Menu

Senza sangue: Faraci e Ripoli rileggono Baricco

Senza Sangue, coverDa poco sugli scaffali di librerie e fumetterie, Senza sangue segna il ritorno di Tito Faraci su un testo di Alessando Baricco.

Pubblicato da Edizioni BD, Senza sangue nasce dall'omonimo romanzo breve, una storia di rancori presenti e passati immersa in un setting privo di riferimenti, tra il western e l'urbano.

A più di un anno dalla loro prima collaborazione (La Vera storia di Novecento), Tito Faraci e Alessandro Baricco tornano ad incrociare le firme su un nuovo adattamento a fumetti. Alle matite troviamo Francesco Ripoli, autore a cavallo tra accademia e sperimentazione, già visto in azione sulle pagine di Ilaria Alpi - Il prezzo della verità e 1890, che lo ha visto per la prima volta come autore unico.

Abbiamo scelto così di contattare Tito Faraci e Francesco Ripoli per scambiare due parole su questa esperienza. Oltre alle interviste, che trovate di seguito, vi proponiamo inoltre la recensione del volume.

Buona lettura!

 

Tito Faraci
 

Ciao Tito, bentornato su Comicus.
Com'è nata l'idea di un adattamento di "Senza sangue"?

Finita la straordinaria esperienza della Vera storia di Novecento, mi è rimasta la voglia di fare qualcosa con Alessandro Baricco. Qualcosa di nuovo, ma ancora basato su una sua opera. Devo dire che a "Senza sangue" avevo già pensato. Mi sembrava una storia piena di stimoli anche visivi.

Tradurre a fumetti un romanzo richiede necessariamente tutta una serie di scelte e tagli. Come ti sei mosso per Senza sangue?

Con molta libertà, incitato da Alessandro stesso. Ho rispettato la storia, nel suo senso e nella sua sostanza, ma ho aggiunto e modificato sequenze. Tant’è che ci sono intere tavole senza una parola, laddove, ovviamente, nel romanzo c’erano soltanto parole.

senzasangue85A tal proposito, nel dialogo finale tra i protagonisti c'è una lunga parte del discorso che ruota attorno al senso - se così si può dire - della guerra, sulle scelte difficili che impone e su come in tempo di guerra i confini tra giusto e sbagliato si facciano piuttosto labili, di fronte a cause o ideali. Nel vostro fumetto quella parte è riassunta da una singola tavola (pagina 85) che ne è l'estrema sintesi, in cui brandelli sparsi di quella conversazione vengono immersi in un'unica immagine dal respiro metafisico e dal forte impatto. Puoi parlarci di questa scelta di adattamento e della nascita di questa tavola in particolare?

Mi è venuta in mente di colpo, mentre ero seduto sul divano. È stata davvero una… visione. “Ci siamo, accidenti!”. Ho immediatamente telefonato a Francesco Ripoli, che ha approvato con entusiasmo. E la scelta di deformare il pavimento è stata sua.

Cosa pensi possa aggiungere il vostro fumetto rispetto al romanzo di Baricco?

Non aggiunge, non toglie. È un’operazione analoga a quella di realizzare un film tratto da un libro. Diventano due cose indipendenti.

Durante la lavorazione ti sei in qualche modo confrontato direttamente con Alessandro Baricco sulla storia e la sua trasposizione?

Sì, parecchie volte. Ne abbiamo parlato a lungo.

Questo è il secondo testo di Alessandro Baricco che scegli di trasformare in un fumetto. Il motivo è per caso da ricercarsi nello stile secco e limpido di uno scrittore fortemente immaginifico o, al di là di quello che può essere il gusto personale, ci sono altri motivi?

Alessandro è un amico, un autore che stimo molto. Sento, sentiamo qualcosa che ci lega. Diciamo che mi risulta semplice calarmi nelle sue storie. Per quanto riguarda "Senza sangue", poi, soprattutto la prima parte sembrava chiedermi di essere sceneggiata. E poi Alessandro è un grosso e appassionato lettore di fumetti. Immagino che c’entri anche questo.

A cosa stai lavorando, ora?

Tex, soprattutto. Poi Brad Barron, Diabolik, Topolino, e un paio di cose che non posso ancora dire. 

Francesco Ripoli

Senza_Sangue_53Ciao Francesco, e bentornato su Comicus. Come nasce questa collaborazione con Tito Faraci su un testo di Alessandro Baricco?

Nasce da un’idea di Tito Faraci e Alessandro Baricco che avevano già lavorato insieme in La vera storia di Novecento per i disegni di Giorgio Cavazzano. Immagino che la scelta di "Senza sangue" sia dovuta al fatto che il romanzo stesso si prestasse in particolar modo ad una trasposizione a fumetti, oltre al fatto che è uno dei lavori di Baricco più amati nei molti Paesi in cui è tradotto.

