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Alfredo Goffredi

Alfredo Goffredi

Cleo

A una prima occhiata Cleo può sembrare semplicemente una storia d’amore adolescenziale condita da elementi fantastici.
Non è così, c’è di più. Magari non lo si capisce subito ma c’è di più. A partire da come si intrecciano alcuni personaggi, da come la storia si chiude a cerchio, a sembrare una malinconica saga famigliare in cui il diverso viene emarginato.
L’emblema della diversità è incarnato dalla protagonista femminile, Cleo, una ragazza che la natura ha dotato di una bocca aggiuntiva sulla gola, dotata di una volontà propria, spesso molto più dura rispetto a quella della ragazza. Cleo conosce Andrea e tra i due inizia una relazione complicata da fattori esterni: il padre di Cleo, uomo indurito dal corso degli eventi, preoccupato che il ragazzo faccia soffrire la figlia; Vittoria, stilema della sgualdrina bionda arrivista e pronta a tutto per prendersi Andrea; e in qualche modo anche Espelh, ragazza che Andrea incontra più volte in sogno e con la quale ha una sorta di relazione.
Le storie di Cleo oscillano tra presente, passato, aspettative e onirismo, a costruire un intreccio preciso, fatto di scelte non sempre azzeccate da parte dei personaggi, situazioni difficili e talvolta dolorose, momenti onirici rapportati a momenti reali e viceversa, gioia e dramma. Il tutto viene riportato sulla pagina da uno storytelling ben costruito: buone le soluzioni narrative, curato l’uso delle inquadrature, soprattutto in alcune situazioni in cui il tandem Sergi-Ruggeri riesce a far percepire il peso reale di un momento drammatico.

Cleo porta con sé la validità di Valentino Sergi come sceneggiatore, e l’evidenza di come il giovane autore riesca a coinvolgere e interessare il lettore. Soprattutto di come riesca a intrattenere – che è poi l’importante – con una storia il cui esito poteva essere come quello di tante altre e che invece sceglie di non esserlo, ed è un bene.
Diversa è la questione per il lavoro di Mirka Ruggeri, che da un lato presenta uno stile grafico personale e consapevole, apprezzabile anche nella scelta di una colorazione parziale che sembra voler suggerire una caratterizzazione emotiva delle sequenze narrative; dall’altro, tuttavia, si avverte una discontinuità nella qualità del disegno, con figure umane che talvolta risultano sproporzionate o legnose e volti dalla scarsa espressività. Bisogna anche dire (e per questo si è parlato di discontinuità) che questi difetti non sono la regola, e anzi laddove vengono meno Mirka Ruggeri riesce a canalizzare in una sola vignetta il senso profondo o l’atmosfera di una situazione, con una certa predisposizione per le sequenze drammatiche.

I due autori raccontano pezzi di reali possibili e quotidiani, al cui centro stanno le relazioni umane, vere o fittizie, auspicate o volute a tutti i costi, perdute o svanite, perfino illusorie, il loro costruirsi e sfaldarsi. In definitiva, però, la chiave di volta del racconto resta la sincerità. Cleo, i suoi genitori, Andrea, Vittoria, tutti i personaggi sembrano avere un problema con la verità – o la sua rimozione – e con le sue conseguenze. Si costruisce così un sistema di relazioni per cui chi è assolutamente sincero (Cleo, la cui seconda bocca è la proverbiale voce della verità) sarà sempre in una posizione di svantaggio il cui prezzo sarà la sofferenza.

Fantastici Quattro? Tre? Quattro?

  • Pubblicato in News

FF588_COL_covCon la conclusione della storyline Three Jonathan Hickman porrà fine alla storica lineup del quartetto più famoso al mondo dopo i Beatles. Uno degli eventi più importanti nella storia Marvel, in un 2011 che non si prospetta troppo semplice per gli eroi della House of Ideas, a giudicare dai teaser di Fear Itself.

Il rivolgimento di una delle testate fondatrici (che chiuderà con il numero 588, in uscita a febbraio, per poi ripartire con numerazione azzerata a marzo) è tale da attirare l'attenzione di importanti emittenti come BBC e CNN e un'agenzia del calibro di Associated Press.

Il 26 gennaio, all'interno di una busta nera sigillata che riporta lo storico marchio del gruppo in cui il 4 è stato rimpiazzato da un 3, il numero 587 priverà il quartetto di un membro, rendendolo così un terzetto. A quanto dice Tom Brevoort questa svolta non sembra (solo, almeno) una manovra commerciale per catalizzare l'attenzione sulla serie. L'autore e gli editor, infatti, non hanno deciso di punto in bianco di uccidere un personaggio ma hanno seguito una storia che inevitabilmente ha portato a questo punto.

Non c'è stato quindi il dilemma su chi fosse meglio uccidere, sembrerebbe: "Hickman aveva questa storia e ad un certo punto ha detto che un determinato personaggio sarebbe morto. Non c'è mai stato un momento in cui ci siamo detti 'Potrebbe essere questo o quest'altro'. C'era una sola scelta e abbiamo deciso di seguire questa serie di avvenimenti". Serie di avvenimenti in cui, come si dice in questi casi, niente sarà più lo stesso.

