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Antonio Ausilio

Antonio Ausilio

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Lucca Comics & Games 2025, la parola a Brian K. Vaughan, Marcos Martin e Niko Henrichon

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Nella recente edizione di Lucca Comics & Games, grazie a Bao Publishing abbiamo avuto il piacere di partecipare, assieme ad altre testate, a una round table, in cui è stato possibile rivolgere alcune domande a Brian K. Vaughan, uno dei massimi scrittori contemporanei di fumetti (tra le sue opere più famose ricordiamo Y: l’ultimo uomo, Ex-Machina, Saga e Paper Girls) e ai due disegnatori che hanno lavorato con lui nei volumi presentati dall’editore milanese alla kermesse toscana: Marcos Martín, per Barrier e Niko Henrichon, per Spectators.
Per quanto la durata della discussione non abbia permesso più di una domanda a testa ai vari partecipanti, i temi affrontati e le risposte date dagli autori hanno comunque destato l’interesse generale.

Dei tre, Vaughan è quello che ha tenuto più di tutti la parola, poiché gli argomenti presi in esame hanno essenzialmente riguardato diversi aspetti della sua scrittura. Lo sceneggiatore americano ha in primo luogo condiviso la sua ammirazione per vari autori britannici (Alan Moore su tutti), in particolare per la loro capacità di raccontare gli Stati Uniti attraverso dettagli che gli scrittori locali non sono in grado di cogliere. Secondo la sua opinione, una delle rare eccezioni è Jason Aaron, che sia in Scalped che in Southern Bastards è riuscito nella difficile impresa di trascendere il suo essere americano, offrendoci una visione del suo paese da una prospettiva totalmente differente da quella tradizionale.

Ha, poi, tenuto a precisare che sia Martín che Henrichon non sono solo dei semplici collaboratori, ma veri e propri amici. Con l’artista spagnolo, soprattutto, che conosce da oltre venticinque anni, può anche capitare di battibeccare, alla fine, però, arrivano sempre al risultato desiderato da entrambi. In più, la fiducia reciproca ha garantito la realizzazione di storie meno convenzionali, senza il timore di andare incontro a un insuccesso commerciale. Un aspetto che diventa secondario se, come ha ammesso Vaughan, l’attaccamento verso tali opere è quasi paragonabile a quello che nutre per i suoi figli. Lo stesso dicasi nel caso sopraggiungano necessità che impongano una pausa nel lavoro. I tre autori considerano più importante occuparsi della propria vita che portare avanti con regolarità una serie. Saga, da questo punto di vista, è stato un chiaro esempio di ciò: quando Fiona Staples è diventata madre, si è deciso di comune accordo di sospendere la testata per un periodo abbastanza lungo, pur sapendo che avrebbe potuto esserci un’emorragia di lettori. Nella realtà, alla ripresa della serie, i dati di vendita non hanno mostrato alcuna flessione, confermando l’alto livello di maturità raggiunto dal pubblico contemporaneo.

La discussione è, quindi, proseguita sul fumetto come linguaggio: secondo i tre autori la sua universalità, favorita dall’uso delle immagini, è in grado di superare gli ostacoli correlati al solo testo scritto. Da qui l’utilizzo a scopo propagandistico che ne hanno fatto i governi nel corso della storia dell’ultimo secolo. Martín ha, comunque, sottolineato che tale facilità di fruizione permette di poter affrontare qualunque argomento, avvicinando i giovani (che sono i naturali “consumatori” di albi a fumetti) a tematiche che altrimenti per loro sarebbero molto più ostiche da recepire.
A tal proposito, Vaughan ha evidenziato che proprio Barrier mette in rilievo le potenzialità del fumetto come mezzo espressivo, dato che solo grazie alle sue caratteristiche è possibile oltrepassare le “barriere” linguistiche alla base del racconto (lo scrittore americano ha pure confessato che sono stati impiegati molti termini gergali nella sceneggiatura, con il semplice obiettivo di spingere il lettore a utilizzare le immagini per comprendere il contenuto del testo).
In aggiunta a ciò, Vaughan ha fatto presente che, avendo lavorato per cinema e TV, ha dovuto far fronte alle pressioni esercitate dalle corporation per evitare di mettere in scena controversie e problematiche varie, a differenza di un graphic novel, dove sostanzialmente si può parlare di ogni cosa.
Un aspetto rimarcato anche da Martín, il quale, pur nella consapevolezza che la limitata diffusione dei comic book non permette la trasmissione di un determinato messaggio a una vasta platea, sapere di poter agire più liberamente diventa una medicina per lo sconforto che coglie gli autori, quando un fumetto di successo viene depotenziato del suo significato, a seguito dell’adattamento in altri media.