Cosa hai pensato quando ti è stato proposto?

Naturalmente il fatto che la scelta di Faraci e Marco Schiavone sia caduta su di me mi ha molto lusingato. Ho pensato che fare un lavoro all’altezza dei nomi con cui mi confrontavo non sarebbe stato facile. Ma ho pensato anche che fosse l’occasione che stavo aspettando.

Conoscevi il romanzo di Baricco o comunque l'hai letto prima di iniziare a lavorarci o ti sei affidato esclusivamente alla sceneggiatura di Tito Faraci?

Non conoscevo “Senza sangue”. L’ho letto in attesa della sceneggiatura. L’ho fatto per avere una mia impressione sulla storia, sapevo sarebbe stato indispensabile per il lavoro che mi attendeva. Inoltre mi ha dato la possibilità di avere una visione personale della storia ed è proprio dal confronto della mia visione con quella di Faraci che sono arrivate le soluzioni più difficili da trovare.

Leggendo il romanzo di Baricco si può notare che alcuni passaggi chiave poggiano su atmosfere e sensazioni. Com'è stato tradurre tutto questo in immagini?

In un fumetto realistico ci si confronta con personaggi ed ambienti verosimili, non era semplice. Si è giocato tutto sulle espressioni facciali e la gestualità dei personaggi che non volevo affatto fossero troppo enfatizzati o teatrali, proprio per coerenza col registro realistico di cui sopra.

Ilaria Alpi. Il prezzo della verità e 1890 sono entrambi ambientati in luoghi e momenti storici precisi. Com'è stato trovarsi di fronte ad una storia che sembra sospesa nello spazio e nel tempo?

Devo dire che rispetto ai lavori che hai citato, in questo caso mi sono sentito più libero di inventare, miscelando le conoscenze alla memoria, senza essere vincolato ad una documentazione precisa. Per esempio per quanto riguarda le ambientazioni e le architetture “latine” mi sono ispirato ai ricordi e alle suggestioni legati al mio lungo soggiorno in Andalusia.

Senza_Sangue_61Il tuo esordio come autore di fumetto arriva dopo diversi anni in cui ti sei dedicato alla pittura. Cosa ti ha convinto a fare questo passo?

La passione per il disegno, la curiosità e anche la scommessa con me stesso che lo potevo fare. Oltre al fatto che il fumetto come il cinema permette di raccontare delle storie.

Dei tuoi lavori 1890 sembra quello in cui hai osato maggiormente a livello grafico, non solo per le soluzioni puramente artistiche (come le variazioni nell'inchiostrazione e nello sfumato che talvolta scompare, o ancora le variazioni del livello di dettaglio delle figure a seconda delle situazioni) ma anche per le scelte operate in fatto di costruzione della tavola, montaggio e taglio dell'immagine. Ti senti vincolato a lavorare su una storia scritta da altri?

In 1890 era pura sperimentazione, era il primo tentativo di fare fumetti ed è stata la palestra in cui ho allenato il me fumettista. Lì ho fatto pratica di sceneggiatura, di regia, di pennarelli e di un sacco di altre cose. Ogni passo era nuovo, come spesso le soluzioni grafiche che scovavo estemporaneamente. Se in quel caso non dovevo aspettare l’ok di nessuno, e quando andava bene a me, andava bene e basta, lavorare con uno sceneggiatore ha imposto dei limiti, a volte abbiamo dovuto mediare. È stato il lavoro di due persone e il mix di due visioni della storia. Quindi sì, mi sono sentito vincolato ma allo stesso tempo anche rassicurato dal lavoro di Faraci e dalla qualità della storia che andavamo a raccontare.

Resta comunque il fatto che i lavori da te realizzati sono tutti realizzati in modo differente. Quali motivi stanno alla base di queste scelte artistiche?

Cambiare tecnica ogni volta mi dà la possibilità di non dover affrontare il già fatto e di evitare la noia della ripetitività. Sono molto più interessato alla sperimentazione, all’improvvisazione, all’invenzione e al caso, nei quali credo risieda la spinta ad ogni mio progresso. Trovo divertente sondare le peculiari possibilità espressive dei vari strumenti e cercarne i limiti. Utilizzare uno strumento di cui dovevo ancora avere piena consapevolezza espressiva tiene costantemente e ha tenuto accesa la mia curiosità.

Nel tuo futuro imminente vedi più probabile una collaborazione con un altro autore o un secondo lavoro solista?

Mi piacerebbe fare un'altra storia da solo e in realtà ci sto pensando, ma ci penso così lentamente che credo arriverà prima la sceneggiatura di qualcun’altro.

Torna in alto