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Leonardo Cantone

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Sanctuary: il nuovo progetto DC di Tom King

  • Pubblicato in News

Tom King (Batman, Mister Miracle) ha annunciato il suo nuovo progetto per la DC Comics: Sanctuary. L’idea alla base della storia è stata modellata sui centri destinati alla riabilitazione psicologica per i veterani di guerra: Sanctuary è un luogo in cui i supereroi possono andare a ricevere il supporto emotivo e psicologico di cui potrebbero aver bisogno per elaborare i traumi dovuti al loro lavoro.

Secondo King, Sanctuary sarà un concetto che avrà il potenziale per apparire in tutte le linee narrative DC di ogni personaggio.

King ha affermato che "Sanctuary è l'idea più ovvia che penso di aver mai avuto" paragonandola a quella avuta da Geoff Johns con Lanterna Verde, sulla possibilità che gli anelli possano avere colori diversi. "Non puoi vivere una vita di violenza e non sentire quella violenza nel profondo del tuo cuore" e Sanctuary nasce proprio da una necessità: "se i supereroi subiscono un trauma che li può far diventare un po’ pazzi, rischiano di diventare un pericolo".

King parla di “centro di crisi”, e la parola "crisi" ha certamente un peso sostanziale nell'attuale universo DC, e le parole dell’autore sembrano implicare che c'è qualcosa di grande all'orizzonte per il DCU.

Tuttavia, Sanctuary non suona come il titolo di un nuovo crossover o graphic novel, quanto come il nome di una nuova iniziativa o progetto che sarà scoperto o costruito in tutto l'universo condiviso.

Quando è stato chiesto se Sanctuary fosse un'iniziativa per contribuire a ricostruire un senso di comunità all'interno della DCU, King ha risposto: "per me, la visione ideale della DCU è Justice League Unlimited e […] se potessi fare qualsiasi cosa per il DCU, sarebbe […] portare quel senso di comunità di supereroi".

King è stato, dunque, vago, ancora non si conosce dove potrebbe apparire Sanctuary o come verrà presentato ufficialmente, quali altri creatori sono stati coinvolti nell'iniziativa e se potremmo vedere i primi disegni in altri eventi DCU attuali o crossover che non necessariamente sono realizzati da King.
 
Indubbiamente Doomsday Clock o Metal sono storie capaci di generare più di un trauma ai supereroi coinvolti. Forse, Sanctuary potrà aiutarli una volta passate queste “crisi”.

(Via CBR)

La recensione di Charles Manson – Figlio dell’uomo: l’estate dell’orrore

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Che Charles Manson sia stato uno dei più feroci criminali della storia americana è un dato di fatto, così come lo è che sia diventata un’icona negativa dell’immaginario culturale: film, serie televisive, musica, sono numerosi i prodotti che lo vedono protagonista, coprotagonista oppure ombra dietro le quinte. Il medium fumetto non ne può rimanere, ovviamente, escluso.
Ci pensa la Edizioni Inkiostro con il volume cartonato della collana The Cannibal Family – The Real Cannibal a trattare del discusso e discutibile personaggio: Charles Manson – Figlio dell’uomo, scritto da Andrea Cavaletto e disegnato da Giuseppe Candita coadiuvato da Rossano Piccioni.

In poco più di novanta tavole viene raccontata l’evoluzione del mostro Manson e della sua family: il piccolo Charles maltrattato in età infantile, è passato da adolescente problematico a leader carismatico, capace di attrarre a sé menti influenzabili e tutt'altro che psicologicamente equilibrate. Il fumetto non vuole raccontare una vera e propria “trama”, e non ha velleità di ricostruzione storica: partendo dall'anno 1969, attraverso i flashback vengono narrati gli eventi principali della vita del guru folle, quelli che hanno determinato o contribuito a renderlo ciò che è stato, tra cui spicca, per l’efferatezza, l’omicidio di Sharon Tate, moglie incinta del regista Roman Polanski.

La sceneggiatura di Cavaletto opera su un registro estremamente crudo: ciò che ha realizzato Manson e la sua "famiglia" ha scioccato l’America e il mondo intero; ha svelato al mondo la malvagità e la progettualità criminosa del "quinto Beatles" (come, follemente, si autodichiarava). Dopotutto era l’America della liberazione sociale, l’abbandono delle pastoie culturali imposte, l’esplosione delle contestazioni giovanili e la nascita del fenomeno degli Hippie. Non si pensava certo, che quella fosse anche l’America degli orrori.

Attraverso poche e ferme parole, Cavaletto descrive quegli anni attraverso la loro declinazione più deviata. E lo fa senza fronzoli o artifici retorici, ma con una lucida brutalità quasi documentaristica. Se Piccioni realizza le prime due tavole introduttive al volume con il suo tratto nervoso e dal grande impatto visivo, Candita tratteggia il racconto attraverso un ottundente uso delle ombre. L’atmosfera dei testi e del racconto vuole opprimere il lettore, farlo precipitare della follia e il disegno si allinea con tale volontà: la notte, momento che dagli albori è popolato dai mostri, è la dimensione temporale che fa da alleata ideale per le nefandezze della Manson’s Family.

La lucida corsa nella follia orchestrata da Cavaletto e Candita, a dispetto dell’immagine pop che ha acquisito Manson negli anni, non fa del protagonista un personaggio con cui empatizzare, ma costantemente riesce a mantenere a distanza il lettore, spettatore discreto ed impotente delle violenze fisiche e piscologiche perpetrare dalla Manson Family.

