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Josif - 1957

Il XX secolo è stato il secolo in cui l'uomo ha compiuto i maggiori passi avanti nello sviluppo tecnologico e, tra le tante conquiste raggiunte, quella dello spazio è la più suggestiva. Conclusasi la Seconda Guerra Mondiale, le due potenze più grandi ed influenti del mondo, Russia e Stati Uniti, investirono ingenti somme e le loro menti più brillanti per superare l'atmosfera per primi. Al di là dei risvolti scientifici di questa avventura, troppo grande era l'impatto a livello di immagine che l'eventuale successo avrebbero comportato per la nazione che avrebbe vinto la sfida.

Un'altra invenzione fondamentale che ha cambiato le nostre abitudini è senza ombra di dubbio internet. La rete è diventata uno strumento utile per il lavoro, ma anche per la vita di tutti i giorni, offrendo allo stesso tempo la possibilità di approfondire studi e ricerche. E proprio in una di quelle sere passate a leggere di viaggi nello spazio, cospirazioni ed esperimenti sulle scimmie, a Fabiano Ambu, disegnatore tra le tante cose di Dampyr, viene l'idea di realizzare come mascotte dell'evento Cartoomics 2014 un gorilla in tuta da astronauta che galleggia nel vuoto. Sul suo casco la sigla dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

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Lo spunto non lascia indifferente il suo amico di studio, lo scrittore Davide Barzi, con il quale danno vita ad un primo albo dal titolo Vita, morte e socialismo reale. Presentato in occasione di Cartoomics, riscosse un buon successo ed oggi, grazie a Lineachiara, diventa un volume, completato con altri 3 capitoli inediti, più un racconto disegnato da Alberto Locatelli.

Josif Vissarionovic Dzugasvili, conosciuto come Josif Stalin, è il segretario del partito comunista, e nella stessa notte in cui il leader dell'URSS morì vide la luce un gorilla, che fu chiamato proprio Josif. Dopo il fallimento della missione Sputnik-2 in cui perse la vita la cagnetta Laika, la Russia ha bisogno di un'accelerata per vincere la corsa allo spazio contro gli odiati americani. L'idea è quella di lanciare in orbita un primate, il cui bagaglio genetico è simile al 97% con quello degli uomini, e imprimere un colpo alle velleità stellari a stelle e strisce. Grazie al lavoro del Dottor Pavlov, nipote di Ivan Pavlov Premio Nobel, Josif viene addestrato e spedito nello spazio. Una volta giunto in orbita, ad attenderlo troverà quattro astronauti dalle capacità straordinarie e dalle origini un po' controverse. Ben presto il gorilla scoprirà che la sua missione è diversa e dovrà affrontare il lascito del progetto Helsinki. Il tutto condito con continui colpi di scena che ci porteranno lontani dalle premesse iniziali, e costringeranno personaggi illustri ad imbarcarsi in questa folle avventura.

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Se volessimo provare ad inquadrare questo nuovo lavoro di Barzi, andremo incontro a un fallimento sicuro. Tanti sono i generi che si incrociano in quest'avventura, che diventa impossibile etichettarlo. Dal fantascientifico al thriller, passando attraverso il supereroistico e lo splatter, libero dagli schemi, Barzi si lascia andare alle sue tante influenze, che convergono in questo racconto capace di variare spesso il proprio registro stilistico. Se nel primo capitolo la vicenda ha i tratti del verosimile, una volta che Josif giunge nello spazio inizia una seconda fase in cui il lettore viene condotto in un crescendo di assurdità narrative capaci di tenerti incollato fino all'ultima vignetta. La tensione, che si respira come nei migliori thriller spionistici, viene allentata da gag esilaranti in cui l'autore lascia emergere quell'umorismo nero tanto caro a registi quali Quentin Tarantino o autori quali Garth Ennis. Non viene posta particolare caratterizzazione nei personaggi, sebbene per empatia si rimane legati al giovane gorilla e alle sue origini, che un poco alla volta vengono svelate. In compenso, si viene completamente travolti dall'azione. Sono pochi, infatti, i momenti di stanca in quest'opera, e il finale aperto lascia viva in noi la speranza di poter leggere un sequel per questa avventura.

Al di là della bellezza della narrazione, il suo non-sense comico che smorza anche i toni spesso violenti di alcune sequenze, ciò che colpisce sono le tavole di questo volume. Anche in questo caso, però, sono evidenti due fasi in cui Ambu utilizza due stili differenti. Nella prima il tratto è più realistico, personaggi ben definiti e lo spessore delle chine utilizzate è molto sottile. Nella seconda fase, invece, si perde quel realismo a vantaggio di uno stile più caricaturale, meno definito, in cui il tratto si fa più spesso. Le figure spesso sono abbozzate, ma non perdono quell'espressività che il disegnatore conferisce al proprio lavoro. Non sappiamo se questo differente stile sia dettato da due diverse fasi di lavorazione oppure se anche Ambu, come Barzi ai testi, vuole dividere il racconto in due fasi. Ma grande merito deve essere tributato anche a Rosa Puglisi, la quale non solo ha colorato le tavole ma si è occupata anche del lettering. Tutto il volume, infatti, è un omaggio allo stile propagandistico dell-ex Unione Sovietica, e questa scelta si riflette nel tipo di carattere utilizzato (nei testi quanto nelle onomatopee) che nell'utilizzo di colori che richiamino a quelle stampe. Colori quali il grigio, il marrone, ma, soprattutto, il rosso, che ritroviamo nel sangue e negli occhi del nostro Josif.

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Oltre al graphic novel il volume contiene anche una prefazione scritta da Luigi Bignami, noto giornalista scientifico già a lavoro per la RAI e Mediaset, con la quale si offre un preciso contesto storico alla vicenda, offrendo lo spunto per quello che poi sarà lo sviluppo dell'intera trama. Un breve racconto, Cronaca da Kuntsevo, sceneggiato sempre da Barzi, è un piacevole divertissement sulla morte di Stalin, in cui Locatelli utilizza uno stile molto realistico e privo di colori. In chiusura troviamo un ampio dossier sulla sperimentazioni condotte in Russia sui primati realizzato da Piero Lusso.

Josif-1957, è la prima produzione autonoma italiana della casa editrice che in questo modo inaugura alla grande questa nuova collana Lineachiara Now. Se il buon giorno si vede dal mattino allora siamo davvero grati all'editore per aver creduto fortemente in questo progetto e attendiamo fiduciosi le prossime produzioni, sperando che sappiano tenere alto lo standard qualitativo espresso da Barzi e Ambu.

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