Nei mesi passati si è fatto tanto parlare di questo evento sui siti del settore; la stessa Marvel Comics ha alimentato il dubbio presentando una serie di quattro teaser (che trovate nella gallery in fondo alla pagina) in cui, di volta in volta, mancava uno dei quattro membri.

Le stesse storie hanno posto ogni singolo membro della super-famiglia in una condizione in cui può facilmente rischiare la morte, così che il mese seguente sarà impossibile prevedere quale dei quattro morirà. "È incredibile che gli altri tre riescano ad uscirne vivi" ha commentato Tom Breevort. L'unico a superare il cataclisma con una buona percentuale di certezza sembrerebbe la Cosa, che appare in uno dei teaser di Fear Itself.

In questo modo l'attenzione di media e lettori si è catalizzata sul morituro. Ma che ne sarà dei vivi?

Il gruppo cambierà, non solo per la lineup differente, ma i singoli membri rimanenti subiranno una trasformazione, trovandosi a fare i conti con una morte a cui, almeno per il momento, pare non seguirà alcuna resurrezione, ma qualcosa di completamente nuovo.

La novità è siglata dalla stessa nuova serie. "Non ci sarà - ha aggiunto l'editor - nemmeno più una serie chiamata Fantastic Four", cui seguirà FF, il cui sottotitolo sarà "A beginning", un inizio.

A marzo le fumetterie americane si troveranno ad esporre il primo numero di FF, in cui Hickman, affiancato ancora una volta da Steve Epting, che chiude una storia durata cinquant'anni (il primo numero di Fantastic Four è uscito infatti nel novembre 1961 e il 2011 ne vede il cinquantennale), un numero che si presenta come ricco di novità e di vecchie presenze, amici e nemici. Quale sarà il futuro della First Family?

E il titolo della nuova serie, FF, avrà qualcosa a che vedere con la Future Foundation, vista per la prima volta in Fantastic Four #579?

E soprattutto, d'ora in poi si parlerà di un fantastico terzetto o i vuoti verranno colmati da nuove leve, come potrebbe lasciare intendere un vecchio teaser di Amazing Spider-Man presentato a San Diego? L'immagine presentava un Ragno sul cui petto campeggiava un logo non certo usuale per il personaggio, vale a dire il simbolo del quartetto. In quella occasione Jonathan Hickman non aveva escluso una partecipazione di Spider-Man ad una eventuale nuova formazione.

La presenza del Ragno, inoltre, inizierà a farsi più frequente al Baxter Building: già sulle pagine di Fantastic Four #588, infatti, lo troveremo in una storia che lo vede presente al palazzo per consolare Franklin Richards. Infine la cover del numero di Amazing Spider-Man #657, in uscita a marzo, lo ritrae mentre assiste allo svettare nel cielo del simbolo infuocato del quartetto (cosa che peraltro potrebbe includere Johnny Storm nei tre sopravvissuti) che lascia pensare ad una chiamata alle armi. Quale sarà la sua risposta?

Promozioni Steam: a Natale tutti in casa a giocare

  • Pubblicato in Nerd

Anche questo Natale, dopo la promozione per il Thanksgiving Day e la caccia al tesoro, arriva la promozione natalizia di Steam.

Logo di SteamSe non sapete di cosa si sta parlando è presto detto: Steam è la piattaforma di distribuzione di videogiochi per PC e Mac interamente online creata nel 2002 da Valve Corporation (Half-Life, Portal, Left 4 Dead). Scaricando il client e registrandosi, Steam rende possibile l'acquisto e il download di tutti i giochi presenti in catalogo.

Il sistema tiene inoltre memoria di tutti gli acquisti fatti da un utente, collegandoli al suo profilo, in modo che questi non vadano perduti e possano venire tranquillamente installati, disinstallati e reinstallati a piacimento e senza timore di perderli.

La nuova tornata di promozioni natalizie, che potete controllare anche dal sito ufficiale, è iniziata il 20 dicembre e scadrà il 2 gennaio. Fino ad allora ogni giorno (alle 19:00 ora italiana) Steam offrirà una serie di giochi con uno sconto del 20-50%, oltre ad una dozzina di offerte speciali quotidiane sul cui costo verrà applicato uno sconto tra il 50 e l'85%.

Ma non finisce qui. Tra le offerte è possibile trovare pesanti sconti sui pack degli sviluppatori. Un esempio? Potete acquistare il pack Square Enix/Eidos - contenente titoli come Age of Conan, Batman: Arkham Asylum Game of the Year Edition, Deus Ex, Final Fantasy XI, Kayne & Lynch 1 e 2, diversi titoli targati Hitman o gli ultimi episodi di un classico come Tomb Raider (e tanti altri titoli e dlc) con uno sconto dell'85% sul prezzo totale. Simili condizioni anche per 2K, THQ, Epic Games, Bethesda Softworks, Rockstar, Telltalegames, Valve, Paradox, 1C Company, Mumbo Jumbo, Meridian4 e Southpeak Games.