Per quanto riguarda la nostra domanda, essa è stata:
"Nelle opere di Brian è sempre presente una forte componente metaforica. Questa caratteristica mette in difficoltà i disegnatori, che necessitano di un confronto continuo con lo scrittore, o la lunga collaborazione permette di intuire immediatamente cosa viene richiesto nella sceneggiatura? Inoltre, questo tipo di narrazione è una delle cause che ha allontanato Brian dal fumetto mainstream o si è trattato semplicemente della volontà di poter disporre di una maggiore libertà creativa?”

Martín (visibilmente divertito, ndr): Purtroppo sì, mi tocca comunicare spesso con Brian. Scherzi a parte, in genere leggo prima il soggetto, dopodiché mi confronto più volte con Brian per comprendere come rappresentare graficamente quello che ha descritto nel testo. Ricordo, per esempio, che quando lavorammo a Private Eye, l’idea alla base dell’opera mi colpì molto. Proprio per essere sicuro di mantenere la forza del fumetto nei disegni, io e Brian siamo rimasti costantemente in contatto.

Henrichon: Ho trovato subito interessante il soggetto di Spectators, anche se, inizialmente, dopo aver letto le prime pagine di sceneggiatura, non capivo dove sarebbe andato a parare. Discutendo frequentemente con Brian, alla fine tutto è risultato chiaro e credo che ne sia uscito un ottimo lavoro.

Vaughan: Secondo me, il vero mainstream non è scrivere una storia di Spider-Man o Batman, ma avere sempre nuove idee. Il piacere di collaborare con Marcos e Niko nasce esattamente da questa considerazione, dato che so che entrambi la pensano come me.

4 Words About: Scotland Vol. 1 – Le fantastiche missioni di Kathy Austin

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4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
Scotland Vol. 1 – Le fantastiche missioni di Kathy Austin


Inizia con questo volume la cosiddetta “quarta stagione” di Kenya, serie ambientata negli anni Quaranta del secolo scorso, il cui personaggio cardine, Kathy Austin, è un agente segreto britannico inviato in missione in varie parti del mondo. I due sceneggiatori Leo e Rodolphe sfruttano abilmente le suggestive lande scozzesi per trasformare quella che in principio pare una semplice rievocazione nostalgica del passato della protagonista in un mistery dove, come nelle saghe precedenti, lo spionaggio si fonde al fantastico (benché appena accennato in questo primo episodio). Forse alcuni passaggi sembrano seguire un po’ pedissequamente le regole del genere, ma i due autori sono bravi a non scadere nel cliché.
Particolarmente ricchi di atmosfera i disegni di Bertrand Marchal (aiutato dai bei colori di Sébastien Bouët), che sopperisce a una parziale staticità delle vignette, tratteggiando figure eleganti e scenari storicamente ineccepibili.

scotland 1

scotland 2

Editore: Alessandro Editore
Autori: Testi di Leo e Rodolphe, disegni di Bertrand Marchal, colori di Sébastien Bouët
Genere: Thriller
Formato: 22,5x 30,3cm, 48 pp., C., col.
ISBN:  978-8892978683
Prezzo: 18,90 €
Voto: 7

4 Words About: Alien – Pianeta Terra Stagione 1

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4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
Alien – Pianeta Terra Stagione 1