Marathon, recensione: L'eroismo dietro le quinte della Storia

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La Storia ha sempre tramandato nomi illustri. Di alcune figure storiche i documenti ci hanno permesso di ricostruire l’intera loro vicenda, di altre sono rimaste solo i nomi e, a volte, l’azione o l’evento per cui sono state ricordate. La loro esistenza, chi erano, cosa li ha portati a compire quel gesto, si sono persi nelle pieghe della Storia. Ed è il caso della battaglia di Maratona.
Marathon, cartonato targato Newton Compton Editori, è tratto dal romanzo omonimo di Andrea Frediani, adattato a fumetti da Lucio Perrimezzi ai testi e Massimiliano Veltri ai disegni, e racconta la vicenda di Eucle, Tersippo e Filippide, i tre guerrieri che hanno corso lungo tutta la piana che separava la battaglia di Maratona con la città di Atene per poter avvisare la pòlis del pericolo imminente.

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Più si va indietro nel tempo, più le fonti storiche si confondono e si nascondono nel mito. La breve introduzione dello stesso Frediani ricorda che, oltre il più celebre Filippide, sembra che siano stati anche altri due soldati, ad aver compiuto l’impresa. Dopotutto, l’esercito greco non poteva affidare ad un sol uomo le sorti della loro terra: di pericoli ed imprevisti potevano essercene tanti, troppi.
Il racconto parte, dunque, da questo presupposto. Eucle, Tersippo e Filippide, corrono verso la città di Atene, ma non lo fanno per mero spirito patriottico: i tre soldati aggiungono una posta in più, personale, la mano della bella Ismene, donna contesa da tutti e tre. Ma la loro corsa nasconde rivalità, bisogno di riscatto e i tre amici mettono in gioco tutto, non solo la libertà della Grecia.
Attenendosi alla costruzione narrativa del romanzo originale, Perrimezzi imbastisce il racconto su due temporalità diverse attraverso il continuo interscambio tra presente e flashback, tra la battaglia di Maratona, nel passato, e l’adrenalinica e pericolosa corsa che ne seguì. La voce fuori campo, quella di Eucle, il più “debole” dei tre, fa da tessuto narrativo principale e guida il lettore nei continui cambi temporali della storia. Il racconto scorre veloce, così come i testi, frammentati, dislocati nella tavola, concitati come la corsa che stanno narrando.

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Il disegno di Veltri, dunque, per graficizzare l’impeto della corsa, si costruisce attraverso spregiudicate prospettive, spesso deformanti, che dilatano le figure e gli spazi, filtrati dalla lente della velocità dei protagonisti. Non mancano citazioni visivo-grafiche ad uno dei più illustri predecessori del fumetto “peplum”: 300 di Frank Miller. Non mancano soggettive coperte dagli elmi, composizioni – specialmente nelle battaglie – d’ispirazione statuaria della Grecia Antica. Il bianco e nero, reso con tratti spessi e marcati, aiuta l’immagine della sofferenza, del sudore, del sangue, così come gli effetti di luce fanno risaltare l’atmosfera di pericolo costante e imminente.
Interessanti, in calce al volume, gli studi e l’evoluzione grafica dei personaggi ad opera di Veltri.

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Forse leggermente “frettoloso” nella lettura, ma coerente con il fulcro narrativo della corsa, Marathon intriga grazie alla volontà di voler recuperare il binomio mito-storia, e nel desiderio di riscoprire quei nomi ormai perduti e di ricostruire la loro storia, forse mai accaduta, o forse sì, che ha contribuito a renderli immortali.

Gail Simone scriverà la prima serie regolare di Domino

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La scrittrice Gail Simone sarà l'autrice della prima serie in solitaria dedicata al personaggio di Domino, in uscita ad aprile.
 
Nella serie, Domino si troverà braccata dagli altri mercenari dell'universo Marvel, tra cui un personaggio misterioso descritto come "l'unico uomo che la odia più di ogni altra cosa al mondo". Ma il comunicato stampa della Marvel alza ancora di più l’asticella della serie, dichiarando che l’eroina "dovrà combattere per la sua vita contro la sua più grande minaccia: se stessa".

Non è un caso che sia stata proprio Simone ad essere scelta per Domino. La sceneggiatrice si è già occupata di un personaggio molto vicina al mutante, scrivendo per Deadpool, uno degli alleati/nemici più ricorrenti nella vita editoriale di Domino. Con il secondo capitolo cinematografico dedicato a Deadpool, in cui comparirà il personaggio (interpretata da Zazie Beetz), non stupisce l’uscita di una serie a lei dedicata.

Simone ha dichiarato che: "I miei personaggi preferiti sono sempre quelli imprevedibili e, con Domino, non sai mai in che modo i dadi rotoleranno", sottolineando, così, il suo amore per il personaggio. "Domino continuerà a essere una delle stelle protagoniste di Weapon X, ma i fan hanno chiesto a gran voce di vederla al centro dell'attenzione per un po’ di tempo... beh, il loro desiderio è stato esaudito!" ha concluso l'editor Chris Robinson.

Fino ad ora non è stato ancora annunciato il disegnatore della serie, nonostante il debutto sia molto vicino: l’11 aprile 2018. A seguire la cover realizzata da Greg Land.

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(Via Newsarama)

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