo di primi piani anticipano splash-page e panoramiche dalla grande ricchezza grafico-compositiva, le scene d’azione conquistano grande ritmo grazie ad un sapiente utilizzo del layout come strumento narrativo autonomo. Il disegno riesce a spaziare facilmente, e con la medesima attenzione grafica, tra i generi differenti. Fantasy e fantascienza trovano felice sposalizio anche grazie al tratto di Camuncoli, evidentemente a proprio agio con questo gioco plurinarrativo.

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L’edizione cartonata della Saldapress racchiude l’intera miniserie di nove numeri in un volume di evidente pregio, corredato dagli interessantissimi studi dei personaggi ad opera di Camuncoli, così come la serie limitata a dieci white cover, illustrate dal disegnatore italiano con il “cast” di Green Valley. La gallery delle cover originali, in successione, permette di ammirarne l’impianto grafico che le caratterizza e che ne esprime le volontà narrative.

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Green Valley è un gioco divertente, un fantasy ammiccante e un fumetto di fantascienza che tocca temi cari agli amanti del genere. Scritto con intelligenza e sapienza e disegnato con maestria, rappresenta la scelta ideale per chi ama non abbandonare temi e narrazioni a lui care, e contemporaneamente vederle attraverso un inusuale lente di ingrandimento.

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