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Panini Comics annuncia l'omnibus dei Fantastici 4 di Waid e Wieringo

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Panini Comics ha annunciato sul nuovo numero del catalogo Anteprima un omnibus dedicato al ciclo dei Fantastici 4 di Mark Waid e Mike Wieringo. Il volume comprenderà tutti gli albi scritti e illustrati dai due autori, in una lunga run molto apprezzata dai fan e che ha rilanciato il quartetto Marvel a inizio millennio.

Di seguito trovate l'immagine con tutti i dettagli dell'omnibus.

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Panini Comics annuncia le nuove serie di Kick-Ass e di Hit-Girl

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Sulle pagine del nuovo Anteprima, Panini Comics annuncia le nuove serie Millarworld dedicate al mondo di Kick-Ass. Nello specifico, la nuova serie di Kick-Ass di Mark Millar e John Romita Jr. e la nuova serie di Hit-Girl di Millar e Ricardo Lopez Ortiz. Di seguito trovate tutti i dettagli:

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KICK-ASS VOL. 1 – LA NUOVA TIPA
MILLARWORLD COLLECTION

SOLO PER FUMETTERIE
Autori:
Mark Millar, John Romita Jr.
13 settembre • 17x26, C., 
160 pp., col. • Euro 19,00
Contiene:
Kick-Ass (2018) #1/6

Kick-Ass è tornato, pronto a spazzare via delinquenti, distruggere le gang e salvare le persone perbene. Ma c’è una nuova faccia dietro la vecchia maschera. Chi è il nuovo vigilante con il vecchio costume verde e giallo? Chi ha preso il posto di Dave Lizewski? Chi è il nuovo Kick-Ass? La risposta nel primo volume della nuova serie regolare firmata da Mark Millar e John Romita Jr., il mitico team artistico che ha creato uno dei più grandi successi del fumetto supereroistico moderno.

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HIT-GIRL VOL. 1 – IN COLOMBIA
MILLARWORLD COLLECTION

SOLO PER FUMETTERIE
Autori:
Mark Millar, Ricardo Lopez Ortiz
20 settembre • 17x26, C., 
112 pp., col. • Euro 16,00
Contiene:
Hit-Girl (2018) #1/4

Mindy McCready, la stronzetta letale è tornata! Il personaggio più amato della prima serie di Kick-Ass ritorna ed è pronta a disciplinare la violenza intorno al mondo. Prima tappa: Colombia! Una madre cerca vendetta per l’omicidio di suo figlio e assolda Hit-Girl per eliminare il suo killer, ma Mindyha dei piani molto differenti per l’assassino più temuto di tutta la Colombia. Un tour di violenza, psicosi e ironia caustica firmato dal creatore di Hit-Girl, Mark Millar, e dal disegnatore Ricardo Lopez Ortiz (Il Fichissimo Hulk).

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Il blu è un colore caldo - Artist Edition, recensione: una semplice storia d'amore

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A 8 anni dalla sua uscita, Panini Comics ripropone in Italia Il blu è un colore caldo, graphic novel d’esordio di Julie Maroh, diventato un caso letterario in tutto il mondo e che vanta una trasposizione cinematografica - intitolata La vita di Adele - diretta da Abdellatif Kechiche, vincitrice della Palma d’Oro a Cannes 2013.

La vicenda si apre con il personaggio di Emma che legge i diari di Clémentine, detta Clem, la sua compagna di vita scomparsa a causa di una brutta malattia. Clem è un’adolescente come tante, va al liceo e frequenta un ragazzo molto innamorato di lei. Un giorno, tuttavia, incrocia lo sguardo di una ragazza la cui chioma blu emerge fra la folla: si tratta, naturalmente, di Emma. In Clem scatta qualcosa e inizia a fantasticare sulla ragazza, ma il sol pensiero la tormenta. Col passare dei mesi le due iniziano lentamente a frequentarsi e fra loro nasce l’amore. Clem dovrà combattere, però, contro una società ancora chiusa verso l’amore omossessuale, a partire dai suoi genitori e dai suoi amici. Ma dovrà affrontare anche le proprie paure e una storia d’amore tutt’altro che semplice.

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La storia raccontata in Il blu è un colore caldo è molto semplice e presenta uno sviluppo molto lineare. Siamo davanti a un racconto di formazione, nonché a una storia d’amore come tante, ma due elementi la contraddistinguono. Il primo è la naturalezza con cui l’autrice racconta la sua storia, conferendo grande umanità ai suoi personaggi. La vicenda narrata è talmente universale e reale da permetterci un’immedesimazione completa con i suoi protagonisti.

