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L'ora X, una storia di Lotta Continua, recensione: Lottare per un futuro migliore

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Le notizie riguardanti l’ex Ilva di Taranto, oggi Arcelor-Mittal, da mesi riempono le cronache delle maggiori testate giornalistiche nazionali senza che il dramma di migliaia di lavoratori, sospesi tra la possibile perdita del posto di lavoro e il rischio per la salute che quello stesso lavoro comporta, conosca una soluzione. Le origini di questa catastrofe sociale partono da lontano, dagli anni del boom economico, in cui il nostro paese conobbe un’industrializzazione selvaggia che non si fermò certo a riflettere su possibili ricadute sul territorio e i suoi abitanti. Travolta dalla promessa del benessere, la cittadina pugliese venne trasformata in pochi anni da località conosciuta soprattutto per pesca e agricoltura a polo industriale. Documentari inneggianti al progresso, ancora oggi visionabili, raccontavano con toni enfatici lo sradicamento di ettari di ulivi e la demolizione di caseggiati agricoli per fare spazio alla nascente Italsider. Ne conseguiva la mutazione genetica del tessuto sociale della città: pescatori e contadini, la cui produzione era stata danneggiata dall’avvento dell’industria e dal conseguente inquinamento,  divennero la manodopera necessaria al funzionamento dell’impianto siderurgico. Un nuovo proletariato che si trovò ben presto a lottare per un salario e condizioni di lavoro dignitose. Le lotte operaie di quel periodo si inserirono nel contesto più ampio dei fermenti rivoluzionari successivi al ’68: movimenti studenteschi di contestazione, rivendicazioni di diritti civili. In questi anni nasce e si sviluppa l’esperienza più significativa della storia della sinistra extraparlamentare: Lotta Continua.

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Movimento di orientamento comunista, rivoluzionario e operaista, Lotta Continua fu un prima fila nelle manifestazioni di piazza del periodo. Inizialmente a favore della lotta armata, si distinse dagli altri gruppi dello stesso colore politico per il movimentismo più spiccato e per la critica ai regimi comunisti. Suo organo ufficiale fu il settimanale, poi quotidiano, dallo stesso nome. L’apporto fondamentale fornito dal gruppo e dal giornale alle battaglie sociali nell’Italia degli anni ’70 rivive in L’ora X – Una storia di Lotta Continua, graphic novel che segna il debutto di un autore prestigioso come Erri De Luca nel fumetto, coadiuvato ai testi da Cosimo Damiano Damato, per i suggestivi disegni di Paolo Castaldi. De Luca, scrittore animato da una forte passione civile (vedi il sostegno alla causa no tav con parole forti, pronunciate durante un’intervista, che gli procurarono un rinvio a giudizio per istigazione a delinquere, accusa dalla quale è stato successivamente prosciolto), aderì a Lotta Continua durante gli anni della gioventù. In quel periodo ebbe modo di frequentare Taranto a più riprese e conobbe in maniera diretta i problemi della città. Quell’esperienza, oltremodo formativa per il giovane De Luca, riecheggia in L’Ora X, che non vuole però essere in alcun modo un’autobiografia dello scrittore quanto un incoraggiamento a non interrompere mai la battaglia per i propri diritti, valido in ogni epoca.

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La storia pensata dalla coppia formata dallo scrittore napoletano e dal suo collaboratore, il regista Cosimo Damiano Damato, in origine non era destinata a un fumetto ma a un lungometraggio. Il passaggio di un media all’altro si deve all’intuizione dell’editore, che ha proposto la sceneggiatura all’illustratore Paolo Castaldi. Né è nata un’opera suggestiva, poetica, certamente militante, volutamente fuori moda in tempi cinici come questi che vedono comunque di giorno in giorno aumentare la forbice sociale tra ricchi e poveri, tra sfruttati e sfruttatori. Le vicende dell’Italsider nella Taranto degli anni ’70 sono accompagnate, come una musica di sottofondo, dalla presenza di Lotta Continua, quotidiano distribuito dai giovani volontari Sara e Sebastiano. Si tratta di un duo molto affiatato, tanto nell’impegno politico quanto in quello sociale, testimoniato dalla loro vita di coppia in cui la donna non è subordinata all’uomo ma condivide con esso una pari dignità. Questo li porta a scontrarsi con la mentalità retrograda delle loro famiglie, mentre prosegue il loro volontariato politico nel difficile contesto industriale del colosso siderurgico pugliese. Il tutto è narrato non dalle loro voci ma dai testi originali degli articoli di Lotta Continua dell’epoca e da estratti di opere che hanno segnato l’impegno del giovane De Luca, come le poesie di Nazim Hikmet e le canzoni di Fabrizio De André. Una sorta di flusso di coscienza che accompagna le vicende, molto sfumate, dei protagonisti, che se da una parte pregiudica l’identificazione di quest’ultimi con i lettori e li allontana, dall’altra assume una valenza universale che unisce i lavoratori di tutte le epoche.

