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Dissolvenza a nero, recensione: il noir cinematografico di Ed Brubaker e Sean Phillips

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Ormai è chiaro quanto il duo Eb Brubaker e Sean Philipps sia il sinonimo per eccellenza di noir a fumetti, a partire dalla loro opera più celebre, ovvero la saga di Criminal, pubblicata inizialmente dall’etichetta Icon della Marvel e passata poi dalla Image.
Con Dissolvenza a nero i due autori ripetono il colpo portandoci in quello che è il loro territorio narrativo preferito. Fade Out (questo il titolo inglese dell’opera), è un termine ben noto agli appassionati di cinema o, nello specifico, ai montatori e si riferisce al passaggio da una scena all’altra che avviene gradualmente a favore di uno sfondo nero. Letteralmente, si chiama Dissolvenza a chiudere. Con questo stratagemma, i due autori danno via ad ogni albo, ovvero con uno sfondo nero e col titolo dell’episodio.

Naturalmente il significato di Fade Out va oltre a quello tecnico e viene utilizzato proprio per il suo riferimento cinematografico, non a caso l’opera si svolge nella Hollywood degli anni ’40. In questo senso, Brubaker eleva alla massima potenza la sua passione per il noir non solo ambientando la vicenda nell’epoca d’oro del genere, ma si muove abilmente fra le pieghe della storia mostrando quello che avviene oltre la finzione ovattata del cinema. Lo sceneggiatore, infatti, pur muovendosi nella pura fiction, prende spunto da avvenimenti reali. Il primo, il lavoro di suo zio, sceneggiatore di Hollywood, che conservava in casa i suoi vecchi copioni e che provava sentimenti contrastanti per quell’epoca. Il secondo riguarda tutto il marciume che girava nel mondo degli studi cinematografici e delle star, e delle conseguenze del maccartismo, ovvero la paura del “pericolo rosso” che portò in rovina diversi uomini sospettati ingiustamente di spionaggio anche a Hollywood.

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La vicenda narrata da Brubaker ha per protagonista Charlie Parish, sceneggiatore di Hollywood con tanto di nomination all’Oscar, ma che ha perso totalmente la voglia di scrivere dopo aver assistito in prima persona agli orrori della guerra in Europa. A scrivere per lui c’è però Gil Mason, suo ex-mentore finito nelle liste del maccartismo e per questo allontanato dal lavoro. La vita di Charlie viene ulteriormente sconvolta quando, dopo una festa, si sveglia nella stanza in cui giace morto il corpo dell’attrice Valeria Sommers, star in ascesa e sua amica. Charlie non ricorda molto della notte prima e più cercherà di andare a fondo nella vicenda più si inabisserà nel marcio del mondo di Hollywood.

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Uno dei principali scopi di Brubaker è quello di raccontare non solo la sua trama, ma l’assurdo e cinico mondo della Hollywood degli anni ’40, ben documentato da racconti, biografie e documenti. In questo circo splendente dal di fuori, ma corrotto e malato dall’interno, lo sceneggiatore non salva nessuno, a partite dallo stesso protagonista, passando dai produttori fino all’ultimo degli attori, nessuno è assolto. Brubaker, abile come al solito, delinea ogni figura donando loro una sfaccettatura in grado di renderli vivi e umani. La vicenda si svolge lentamente e l’autore costruisce il suo mosaico con pazienza e sapienza.

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Sean Philipps è la controparte naturale di Brubaker, e la loro intesa artistica rasenta la perfezione. Qui Philipps, coadiuvato da Elizabeth Breitweiser ai colori, lavora per la prima volta in digitale a un fumetto, abbandonando dunque la matita ma senza perdere minimamente il suo tocco. Come ammesso dallo stesso Brubaker, nelle sue sceneggiature per Philipps i dettagli sono minimi e dunque all’artista viene concessa piena liberta di movimento. La sua regia si dimostra, anche in questo caso, impeccabile. Il disegnatore predilige una gabbia composta da tre strisce tendenzialmente composte da 7 vignette, ma le variazioni sono numerose e frequenti, modulate a seconda dell’esigenza.
L’atmosfera della Hollywood degli anni ’40 è resa a pieno, grazie anche all’eccellente lavoro di Breitweiser, capace di donare le diverse sfumature adatte alla varie fasi della storia.

L’edizione Panini Comics in cui viene presentata in Italia l’opera per la prima volta è perfetta in ogni suo aspetto. Non solo l’elegante cartonato raccoglie tutti i 12 albi della miniserie vincitrice anche di un Eisner Awards nel 2016, ma è ricca di contenuti extra davvero interessanti, in particolar modo i dettagliati articoli in cui Brubaker, Phillips e Breitweiser spiegano le fasi del loro lavoro.

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Il teaser a fumetti del graphic novel di Ed Brubaker e Sean Phillips

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La Image Comics ha pubblicato un teaser del nuovo graphic novel di Ed Brubaker e Sean Phillips dal titolo My Heroes Have Been Been Junkies.

