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Kung Fu Panda 2: recensione

KungFu2posterLa seconda avventura sul grande schermo del panda Po rischiava di scontentare buona parte degli spettatori, per la natura stessa del primo film: il successo della pellicola precedente era infatti merito soprattutto del protagonista, un ingordo e imbranato apprendista alle prese col kung fu, dopo essere stato insignito di un titolo per il quale tutti dubitavano fosse adatto. Ma alla fine di Kung Fu Panda, Po era riuscito a padroneggiare le arte marziali e sconfiggere il malvagio Tai Lung; per non deludere i fan gli autori avrebbero potuto ridimensionare l'abilità di Po così da restituire il protagonista impacciato del primo film, altrimenti per garantire continuità era indispensabile riportare in scena il potente Guerriero Dragone del finale. La scelta compiuta è una via di mezzo vincente: Po ora è un abile combattente in grado di sostenere senza problemi una lotta al fianco dei Cinque Cicloni, anche se il suo appetito è sempre lo stesso e in alcuni momenti l'inesperienza rispetto ai compagni è evidente. In questo modo abbiamo un personaggio coerente col passato ma maturato grazie agli eventi del primo film, allontanandosi dalla macchietta in cui sarebbe potuto rimanere prigioniero a lungo termine.
La minaccia che Po e i Cinque Cicloni devono affrontare questa volta è il crudele Lord Shen, un pavone che vuole dominare la Cina grazie all'invenzione di un'arma in grado di sparare metallo infuocato; per riuscire nella missione la squadra intraprende un viaggio fino alla città dove sorge il palazzo di Lord Shen e affrontare il suo esercito di lupi... Sarà un'avventura che riserverà più di una sorpresa a Po, costringendololo a fare i conti col suo passato.

Il più grande pregio di Kung Fu Panda 2 è quello di essere rimasto un action movie come il suo predecessore. Non era un elemento così scontato, dato che l'enorme successo del primo film avrebbe potuto spingere la Dreamworks Animation a puntare sulla simpatia di Po, virando verso toni da commedia per il grande pubblico com'è consuetudine per i film d'animazione. Invece la struttura è quella di un film d'azione, con i momenti di comicità presenti nel primo capitolo, ma senza il minimo cambiamento di genere; questo fa di Kung Fu Panda una saga originale nel panorama dei film d'animazione in computer grafica, dato che in mezzo a decine di commedie (tutte comunque condite con scene d'azione) questo è, dopo Gli Incredibili, forse l'unico brand nel quale la componente action è il fattore dominante durante la visione. È una scelta vincente, poiché l'animazione permette di realizzare combattimenti e inseguimenti altrimenti troppo complessi per un film live-action, con inquadrature e movimenti di cinepresa impossibili nella realtà; si tratta senza dubbio di uno dei vantaggi del cinema d'animazione, qui sfruttato al massimo come nel precedente capitolo, ulteriormente arricchito dalla visione in 3D.

L'attenzione prestata alle sequenze più movimentate non significa però che la trama sia stata sacrificata, presente e discretamente sviluppata, con particolare cura nella rappresentazione dell'atmosfera orientale. Il primo Kung Fu Panda, come tutti i film "numero 1" aveva l'onere di presentare i personaggi e le situazioni, ma godeva anche di una struttura preesistente in stile "Karate Kid" da poter seguire, con l'apprendista incapace che riesce a diventare un campione dopo aver seguito un addestramento fuori dagli schemi. Dopo essersi lasciati alle spalle la narrazione delle origini, gli autori possono inserire i personaggi in una vicenda più elaborata e più scorrevole, compromessa in parte da alcuni passaggi un po' lenti.
Se il prologo in animazione tradizionale del primo film era una delle scene che rimanevano più impresse, purtroppo non si può dire lo stesso in questo caso; la stessa tecnica è utilizzata nei primi minuti di film e in alcuni flashback, ma la resa è meno convincente, anche a causa dell'aspetto poco gradevole del character design dei panda in versione 2D.
Da segnalare la buona interpretazione di Fabio Volo, la cui voce trasmette agli spettatori italiani un Po diverso dall'originale doppiato da Jack Black, con un'energia meno grintosa che accentua il suo lato pigro; è un esempio di come due caratterizzazioni diverse dello stesso personaggio possano essere ugualmente convincenti, entrambe in grado di strappare risate in più di un'occasione.

Kung Fu Panda 2 è un altro buon film da inserire nel progetto della Dreamworks Animation che negli ultimi anni, così come per Dragon Trainer, ha dimostrato di voler esplorare sentieri diversi dalla sola comicità, elemento che contraddistingueva tutti i suoi primi film in CG. Nel frattempo una terza avventura di Po è già in cantiere, e uscendo dal cinema potreste avere già qualche idea sugli sviluppi futuri della saga...

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