Che Noah Hawley sia un autore abile a valorizzare una storia di successo, reinterpretandone ed esaltandone i tratti essenziali ci è chiaro fin dalla prima stagione di Fargo. Un brand consolidato come Alien, tuttavia, avrebbe potuto spingerlo ad attenuare la sua naturale tendenza a non irrigidirsi su schemi predefiniti. E, invece, la mitologia dello xenomorfo diventa il mezzo per far emergere quello che nel film capostipite di Ridley Scott era stato solo suggerito, non il fine ultimo del suo lavoro. Ecco, quindi, che l’ambizione e l’avidità nelle loro derive più spregevoli e la totale noncuranza verso la vita umana si uniscono al pessimismo tutto contemporaneo dello strapotere tecnologico in mano a pochi. A Hawley, però, piace essere anche mainstream, benché in maniera intelligente. Da qui i nuovi mostri alieni (con il polpo oculare già entrato nell’immaginario collettivo) e i tanti, azzeccati omaggi alla pellicola del 1979.
Poi ci sono gli attori, quasi tutti perfettamente in parte.

DPlus Alien 4x5 V1

Piattaforma: Disney+
Voto: 7,5

Comic(US) Book #7: Un mondo sotto destino, Ultimate Spider-Man: Incursion, Star Wars: l’Alta Repubblica...

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Sono diverse le novità che abbiamo preso in considerazione in questa nuova puntata. Innanzitutto, l’esordio di Joe Kelly e Pepe Larraz (presto affiancato da John Romita Jr.) su Amazing Spider-Man. Quindi, l’arrivo del crossover Un mondo sotto Destino e delle scorribande di Miles Morales nel nuovo Universo Ultimate. Infine, la prima volta in questa rubrica per una serie dedicata a Star Wars.

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Amazing Spider-Man 2 (875)
Spider-Man – Punto e a capo parte 2 e 3
Una boccata d’aria fresca. Ecco la sensazione che si prova leggendo l’inizio del ciclo di Joe Kelly su Amazing Spider-Man. Forse è solo la conseguenza di troppi anni di storie mediocri, per non dire pessime (quando non del tutto insensate, vedi alla voce Ragno-Goblin), ma lo scrittore statunitense sembra essere entrato subito in sintonia con il Tessiragnatele e il suo mondo, nonostante la difficoltà di dover gestire gli sconsiderati cambiamenti introdotti dai suoi predecessori (vedi alla voce Norman Osborn diventato buono). Le trame finora ci hanno mostrato un mix ben bilanciato di mistero, avventura e umorismo, oltre a una forte voglia di tornare ad ambientazioni più classiche, con avversari storici, che non si vedevano da tempo sulle pagine della testata.
È sicuramente ancora presto per tirare le somme del nuovo corso, ma il cambio di passo è indiscutibile.
Entrambi gli episodi di questo numero sono disegnati da un Pepe Larraz più in forma che mai. Le sue anatomie morbide e l’estremo dinamismo delle tavole contribuiscono in maniera decisiva a innalzare la qualità della serie.
Voto: 7,5

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Marvel miniserie 287-288
Un mondo sotto Destino 1 e 2
Dopo tutti i commenti negativi che abbiamo fatto sulla gestione di Ryan North dei Fantastici Quattro, non è difficile immaginare lo sconcerto con cui abbiamo accolto la notizia che ci sarebbe stato lui al timone del nuovo maxi-evento Marvel. Dobbiamo, però, riconoscere che i primi due capitoli di Un mondo sotto Destino non sono il disastro che avevamo preventivato. Certo, lo sceneggiatore canadese non rinuncia a fesserie come il Destino t-rex (da lui stesso introdotto in una storia del Quartetto, che definire imbarazzante è poco) ma, quantomeno, evita di infarcire la trama con il suo consueto umorismo dozzinale e scenette prive di spessore. Che poi il tono più grave dettato dal dominio assoluto di Victor Von Doom sul pianeta garantisca dei testi di alto livello è un altro discorso. L’impegno c’è e il risultato migliore North lo ottiene nella seconda parte, quando esplora l’ambiguo rapporto tra il sovrano di Latveria e Valeria Richards, tuttavia, siamo ancora lontani da una saga che possa considerarsi degna di essere tramandata ai posteri.
Molto buoni i disegni di R.B. Silva – ottimamente supportati dai bei colori di David Curiel – che ci sembra tornato ai fasti di Powers of X.
Voto: 6,5