"Sin dalla morte della madre drogata, Ellie è ossessionata dai tossicodipendenti famosi. Quelle anime tragiche e artistiche attratte dagli aghi e dalle pillole sono stati i suoi angeli e idoli. Ma quando Ellie arriva in un'esclusiva clinica di riabilitazione - dove nulla è quello che sembra - troverà un'altra storia d'amore più pericolosa, e scoprirà con quanta facilità droga e omicidio vanno di pari passo."

My Heroes Have Been Been Junkies uscirà ad ottobre. Di seguito potete vedere il teaser diffuso dall'editore.

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Annunciato il primo graphic novel di Ed Brubaker e Sean Phillips

  • Pubblicato in News
Dopo la conclusione di Kill o Be Killed con il numero 20, Ed Brubaker e Sean Phillips si uniranno nuovamente per il loro primo graphic novel. Gli autori di Criminal, The Fade Out e Fatal pubblicheranno a ottobre per Image Comics My Heroes Have Been Been Junkies.

Questa la sinossi:
"Sin dalla morte della madre drogata, Ellie è ossessionata dai tossicodipendenti famosi. Quelle anime tragiche e artistiche attratte dagli aghi e dalle pillole sono stati i suoi angeli e idoli. Ma quando Ellie arriva in un'esclusiva clinica di riabilitazione - dove nulla è quello che sembra - troverà un'altra storia d'amore più pericolosa, e scoprirà con quanta facilità droga e omicidio vanno di pari passo."

Di seguito la cover di My Heroes Have Been Been Junkies di Brubaker e Phillips.

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Criminal Deluxe 1: recensione: l'edizione definitiva della serie noir di Ed Brubraker e Sean Phillips

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In uno dei suoi periodi più interessanti dal punto di vista creativo, la Marvel Comics lancia nel 2004 l’etichetta Icon, una sorta di propria “Vertigo” in cui autori affermati possono creare nuove serie detenendone i diritti. Diverse sono le opere degne di note e dal gran successo che nascono sotto questa linea (Kick-Ass vi dice nulla?) e fra queste c’è da annoverare Criminal di Ed Brubraker e Sean Philips, una serie crime/noir premiatissima dalla critica.

I due autori si incontrano prima sulle pagine di Gotham Noir per poi creare insieme Sleeper, sempre per la DC Comics, ed è qui che affinano la loro sintonia.
Criminal è composto da 4 serie, rispettivamente da 10, 7, 5 e 4 albi ciascuna, pubblicate fra il 2006 e il 2011, e una mini di 2 speciali pubblicati dalla Image nel 2016. Dopo averne proposto i tp singoli, Panini Comics ora ristampa i due deluxe della saga, volumi corposi da oltre 400 pagine, pieni di extra.

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Il primo deluxe ristampa la serie d’esordio di Criminal composta da 10 numeri e i primi 3 della seconda, proponendo così i cicli Codardo, Lawless e The Dead and The Dying. Codardo e Lawless sono due storie totalmente indipendenti, che sembrano aver in comune solamente il luogo in cui si svolgono e un locale, ovvero Undertow(n) – la “n” dell’insegna è spenta-, sorta di covo neutrale per persone che operano da un lato o dall’altro della legge. In realtà, come si scoprirà sopratutto nella seconda serie, composta da storie auto-conclusive, i legami che Brubraker intesse si fanno a mano mano più stretti e i collegamenti e i punti in comune crescono sempre più. In particolare, spostando in avanti o in dietro le lancette del tempo, Criminal assume contorni da saga familiare, o per meglio dire da saghe familiari visto che coinvolge diversi personaggi, grazie a storie godibilissime se lette a se stanti, ma che traggono maggior valore se inserite nel quadro generale che l’autore delinea.

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Brubraker racconta storie di, appunto, criminali, uomini e donne che tentano di sfuggire al proprio destino che, però, li intrappola come in una ragnatela e da cui non riescono ad uscire. Come Leo, per tutti un codardo, che tenta di reprimere quella che è la propria natura, cercando di evitare gli sbagli commessi dal padre. O come Tracy Lawless, arruolatosi nell’esercito per sfuggire alla vita che il suo quartiere gli avrebbe offerto ma che ritorna per indagare sulla morte del fratello. L’autore utilizza uno stile asciutto, diretto, che esalta la storie e i personaggi senza distrazioni per il lettore.

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Dal canto suo, Sean Philipps è la controparte perfetta di Brubraker, non solo perché il suo stile si adatta perfettamente alle tinte noir del racconto, ma perché le sue linee dure e sporche riescono a conferire umanità ai personaggi. Lo stesso disegnatore, poi, spiega il processo di realizzazione delle tavole in un interessante approfondimento presente fra gli extra del volume.
Fondamentale è anche il lavoro di Val Staples ai colori, in particolar modo per l’atmosfera che crea grazie alle sue tinte che variano a seconda della situazione e del luogo e ai giochi di luce che si sposano con esse.

L’edizione deluxe proposta da Panini Comics, che ricalca quella americana, è il modo perfetto per recuperare il lavoro di Brubraker e Phillips, grazie non solo all’elegante confezione ma anche per i numerosi extra (storie brevi, racconti, e altro materiale) presenti.

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