Il secondo elemento è, ovviamente, la tematica LGBT. I conflitti della giovane Clem, i dubbi, le sue perplessità, le sue parole, l’accettazione di se stessi, il rapporto con gli amici e con i genitori, sono tematiche centrali. Il blu è un colore caldo mostra, dunque, quanto sia difficile ancora oggi poter amare una persona per quello che è senza pregiudizi, e quanta strada ci sia ancora da fare. Ma soprattutto, quanto sia difficile per una ragazza poter accettarsi e vivere liberamente il proprio amore.
E qui, la semplicità stessa della storia fa si che queste tematiche possano risaltare, senza distogliere l’attenzione del lettore, mostrate nella loro nudità. L’efficacia del messaggio di Julie Maroh ne esce, così, rafforzata. Paradossalmente, la linearità del racconto si trasforma da potenziale punto debole a punto di forza. Probabilmente, una storia più stratificata e scritta da un'autrice più esperta, e non al suo esordio letterario, avrebbe rischiato di non funzionare. Il graphic novel ha la genuinità, l'imperfezione e la forza tipiche di un'opera prima, ma sopratutto ha l'esigenza di raccontare una storia, di lanciare un messaggio. Tutti questi elementi danno calore a una narrazione a tratti elementare ma sentita.

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Il tratto sottile e nervoso, nonché ancora grezzo, dell’artista viene messo a disposizione di uno storytelling efficace. Maroh dà risalto naturalmente ai personaggi mettendoli al centro della scena, a volte tralasciando del tutto gli sfondi o comunque, quando presenti, mai realmente importanti. Il blu è un colore caldo è una storia intimista, non a caso ha come voce narrante il diario della sua protagonista, ed è dunque importante che la matita colga le loro emozioni, la loro gestualità, al di là di tutto il resto.
Il blu è naturalmente un colore fondamentale, ed è l’unico presente nelle tavole ambientate passato, in cui la capigliatura di Emma è il solo colore vivo fra le tonalità di grigio dominanti. Nel presente, invece, dove la donna sfoggia la sua chioma bionda, l’autrice opta per tavole a colori utilizzando un acquarello con tonalità sempre molto opache.

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La nuova edizione Panini Comics propone il graphic novel francese in un formato deluxe 22.5x32cm con un cartonato che presenta una grafica molto sobria ed elegante. Il volume è impreziosito da una post-fazione dell’autrice e da una gallery composta da materiale già visto misto ad altro inedito. Dalle parole di Julie Maroh è facile comprendere come una storia come questa sia ancora importante al giorno d’oggi, in un mondo che ha ancora tanta strada da fare per accettare quello che viene etichettato come “diversità” ma che in realtà è solo amore.

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Gli immortali Iron Fist: recensione: la nuova vita di Danny Rand

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Nella miniserie Iron Fist: L'arma vivente del 2014, Kaare Andrews, autore di testi e disegni, introduceva il personaggio di Pei, una ragazzina di K’un Lun destinata ad essere la nuova Iron Fist. Con Gli immortali Iron Fist, uscita tre anni dopo, Andrews riprende le fila del discorso mostrandoci un Danny Rand in una vesta inedita.

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Intento a ricostruire il suo impero e a combattere mostruosi demoni, Danny dovrà – contemporaneamente - accudire e allenare la giovane Pei. Oltre a botte, demoni, kung-fu e buddismo, l’aspetto su cui Andrews si concentra principalmente è la tematica maestro-(tonante)-allieva, a cui si aggiunge una palese sfumatura padre-figlia. Pei è, infatti, la classica adolescente (ma proveniente da un altro mondo) che cerca di inserirsi a scuola, con tutte le tipiche problematiche del caso mentre Danny è il genitore che vuole in tutti i modi aiutarla ma che difetta nel rapportarsi con lei. La giovane, inoltre, fatica a trovare il proprio posto nel mondo e a gestire il suo potere, mentre gli stessi insegnamenti di Danny sembrano non portare a nulla.
Andrews approfondisce con la giusta introspezione i sentimenti dei due protagonisti e il loro rapporto fatto di attriti, incomprensioni, amore e rispetto. Il tutto, però, condito da un tono da action-comedy brillante e frizzante, oltre che da numerosi e spettacolari scontri e colpi di scena.

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Alle matite per Gli immortali Iron Fist troviamo non Andrews – che firma però le copertine della serie – ma Afu Chan, giovane illustratore proveniente dal fumetto indipendente. Il suo stile rimanda più ad alcune recenti produzioni animate che al fumetto stesso e non a caso l'artista utilizza una griglia composta da vignette orizzontali che tendono a offrire una visuale “widescreen” che amplifica fortemente la sua ispirazione “cartoonesca”. Grazie a un tratto tendenzialmente bidimensionale, a cui si abbinano gli ottimi colori di Shelly Chen capaci di esaltare al massimo la prova del disegnatore, il risultato finale è un lavoro colorato e pop che ben si differenzia dallo stile cupo e drammatico utilizzato dallo stesso Kaare Andrews nella precedente serie.

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Per tutte queste caratteristiche, dunque, Gli Immortali Iron Fist - i cui 6 albi sono raccolti in un volume unico da Panini Comics - rappresenta un nuovo approccio al personaggio che appare riuscito in tutti i suoi aspetti, sia per il nuovo ruolo di Danny Rand, sia per una storia divertente, piena di azione e sentimenti.

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