MFQUA465ISBN 0
Fantastici Quattro 31 (465)
Fantastici Quattro – Dream Team
Aspettarsi che Ryan North ci conceda due storie accettabili nello stesso mese è, ovviamente, una pia illusione. L’inizio di Un mondo sotto Destino avrebbe dovuto spingerlo ad adottare un nuovo registro per le vicende di Mr. Fantastic e soci. E, invece, nulla. Ennesimo episodio in cui tutto si riduce a pure dinamiche famigliari, a dispetto di un racconto che, lodevolmente, è ancora una volta all’insegna della tolleranza verso le minoranze (qui rappresentate dai vampiri) e a una - tutto sommato - incisiva critica del populismo senza limiti di cui sono diventate preda le istituzioni occidentali negli ultimi anni.
Il cliffhanger nel finale del secondo capitolo della miniserie, però, sembrerebbe aprire le porte a sviluppi immediati per Ben Grimm decisamente più interessanti. Attendiamo speranzosi.
Disegni di Cory Smith che passano dal discreto allo scadente anche nella stessa pagina.
Voto: 5,5

MIRNA143ISBN 0
Iron Man 8 (143)
Iron Man – Il ribelle Iron Man parte due: accetta il tuo destino
Altro tie-in di Un mondo sotto Destino, ma di caratura ben diversa. Oltretutto, apprendiamo dalle note, che questa avrebbe dovuto essere la prima saga scritta da Spencer Ackerman, in seguito posticipata a causa dei ritardi accumulati dalla miniserie di North e Silva. Una notizia che, in sostanza, sembra debba considerarsi una sorta di giustificazione per le semplificazioni e i passaggi a vuoto riscontrati nei numeri precedenti (probabilmente concepiti e realizzati con un minor tempo a disposizione). Il clima che si respira è, effettivamente, piuttosto differente, il messaggio politico è molto più efficace e il supereroismo appare con maggiore evidenza un semplice mezzo per raccontare qualcosa di diverso. Il Tony Stark risoluto e pronto a tutto che compare in queste pagine è di un’ambiguità inattesa (sebbene votata alla sconfitta del Dottor Destino) e un chiaro tentativo di provare a spiegare alcune scelte molto discutibili della geopolitica statunitense, ancora dibattute dagli esperti di relazioni internazionali.
Peccato che, come già detto più volte, Julius Ohta, pur con qualche miglioramento rispetto ai primi episodi, non sia un disegnatore in grado di dare risalto a una narrazione di tale livello.
Voto: 7
P.S.: la Marvel in un panel presso il New York Comic Con ha appena annunciato il rilancio di Iron Man con nuovi autori. Ci spiace sinceramente per Ackerman, ma forse era una run già programmata in questo modo. Ci piacerebbe, tuttavia, che lo scrittore americano venisse presto coinvolto in altri progetti.

