Italian/English version
Per leggere la recensione del volume La Visione 1 - Un po' peggio di un uomo, clicca qui.
Durante Lucca Comics & Games 2016, tra i moltissimi autori internazionali presenti, abbiamo intervistato anche Gabriel Hernandez Walta, artista spagnolo da qualche anno alla Marvel dove, dopo diversi one-shot e brevi storie, ha realizzato alcuni numeri di Astonishing X-Men. Suoi i disegni sulla recente serie Magneto, scritta da Cullen Bunn, mentre il grande successo è arrivato con la serie Visione sui testi di Tom King, uno dei gioielli narrativi che la Casa delle Idee ha pubblicato negli ultimi dieci anni, quanto meno. Ecco di seguito la nostra intervista, per cui ringraziamo oltre all'artista anche Panini Comics per l'opportunità e la disponibilità.
Innanzitutto benvenuto su Comicus!
Come ti trovi in Italia, eri mai stato nel nostro Paese?
Sono stato a Roma per una breve visita, ma solo per turismo. È la prima volta che vengo a Lucca.
Hai lavorato nel corso della tua carriera alla Marvel su diverse storie brevi e one-shot, sopratutto legati al mondo dei mutanti, per poi approdare a Magneto, ridefinendo e ridando prestigio a questo personaggio a fianco di Cullen Bunn. Come è stato lavorare a questa run e con un personaggio così sfaccettato?
Ho lavorato su Astonishing X-Men prima di Magneto, ma questa è la prima serie che ho cominciato dal numero # 1. Così ho potuto studiare un po' il design per il personaggio, mi hanno inviato alcune linee guida dove mi spiegano i suoi poteri, che sarà una sorta di cacciatore di nazisti, come un detective privato. Quando mi hanno detto queste cose, ho cercato maggiormente un effetto bianco/nero. La narrazione era più lenta, non solo azione da supereroi, era più simile a una storia di detective, o un thriller. Mi piacciono molto questo tipo di storie.
Attualmente stai lavorando su Visione, quella che viene considerata una delle migliori serie della Marvel Comics dell'ultimo decennio, che presenta un approccio differente al personaggio principale. Come ti sei trovato a mettere su carta le idee di Tom King?
Beh, è meraviglioso lavorare con Tom, perché ha delle idee meravigliose, ma lui ti dà sempre spazio per fare qualcosa di tuo. I suoi vignetta. Ho la libertà di fare quello che ritengo più opportuno. Questa è stata la serie in cui mi è piaciuto di più lavorare da che sono un disegnatore di fumetti. Voglio dire, per me è stato facile lavorare sui suoi script, in quanto si tratta di uno storytelling che mi piace. Si tratta di una narrazione lenta, tutti i pannelli sono simili, ci sono sporadici scoppi di violenza, questo è il mio genere di narrazione.
Una delle cose più sensazionali che sono state rese graficamente nella serie è quell'alone di incertezza e di incapacità di comprendere appieno le intenzioni dei personaggi e la loro natura, che emerge soprattutto dalle espressioni facciali e dalla postura dei personaggi. Come sei riuscito in questa impresa?
Quando si comincia una serie, si inizia pensando ad un sacco di cose che si vogliono provare, si pensa anche al tipo di strumento che si vuole utilizzare. Ma quando si è nella storia, si tenta di utilizzare l'intuito, è come essere dentro al personaggio, all'interno della storia, quindi basta lasciarsi andare. Ma ogni volta che ho qualche problema a immaginare i personaggi, per un robot o un personaggio sintetico, immagino persone che interagiscono con gli altri. Sai, quando le persone sono troppo timide, o si sentono violente in situazioni diverse, penso a me stesso, quando sono nervoso o non so come agire, e io uso tutto questo per renderlo più preciso.
Lo stesso si può dire del layout delle tue tavole e delle inquadrature che riservi alle diverse scene, che sono fresche e affascinanti. Come nasce una tavola di Visione?
Nella prima sceneggiatura, Tom mi ha detto che stava pensando ad un layout di pagina molto regolare nel primo numero, che poi sarebbe stato rotto nelle ultime tre o quattro pagine, quando c'è un violento attacco ad uno dei personaggi. Così ho fatto una griglia di circa 15 vignette, ho usato quella griglia per tutto il libro. Perché ho pensato che questo schema regolare fosse adatto per il libro, e poi mi sono limitato a romperlo in alcuni momenti chiave.
Puoi svelarci qualche novità su cosa accadrà in futuro sulla serie, per i lettori italiani?