Disponibili anche, infine, dodici pack di materiale indie, tutti (ad eccezione dell'Indie Heavy Hitters Pack) ad un prezzo inferiore ai 4,50 €.

Senza sangue

La fine di una guerra e le sue conseguenze contengono i semi per una guerra a venire, magari chiassosa e di massa, magari silenziosa e privata. Senza sangue tratta questa seconda tipologia di guerra raccontando una storia in due parti che si svolgono molto tempo l’una dall’altra. Protagonista è una bambina di nome Nina, ma dalla sua apparizione sarà Nina ancora per poco, prima di iniziare una serie di nuove vite con nuovi nomi, tutte causate – e spinte – dal tragico giorno dell’omicidio del padre e del fratello. Intrecciata alla vita di Nina è quella di Tito, ragazzo per il quale la bambina si troverà ad avere sentimenti contrastanti.

Tito Faraci torna ad adattare un lavoro di Alessandro Baricco e lo fa con una storia sotto certi aspetti più difficile da tradurre a fumetti di quanto non potesse essere Novecento. Una storia che si costruisce su dialoghi e azioni così come su momenti di stasi e di silenzio, per la quale, in coppia con Francesco Ripoli, Faraci compie un buon lavoro di adattamento. I due autori riescono quindi a gestire Senza sangue facendo in modo che sia l’occhio a parlare, laddove intorno è solo silenzio.

Nella prima parte, più aderente al testo, che descrive il giorno della vendetta nei confronti del Dottor Roca, padre di Nina, accusato di sperimentazioni e torture durante la guerra. La rivalsa non risparmia nemmeno il figlio di Roca, ma lascia Nina viva in un mondo in cui dovrà imparare a farcela con le proprie forze.
Il ritmo narrativo in questo primo capitolo inizia lento e poi si fa implacabile come la morte che cala sulla famiglia Roca, a ricalcare quello del romanzo di Baricco. È ottimo, in questa prima parte, il modo in cui gli autori continuano a mantenere l’attenzione su Nina, nascosta in una botola praticamente fin dall’inizio della storia: piccole vignette scure la cui inquadratura e il largo uso di ombre si fondono con la filastrocca di Nina creando così un senso di sicurezza e claustrofobia al contempo.
Su questo si innesta con maestria narrativa e grafica il racconto di Salinas, capo della spedizione omicida, ai tempi della guerra, la cui famiglia è stata duramente colpita dalla guerra.
Tra le prime due parti Faraci opta per un intermezzo di raccordo – non presente nell’originale stesura baricchiana – che si serve di una sequenza muta fatta di ritmi e tagli tipicamente western per dare risalto al salvataggio di Nina dalle macerie della sua casa.
Nella seconda parte, ambientata molti decenni dopo, troviamo una Nina adulta e impegnata nelle battute finali della sua guerra personale. Eliminati i responsabili della morte del padre e del fratello, Nina rintraccia Tito per portare a compimento la propria strada.

Alla sua terza prova Ripoli dimostra nuovamente il suo essere artista poliedrico, in grado di adattarsi molto bene a situazioni e di non perdere mai la voglia di provare stili differenti. In particolare, l’uso della sola matita per Senza sangue sembra conferire alla storia quella patina di vissuto, tra il nitido e lo sporco. L’interiorità dei personaggi si incarna nei loro volti, volti reali che bucano la pagina, carichi di luci ed ombre, così come l’animo dei personaggi. Nel secondo capitolo, la lunga conversazione tra i due protagonisti – benché intervallata da flashback di riempimento sul passato di Nina – scampa dal rischio di appesantirsi grazie alla capacità dell’artista di conferire dinamismo ad una sequenza statica, capacità grafica che vediamo culminare con la tavola di pagina 85: una sola splash page ci riporta stralci di una lunga conversazione e considerazioni sul senso della guerra, in una situazione sospesa decisamente metafisica che unisce passato e presente, e racchiude il senso profondo della conversazione.

La scelta di Baricco di mantenere la storia fuori dal tempo e priva di uno spazio preciso che non sia un generico paese latinoamericano (aspetto suggerito più dai nomi dei personaggi che da altro) è stata rispettata dagli autori, permettendo così un discorso più ampio e meno specifico sulla guerra, sui suoi orrori e sulla difficoltà di discernere bene e male in tempo di guerra e di compiere scelte non avendo altro se non se stessi, a cui restare coerenti. In finale, quello che sostiene l’intera narrazione è il ciclo della morte che porta altra morte, in un processo di generazione continua che riesce però a raggiungere la possibilità di interrompersi. Come Baricco, così Faraci e Ripoli scelgono un finale sospeso e interpretabile circa il compimento finale della volontà di Nina nei confronti di Tito.
Il “secondo Baricco di Faraci” è più reale e crudo del precedente, lo stile vivido di Ripoli lo inchioda a terra senza possibilità di fantasticare o reagire ai tempi di cui è figlio, ma senza negare, in chiusura, quella flebile speranza di cambiamento, di rottura con quello che rischia di divenire consuetudine.

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