MGIXM429 0
Gli incredibili X-Men 11 (429)
X-Men – Gemella e X-Men
Dato che abbiamo menzionato il New York Comic Con, dalla kermesse della Grande Mela giunge anche la notizia che il prossimo disegnatore di questa collana sarà Tony S. Daniel, il quale, tuttavia – vista la periodicità quindicinale della testata - probabilmente si alternerà con un altro artista. Ryan Stegman sembra ormai volersi dedicare solo alle copertine, pertanto, speriamo almeno nella conferma di Netho Diaz, che, dopo un inizio un po’ incerto, ha mostrato di saper interpretare in maniera efficace i soggetti di Jed MacKay. Riguardo quest’ultimo, però, dobbiamo registrare un progressivo scivolamento verso un clima più scanzonato e fracassone, con una minore attenzione per la psicologia dei personaggi. Che si tratti di una normale pausa creativa, per concentrare gli sforzi sull’imminente Age of Revelation e sulla successiva fase delle vicende mutanti denominata Shadows of Tomorrow? Staremo a vedere.
Voto: 6
Incredibili X-Men – L’Arteria Nera, seconda parte: una mente infettiva
L’approccio di Gail Simone per la serie degli “X-Men della Louisiana” continua a piacerci un sacco. L’azione mischiata a un intimismo poco invasivo, ci pare una combinazione perfetta. Soprattutto quando, come in questa nuova minisaga, la storia viene contaminata con riflessioni sullo scomodo passato degli Stati Uniti. Ciononostante, bisogna dire che i nuovi giovani mutanti introdotti dalla scrittrice mancano un po’ di appeal e, tolti Rogue e Gambit, indiscussi protagonisti della testata, i teorici personaggi cardine del team (Wolverine incluso!), latitano inspiegabilmente.
Sempre piacevoli i disegni di David Marquez. Lo stile manga con cui ritrae i volti di alcuni character non penalizza assolutamente l’atmosfera suggestiva che traspira dalle sue tavole.
Voto: 7

MUUSM019 0
Ultimate Spider-Man 19
Spider-Man - Diciannove
Dopo aver sensibilmente alzato il ritmo, qualche episodio fa, Jonathan Hickman sembra ormai deciso a procedere verso Ultimate Endgame senza concedersi un attimo di pausa. Questo mese vediamo l’esordio della versione Ultimate di Emma Frost e, soprattutto, di Venom (anche se, secondo noi, il “look” di quest’ultimo somiglia un po’ troppo – e senza motivazioni credibili – a quello del personaggio classico). In più, la vicenda resta molto appassionante e dà costantemente l’impressione di riservare ulteriori sorprese.
Marco Checchetto, poi, “rischia” seriamente di essere ricordato come uno dei migliori ragno-artisti degli ultimi dieci anni.
Voto: 7

MUUUL014ISBN 0
Ultimates 14
Ultimates - Quattordici
Con un attento lavoro di world building (superiore perfino a quello di Hickman su Ultimate Spider-Man), tenacemente e ininterrottamente portato avanti in tutti i numeri, Deniz Camp ha trasformato la testata degli Ultimates in quella realmente imprescindibile per gli eventi di Terra 6160. Senza dimenticare il sottotesto politico, le trame nascoste, i misteri irrisolti e una caratterizzazione dei personaggi talmente matura, da indurci ogni mese a contare i giorni in attesa del nuovo episodio.
Ci viene anche il dubbio che la Marvel non abbia veramente capito con che autore avesse a che fare (cosa che non ci sorprenderebbe affatto, visto il basso livello degli editor attuali), altrimenti non avrebbe affidato i disegni a Juan Frigeri. Artista volenteroso, ma ancora acerbo per una serie di così alto valore.
Voto: 7,5

MUUIN001ISBN 0
Ultimate Spider-Man: Incursion 1-2
Ecco quella che si dice una mera operazione commerciale, assolutamente inutile all’economia dell’Universo Ultimate. Miles Morales viene catapultato su Terra 6160 assieme alla sorellina Billie e, nel tentativo di ritrovarla, vive varie vicissitudini, da un capo all’altro del pianeta. L’esilissima trama è stata studiata per permettere al giovane Spider-Man nato nel precedente Universo Ultimate di fare la conoscenza degli eroi di quello nuovo. I testi sono di Cody Ziglar e di uno svogliatissimo Deniz Camp, la cui scrittura pluristrutturata si intravede solo in pochissimi passaggi.
Anche a Jonas Scharf abbiamo visto fare di meglio. Alcune vignette sembrano proprio tirate via, senza preoccuparsi dell’inconsistenza degli sfondi, delle anatomie sbagliate e dei volti inespressivi.
Lasciatelo tranquillamente sugli scaffali delle vostre fumetterie. Non ne sentirete la mancanza.
Voto: 5

