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"Credevo che i uèstern non avessero i colori" - Intervista a Pierz

Luca "Pierz" Piersantelli Luca "Pierz" Piersantelli

Il personaggio lo intuisci subito. Seduto al tavolo di un pub, un ragazzo lo riconosce e gli chiede: “Tu sei Pierz?”. E la risposta è: “Sì, ti devo dei soldi?”. La persona, invece, è un po’ più complessa. Gira con Bianca, una cagnolina di rara bellezza adottata da meno di un mese. Dice che è un’operazione di marketing, che lei fa gli occhioni, la gente si ferma e alla fine gli compra il fumetto. Poi capisci che stravede per lei, che quella era soltanto una battuta tra le battute. Che sul proprio talento tende a minimizzare, ma alle fiere i suoi libri vanno a ruba perché fanno ridere e pure innamorare, come la coppia che ha rotto il ghiaccio grazie a una sua vignetta.  Marchigiano doc, Luca Piersantelli (in arte “Pierz”) sta diventando uno tra i più noti autori di fumetto umoristico in Italia. Con un sogno nel cassetto: trovare uno stile e riscoprirsi serio.

Chi è Pierz?

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Un mantenuto di successo, un disegnatore fallito che ha frequentato la Scuola di Comics di Jesi (AN) e che un giorno ha fatto delle vignette giusto per provare. Le prime non avevano nemmeno un titolo. Poi sono arrivati i forum e una serie di flussi favorevoli che lo hanno portato a pubblicare con la Nicola Pesce Editore.

Ravioli Uèstern, arrivato ormai al terzo volume, è il tuo più grande successo. Com’è nato?

Dopo il primo riscontro sul web ho messo i titoli per far finta di avere una trama. Come protagonista mi serviva un “duro”, uno squadrato. Questo mentre stavo ascoltando una canzone che parla di ravioli ("Le Metafore" degli Uochi Toki, il cui cantante, Napo, mi ha scritto l'introduzione di Ravioli Uèstern #3). L’idea del western è venuta perché colorare le mie tavole mi dava noia. Poi un giorno ho scoperto che quei film, che non avevo mai visto, in realtà non erano in bianco e nero come pensavo.

Dove prendi l’ispirazione?

Il lato tecnico è pensato, ragionato. Le battute sono tratte da storie vere. Vado in giro con un’agendina rossa e mi appunto le cose che mi succedono.

Sei solito inserire nei tuoi fumetti citazioni e parodie di vario genere. Come mai?

Fanno parte dell’ispirazione. E il linguaggio nerd è il mio linguaggio.

Hai inventato un personaggio sicuramente sui generis. Ora parliamo di quelli più tradizionali, di quelli più famosi a livello di immaginario collettivo. Prendine uno su cui ti piacerebbe lavorare. Cosa gli faresti fare?

Ho tutta la libertà che offre internet, quindi se volessi "lavorare" su un personaggio altrui, al diavolo, lo farei e basta. Proprio come Davide La Rosa "lavora" sulla Pimpa, Piro "lavora" su Topolino, Daw "lavora" su Steven Segal e Makkox "lavora" su Berlusconi (ho fatto esempi in continuity, che bravo che sono!). Insomma, se volessi fare una parodia o qualcosa del genere lo potrei fare, ma per adesso non ne sento la voglia né la necessità. Comunque al massimo “lavorerei” su Dragon Ball e gli farei fare una stupidaggine qualsiasi. Che tanto son soldi sicuri, quelli.

pierz2Sergio Bonelli se n'è andato. Tu sei un “esponente” del fumetto politicamente scorretto, con i tuoi attacchi velenosi al berlusconismo, alla Chiesa cattolica e ai neofascisti. Lui invece era il re della tradizione fumettistica italiana, della “faccia pulita” della nona arte nostrana. Come ha reagito di fronte alla notizia della sua scomparsa?

Ammetto di aver avuto una reazione abbastanza apatica a questa notizia. Onestamente, un po' come per la morte di Steve Jobs, mi è dispiaciuto semplicemente perché è morto qualcuno.

Oggi per un autore è possibile mantenersi soltanto con il fumetto?

Noi siamo la “generazione mille copie”. No, se non sei uno di quelli “grossi”non è possibile. Serve un secondo lavoro, ad esempio il designer. Sennò si finisce a fare stage per Bonelli, Disney, oppure all’estero. A meno che tu non sia Gipi.

Quali sono le tue letture?

Oltre Gipi adoro Toppi e Andrea Bruno. E leggo pochissimi fumetti comici.

Lo scorso Natale abbiamo visto il panda di Giacomo Bevilacqua (autore di A Panda Piace) su La7. E il raviolo dove lo metteresti?

Nel mio caso parliamo di mille copie vendute nelle fumetterie, perciò mi vergognerei come un ladro. Comunque lo metterei nel Tg1 di Minzolini.

Progetti per il futuro?

Ravioli Uèstern 4. E un porno con Roberta Missoni.

Seriamente.

Ho appena saputo che anche il secondo volume, così come il primo, è andato esaurito e dovrà essere ristampato. E a Lucca porteremo Ravioli ZERO - Perché al Raviolo Ningia manca un piede?, che sarà uno spillatino di 16 paginotte. Tutto qua. Poi mi interessa tantissimo crescere come autore, ma so di non essere pronto per un fumetto serio, anche se il mio editore sta cercando di spingermi in quella direzione. Compro libri di disegno per trovare uno stile. E’ questo che mi manca.

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