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Al suggestivo risultato finale concorre egregiamente l’arte di Paolo Castaldi, un connubio evocativo di grafite, acquarelli e tinte color seppia che ben traduce in immagini la forza degli ideali di giustizia sociale promossi dall’opera. Principi e valori che da quei tempi lontani arrivano fino ai giorni nostri, dove i colori tenui dei ricordi lasciano il campo a quelli caldi del presente. Per restare alla vicenda dell’ex Italsider e ex Ilva, mentre scriviamo rimbalzano le notizie su trattative incessanti tra governo e azienda per salvare migliaia di posti di lavoro, per dare una risposta al dramma di tanti lavoratori che sono stati messi di fronte alla brutale dicotomia lavoro/salute. La lotta per un’ occupazione che non sia causa di gravi malattie, per un salario capace di permettere una vita dignitosa ai lavoratori e alle proprie famiglie attraversa i decenni della storia del nostro paese restando, purtroppo, tuttora tristemente attuale in attesa di "un’ora x" che coinciderà con un futuro più equo e più giusto.

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Senza sangue, recensione: il racconto di Baricco nella nuova versione di Faraci e Ripoli

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La vita di ognuno è complessa, articolata, idiosincratica. L’identità di ognuno è la summa di eventi e sensazioni passate che si sono stratificate, insieme all’interpretazione che ne si è dati.
Senza Sangue, romanzo di Alessandro Baricco, parte proprio da questo semplice, quanto determinante concetto. E, ovviamente, lo fa anche l’adattamento omonimo realizzato da Tito Faraci ai testi e Francesco Ripoli ai disegni.

Nina è poco più che ragazzina quando il padre la fa nascondere in un piccolo ripostiglio sotto le assi del pavimento della loro casa, costruita in mezzo alle campagne desertiche spagnole. Tre uomini stanno arrivando da loro, vogliono qualcosa dal padre: la vita di quest’ultimo. Nel dolore familiare al termine di una (non precisata) guerra, inizia la “nuova” vita di Nina.
Senza Sangue, dunque, esplora le traiettorie che si innescano quando le scelte degli individui determinano non solo gli eventi, ma la costruzione identitaria delle persone. Vendetta, odio, redenzione, perdono hanno bisogno di tempo, spesso anni, per poterli gestire. Spesso il passato diventa lo spauracchio del presente e, ancora più spesso, non si scende a patti con lo stesso. Il confronto con ciò che ci ha costruiti attende sopito per anni e, spesso, ci si ritrova a scoprire che quel passato è sempre stato lì ad aspettare. Nina sembra essere il fulcro di tale riflessione, quantomeno ne è l’elemento narrativo portante, ma tutti i personaggi, in qualche maniera, devono confrontarsi con le proprie scelte e con quelle degli altri.

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Tito Faraci realizza un fedele adattamento all’opera originale di Baricco, non solo ne coglie perfettamente il senso narrativo, ma anche la sensazione di attesa perenne di un qualcosa che accade. Gli eventi adattati da Faraci, quando si risolvono, ne generano di nuovi e pongono il lettore nello stato di apprensione verso ciò che accadrà, ciò che può succedere. E che, spesso, disattende le aspettative. Il nostro immaginario è infarcito di revenge story che si dipanano nel tempo e siamo abituati a una più o meno imbastita consecutio degli eventi. Baricco e Faraci, invece riescono a sorprendere, specie nel finale: il passato è sempre vivo.
Alcune battute originali vengono recuperate con fedeltà, mentre di altre Faraci ne atomizza il valore narrativo e contenutistico, dislocandolo tra le vignette. I monologhi vengono frammentati e giustapposti alle vignette proprio a costruire quel senso di attesa sopracitato.