M1BATM118 0
Batman 118
Batman – Città morente: finale
Ed eccoci arrivati all’atto conclusivo del ciclo di Chip Zdarsky su Batman. Vari momenti della sua gestione hanno fatto storcere il naso ai seguaci più oltranzisti del Cavaliere Oscuro e, detto onestamente, anche noi abbiamo accolto con qualche riserva alcune decisioni che hanno scosso lo status quo del personaggio, ma l’ultimo arco narrativo ci ha definitivamente riconciliati con l’autore canadese. Il meglio lo si è visto nei capitoli precedenti, benché questo episodio finale riesca comunque a regalarci diversi passaggi degni di nota. Su tutti, l’intenso faccia a faccia tra Batman e Jim Gordon, in grado di far emergere in maniera molto verosimile le debolezze di entrambi.
Jorge Jiménez viene aiutato ai pennelli da Tony S. Daniel e l’amalgama funziona a meraviglia.
Voto: 7

M1JULE036ISBN 0
Justice League Unlimited 5
Justice League (senza titolo)
Mark Waid ha improvvisamente deciso di scoprire le carte, rivelando ai lettori che il fine ultimo di questa serie è quello di permettergli di esibire la sua enciclopedica conoscenza dell’Universo DC, ripescandone anfratti finiti da tempo nel limbo o character semidimenticati. Il divertimento dell’autore americano è talmente evidente, da risultare chiaramente percepibile. E sebbene la pretestuosità con cui Waid riesce a coinvolgere nella vicenda una miriade di personaggi sfiora, a tratti, il parossismo, la solidità della trama fa passare tutto in secondo piano. Questo è il vero punto di forza della collana, che - non ci stanchiamo di dirlo - non poteva trovare un artista migliore di Dan Mora per prendere forma.
Voto: 7,5

M1ABWW005ISBN 0
Absolute Wonder Woman 5
Wonder Woman – L’ultima amazzone parte 5 di 5
Ormai facciamo fatica a trovare gli aggettivi per descrivere la bellezza di questa serie, che con il quinto numero giunge alla fine del suo primo arco narrativo. Kelly Thompson è forse l’autrice che meglio ha saputo interpretare questa rivisitazione in chiave oscura degli eroi di casa DC. Un merito ancora più grande se si considera l’ottimo lavoro fatto fin qui da Scott Snyder e Jason Aaron con le versioni absolute di Batman e Superman. La Diana che ammiriamo nelle splendide tavole di Hayden Sherman – del quale ci piace di nuovo magnificare la potenza visiva e l’ammaliante mutevolezza con cui le vignette vengono incastonate nelle pagine - riesce a far coesistere nobiltà e modestia, coraggio e paura, sacrificio e salvezza. Più umanità che divinità, quindi, in un racconto epico che nessun vero appassionato di fumetti può permettersi di ignorare.
Voto: 8

MSWHR048ISBN 0
Star Wars: l’Alta Repubblica 1 (48)
La paura dei Jedi, capitolo 1: un pianeta di paura
Evidentemente i fan di Star Wars in Italia sono davvero parecchi, altrimenti non si spiegherebbe come faccia una testata di questo tipo a essere ancora viva e vegeta, non potendo neppure vantare nelle sue pagine la presenza dei personaggi più famosi della saga. Per non parlare degli autori, nessuno dei quali può essere ritenuto una celebrità del comicdom americano. È vero che ai testi ritorna il bravo Cavan Scott, uno degli “architetti” dell’Alta Repubblica (il periodo che precede la caduta dei Jedi raccontata da George Lucas da La minaccia fantasma in poi, di cui fa parte anche la serie TV The Acolyte) e scrittore specializzato nella realizzazione di spin-off di vari franchise (oltre a Star Wars, Doctor Who su tutti), ma la sua fama è, appunto, circoscritta a coloro che si emozionano solo di fronte allo sfrigolio di una spada laser. Non si può negare, però, che i suoi personaggi siano ben caratterizzati e che il racconto proceda in maniera scorrevole e abbastanza coinvolgente. Meno esaltanti i disegni un po’ impersonali dell’italiana Marika Cresta.
Voto: 6,5

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