Senza spoiler? Beh, ci sarà un nuovo membro nella famiglia e il fratello di Visione avrà un ruolo molto importante.
C'è qualche personaggio su cui ti piacerebbe lavorare al momento?
Beh, penso molto a questa cosa. Non mi piaceva motlo Visione prima di iniziare la serie. Quindi penso che la cosa più importante sia ciò che io e lo scrittore vogliamo fare con il personaggio, non il personaggio stesso. Amo il Dottor Strange, ma se non mi dovesse piacere lo scrittore, forse non mi piacerebbe lavorare su quel personaggio.
Altri progetti per il futuro?
Ho finito Visione negli Stati Uniti. Ora sto lavorando a Occupy Avengers, con Hawkeye alla ricerca di persone come lui, senza poteri, mentre aiuta persone normali. È come una piccola serie sui Vendicatori piena di azione.
English version
During Lucca Comics & Games, among the many international authors present, we also interviewed Gabriel Hernandez Walta, Spanish artist working for Marvel for a few years now, where, after several one-shot and short stories, he has drawn a few issues of Astonishing X-Men. After that, he worked on Magneto, written by Cullen Bunn, and he eventually came definitely to light with Vision, written by Tom King, one of the most praised books the House of Ideas has published in the past decade, at least. Here is our interview, and we are really thankful to the artist and the Italian publisher Panini Comics for the opportunity.
First of all, welcome to Comicus!
How do you find it here? Have you ever been to Italy before?
I was in Rome for a short visit, but just a tourist visit. This is my first time in Lucca.
You have worked with Marvel on different one-shots and mini stories, mainly mutant ones, and then you came to Magneto, alongside Cullen Bunn, redefining the character and giving back to him the prestige he used to have. What was it to work on this book and with a so multifaceted character?
I worked in Astonishing X-Men before Magneto, but this is the first series I started from issue #1. So I could make some design for the character, they send me some lines telling me the power he has, and how he was going to be like a Nazi searcher, like a private detective. So they told me all these things, and I looked for more black and white stuff. The storytelling was slower, not just superhero acting, it was more like a detective stuff, ora a thriller even. I really enjoy that kind of stories.
Now you have just finished working on Vision, a book that is largely considered one of the best series of Marvel Comics in the last decade at least, presenting a new and different approach on the character. How was it working with Tom King? How do you manage to put down on paper graphically his ideas?
Well, it's wonderful to work with Tom, because he has such wonderful ideas, but he always gives you room to make your own stuff. His scripts are beautiful, and you want to draw what he is telling in the best way possible. But he is not telling me what drawings I have to do in every panel. I have freedom to make my own stuff. This is the book I have enjoyed the most since I'm a comic book artist. I mean, for me it was easy to make his scripts, because it is a kind of storytelling I enjoy. It's a slow storytelling, all the panels are similar, there are little burst of violence, this is my kind of storytelling.
One of the most sensational things that emerges from your work on Vision is that kind of uncertainty halo and inability to understand completely the real intentions of the characters you are representing, their nature. And this is strictly related to the facial expressions and the pose. How did you manage to get this effect?
When you start a book, you start with thinking a lot of things you want to test, like even the kind of pen you want to use. But when you are into the story, you try to use your intuition, it's like you are inside the character, inside the story, so you just let yourself go. But everytime I have some problems to imagine the characters, for a robot or a synthetic character, I imagine people interacting with others. You know, when people are too shy, or they feel violent in different situations, I think about myself, when I'm nervous or I don't know how to act, and I use all of this to make it more accurately.
And we can say the same thing about the layout of you pages, and the framing you choose for each sequence in a fresh and fascinating way. What can you telle about this? How is a page of Vision born?
In the first script, the first strip Tom told me was that he was thinking of a really regular page layout in the first issue, and then we would have broken up that layout in the last three or four pages, when there was a violent attack on one of the characters. So i made a grid of 15 panels, I used that grid for all the book. Because I thought this regular layout was suitable for the book, and then I broke it in some moments.
Can you tell us something about what we will see in the next story arch?
Without spoilers? Well, there will be a new member in the family and the brother of the Vision will take a really important role.
Is there a character you would like to work with?
Well, I think a lot about this. I didn't like Vision too much before starting the book. So I think that the most important thing is what the writer and myself want to do with the character, not the character itself. I love Doctor Strange, but if I don't like the writer, maybe I would not enjoy the character.
Can you say something about your next projects? Something you are working on right now?
I finished Vision in the United States. Now I'm working on Occupy Avengers, with Hawkeye searching for people like him, with no powers, helping regular people. It is like a small action avenger.