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I disegni di Francesco Ripoli si adattano all’atmosfera cupa e tesa. Tratti nervosi, sporchi, colori spenti: il racconto dichiara subito il proprio mood estetico con vignette dense, materiche, ricche di segni, quasi a voler sottolineare le forme. Primi piani e mezzi busti sono un ritorno continuo nella narrazione: gli autori obbligano il lettore a guardare i personaggi negli occhi, ad entrare nella soggettiva dei loro interlocutori. A rispondere delle proprie scelte.
Il fumetto, difatti, a differenza del romanzo di Baricco, sfrutta con grande efficacia il silenzio. Il silenzio, però, inteso come assenza di parole. Il disegno di Ripoli ci lascia intendere costantemente un sottofondo sonoro che diventa ancor più necessario e si palesa maggiormente - nonostante la quasi totale assenza di onomatopee - quando i personaggi non parlano.

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Feltrinelli Comics riporta in libreria, con uno spesso brossurato, il lavoro di Faraci e Ripoli in una veste colorata rispetto alla precedente edizione in bianco e nero targata Edizioni BD. È un ottimo modo per dare interpretazione nuova e nuova vita all’adattamento da Baricco.
Senza sangue è un racconto costruito su sensazioni, momenti intimi e corali, emozioni che nel loro accostarsi ricostruiscono la vita dei personaggi. Sicuramente, la vita di Nina e degli altri è stata una vita in salita, ma diventa un pretesto narrativo per poter lasciare il lettore a riflettere sulle proprie contraddizioni, sulle proprie idiosincrasie legate al passato che lo ha formato.

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Arriva per Feltrinelli Comics Croce sul Cuore di Wallie

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Uscirà domani, 16 gennaio, Croce sul Cuore di Wallie (Walter Petrone), il nuovo volume della collana Feltrinelli Comics. Di seguito trovate sinossi e alcune tavole del libro.

"In un aldilà che è anche un “aldiqua”, due anime ancora in attesa di un corpo si riconoscono, si ricordano di essersi amate e si promettono di rivedersi anche nella vita che verrà. Da qui la storia si sposta a Bologna, raccontando i vagabondaggi, gli incontri e le tragicomiche avventure di un personaggio in cui si riconosce l’autore e in cui si incarna una delle due anime. Dove sarà finita l’altra? In che corpo albergherà? La soluzione è in una croce sul cuore.

L'AUTORE
Wallie, nome d’arte di Walter Petrone, è un illustratore e fumettista che vive e lavora a Bologna, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Emerso in rete, ha un seguito di 113.000 follower su Instagram, in continua crescita. Cantore dei sogni e delle angosce della sua generazione, ha esordito nel 2018 con Solo un altro giorno (ManFont)."

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Body count, Feltrinelli Comics: un art book di Tanino Liberatore incentrato sul corpo femminile

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Uscirà il prossimo 21 novembre per Feltrinelli Comics l'art book Liberatore - Body count in cui l'artista Tanino Liberatore propone numerose illustrazioni in cui protagonista è il corpo femminile.

L'autore sarà anche in giro per l'Italia a presentare il libro. Ecco le tappe del tour:

Giovedì 28 novembre, ore 18:30, Milano, laFeltrinelli piazza Duomo 
Venerdì 29 novembre, ore 18:00, Bologna,  laFeltrinelli Bologna piazza Ravegnana 
Sabato 30 novembre, ore 17.00, Firenze laFeltrinelli via de' Cerretani

cover Liberatore Body count COMICS

Di seguito i dettagli diffusi dall'editore:

"Gaetano, detto Tanino, Liberatore nasce a Quadri, in provincia di Chieti, il 12 aprile 1953. Nel 1978 Andrea Pazienza lo coinvolge nell’esperienza del giornale “Cannibale”, sul quale Liberatore illustra diverse storie scritte da Stefano Tamburini. Proprio sulla terza uscita della rivista, Tamburini, Liberatore e Pazienza danno vita a Rank Xerox, che approderà nel 1980 sulla rivista “Frigidaire”, pur avendo cambiato nome in Ranxerox. Liberatore si occupa ora interamente della parte grafica, donando al personaggio la sua caratterizzazione definitiva e leggendaria. Dopo la scomparsa di Tamburini, Tanino Liberatore, che nel frattempo si è dedicato a diverse attività (locandine per il cinema, manifesti pubblicitari, scenografie per il teatro e progetti d’arredamento), riprende il personaggio nel 1996 con l’aiuto di Alain Chabat. Lo stesso anno realizza su testi di Andrew Helfer la storia breve In Dreams, per la serie Batman Black & White della DC Comics. Oggi, alternando gli strumenti digitali a quelli più tradizionali come gli olii e gli acquerelli, realizza magnifiche illustrazioni, su carta e su tela, che sono in mostra nelle gallerie di arte contemporanea di tutto il mondo. Per Feltrinelli Comics ha pubblicato Liberatore - Body count (2019)."

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